Il resoconto di Conte

Sarò distratta, ma mi sfugge il resoconto delle dichiarazioni di Conte in merito alla faccenda delle rendicontazioni delle spese elettorali in Sardegna. Ma si renderà conto appieno, Conte, del conto (salato) che il Movimento dovrà pagare nel caso venisse confermata definitivamente la decadenza della governatrice della Sardegna: Alessandra Todde caduta dal Cavillo?

Secondo me no. Non è bravo a far di conto. Lui è mani bucate (coi soldi nostri) ed è abituato a non badare a spese. Ma alzerà il ditino in Parlamento ancora contro il governo reo, secondo il Movimento, di non essere rispettoso delle sentenze e di ingaggiare battaglie politiche con la Magistratura? Forse no e forse si. Con lui non si può mai dire. Ma deve passare la nottata e si deve chiarire cosa sia veramente successo col pastrocchio che pare abbiano combinato i Cinquestelle con le rendicontazioni male gestite, cialtroneggiate, insomma inezie burocratiche che però sarebbero, se confermate (e mi pare lo siano) un grosso macigno sopra la testa della governatrice la quale pare un po’ rintronata ma decisa a ricorrere; sarda tenace.

A dir la verità, agli italiani importa ben poco quale sarà il suo destino, hanno davvero ben altri problemi. ma, se si faranno nuove elezioni temo che i Cinquestelle abbiano poche chances e il famoso campo, da largo potrebbe ridursi ad un fazzoletto di terra arida e incolta e la tanto decantata intesa col PD potrebbe finire miseramente sotto una bolletta. Ma con Elly non è ancora detto…”certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”…

E però i “valori” tanto strombazzati dei Cinquestelle (residuati dopo la rendicontazione) saranno definitivamente l’opacità e la castroneria. Insomma il “sogno” decaduto.

Un bel risultato davvero per il rinascente Nuovo Movimento del rendiConte. E chi ben comincia…

Mamma ha preso l’aereo

Ha lasciato Ginevra con la tata, le ha detto:” amore, fai la brava, mamma fa una puntatina in Florida e torna, prima che ti svegli mamma è già qui e poi ti porta sulla “nuvola”. Si è involata verso l’aeroporto dove ha preso il jet privato che l’attendeva motore acceso. Ha guardato un film sentimentale americano con Richard Gere, ha sonnecchiato un po’ ed è atterrata fresca come un bucaneve per incontrare l’uomo più potente del mondo che l’aspettava nel suo maniero con un sorriso a 24kt. Baci, abbracci, sorrisi, ammicchi, poi un giro per le stanze colonnate della dimora principesca di Donald (lei lo chiama così, glielo ha suggerito Elon) e infine l’incontro a quattr’occhi dove non si sa bene cosa si siano detti ma possiamo immaginarlo. E speriamo.

Lei, la premier era abbigliata per l’occasione all black con scarpa in tinta col tacco che slancia, parlantina fluida, sorriso materno, la criniera bionda svolazzante…insomma caruccia. A Trump qualche pensierino è passato sicuramente per il testone. E’ uomo di mondo e della nostra dice “fantastic”. E poi non dovrebbe neppure faticare col cambio di nome: da Melania a Melonia, chi ci vedrebbe differenze? Insomma l’uomo è cacciatore e Trump, con tutto che ha una responsabilità, a caccia ci andrebbe ancora se Melania non fosse sempre all’erta e conoscendo il tipo…

Insomma, la premier è rimasta in tutto qualche ora e poi ha girato il jet e ha fatto ritorno a casina dove la sua bambina l’attendeva a braccia aperte. Ha compiuto il suo dovere di madre e di premier di un paese che l’apprezza a metà mentre l’altra metà, no. Ma non si può piacere a tutti e lei è una che non si scoraggia e non si ferma davanti a niente e speriamo davvero che questa sortita estemporanea che ha messo in subbuglio un po’ tutto l’apparato di sicurezza, serva ad ottenere un risultato positivo nella spinosissima questione che tutti, purtroppo, conosciamo.

