Dreamers

Mi ha colpito il discorso tenuto alla Camera dei Rappresentanti da Nancy Pelosi, leader dei democratici americani.

Ha parlato per oltre otto ore ininterrottamente (il regolamento lo prevede). Si chiama filibustering (ostruzionismo) ed è concesso all’opposizione quando vuole mettersi di traverso. Nancy ci è riuscita ed ha battuto il record detenuto da James Beauchamp Clarke dal 1909. L’ho osservata in un video postato sull’ NYT, ogni tanto beveva da una bottiglietta e poi riprendeva a parlare, pacatamente, ma con un energia insospettabile per una signora di quasi 78 anni.

Dalle 10 del mattino alle !8, circa, ha intrattenuto l’assemblea sul Daca, la legge che aveva previsto Obama per tutelare dalla deportazione i figli degli immigrati privi di cittadinanza. Ora il Defferred action for childwood arrival scade il 5 di Marzo e Trump non intende rinnovarlo. Ha chiesto, in cambio del rinnovo, i fondi per la costruzione del muro col Messico. In pratica un baratto.

Nancy Pelosi ha persino letto dei brani della Bibbia ed ha continuato ad oltranza nel suo discorso sul come sarebbe uno sfregio alla Democrazia permettere che quasi 800mila uomini e donne, che sono cresciuti in America, che hanno studiato, si sono laureati, hanno enormi potenzialità e vorrebbero esplicarle per il bene del paese che li ha accolti, debbano essere trattati come merce di scambio da un presidente che sta dimostrando un’arroganza ed una protervia non comuni.

Dopo cinque ore circa, lei stessa ha affermato con un sorriso: “devo aver battuto il record del 1909”. Lo ha battuto alla grande ed è la prima donna della storia. Ma mi ha colpito come, a differenza dell’Italia, in America le donne occupino posizioni preminenti, non vengano sbeffeggiate o derise, come succede spesso da noi, soprattutto le donne che si prendono responsabilità politiche di rilievo,(poche in verità).

Mi piacerebbe che finalmente anche da noi si considerassero le donne al pari degli uomini in alcuni contesti dalle quali per anni sono rimaste escluse. E che  non venissero sempre considerate come delle outsider o come quelle che prima o poi lasciano per un motivo o un altro.

Questa signora di origini italiane (Nancy d’Alessandro Pelosi), ha dimostrato una grinta notevole ed una forza fisica invidiabile.

Non so quale sarà l’effetto del suo speech e se servirà per far cambiare idea a Trump (dubito fortemente), ma, se non altro, ha dato una bella lezione di come una donna possa affrontare tutte le sfide alla pari di un uomo.

I Dreamers, cosi  vengono chiamati i figli degli immigrati che rischiano l’espulsione, almeno, in lei, hanno trovato un alleato molto valido. Spero davvero che sia utile alla loro causa. Trovo intollerabile che il potere possa far perdere la testa ad un uomo al punto di non arrivare a dimostrare un minimo di sensibilità e umanità.

Credo che Trump abbia in serbo altre sorprese negative, non è certo il tipo da riconoscere gli errori, anche se, in verità è in buona compagnia, ho l’impressione che lui, da come sta conducendo la sua presidenza non passerà alla Storia per la “bontà” della sua amministrazione. E non possiamo pensare che la cosa non abbia ripercussioni negative anche da noi. Speriamo il meno possibile.

La forma del tempo

Conosco la forma del tempo
è fatta di tante figure,
figure che hanno col tempo,
cambiato di forma e colore.

Che sono rimaste però
fissate per sempre nel cuore.
Le ho tutte davanti ogni giorno,
mi parlano spesso di me.

Sorridono oppure sono tristi,
dipende da come le guardi.
Si fanno più indietro ogni volta
che provo soltanto a parlargli.

Il tempo da forma ai ricordi
di tanti che non son più quì,
che sono però a me d’attorno,
che stanno al riparo di giorno.

Ma il tempo che arrivi la notte
e li sento girar per le stanze.
Lo fanno con gran discrezione
e il tempo scandisce le danze

IL tempo che è complice loro.

