Night all around

Night on top of the trees and
under the clouds and night
inside my soul whenever
I look around and it’s dark.

Trees already filled with
green glory of the new
leafs and no sound to be
heard.

Night in my heart and soul
night all around up and down
night in the black old space
of the universe.

The door is not easy
to open as if thousands
of years have passed and
rust had eaten the key.

But I still managed to
get in with night all
about me.

Il paese dei balocchi

Non li sopporto più!

Tutti con quelle faccette compunte e sussiegose. Parlo delle delegazioni che stanno facendo andata e ritorno dal Quirinale da oltre due mesi.

Un andirivieni insensato e inutile. Ora stanno consultandosi col capo dello Stato. Ancora? Ma di che  parleranno? Cosa si diranno? E Mattarella cosa dirà?

Mi piacerebbe sentirlo perchè parla cosi poco e sottovoce che credo che abbiano bisogno tutti di un cornetto acustico per sentirlo e deve essere talmente flebile la sua voce che tutti, di quello che dice se ne fanno un baffo.

Ci vorrebbe un urlo di Tarzan per metterli in riga questi qui. Tutti pensano al paese…ma quando mai? Al paese dei balocchi pensano, non al nostro. Al paese dove divertirsi una cifra, ad andare in giostra ed a menarci per il naso.

Con queste premesse se non si mettono d’accordo su un governo politico potremmo ritrovarci con un altro governo tecnico. Sarebbe un disastro. Come non vorrei tornare alle elezioni, abbiamo già dato, basta, ora tocca ai politici dare.

Ho sentito i nome dei vari premier che potrebbero essere messi a capo di questa strampalata ipotesi. Non me ne piace neppure uno.

Sarebbe un ennesimo tradimento del popolo sovrano che verrebbe trattato a pesci in faccia per l’ennesima volta.

I politici non sanno mettersi d’accordo per formare un governo? Perché lasciarli spadroneggiare in questo modo per due mesi? Non poteva Mattarella imporsi, mostrare i denti, far vedere a questi signori che lui non è li per sentire le loro barzellette ma per dare finalmente un governo al paese di cui ha estremo bisogno?

La democrazia, con questo stallo è, secondo me,  in grave pericolo, porebbero formarsi sentimenti di ribellione alle Istituzioni a causa della frustrazione che il non vedere nessuna evoluzione della situazione, può provocare nelle menti più facilmente influenzabili dagli estremismi.

Il presidente della Repubblica dovrebbe, a questo punto alzare i toni di molto, farsi sentire forte e chiaro. La voce ce l’ha, ne sono certa, la dovrebbe usare dieci tonalità più alte e rovesciare il tavolo, persino batterci sopra qualche pugno, ballarci il flamenco, ma perdinci e anche per Bacco, far finire subito questa vergognosa melina.

Raccomandiamoci

Qui da noi si sa come funziona: se vuoi lavorare devi conoscere. In pratica se conosci qualcuno che ti raccomanda allora lavori. Non è sempre stato cosi e non per tutti. Ma da qualche tempo, diciamo da quando è iniziata la crisi, la raccomandazione è diventata indispensabile. E vale per tutti i lavori anche per fare la colf o la badante o la cameriera in un ristorante.

Mi sono usciti tutti lavori da donne ma vale anche per gli uomini, naturalmente.

In politica, poi, non ne parliamo proprio. Tutti hanno da “sistemare” qualcuno: mogli, figli, parenti di secondo, terzo o quarto grado.

Non vale per tutti i lavori: ma ci sono dei lavori nei quali non entri se non sei raccomandato. Dalle aziende, alle università, le redazioni dei giornali, i negozi e negozietti, grossi centri commerciali inclusi.

Si entra per raccomandazione o segnalazione che dir si voglia. E’ un’abitudine italiana che distrugge il merito. Tutti sappiamo che molti posti, anche di prestigio, sono occupati da persone che non ne avrebbero diritto, vuoi perché mancanti delle competenze necessarie, vuoi perché non sono in posseso neppure dei requisiti basilari.

Ma per i raccomandati si chiude un occhio, si fa un’eccezione che poi, ormai, è diventata la regola.

E si fa presto a dire che il governo, soprattutto nella Pubblica Amministrazione ha introdotto criteri di trasparenza, non c’è niente da fare,il modo per far assumere in quel dato posto quella data persona si trova sempre.