Buona magia

Quest’anno non ripropongo la mia “Brutta Befana” scritto del 2019 che ormai ripropongo ogni anno. No, non mi va. Queste feste sono state pesanti per me. Lo dico senza remore. Sono stata abbastanza infelice, scusate mi faccio la concessione di parlare di me (no, non sono la Befana). Credo si sia sentito. Il Natale è passato, Capodanno pure, ora manca solo lei la strega che tutte le feste si porta via. E meno male. Anche se è una strega buona è sempre una strega. Ha poco allure, sa di cose passate, vecchie, ormai dimenticate. E’ anacronistica. Infatti si vedono solo Babbi Natale scalare i muri esterni delle case. E sono ancora tutti li e chissà quanto ancora ci rimarranno.

Mentre lei, la cara Befana arriva con la scopa a spazzare via le illusioni che le feste possano portare delle cose buone. Ci ritroviamo a festa finita esattamente come prima e con gli stessi problemi. Ci sarà chi vincerà alla lotteria ma pochi altri avranno dalla Befana regali così eclatanti. I bambini trovano tutto magico ma passata quell’età la magia è qualcosa di indefinibile che non sappiamo più riconoscere.

Invece che cercare tutti i giorni di trovarla dove si nasconde, la rifuggiamo e ci nascondiamo dietro la prosaica quotidianità Non abbiamo più abbastanza cuore per accogliere la magia.

Penserete che sono impazzita, ma no, sto bene sono solo quella che sono, come sempre e quella che scrive qui da anni quello che le passa per la testa. E oggi mi passa questo per la testa: la Magia deve trovare posto nella nostra vita come quando eravamo bambini e credevamo alla Befana. Perché è vero esiste e vien di notte con le scarpe tutte rotte…e la magia ha un posto importante nella nostra vita anche se non lo vediamo.

Omaggio i miei 25 lettori (forse meno) di un brano meraviglioso che vi consiglio di ascoltare: è magico…buona Magia a tutti:

Un bene prezioso

L’attenzione alla salute sembra essere in diminuzione soprattutto tra i giovani o i giovanissimi. Dalle statistiche sembra risultare un aumento generalizzato dei fumatori soprattutto tra i giovani e le donne sopra i sessanta.

Aumenta anche l’obesità, altro grave fattore di rischio. Insomma gli italiani in questo ultimo periodo sembrano avere poca cura e poca attenzione alla salute (o meno rispetto al recente passato) e questo non può che essere un segnale negativo di decadimento della società. Se hai bisogno di fumare e mangiare in maniera eccessiva significa che cerchi soddisfazione nel fumo o nel cibo e i motivi possono essere molteplici. Dalla frustrazione per non riuscire nella vita in moti ambiti, da quello lavorativo o affettivo, fino, in molti casi, alla delusione nel non non vedere realizzati i propri desideri: nel non riuscire ad avere relazioni stabili o qualsivoglia, nel non ottenere buoni risultati a scuola o nel lavoro, in definitiva, situazioni di disagio che contribuiscono ad aumentare il senso di impotenza e inadeguatezza e di conseguenza il ricorso a palliativi per cercare di contrastarlo. Ma col rischio di aumentare le malattie e di gravare sul già oberato servizio sanitario nazionale.

Certo se non si ha un’occupazione stabile e nessuno che ti dice che fumare fa male, ti adagi sulla prospettiva che qualcuno ti aiuterà a curarti nel caso ti ammalassi: gli ospedali ci sono per questo, no? E questo è anche uno dei problemi dell’intasamento dei Pronto Soccorso : astanterie colme di gente di tutte le età, il più delle volte senza problemi urgenti. Un problema che grava sulle strutture sanitarie e ne impedisce il regolare funzionamento. Una ansia crescente spinge molte persone a ricorrere alle cure ospedaliere anche quando non è necessario e intasa i reparti e sottopone a lunghe liste di attesa per eseguire esami che si rivelano spesso del tutto inutili quando non addirittura dannosi.

Soldi buttati che potrebbero essere spesi per efficientare tutto il sistema e servire davvero a intervenire dove ce n’è veramente bisogno. Sprechi che producono un circolo vizioso che non fa che rendere le nostre strutture ospedaliere dei carrozzoni sempre più intasati e, purtroppo, inefficaci in molte situazioni.