 

10 febbraio 2018

Un popolo strano

Lo ha detto Di Battista a Torino, davanti ad una folla plaudente: “Gli taliani sono molto rincoglioniti, molto rincoglioniti, è un popolo strano”.

Se lo dice lui ci dobbiamo credere. Gira l’Italia con  tutti i mezzi, una mezza o anche intera, ideuzza se la sarà fatta.

Li frequenta molto gli italiani “rincoglioniti”, a quanto pare. E gli italiani che gli stavano attorno, applaudivano, gli davano ragione, annuivano, sbertucciavano, facevano motti e mossette. Non si rivolgeva a loro, naturalmente, ma ad altri italiani perchè non ha detto esclusi i presenti, era implicito. Chissà chi mi ricorda?

Di lui che è italiano si potrebbe dire che è “molto rincoglionito”? Francamente, da italiana, non potrei dirlo e neppure potrei dirlo di Di Maio, come non potrei dirlo di tutti gli altri grillini, attivisti e simpatizzanti.

E come non mi sentirei di dirlo di quel circa 28% di italiani che, dalle statistiche, voteranno Cinquestelle. E non potrei, né vorrei dirlo di me stessa, dei miei familiari ed amici.

Non mi sentirei di dirlo di nessuno, a meno che non fossi veramente, ma veramente, molto arrabbiata.

Dunque Dibba è veramente, ma veramente, molto arrabbiato, altrimenti si sarebbe reso conto di aver dato del “rincoglionito” a chi stava ad ascoltarlo, a chi vota e voterà cinquestelle, a chi lo applaudiva, a tutti i suoi amici e nemici grillini, a Grillo e a Casaleggio, alla Raggi e alla Lombardi …beh magari se proprio vogliamo sottilizzare a qualcuno quel “complimento” non starebbe troppo male…e   a se stesso, alla fine. E anche a me, naturalmente che, per certo, sono italiana.

Credo che a questo punto lo abbia capito anche lui.

Dibba, ma non è che stai a girà troppo?

Oppure stai capendo che stai girando un po’ a vuoto? Che non ce la fai a convincerci tutti della bontà del programma?

Delle coperture bollinate per il famoso reddito di cittadinanza  di cui andate predicando? Che c’è qualche cosa che ti sfugge? Che tra te e il grillino Di Maio c’è un abisso?

E’ a lui che volevi dare del “rincoglionito”, vero? Perché gli italiani ancora non ti hanno fatto nulla.Magari la prosima volta vedi di fare una selezione: questo si, questo no…magari mettimi pure nella lista tanto io non vi voto, ma insomma distingui perché sarei anche stufa di farmi dire di tutto da voi politici che non sapete neppure chiedere scusa quando serve.

Se sapessi cosa diciamo noi di voi, si anche di voi grillini che non siete meno degli altri e che sarebbe ora che dimostraste di sapere fare oltre che parlare, spesso a vanvera. E se vuoi un consiglio, la prossima volta che ti viene la tentazione di darci dei rimbecilliti, fatti un giro in solitaria e guardati attorno, potresti scoprire anche qualcuno di intelligente a parte te e la tua stretta cerchia di amici.  E non sarebbe una brutta scoperta.

Stupidità

Vorrei parlare della stupidità. Di quella che ci fa compiere scelte che se fossimo anche solo un minimo più intelligenti non ci sogneremmo neppure per un momento di compiere. Che cos’è la stupidità? E’ un modo di sentire le cose in relazione agli avvenimenti della vita che non ci permette di capirli, di vederli nella giusta dimensione, di accettarli o di rifiutarli, insomma la stupidità potrebbe essere considerata, a ragione,  il contrario dell’intelligenza, ma non solo.

La stupidità è anche il nostro lato oscuro, l’altra faccia della luna, quella che non si vede ma c’è. La stupidità è quella che affiora in momenti di ira, di odio, quella che ci fa compiere gesti inconsulti che mai compiremmo se ci fermassimo a pensare ed a cercare un poca di intelligenza riposta tra le pieghe dell’anima. Che c’è sempre, in tutti.

