Ritornare necessario

E’ entrata in camera, c’era la luce spenta ma la grande porta finestra spalancata e il cielo entrava nella stanza a rischiararla.

“Mamma, dormi?”Lo sapeva che non dormivo, osservavo il cielo, ma avrei anche potuto essere al quarto sonno, ormai erano le undici passate e …ma lei no, non ci pensava, voleva darmi il bacio della buonanotte.

Quello che non mi dava da tanto tempo. Da piccola si, lo faceva sempre, voleva essere lei a darmelo. E io poi, contraccambiavo, felice.

Entra, mi si avvicina e mi accarezza una spalla e dice che la trova morbida, fa molto caldo  ed ho molta epidermide esposta ed è la pelle quello che ci fa partecipi del mondo, delle cose, dell’aria, del sole, dell’acqua e delle carezze e dei sentimenti.

Sua nonna non me lo dava mai il bacio della buonanotte, ma neppure quello del buongiorno. Ma in fondo era un po’ come lei,prepotentemente timida e po’ ritrosa. Ma solo da poco tempo, un sospiro di tempo in confronto a tutto l’altro tempo in cui non lo faceva, mai, neppure per sbaglio è tornata a questo piccolo rito, grande come il mondo. E che soffrire e gioire fanno differenza, non lo si capisce subito quando si soffre senza neppure saperlo. Carattere, caratteri, indole, personalità, chissà…

Poi mi solleva la frangia e dice: “che capelli morbidi” e poi mi lascia un soffio delle sue labbra sulla fronte. E ciao.

Si, ciao.

 

Erano in tanti in quella casa sull’argine del fiume, in quella casa grande, sempre piena di gente, a volte allegra a volte arrabbiata, a volte entrambe le cose allo stesso tempo.

Erano fratelli e sorelle e amici e fidanzate e fidanzati e poi c’erano i nonni.

Erano tutti  giovani e belli e pieni di voglia di vivere, ai miei occhi di bambina. In due di loro non hanno superato chi 20 chi 25 anni.   Morti entrambi in incidente stradale, uno con la moto l’altro con l’auto appena comprata a qualche anno di distanza l’uno dall’altro,  una brutta sberla della vita. Due di loro non lo sapevano ma ne avevano poca  davanti, ma la vivevano come se fosse stata infinita.

Io sono comparsa un giorno d’estate come per magia tra di loro. Una magia, un mistero, quasi un incantesimo mi ha portato a stare in mezzo a loro,a conoscerli ad amarli,a poco a poco e all’improvviso  e loro me.  Quanti giochi insieme e quanti pranzi e cene e quante corse nei prati e nei campi  a raccogliere uva e mele e pesche e susine, o con loro o anche senza, quando ne avevo voglia e sfuggivo alla loro attenzione distratta.

Ma ogni volta mi ritrovavano e mi riportavano in quella casa grande e piena delle loro voci e delle loro risate. Che per me era una sola cosa con il resto intorno.

Il pioppeto e il prato, l’orto, il grande giardino, la vasca coi pesci rossi e il pozzo con la carrucola che cigolava ogni volta che il nonno tirava su il secchio con l’acqua fresca per i fiori del giardino. E gli anatroccoli che sguazzavano nel piccolo rivo che scorreva tutto lungo un lato della casa.

Le case vicine, dove stavano solo amici o quelli che allora mi sembravano tali, persone con sorrisi sempre pronti e buffetti per le mie guance piene o le gambe che apparivano già lunghe sotto i calzoncini rossi corti.

E alberi che mi aspettavano la mattina d’estate quando spalancavo la finestra della stanza al piano superiore per incontrarli e salutarli e dirgli di aspettarmi che sarei arrivata in un baleno.

E loro rispondevano con le foglie che frullavano come mani  e sembravano danzare sotto la brezza mattutina leggera e gli uccelli che impazzivano e gli giravano intorno in cerca dei nidi lasciati all’alba.

E poi, in un turbine, di colpo due sentimenti sconosciuti: la malinconia e persino la rabbia.

Beh, ‘notte, mamma.

Notte.

Si, notte. Come quella lunga, quasi interminabile, seguita a quel giorno luminoso ininterrotto di quei miei primi anni affacciata appena al bordo della vita. Ma non infinita. Come dice Renato quando ragiona sui “migliori anni”.