Un caso eclatante è quello dei portaborse dei consiglieri regionali siciliani, assunti a josa, ben oltre il numero consentito dal buon senso e si si va a controllare si scopre che c’è tutto un parentado che circola che non lascia adito a dubbi sulla pratica raccomandatoria delle assunzioni.

Ma succede ovunque, l’Italia dei raccomandati non è certo limitata al sud.

La disoccupazione è sempre alta, soprattutto quella giovanile e sappiamo che in molti giovani laureati partono, preferiscono andare allo sbaraglio all’estero piuttosto che restare al palo per un tempo indefinito, in Italia.Ed è un vero peccato che energie e competenze vengano utilizzate da altri paesi e il nostro ne rimanga sguarnito.

Questa pratica viene tollerata se non addirittura giustificata dal fatto che chi raccomanda lo fa solo per agevolare  chi è alla ricerca di personale adeguato alle proprie esigenze, ma sappiamo bene tutti che si tratta di una favola buona per i gonzi.

Vale per tutto, la raccomandazione, persino per lavorare gratis. Sono tanti i giovani che si lasciano convincere a lavorare come stagisti senza stipendio per cercare di essere assunti, un giorno, forse, chissà… e anche per loro scatta la raccomandazione, perchè persino lavorare gratis in Italia è un’attività ambita da molti. Il lavoro intanto nobilita,  a permettere di sopravvivere a chi non ha uno stipendio è sempre la famiglia. La famiglia che pur di agevolare la carriera dei figli, si sobbarca le spese del mantenimento senza limiti di età.

Sarebbe ora e tempo che la politica si interessasse al problema del lavoro in Italia, la prima emergenza e sarebbe ora che questa abitudine della raccomandazione in tutti gli ambiti fosse perseguita persino penalmente e che, finalmente, si desse importanza al merito e non alle “conoscenze”.

Ma, come tutte le cattive abitudini, questa della raccomandazione è talmente radicata nella società che estirparla sembra quasi impossibile. Ho l’impressione che dovremo rassegnarci.

L’Italia è una Republica fondata sul lavoro, sprofondata nella corrruzione.

Raccomandiamoci…ai santi, se ne abbiamo.

 

La cuccagna

Finalmente Grillo lo ha ammesso, apertamente:

«Con la nostra “Rousseau” – spiega il fondatore del Movimento – si fa un referendum ogni settimana senza dover raggiungere un quorum. Noi non vogliamo governare, noi vogliamo dare alle persone gli strumenti per rappresentarsi da sole».

Lo ha dichiarato il garante del Movimento Cinquestelle ad un giornale francese.

Vista sfumare l’ipotesi DiMaio algoverno, il comico genovese ha tirato fuori e spolverato dalla naftalina i vecchi slogan antieuropeisti, sconfessando Di Maio che aveva appena affermato:”Noi non vogliamo uscire dall’euro”.

Coerenza vuole che non appena una possibilità sfuma non si pianga in un angolo ma si ritorni alla lotta.

La rivoluzione continua. DiMaio cestinato.

Francamente non sono affatto stupita di questa capriola di Grillo. Lui può. I suoi sostenitori già sono pronti ad applaudire a questa nuova uscita dell’eclettico capo del movimento. Non si scoraggia.

Anzi è quasi felice che Di Maio abbia perso la partita e sia finito in castigo. Diciamoci la verità, cominciava a diventare un tantinello spocchiosetto e presuntuosetto anzichennò. Aveva bisogno di una lezione.

E poi dove andavano con uno cosi abbottonato? No, a Grillo lo sparato non stava bene, il premier in frack gli stava di traverso. Di pensare anche solo di vedere Di Maio, tronfio, alle parate ufficiali, gli dava l’orticaria.

Tanto ha già pronta la scusa: DiMaio l’hanno fatto fuori con la legge elettorale pensata e studiata solo per non far governare i cnquestelle. Bella scusa. Anzi, ottima. Di Maio lo ha già detto, quindi, tireranno tutti un bel sospiro di sollievo e resteranno comunque aggrappati alle poltrone di parlamentari a fare le pulci anche alle pulci.

Se la prenda Salvini questa responsabilità, loro hanno anche troppo a cui pensare. Sono da 60 giorni che si rigirano i pollici e non vedono l’ora di menare le mani. Se dovesssero andare al governo (non sia mai)  dovrebbero  perlomeno dimostrare di saperle tenere in tasca, almeno di tanto in tanto…cosi invece, è una cuccagna.