Un’intelligenza dell’anima che ci parli e ci consigli su quello che è più giusto fare, dire, e talvolta anche che ci impedisca di metterci nei guai. La stupidità è un talento particolare per metterci nei guai. Vogliamo la famosa “Vita spericolata”? Bene, allora facciamoci consigliare dalla stupidità.

Ma neppure possiamo pretendere di” vivere nascosti” perché la vita viene a cercarci e allora dobbiamo fare i conti con lei che gni giorno ci pone davanti ad un problema che dobbiamo cercare di risolvere al meglio.

Qualcuno disse che quando nasce un genio il mondo si coalizza contro di lui. Ma anche senza essere dei geni, bisogna riconoscere che la lotta contro la stupidità è impari, se non ci si rassegna a pensare che c’è, esiste e dobbiamo tenerlo presente, costantemente.

La troviamo sulla nostra strada e ci pone davanti degli ostacoli che possono sembrare insormontabili.Perché contro la stupidità non si può andare, bisognerebbe ignorarla, aggirarla, persino raggirarla ma non è un gioco. Bisogna farci i conti. E spesso non tornano.

Se crediamo di essere intelligenti e vediamo solo stupidità intorno a noi, significa che siamo davvero stupidi, mentre se ci crediamo stupidi e vediamo solo intelligenti intorno a noi, significa che non ci stimiamo a sufficienza per giudicarci. Ma la stima di noi stessi deriva dalll’intelligenza che sappiamo mettere nelle cose che facciamo e che sappiamo trasmettere agli altri.

Come sempre la virtù sta nel mezzo e nell’incontro con la stupidità bisogna essere in grado di riconoscerla e non farsi sopraffare da essa che oltre ad essere litigiosa è anche maligna e vendicativa.

Io ho un mio metodo ormai collaudato di difesa. Ma non lo svelo, aspetto solo di conoscerne altri eventuali che qualcuno si sentisse di suggerire.

Fermo restando che come disse Einstein: ci sono solo due cose infinite: la stupidità umana e l’universo, del secondo non sono sicuro.

Odio e ipocrisia

Sarebbe potuto accadere ovunque. E’ un momento molto critico per l’Italia dove il vuoto di potere e la corsa al potere può essere motivo di azioni scellerate come quella dell’uomo che ha sparato su un gruppo di migranti, fortunatamente senza ucciderne nessuno.

Uno squilibrato con tendenze fasciste. Dicono. Ma deteneva una pistola per “uso sportivo”. Quanti sono gli “squilibrati , in Italia che detengono armi? Sarebbe da chiederselo e da fare un censimento.

Il fattaccio, originato, sembra dall’orrribile fine della povera Pamela Matropietro non può avere giustificazioni di alcun tipo. Ma saranno in molti a fingere di indignarsi e poi, in cuor loro, pensare che avrebbero fatto lo stesso. L’odio che gira, ovunque, ma soprattutto nell’web, nei confronti degli immigrati, in questo momento è davvero un’arma ad altissimo potenziale e gli effetti si iniziano a vedere.

Approfittarne come hanno fatto alcuni politici, per acchiappare consensi è una cosa ributtante.

Le donne che vengono uccise in maniera atroce sono quasi, in media, 150 l’anno e per la stragrande maggioranza sono italiani i colpevoli. Ora pare che chi ha ucciso Pamela sia un nigeriano E dunque? Si scatena una follia omicida verso tutti i neri per rappresaglia? E perché non avviene lo stesso verso i tantissimi “bianchi” che uccidono le donne?

Forse perché non servono a prendere voti?

Il problema dell’immigrazione è un gravissimo problema che tutti i governi non hanno saputo gestire. A pagarne le spese siamo ancora e sempre tutti noi. Un clima di odio e l’indottrinamento dei giovani verso teorie nostalgiche del fascismo, rappresentano una miscela esplosiva che va presa in seria considerazione. A prescindere dalla guerra permanente per l’ultimo voto tra destra e sinistra.

Non c’è un minuto da perdere.

Sarà cosi?