Ma se non si insegna ai giovani o a tutti che la propria salute è un bene troppo prezioso e che va salvaguardata e protetta e conquistata giorno per giorno con stili di vita sani e non si incentiva nei giovani questa ricerca di “benessere” che non si trova nelle “droghe” qualsivoglia comprese le sigarette o anche l’alcool, ma proprio nell’assenza di esse, la situazione non migliora, anzi. E gli interessi, troppi e variegati dietro a questa crescita di abitudini malsane sono così potenti ed invasivi da spingere giovani e meno giovani verso una china che può rivelarsi auto distruttiva.

Il trend

Il presidente eletto Trump, nei prossimi giorni sarà in tribunale per assistere alla sua assoluzione al processo “Hush money”, forse per non aver commesso il fatto.

E’ probabile che il giudice, intenerito dall’ aureola magica che si è posata sul commander in chief futuro prossimo dopo essere scampato all’attentato che avrebbe dovuto ucciderlo e invece se l’è cavata per un puro miracolo, lo assolva, dopo averlo condannato. La sentenza (sulla pena da somministrargli) doveva essere pronunciata nel luglio scorso ma era stata posticipata a data da destinarsi a causa della sua corsa per le elezioni. Ora, presumo che andrà così anche in virtù del fatto che Trump, salvato dal proiettile è diventato virtuoso e tutti i reati che ha commesso e per quali è andato processato e condannato, compresi quelli ancora in corso di valutazione, gli saranno con tutta probabilità condonati.

In fondo perdonare è bello e buono e perdonare uno con la potenza di fuoco dell’eletto (in tutti i sensi) presidente Usa è quasi un obbligo morale. Neppure una tirata d’orecchie perché sappiamo che gli orecchi di Trump sono diventati un cimelio da studiare nei secoli e da disporre in un museo in una una teca diamantata quando, il più tardi possibile, egli non sarà più.

Insomma, alla fine della fiera la pornostar, o diva del porno. detta Stormy Daniels si degraderà (per Trump) a brezza mattutina e tutto finirà a tarallucci. Vino no perché lui è morigerato e non beve non fuma e, il rimanente è diventato per lui così pericoloso da non volerne più sapere: un monaco tibetano al suo confronto è un dissoluto.

La “caccia alle streghe” denunciata in tutti questi anni dal miracolato finisce con una assoluzione con formula pienissima e via andare.

Forse. Io non lo so, ma se questo è il trend potrei non sbagliarmi.

Valori universali

Ovviamente c’è da augurarsi che la giornalista italiana Cecilia Sala venga liberata la più presto, Si trova detenuta in un carcere di massima sicurezza a Teheran dopo essere stata prelevata nel suo albergo una decina di giorni fa e incarcerata senza apparenti valide motivazioni.

Il governo è impegnato da giorni per la sua liberazione, ma le notizie che arrivano non sono rassicuranti. Pare che le condizioni detentive siano pessime e che lei abbia chiesto di essere aiutata ad uscire al più presto.

E una ragazza molto coraggiosa con una carriera fulminante alle spalle. Una che ha il coraggio di raccontare certe situazioni è sicuramente una persona che ama il proprio lavoro di giornalista e lo svolge senza alcun timore per le conseguenze e la giovanissima Cecilia sembra rientrare in questa tipologia.

Che sia forse stata lievemente azzardata la sua decisione di fare un reportage in Iran in un momento molto delicato come questo, non c’è alcun dubbio, ma se chi svolge una professione qualsiasi che comporta dei rischi dovesse fermarsi davanti alla paura delle conseguenze, il mondo si fermerebbe.

Cecilia è una donna molto coraggiosa e fa una professione estremamente delicata, ma se l’è scelta e la libertà di informazione è un valore universale. Come è un valore universale la libertà individuale e la libera circolazione delle idee.

Oggi il nostro governo ha chiesto attraverso i canali diplomatici, di liberare Sala immediatamente. Non sarà così facile ma mi auguro che sia fatto tutto il possibile per riportarla a casa. Se mi metto nei panni dei suoi genitori non posso che provare simpatia e vicinanza e augurargli di riabbracciare la figlia prima possibile.