Lampioni

Nascerà? Chi lo sa?

Il governo non si fa

né con questo né con

quello e cosi siamo allo

stallo.

Ma che cosa ci vorrà

per far nascere un

governo, sia con questo

oppure quello, ma perché

questo rovello?

Ma è perché chi l’ha pensata

questa legge elettorale

l’ha pensata per far male

e gettar nello sconcerto

tutti quanti, questo è il bello.

Ora tocca al presidente di

mandar con un bel calcio

questo o quello in Parlamento

a far la persona seria e non

preda di sgomento.

E chi vuole governare non

lo faccia per dispetto, noi

possiam pure campare

come il gatto sotto al tetto.

Ma a votare questa volta

non ci vado, che m’importa?

E sarebbe per davvero

questa mia la prima volta.

Mi dispiacerebbe molto

ma di fare ancor la coda

di aspettare il risultato

di sentir le previsioni…

basta, non ne posso più

si son rotti anche i lampioni.

 

 

 

 

Pres-untosi

Questo afferma il dizionario Sabatini Coletti del presuntuoso/a:

agg. Che si crede più di quanto non sia, che ritiene di saperne più degli altri SIN borioso, superbo: essere p.; che manifesta tale modo di essere: atteggiamento p.

A volte è solo una posa ma molto spesso è una forma di perversione. Tutti sappiamo bene di che si tratta e chi è senza peccato scagli la prima pietra. E ci siamo cascati tutti, chi più chi meno…

Ecco, appunto chi più…perché certuni esagerano con la presunzione. Insomma, ne sanno sempre una pagina più del libro e spesso non sono le persone con un alto e dimostrabile grado di cultura. No, lo é di più chi dimostra una cultura, certamente, di un certo grado, ma non sufficiente da fargli ritenere di riconoscere di non sapere tutto.

Dalla famosa frase di Socrate ( o di chi per lui): so di non sapere, alla più moderna: so di sapere più di te e questo ti basti.

Ecco, questo, secondo me, definisce il presuntoso: la boria, la tracotanza, spesso cammuffata da finta umiltà con la quale spiattella le proprie verità rivelate (solo a lui). Spesso inizia i discorsi con: a mio modestissimo parere, oppure, mi permetto sommessamente di fare osservare…ma poi si lancia in invettive generalizzate verso tutto quanto non si conformi con il suo umore del momento o non gli calzi perfettamente, con una foga e una prosopopea degna di molte buone cause ma non certo quella di mettersi in mostra, sempre e comunque.

Perché il presuntuoso è anche necessariamente un narcisista al cubo.

Uno/a che ha sempre ben chiaro in testa cosa deve dire e perché la vuole dire, solo che, alla fine si scopre che le sue tirate mirano soprattutto a distruggere ipotetici avversari o contrapposti pareri od opinioni.

C’è il presuntuoso che si avvale di statistiche o studi vari per suffragare tutto il suffragabile e le snocciola come se fossero le tavole della legge e non ammette che nessuno possa contestarle perché se solo ci prova si ritroverà sommerso di altri dati statistici e studi ancora più complessi da far passare la voglia a chiunque di replicare.

Poi c’è il presuntoso pigro. Questo è un tipo che si avvale di una cultura spicciola o antica, spesso rinfrancata o addirittura di primo raccolto su Wikipedia. La sfodera in tutte le occasioni,se ne fa vanto, corregge chiunque si permetta di opinare  quanto afferma, gli si rivolge con sfrontatezza, si finge umile per poi sferrare l’attacco finale e bombarda il malcapitato “avversario” con epiteti e neologismi atti a mettere in luce quello che il presuntuoso presume o suppone siano delle caratteristiche peculiari se non dei  presunti (da lui)punti deboli di chi gli capita a tiro.

E’ difficile difendersi dai presuntosi, sono macchiavellici, infidi, spesso anche maligni con una fondo di cattiveria causata in alcuni casi da frustrazioni represse  o esperienze deludenti in campo sentimentale o amoroso a causa delle quali cercano costantemente di primeggiare sugli altri per compensare lo smacco.