“Questo è il tempo in cui abbiamo smesso di avere paura“

“La molestia sessuale è fenomeno trasversale. È sistema appunto. È parte di un assetto sotto gli occhi di tutti, quello che contempla l’assoluta maggioranza maschile nei luoghi di potere, la differenza di compenso a parità di incarico, la sessualizzazione costante e permanente degli spazi lavorativi. La disuguaglianza di genere negli spazi di lavoro rende le donne, tutte le donne, a rischio di molestia poiché sottoposte sempre a un implicito ricatto. Succede alla segretaria, all’operaia, all’immigrata, alla studentessa, alla specializzanda, alla collaboratrice domestica. Succede a tutte!”

E’ stata firmata da 124 tra attrici e lavoratrici delle spettacolo, italiane, una lettera documento, dal titolo significativo:” Dissenso comune”,dalla quale ho tratto questo brano e la frase d’inizio.

Arriva solo ora ma meglio tardi che mai. Una denuncia collettiva di un “sistema” e non più di un singolo individuo .E,secondo me, segna un nuovo inizio nella lotta per la parità di genere e contro la molestia diffusa in tutti i luoghi di lavoro e non solo, nei confronti delle donne.

Tra le firmatarie ci sono nomi famosi del cinema italiano che hanno creduto di contrastare l’ammiccante appello delle colleghe francesi, che vedeva in testa Catherine Deneuve, che, pur nella condanna (scontata) delle violenze, affermava che da parte degli uomini c’era il”diritto di molestare”. Mettendo in ridicolo tutte quelle donne che avevano denunciato di aver subito molestie nel corso degli anni da parte di produttori o comunque  di personaggi dello star system. Ricattate sessualmente per poter lavorare in un ambiente dove l’uomo la fa da padrone da sempre e dove, come in molti altri ambienti, usa il ricatto per ottenere favori sessuali , spesso li pretende, li ritiene quasi un prezzo dovuto. Un’arroganza del potere conclamata ma trasversalmente accettata e tollerata. Almeno sinora.

Il movimento americano “meetoo” lo aveva messo in luce denunciando, facendo nomi e cognomi di personaggi dello spettacolo tra i più famosi e quotati. Molte le denunce ma molte anche le proteste da parte dell’establishment, che, come sempre, tende a chiudersi in difesa e a contrastare le denunce con risibili  contrattacchi che spesso trovano “avvocati difensori” tra molti, uomini e donne.

Ora, finalmente, anche in Italia, una denuncia ferma e precisa da parte di un consistente gruppo di lavoratrici dello spettacolo che hanno posto nero su bianco la denuncia di un “sistema” che va avanti da cosi tanto tempo da essere considerato” un’agghiacciante ordinaria amministrazione” che non può più essere tollerata.

Una voce contraria è arrivata da Asia Argento, una delle prime  ad aver denunciato il produttore Weinstein. Ha scritto su Twitter che hanno fatto la letterina a Babbo Natale ma senza fare nomi e che è” troppo incazzata per parlare”.

Lo trovo ingiusto e sbagliato. Asia dovrebbe controfirmare questo documento, farlo proprio, avvallarlo perché è importante tanto quanto quella sua denuncia che ha fatto tanto scalpore e che l’ha sottoposta ad una gogna mediatica. Non si tratta più solo di casi sporadici  ma di una presa di coscienza collettiva che finalmente fa sentire la propria voce e che ha tanta più forza in questo momento in cui tutto sembrava essersi assestato, almeno in Italia, nel solito tentativo di far cadere tutto in burletta del tipo: “peccato di pantalone pronta assoluzione”.

Questa lettera fa fare un passo in avanti alla questione, la pone su di un piano generale e investe tutti gli ambiti in cui le donne si trovano a dover affrontare il problema delle molestie sul posto di lavoro.

E  forse non sarà l’ultima.

 

 

Porte bonheur

Manca poco più di un mese alla fine della campagna elettorale e poi vedremo chi riuscirà a mettere in piedi un governo. A sentire tutte le campane mediatiche, sembra essere Berlusconi, ancora Berlusconi in testa alle classifiche.