Il complimento

Doveva aver alzato un po’ il gomito ma anche no, vestito da Angelo un po’ goffo, Angelo il “ricco” del mitico ex gruppo (sono rimasti in due) dei Ricchi e Poveri, ha urlato al microfono in diretta Rai, mentre stava per scattare il countdown: “ho il microfono chiuso, teste di caxxo”. Invece era aperto e si è sentito benissimo. La “povera” Angela, anche lei in abito bianco in tema, si è messa ridere per coprire la parolaccia che però si è sentita benissimo.

Io non l’ho vista la trasmissione ma ho letto la notizia, campeggia un po’ ovunque.

Bene, l’anno comincia nel migliore dei modi con un’imprecazione sulla TV pubblica che si spande per tutta la penisola popolata anche da un bel numero di “quelle”. Eddai, ci stanno, eccome.

Beneaugurante direi, il ministero della Cultura ne prenda atto e si metta a lavorare per migliorare lo standard qualitativo delle “zucche” italiane, soprattutto quelle in formazione e non è un compito da poco.

Sono arrivate le scuse da parte del conduttore per questo incidente, decisamente fuori da tutte le etichette. La TV pubblica dovrebbe “educare” e con questa uscita in diretta non assolve certo lo scopo. Ma ora abbiamo la prova che i sorrisi, le strette di mano, i patetici e goffi tentativi di mostrarci una versione edulcorata e sempre politically correct della società italiana sono un totale fallimento e che dietro a tanta ipocrisia c’è la più verace e spontanea realtà. L’italiano medio ora si sentirà meglio rappresentato. Angelo ha reso un servizio (pubblico) di notevole momento con con quella frase gridata e rivolta forse al mondo intero, ha mostrato un davanti le quinte estemporaneo, uno sfogo, di uno che si sente immune, di uno che se ne infischia di tutto e tutti e impreca nel momento stesso in cui ha puntati addosso gli occhi di milioni di persone. Difficile credere che uno con la sua esperienza non riconosca un microfono spento da uno acceso. Voleva fare un “complimento” a qualcuno o a più di uno e a dir la verità, in giro per il mondo c’è chi se lo merita. Eccome.

Una frase volgare ma che rende bene l’idea di come si possa dare della testa di caxxo al mondo e farla franca, in diretta Tv col mondo che osserva e pensa: beh, mica ha tutti i torti però…ma mica ce l’ aveva con me…e che so’ Pasquale io?

Pop corn

Pop corn corn popped
splash lash mash bush
there you were where
I was aware.
Too keen mind you
no hands hands off
try hard most time
time passed all right.
Alive lively and gay
jumping strolling
rolling all day.
That was your you
could be me too
at night she comes
sits on armchair,
from there
at me she stares.
White you dark you
bless you nice soul
nice one like no-one
to me the best for
ever rest.
Whenever you come
to my mind can’t help
remember with a sigh
that long and awful
darkest night.
But above all remain
the signes you left behind
in all the hearts that knew
your smile.

Dedicated to Trudy my lovely white barboncina.

Buon anno a tutti.

PS: l’ho scritta in inglese direttamente su un blog del The Guardian e non l’ho mai tradotta perché è intraducibile. Non ricordo se sia stata tradotta da Alessandro (ha tradotto alcune delle poesie che ho scritto in inglese) ma la cerco.

Insomma è un giochino di parole che faccio cercando di descrivere quei cinque chili di furia scatenata che era la mia barboncina Toy, Trudy. Una piccola selvaggia indimenticabile che pretendeva molto ma che donava tantissimo di più.

L’ho scelta per salutare il nuovo anno perché era una cascata di puro amore e di amore il mondo ha veramente tanto bisogno.

Assomigliava a questi:

L’Innocente

Lo so che siamo tutti in attesa di sapere cosa ci porterà il nuovo anno. In trepida attesa dei botti e dei brindisi e dei riti apotropaici. E’ la regola, si fa così, ogni anno, il 31 di dicembre si saluta l’anno vecchio e si accoglie quello nuovo per ingraziarselo con i festeggiamenti rituali. Ma e se poi quello, l’anno nuovo è peggiore di quello vecchio? Non importa, lo scacceremo il prossimo 31 dicembre e faremo buon viso a quello nuovo sperando che non ci freghi anche lui.