La cosa migliore da fare è tenersene alla larga, riconoscerli non è difficile anche se a volte si può rimanere abbagliati dalla loro capacità di argomentare e da una dialettica spesso involuta o criptica che serve da specchietto per allodole. Ma una volta riconosciuti non si può fare altro che tenerli a debita distanza: sono persone moleste che non sanno relazionarsi con gli altri  e tendono a darne la colpa a tutti meno che a se stessi.

Decisamente da evitare, meglio sempre vivere.

Santa ciabatta

Insomma, la cosa è questa: non possiamo fare il governo  se non si trova un partito che si conformi ai diktat di Di Miao.

E chi è Di Miao? Uno che fino a poco tempo fa non si sapeva neppure esistere e che ha fatto una carriera megagalattica grazie a Grillo e a Casaleggio, i due sognatori, visionari che vogliono cambiare l’Italia.

Intanto sono riusciti a cambiare Di Miao: lo hanno trasformato da scugnizzo a Premier in attesa di (pre)giudizio entrato da un buco della Rete dentro il sistema che volevano espugnare.

Ed è davvero un bel successo. ne sentivamo il bisogno. Via Renzi, arriva DiMiao.

Questa ultima proposta di governo tra Pd e Cinquestelle, tra le impossibili alleanze per formare il nuovo governo è decisamente la più impossibile di tutte.

L’ipocrisia è tanta. I Cinquestelle vorrebbero raccontarmi che loro voglio l’intesa col Pd solo per il bene del paese. Un po’ come quei genitori che non vanno d’accordo, si vogliono lasciare e però rimangono assieme per il bene dei figli.

Grazie, ma noi non siamo bambini, siamo cresciuti e se gli italiani hanno deciso alle urne di penalizzare il Pd votando Cinquestelle non credo proprio che avrebbero piacere di ritrovarselo al governo proprio a fianco di quel partito che hanno votato per toglierselo di torno. Sarebbe una pugnalata in pieno petto. Va bene che gli elettori alle pugnalate ci hanno fatto il callo ma questa sarebbe quella che li stenderebbe tramortiti al suolo.

Stai a vedere che ora, dopo che i Cinquestelle hanno preso tutti quei voti proprio per aver insultato, denigrato, svillaneggiato, messo alla gogna, detto le peggio cose contro i democratici, ora, si svegliano improvvisamente tolleranti e ben disposti a dividere il governo con loro per il nostro bene?

Ma, andiamo, ipocrisia al cubo. Diciamo che pensano al proprio di bene ed al fatto che visto che non possono governare da soli (finalmento lo hanno capito) cercano di unirsi al “male minore” per perdere meno consensi possibili. Insomma il classico, per dirla come gli inglesi: cupboard love, che tradotto significa: amore di dispensa.

Rende l’idea, no?.

Allearsi col “male assoluto” li farebbe precipitare nei bassifondi della classifica, non gli conviene e d’altronde, si sarebbero “sposati” più volentieri con Salvini, ma quel “testone” non ci sente di emanciparsi dall’ex cavaliere (è ancora ex, vero? Non è che gli hanno ridato il cavalierato?).

Non rimane che l’odiato nemico, il peggio del peggio ma che, con una ripulita e una lucidatina si può anche far passare per il meno del peggio, sembra un gioco di parole ed è, invece, un gioco di altro tipo, ma sempre gioco e i “giocattoli” siamo noi.

Fico ha detto, tutto trafelato che lasua mission impossible è possible ,il dialogo è avviato tra i due ex nemici si apre uno spiraglio. Che bello, bello, bello…mancava solo che battesse le manine.

Ma il presidente Mattarella che fa? Tollera queste sceneggiate da asilo infantile in silenzio e santa rassegnazione?

C’è tutto un popolo che aspetta da due mesi di sapere che fine deve fare e il presidente fa il santo?

Mi scusi signor Presidente, con tutto il rispetto ma perché non gli tira una santa ciabatta a tutti ‘sti manfrinari d’alto bordo e li manda a prendere in giro gli abitanti di quel paese?

Quale? Ma “quel paese”, no?Il paese dove si fanno passare sotto al naso le peggiori ipocrisie e nefandezze, noi italiani, glielo dico col cuore in mano, non ne possiamo davvero più. Con la massima considerazione ed affetto.