Già, visto che il centrosinistra ha fatto abbastanza schifo,pare che gli italiani vogliano  ritornare a votare per lui. E i suoi. Ma come è potuto succedere? Dopo tutti gli scandali, i processi, i divorzi, le nipoti di Mubarack, le case di Montecarlo, i festini a luce rosse, pardon, le cene eleganti, i tradimenti degli amici fedeli, la condanna, l’interdizione, lo spread, Monti, la Fornero e le sue lacrime di coccodrillo (come le sue borse).

Siamo ancora qui a pendere dalle labbra dell’uomo che sta tenendo in ostaggio l’Italia da trent’anni con tutte le sue beghe private e pubbliche, che ci ha messo in ridicolo coi suoi atteggiamenti da personaggio da pochade, le barzellette, le battute spinte, le corna nelle foto ufficiali…siamo ancora qui ad aspettare che gli italiani lo votino per vedere se poi per l’ennesima volta lascerà tutti ( o quasi) a bocca asciutta.

Ma non sappiamo ancora chi sia il candidato premier del centrodestra. Salvini continua a chiedere un voto in più per poter essere lui, perché questi , pare, siano gli accordi presi ad Arcore: chi prende un voto in più governa.

Ma pare che a Berlusconi la cosa non vada tanto a genio e che sia in parola per fare governare il suo fido Brunetta.Sarebbe il coronamento di una brillantissima carriera. Un uomo che ha vissuto per e di politica da quando ha lasciato il “paesello” (l’amata città lagunare) per la città eterna.

Ci conta, Berlusconi in Brunetta premier, Non lo ha ancora reso noto alla stampa ma tempo al tempo, vuole riservarsi questa sospresa per le ultime battute della campagna elettorale.

In fondo Renato Brunetta ha tutti i numeri: eccellente economista, uomo di spirito caustico, amico per la pelle e anche per le ossa di Silvio, grande intrattenitore, viveur, gaffeur,tombeur porte bonheur.

Già me lo vedo agli incontri ufficiali, con  la sua statura di statista capace di sovrastare tutti e non c’è alcuna facile ironia in questo: Brunetta ha sempre dato prova di grande impegno e carattere e statura morale invidiabili.

Se le cose dovessero mettersi bene per il centrodestra, come pare da tutti i sondaggi, l’uomo in corsa per diventare nuovo premier potrebbe essere lui.

D’altronde non ha mai fatto mistero delle proprie ambizioni e neppure sembra essere uno che si scoraggia davanti alle difficoltà.

Il bel Di Maio ne deve mangiare di “cioppette”, prima di arrivare alla sua altezza.

Beh, si capisce che scherzo no? Spero che Renato Brunetta non me ne voglia, ma credo che un pensierino ce l’abbia fatto e forse spera che non sia troppo lontana dalla verità.

Megalomania e mitomania.

Riporto qui un brano tratto da una lettera comparsa ieri sul blog “Italians” di Beppe Severgnini, a firma Franco Bifani dal titolo rivelatore:” I megalomani e i mitomani dei blog”.

“I megalomani e mitomani dei blog tendono a sopravvalutare le proprie capacità, in totale assenza di un minimo vaglio autocritico. Affetti da deliri di onnipotenza ed onniscienza, con un Ego smisurato, esprimono convinzioni di strapotere, circa le proprie risorse e capacità redazionali, credendosi Premi Pulitzer. Malati di mendacia patologica, o pseudologia, producono storie fittizie e fantasiose, in cerca di una notorietà inesistente, inondando di scritti ogni spazio libero, sul web e sul cartaceo. Il grafomane logorroico e mitomane, a volte, è conscio del fatto di cacciare palle a raffica, altre volte finisce con il crederci veramente. Mitomania e megalomania bloggiste sono spesso legate al narcisismo, dove si mescola la verità con la menzogna, condita con aria fritta, falsità e ipocrisia. Glorificano la propria supposta unicità, nella pretesa di un riconoscimento universale della propria incontestabile magnificenza.”

 

Questo brano mi sembra sufficiente per dare l’idea di quanto Bifani volesse significare.

Il signor Bifani ha partecipato anche a questo blog con alcuni suoi commenti.

Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni ma farlo senza contraddittorio, in questo caso, mi sembra, come minimo, poco corretto.