Ora non so, se a cosi grande distanza dal quel tempo e da quella notte, sia più forte il ricordo della malinconia della partenza o della gioia del mio primo incontro con la vita e con quella casa, la casa delle mie estati, dolci, serene, intervallate da lunghi inverni in città.

O se sia solo un ritornare necessario a quei momenti in cui prendevo le misure del mondo intorno a me e mi sembrava cosi bello e cosi invitante e cosi luminoso e colorato e tanto, tanto mio.

Non saprei se l’ho lasciato li per sempre  o se me lo sono portato sempre dentro come un bagaglio del quale non posso disfarmi mai, quel mondo colorato e pieno di affettività vissuta con gioia come un dono.

Un’infanzia incartata dentro la stagnola, riposta in un cassetto che ogni tanto apro e nel quale vorrei mettere un po’ d’ordine ma non ci riesco. Troppo ancora di inesplorato dentro a quell’involucro che trattiene segreti.

 

Notte mamma.

Notte.

Avrebbe o non avrebbe….questo è il dilemma.

Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio se la Russia abbia o meno interferito nelle elezioni americane del 2016, dopo l’ultimo incontro dei due potenti leader a Helsinky, credo che ora abbia solo certezze: ha interferito eccome! Ma Trump prima sconfessa davanti al mondo l’Intelligence americana, poi, al ritorno dice che ne ha piena fiducia.
Un vero capolavoro di protervia e stolta  furbizia la conferenza stampa congiunta nella quale i due  sembravano Pinocchio e Lucignolo nel Paese dei Balocchi.
Un’intesa perfettta confermata dall’occhiolino che Trump ha rivolto al leader russo quando è arrivato alla riunione dopo quasi un’ora di ritardo. Come a dire:” don’t worry baby”! Una confidenza che fa veramente pensare che i due chattino in gran segreto persino dei rispettivi servizi segreti.
Ma Trump si è affrettato, al ritorno alla Casa (Bianca) a puntualizzare che non capisce che cosa ci sia tanto da criticare:” what’s going on here”? Pare abbia detto. E ha anche detto di aver rivisto la clip dove parla ai giornalisti e che si è trattato di un errore: alla domanda se la Russia abbia interferito nelle elezioni americane, lui, ora dice, voleva rispondere che non vedeva ragioni per cui non avrebbe potuto farlo. Ma in realtà lui ha detto : non vedo ragioni per cui avrebbe dovuto farlo (wouldn’t al posto di would). E’ molto chiaro e non c’è ombra di dubbio di quanto questa sua autodifesa sia ridicola. Ma l’uomo è fatto cosi: dice, disdice, si contraddice, ci fa una risata sopra e prende per i fondelli il mondo.
Mi ha ricordato Charlie Chaplin nella famosa scena del Film “Il grande dittatore” dove impersona Hitler che gioca con un grande mappamondo come fosse un pallone da calcio.
I due hanno anche parlato per due ore da soli solo con gli interpreti. Che cosa si saranno detti? Si saranno spartiti il mondo?
Ma la scena più bella è quella in cui Putin consegna un pallone a Trump come regalo per il figlio minore e lui lo lancia alla moglie seduta nelle prime file.
“Tieni Melania, prendi e porta a casa”. Che raffinatezza!
“No collusion” , continua a dire Trump, invece la collusione tra i due è chiarissima. Come sono chiarissime le “palle” che hanno “tirato” all’unisono.
Putin lo ha aiutato a diventare presidente e in cambio ha chiesto che lui prendesse a calci il resto del mondo.
Ora la palla passa agli americani, soprattutto ai repubblicani che si ritovano con un presidente che si inchina a Putin e prende a pesci in faccia quasi tutti quanti si trovano ad aver a che fare con lui.
Il campionato del mondo è finito ma questa partita è ancora apertissima.
Io spero che vinca il Resto del Mondo.

Opportunità

Un turista americano borseggiato mentre scendeva dal vaporetto a Venezia ha fatto pervenire ad un quotidiano locale una lettera scritta su un foglietto. IL giornale l’ha pubblicata. La lettera si rivolge direttamente al borseggiatore/trice e gli dice che lo perdona.