Ma c’è uno che ha pensato bene di fare qualche botto in anticipo. Un politico e un tipo deciso e determinato a difendere il bene del paese. Per ora sta all’opposizione ma con lui non si può mai sapere. E’ uno capace di fare e disfare governi così con un tricchetracche. Infatti Crosetto ha sussurrato a Meloni: “attenta che quello ti distrugge”, da ministro della Difesa ha parlato con cognizione di causa.

Avrete capito che parlo del senatore Renzi il quale indignatissimo e innocente dichiarato e certificato, l’altro giorno in Senato si è esibito in un (Bracco)baldo Renzi show pirotecnico.

Questi fascisti, ha detto, mi impediscono di guadagnarmi qualcosina facendo le mie superlative conferenze all’estero dove sono molto richiesto dagli sceicchi. E, cercando la rissa con La Russa e non trovandola, si è sperticato a proclamarsi assolto e innocente e felice di essere italianovivo e vegeto , sfondato e spudorato e carico di bile e furor di vendetta per l’onta subita e pronto a farla pagare a tutti quanti non vanno in ginocchio a chiedere scusa.

La nuova norma, perbacco, è una vergogna, ha gridato, ma non per lui che se ne può anche infischiare tanto si fa pagare in petrolio, ma per tutti quei poveri diavoli ricchi di parlamentari che non potranno più arrotondare il lauto stipendio. Una battaglia di libertà e giustizia, insomma.

Che figura di uomo, che santo, che cinquantenne on the go, che cosa ci siamo persi a non averlo ancora premier? Dice: “camerata La Russa, non mi interrompa, lei sa chi sono io, dunque taccia e mi faccia parlare che sono stato fin troppo zitto”.

Il camerata Renzi si rivolge così al camerata La Russa al Senato. che c’è di strano? Si chiamano così tra di loro. e se chiama camerata il presidente del Senato la passa liscia perché non è un’offesa, si è informato e lui ha confidenza, si conoscono da lunga pezza. E pure dargli del rimbambito non è reato, se non sente i rumori fa pena poveraccio.

Insomma L’Innocente si ribella a questa norma che vuole togliere il pane ai parlamentari e non lo fa per sé ma per l’Italia (viva o morta) che lui rappresenta.

Ah, si, il 2025 ancora non è iniziato, ma Renzi è già in festa, felice di essere stato assolto e felice di essere un cinquantenne rampante pronto a dare battaglia e a vincere.

A cosa? ma alla tombola coi diamanti che ha avuto di mancia dopo l’ultima acclamata conferenza all’estero. Senza porsi limiti né confini, alla ricerca del compenso extra (forse) perduto.

Una vita spesa bene

Che dire di Jimmy Carter? All’epoca in cui era presidente ero in altre faccende affaccendata che a scrivere sul blog e a interessarmi della politica (americana e non). Quello che ricordo vagamente era che rideva sempre, sembrava goffo e passava per essere il re delle noccioline. Già questo, credo, me lo rendeva simpatico. (A me noccioline, noci etc., piacciono molto).

Altra cosa che me lo ha reso simpatico di recente è il suo endorsement per Harris e la sua ostinazione a vivere almeno fino a quando non fosse riuscito a votarla. Beh, ce l’ha fatta ma ora di assistere alla rielezione del “Nut” gli sarebbe costato troppo. Ed ha preferito svignarsela. Beh, lunga vita e certo non si è risparmiato. Come presidente pare non abbia brillato (anche se ci sono storici che dicono il contrario), ma ha fatto anche cose buone. Come uomo ha fatto molto per aiutare la ricerca a combattere molte malattie che infestavano i paesi sottosviluppati. Una vita senza dubbio spesa bene.

Ma ora quel grande e grosso (peaNut) nocciolone, assieme al suo miliardario sparlante che è riuscito a battere la donna che lui avrebbe visto bene come presidente, gli dava troppo fastidio ed ha preferito partire per pascoli più verdi ed accoglienti di quelli attuali guidati da quei due, noccioline giganti come la sua famosa statua che ride, ma il loro riso al confronto è un ghigno che fa paura. Meglio levare le tende. Anche perché 100 candeline sono di già un bel traguardo e non si può chiedere troppo. Neppure se si è stati presidente Usa.

So long Jimmy.