Per questo ho postato questo suo intervento (parziale), per dare la possibilità anche ad altri di esporre le proprie opinioni nel merito. Una delle regole basilari della nostra Democrazia a cui io tengo in modo particolare.

Per quanto mi riguarda, trovo il tono della lettera supponente e quel  che è peggio estremamente denigratorio nei confronti di persone che esprimono le proprie opinioni (magari non sempre condivisibili) usufruendo di un mezzo eccezionale fornito dalla moderna tecnologia: il blog o meglio web log, un posto dove chi vuole, può mettersi in contatto per mezzo dei suoi scritti con molte persone, può allargare le proprie opinioni ad un pubblico più vasto possibile, può sfogare la propria creatività in base alla propria sensibilità ed attitudini.

L’utente che li frequenta può soffermarvicisi o ignorarli del tutto. Nessuno obbliga nessuno a leggere o condividere.

Ma denigrare e insultare chi si impegna in questa attività, a mio parere, è un esercizio inutile e dimostra soltanto una profonda intolleranza per tutto quello che non esce direttamente dal proprio  ego, probabilmente frustrato dall’incapacità di considerare che esistono altre opinioni oltre le proprie.

Il signor Bifani mette i blogghisti o blogger tutti in un bel mucchio e li taccia di falsità, ipocrisa, narcisismo, logorrea, mitomania (“cacciare palle a raffica”) e molto altro.

Considerato che si scaglia contro una marea di persone, nessuna di queste dovrebbe sentirsi investita dalla raffica di insulti che snocciola, ma le sue invettive sarebbero degne di una causa per diffamazione. Rimane sempre la class action.

Molto spesso chi si diverte a scagliare invettive gratuite verso il prossimo è una persona che inconsciamente (o meno) sa di possedere tutte le “qualità” che riconosce e che non tollera negli altri.

Una “malattia” come un’altra che avrebbe bisogno, questa si e non la presunta mitomania e megalomania dei blogger, di una seria e mirata “terapia d’urto”.

 

Trambusto elettorale

Pare che la partecipazione al voto sia sempe meno sentita. Specie tra i giovani e i giovanissimi. Ma anche tra i meno giovani.

Il 50% circa degli aventi diritto (in media) pare non vada più  a votare e non abbia intenzione di farlo. Tra i giovani arriva al 70%.

Non lo trovo un bel segnale. la democrazia non può funzionare cosi. I parlamentari che verranno votati non saranno rappresentativi della popolazione nel suo insieme perché la popolazione si rifiuta di eleggerli.

Li schifa. E schifa le urne. Non gliene importa niente che in molti siano morti per potergli dare questa possibilità Non sanno o non si ricordano che poco tempo fa, in Italia, c’è stata una dittatura feroce, che ora sembra voler rialzare il capo, che non consentiva la libertà di scegliere i propri rappresentanti.

Non c’era libertà di esprimersi, le opinioni non esistevano, esisteva il pensiero unico, quello dettato da un regime totalitario che ci ha portato verso una guerra che ha ridotto il paese in macerie.

Ed ora, ci permettiamo il lusso di fregarcene di andare a compiere quello che viene definito un diritto/dovere: esprimere una preferenza su un partito che avrà la responsabilità di rappresentarci in sede parlamentare.

La puzza sotta al naso di molti ormai è diffusa. Si sente per la strada, ovunque ci si giri. Nei luoghi d’incontro veri o virtuali. Ormai il partito più “votato” è il “Non voto”.

Non voto, cioè “me ne frego”. Ricorda il famoso slogan fascista.  Non dico che non capisca le ragioni dei nonvoto, le capisco, posso persino condividerle: la politca ci ha deluso, troppo, siamo stanchi, sentiamo di non contare.

E invece ci contano. Siamo contati uno ad uno. Possiamo fare la differenza. E lo sanno. Per questo ci blandiscono, ce la raccontano, girano e rigirano le stesse frottole nel calderone di quella che viene chiamata insistentemente, fino alla nausea:” Campagna elettorale”.

Ma io la chiamerei “Trambusto elettorale”. Si fanno le regole del gioco a loro immagine e somiglianza e poi pretendono che noi ci stiamo, che votiamo con quelle, ci danno poco margine, ci costringono nello stretto recinto di una casella. E’ tutto vero, ma che altra scelta abbiamo?