Si, lo perdona e prega perché cambi strada. Questo signore (è il caso di dirlo) è un sessantenne americano in viaggio con la moglie, ha spiegato al ladro che probabilmente questo sarà il suo ultimo viaggio perché molto malato e il fatto di essere rimasto senza soldi e senza carta di credito non lo ha fatto arrabbiare più di tanto ma lo ha indotto a pensare alla  persona che lo ha derubato quasi come fosse un fratello/sorella e lo esorta a ricredersi ed a consegnare il portafoglio, pur senza soldi, alle forze di Polizia.

Ecco, lo faccio anch’io e mi rivolgo idealmente al ladro e gli dico: fallo, metti tutto in una busta e scrivi l’indirizzo della prima caserma dei carabinieri e dentro mettici anche un biglietto di ringraziamento e di saluto per questa persona straordinaria. Oppure vacci di persona, paga il tuo debito con la giustizia e chiedi di abbracciare quell’uomo cosi generoso.

Non ti ricapiterà più, la tua vita, grazie a lui può cambiare. Le strade sono tante il destino non è sempre segnato, se vogliamo possiamo cambiare e possiamo dare una svolta positiva alla nostra vita, tu ne hai ora l’opportunità.

Non lasciartela scappare!

Un ottimo esempio

Camminando per le vie del centro, nei pressi dell’ospedale della mia città, un luogo molto verde e ricco di bei giardini, ho assistito a queste scenetta: un papà ed un bambino in bicicletta (ognuno nella propria), casco per entrambi ed equipaggiamento adeguato, si fermano ad un passaggio pedonale davanti alla bella villa che ospita un giardino pubblico per attraversare la strada, un’ambulanza si ferma per lasciarli passare, ma l’uomo fa cenno all’autista di passare pure, che avrebbe aspettato.

Ho notato la faccia un po’ perplessa del conducente del mezzo di soccorso ma poi ha alzato la mano in segno di ringraziamento ed ha proseguito verso la sua meta poco distante.

Avrei voluto dire un “bravo” a quell’uomo, davvero un ottimo esempio per il bambino che gli correva accanto.Dopo avergli insegnato che si attraversa la strada sulle strisce pedonali, gli ha anche insegnato che i mezzi di soccorso, anche se non hanno la sirena in funzione è buona regola lasciarli passare per primi, sempre e comunque.

E mi sono anche chiesta perché abbia fatto quel gesto, cosi evidentemente spontaneo ed empatico. Forse si tratta di un collega che sa quanto sia difficile e delicato il lavoro di chi presta soccorso ed ha a che fare tutto il giorno col traffico cittadino non sempre disposto a lasciarlo passare e non sempre pronto a farlo nonostante viaggi a sirene spiegate mentre lotta contro il tempo e sa che anche un minuto può essere prezioso per salvare una vita?O forse, semplicemente e più verosimilmente si tratta di una persona sensibile ed educata ai valori della solidarietà tra lavoratori o nei confronti di chi salva vite umane per mestiere.

E mi è tornato in mente un episodio che mi riguarda. Durante un ricovero ospedaliero, qualche anno fa, ho avuto bisogno di più di un trasporto con l’ambulanza. Uno di questi lo ricordo in modo particolare. Il barelliere era una signora, giovane e carina e molto gentile. L’autista era un uomo e molto gentile anche lui.  Faceva molto caldo perché era luglio proprio come adesso e ricordo la simpatia e la “cura” nei miei confronti. Non potendomi muovere mi hanno aiutata in tutti i modi e dopo avermi sistemata nel reparto a cui ero destinata, la ragazza è tornata (dopo circa una mezz’ora) per riportarmi delle ciabatte che avevo dimenticato di inserire nel borsone e me le ha porte con un sorriso dicendomi: “signora le aveva dimenticate, ho pensato che le servivano e sono tornata a portargliele”.

Ovviamente l’ho ringraziata di cuore sapendo che aveva dovuto rifare un lungo tragitto, probabilmente  a piedi e sotto al sole e il caldo per raggiungere nuovamente quel reparto e che avrebbe potuto lasciare l’incombenza ad un familiare o ad una infermiera. E’ stato un gesto che mi ha profondamente commosso e la vorrei ringraziare ora idealmente e già che ci sono vorrei anche ricordare e ringraziare tutti, medici ed infermieri e barellieri e conducenti d’ambulanza che ogni giorno ed ogni notte prestano il proprio servizio ai malati con dedizione, professionalità ed impegno.