 

La scuola in ginocchio

Velletri, Modena, Lucca. Gli episodi di bullismo in classe nei confronti degli insegnanti, sono intollerabili. E questi sono solo alcuni dei tanti di cui non si è conoscenza perché non hanno avuto altrettanta risonanza mediatica. Si vedono nei video episodi di violenza verbale e fisica sconcertanti. Ragazzi che lanciano cestini della carta contro la professoressa immobile sulla cattedra, terrorizzata davanti all’attacco di ragazzotti che si credono superuomini e sparano raffiche di insulti e frasi offensive e minacciano, come è successo a Velletri di sciogliere la professoressa nell’acido, o a Lucca dove un ragazzo intima al professore di mettersi in ginocchio e di non “farlo incazzare” e di mettergli 6. Il tutto condito dalle dementi risatine dei compagni che filmano la scena per poi postarla sui social. Siamo alla follia, al delirio. Questa è la vera emergenza italiana. I docenti sono presi di mira dalla furia di piccoli individui già sulla buona strada per diventare dei delinquenti in piena regola. La scuola italiana, soprattutto gli istituti tecnici, è una raccolta indifferenziata di deprivazione culturale e il risultato di politiche scellerate che hanno ridotto la scuola a centri di raccolta di frustrazioni cresciute all’ombra di famiglie disgregate e disperate, segnate dalla crisi e dalla mancanza di lavoro che ha partorito piccoli mostri. Questi episodi sono il sintomo di una società in rapida dissoluzione e sulle sue ceneri ne sta nascendo una violenta ed incurante delle regole, questi episodi sono intollerabili perché segnano una linea di non ritorno, un confine largamente superato, di disprezzo verso lo Stato e chiunque lo rappresenti. Segnano la miseria intellettuale nella quale questi ragazzi sono cresciuti abbandonati a se stessi davanti ad uno schermo che riproduce realtà violente e prive di valori essenziali per una crescita armoniosa, sana e rispettosa degli altri. Servono provvedimenti urgenti e un governo che li attui.

 

Pubblicato su “Italians” del Corriere della sera oggi.

Diritti fuorilegge

Chiara Appendino dice di aver colmato un vuoto legislativo riconoscendo la maternità a due donne, del figlio di una delle due.

Il piccolo, concepito con il metodo della fecondazione assistita, in Danimarca, ma nato in Italia il 13 aprile scorso, ora è  cittadino italiano, figlio di entrambe le donne che formano una famiglia omogenitoriale.

La legge italiana non prevede che si possa avere due madri dato che il governo ha dato l’ok alle unioni civili ma non alla stepchild adoption, cioè alla possibilità di diventare automaticamente genitore del figlio del partner e allora che cosa ha fatto questa coppia di donne?

Ha chiesto alla sindaca Appendino di forzare la legge, nel nome del progresso e della civiltà e del loro diritto di essere entrambe dichiarate madri di un figlio concepito da una delle due all’estero. Siamo al riconoscimento dell’autodiritto. I cinque stelle si astengono sullo jus soli e sono (almeno in buona parte) contrari alla stepchild adoption lasciando “libertà di coscienza”, ma poi, una delle loro amministratrici avvalla questa cosa al di fuori della legge.

Insomma. Il diritto di fare quello che ci pare, sovvertendo persino le regole del buon senso, deve essere garantito, secondo queste signore, sempre e comunque a costo di violare la legge di un paese democratico che si fonda su regole precise.

Loro non le riconoscono ma vogliono che il bambino venga dichiarato all’anagrafe  figlio di entrambe. E lo hanno ottenuto con la forzatura della sindaca di Torino.

Dobbiamo dirle brava? Al contrario, le dico che le signore avrebbero dovuto attenersi alla legge italiana e la sindaca doveva fare altrettanto.

A prescindere dal fatto che trovo un’idiozia costringere un bambino a crescere con due madri,(o due padri) e poi un bambino ha bisogno di un padre ed una madre per crescere armoniosamente, ma se deve crescere in una coppia omosessuale perché deve per forza essere figlio di entrambi quando biologicamente è una cosa impossibile? Le leggi di natura non possono essere sovvertite, a mio parere, dalla legge degli uomini. O, quantomeno, la legge non può essere bypassata solo per affermare il diritto di fare quello che si vuole. Altrimenti, con questo precedente, chiunque potrebbe recarsi in qualsiasi ufficio pubblico e pretendere, per esempio, una pensione, un vitalizio, un  attico al centro e perché no? Di essere riconosciuto figlio di Totti o di Berlusconi o di Grillo. I diritti vanno conquistati se si credono giusti, non ottenuti attraverso forzature della legge, troppo comodo.