Si una scelta l’abbiamo: l’irrilevanza. Non contare nulla. Farci mettere i piedi letteralmente sulla testa e lasciare che ci camminino sulla pancia.

Ma guardateli, uno per uno. Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio. Questi ci toccano, o votare loro o votare per una delle famose “gambe”, cioè i partitini di supporto, o di protesta. Abbiamo ampia scelta. Ma se li mettiamo tutti in un bel mucchio e ne facciamo un falò e decidiamo che nessuno vale la pena che noi facciamo quattro passi fino alle urne, allora potrebbe sfuggirci di mano del tutto la situazione.

Pochissimi che votano fanno la scelta più scontata e tornano a governare sempre gli stessi ( e tra questi ci sono anche i Cinquestelle che non sono “diversi”ma fin troppo “uguali”), quelli che ci hanno preso in giro fino ad adesso.

Pensiamoci: è questo che vogliamo davvero?

 

Memoria

Riscoprendo la Memoria

ch’ è tracciata nella storia

sul color grigio dei treni e

nell’urlo di quei freni.

Quei biglietti sui binari a

raccogliere frammenti di

una vita ch’era ieri eppur

tanto tempo fa e ha provato

su di sé la ferocia della bestia

nella sua malvagità.

Bestia è quella che nell’uomo

non conosce umanità ma

soltanto la ferocia

nella sua cruda realtà.

Che si incontra in tutti i tempi,

che si fonde col destino

dell’umanità innocente

quando incrocia il suo cammino.

Sulle le orme della storia

riscoprendo la memoria

di quell’odio dirompente

che ha prodotto quell’orrore

di quei campi il disonore.

 

“Ma il personaggio, rispondendo alle domande del gionalista scrittore aveva fatto leggere stralci di un sorta di diario redatto a caldo. Quel diario che qui si pubblica con l’emblematico titolo di “L’Impostore”.
Emblematico perché davvero autore di una grande e stupenda impostura fu il Perlasca in quei freneteci e drammatici e spesso tragici mesi nei quali, assente ogni rappresentanza diplomatica spagnola in Ungheria, egli, che pur avrebbe potuto andarsene tranquillamente , decise di restare , spacciandosi appunto per diplomatico spagnolo, avendo l’ufficio nella sede di proprietà della rappresentanza diplomatica iberica, con tanto di carte intestate, timbri , bandiera, documenti, passaporti, lasciapassare e quant’altro era ovvio trovarsi negli uffici di una rappresentanza diplomatica straniera.”
Questo passo è tratto dal libro “L’Impostore” da il diario di Giorgio Perlasca.
“Nella Budapest del 1944 occupata dai tedeschi, un commerciante italiano, fingendosi addetto all’ambasciata spagnola , pone sotto la sua protezione e salva cinquemila ebrei.
E’ noto come lo Shindler italiano.”

Consiglio la lettura di questo libro a chi non l’avesse letto. Non ha valore letterario ma sono pagine riempite col diario di quest’uomo, nato a Como nel 1910 e vissuto a Padova dal dopoguerra fino alla morte nel ’92 il quale non ha esitato a rischiare tutti i giorni la propria vita per salvare quella di migliaia di ebrei.
Era un commerciante ed era di fede fascista. Ma la sua umanità era tale da essersi impegnato in prima persona compromettendosi ed ingegnandosi in tutti i modi per ottenere la fiducia dei nazisti e per sottrarre intere famiglie di ebrei che si fidavano di lui, dalla deportazione.
Un italiano di cui andare fieri.
Onorato in Ungheria e in Israele. Il suo nome è tra quello dei “Giusti delle Nazioni”a Gerusalemme.

Tra le tante pagine tragiche scritte durante l’ultimo conflitto mondiale, questo diario rimane una testimonianza preziosa di come l’intelligenza unita alla grande umanità ed un altrettanto grande coraggio di un solo uomo, abbia potuto, essere preziosa per le vite di tante persone che senza di lui sarebbero state sterminate senza pietà.

Senza dubbio un esempio luminoso da non dimenticare.