Vedremo se questa forzatura di Chiara Appendino passerà senza conseguenze o se il Prefetto interverrà per ripristinare la legalità. Siamo senza governo, forse Chiara ha pensato che la cosa passasse  di cavalleria e magari desse un po’ di lustro al movimento?

 

P.S. Oggi si celebra il 25 aprile, Festa della Liberazione, se viviamo in un paese libero e democratico, se possiamo partecipare alla vita politica, se possiamo esprimerci liberamente e chiedere che vengano riconosciuti i nostri diritti, lo dobbiamo a chi ha sacrificato la vita per permettercelo.

Credo che dovremmo tutti, a prescindere da ogni ideologia politica, celebrare questa giornata con lo spirito di condivisione di un evento che non rimane solo un ricordo storico ma implica che tutti contribuiamo sempre a tenere viva la memoria di chi si è sacrificato affinché nel nostro paese( e nel mondo) non  atteccchiscano dittature che portano a guerre, distruzioni e atrocità.

Pensiamoci

Oggi è la giornata della Terra. Sono sicura che non gliene importa niente a quasi nessuno.

Sarà come tutte le altre giornate dedicate: un giornata come le altre in cui si fanno bei proponimenti ma poi la “ciccia” rimane sempre poca.

Come succede per la giornata contro la violenza sulle donne, succede anche per questa che celebra la nostra amata vecchia terra che non facciamo altro che bristrattare in tutti i modi possibili, allo stesso modo la violenza sulle donne non accenna a diminuire.

Si fa davvero fatica a capire che le risorse non sono illimitate e che non si può sprecare l’acqua, inquinare i mari e i fiumi, riempire di sacchetti di plastica persino le pance dei pesci, inquinare l’aria lasciando le auto accese per ore, rendere intere aree del pianeta inaccessibili a causa degli scarichi industriali, deforestare ettari ed ettari di boschi, riempire di pesticidi i campi e i massacrare il suolo col cemento?

No, mi direbbeo in tanti, non si fa fatica, si capisce benissimo, ma tu pretendi troppo. Sei una fanatica.Che differenza fa se tengo dieci minuti l’auto accesa? E io potrei rispondere: e che differenza fa se la chiudi e mi risparmi qualche tonnellata della schifezza che esce dal tuo tubo di scappamento e finisce nei miei polmoni?

Il fanatismo è ben altra cosa. Per esempio quello degli ultras durante le partite di calcio o quello di chi non sopporta che la propria squadra perda e se ne fa un punto d’onore di perorare la sua causa in tutti i modi possibili.

Oppure ancora,chi non può fare a meno di supportare un politico o un partito e si scaglia giornalmente su tutti i social contro “l’avversario”, riempendolo di insulti o ridicolizzandolo. Questo secondo me sfiora il fanatismo.

Cercare di divulgare comportamenti che servano a proteggere la terra, a difenderla dalle aggressioni che l’uomo le sferra continuamente, secondo me non solo non è fanatismo ma è opera meritoria di salvaguardia di un bene prezioso che tanti ritengono scontato.

Questa mattina sono uscita per la mia passeggiata ed ho respirato a pieni polmoni, al parco in mezzo ai mei alberi “nuovi”, pieni di foglie appena nate e rigogliosi già, in questa primavera che sembra l’inizio di una estate già troppo calda. E i profumi, il canto degli uccelli, il colore dell’acqua del fiumiciattolo che lo attraversa e che riflette questo verde universo, preservato dalla furia degli speculatori solo perché si trova all’interno di una villa dogale e sotto la Sovrintenza delle Belle Arti, mi riempiono il cuore allo stesso modo in cui da bambina li scoprivo per la prima volta.

Altrimenti ne avrebbero già fatto un insediamento di stupide villette a schiera, vendute a prezzi altissimi e a me sarebbe precluso  il piacere impagabile di camminare in mezzo alla natura.

Tutti, nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per la terra,  facciamoci un nodo al fazzoletto per ricordarci di  non tenere comportamenti sbagliati che possono sembrare ininfluenti ma che moltiplicati per centinaia di migliaia di altri comportamenti scorretti potrebbero determinare la fine del nostro meraviglioso pianeta.

Pensiamoci.