E ringrazio quel signore che ha compiuto quel gesto cosi bello, soprattutto in questi tempi dove la fretta la fa da padrona e l’indifferenza sembra essere il sentimento prevalente.

Un piccolo gesto che può fare la differenza.

Candida ingenuità

Il decreto “Ambiguità” è già minato dalle lobby. Povero ministro! Cosa s’ha da fà pe campà. Protestare è il core business dei grillini, che altro possono fare? Sono al governo come se fossero all’opposizione. Hanno le chiavi anche dello sgabuzzino ma, guarda caso, trovano il modo per accusare fantomatici personaggi che vogliono mettere mine nel loro cammino, di manomettere le carte.
Ma…e il ministro dell’Interno che cosa faceva? Il bagno in piscina? Come mai non allerta subito i servizi segreti?
Veramente questa storia della manina che ha scritto quel numerino sul decreto sul lavoro precario fa tremar le vene ai lobi deglle orecchie.
Cosi bene sorvegliano dal Viminale? Fossi in Di Miao indirei subito una riunione vuotaria e chiamerei in causa anche quel tal Conte, quel premier per caso e lo metterei a giorno della faccenda.
I due primi ministri assieme al terzo (incomodo) sulle barricate con l’elmetto contro le lobby che gli vogliono male.
Eh già, prima c’è Sangodi poi Sanpatisci (questo mi deceva sempre mia nonna),ora vi tocca cari miei, datevi le mani dattorno, non abbiamo tempo da sprecare, stanateli e imprigionateli nelle segrete, ai ferri, perdinci e anche perbacco, come osano i marrani?

Naturalmente scherzo, mi piace scherzare ma la cosa è molto seria.

Insomma pare, dico pare, che qualcuno abbia inserito nottetempo un numero di lavoratori (pare 8mila l’anno) che verrebbero licenziati se dovesse essere approvato il decreto legge chiamato “Dignità” del governo Salvimiao.

Si, perché una delle norme prevede che non sia possibile proporogare il contratto a termine oltre una certa scadenza ed allora verrebbero licenziati quei lavoratori che si trovano alla fine di quei contratti.

Beh, la conseguenza è perlomeno logica: finito il contratto lavoratori a casa. Non credo che verrebbero immeditamente riassunti a tempo indeterminato.

Questa è una carlonata che non era stata forse messa in conto e che, probabilmente, i “ragionieri” hanno dovuto per forza di cose puntualizzare, cosi, da quanto capisco, vuole la prassi.Ricostruzioni giornalistiche affermano con tanto di prove che Di Maio era stato avvisato dalla segreteria dell’INPS che questa norma avrebbe provocato 8mila licenziamenti all’anno per dieci anni, quindi 80mila lavoratori a spasso con le conseguenze sul bilancio dell’Ente. Prassi, a quanto sembra regolare che determina l’impatto sulle coperture per le leggi.

Ma Di Miao miagola alla luna via Facebook, parla agli “amici”, cosi da ministro della Repubblica e vicepremier (del terzo incomodo) dirige i suoi messaggi al paese via  web e non nelle sedi istituzionali. Già questo sarebbe da discutere. E parla di fare epurazioni nei vari ministeri, cosi, a casaccio…mi sembra che questo sia solo l’ennesimo pasticcio in salsa grillina e che ora si stia solo cercando di mettere una toppa che confonda gli elettori più disinformati (soprattutto i fedelissimi che seguono il “grillismo” come una fede).

Ma dobbiamo abituarci a vedere e a sentire tante di queste “proteste”: i nuovi governanti non possono mantenere le promesse fatte ( ma non sarebbe una novità, ci siamo abituati) e però soprattuto i grillini adotteranno sistemi che abbiamo già verificato con la sindaca di Roma o con quella di Torino: sempre innocenti come colombe e sempre ci sono di mezzo complotti fantomatici per screditarle.

Sarà questa la “linea”, almeno dei pentastellati, i leghisti sono pieni di risorse e non mancheranno di stupirci con gli effetti più che speciali o persino speciosi.

Dilettanti allo sbaraglio? Si più che mai, ma non solo, anche personaggi di un’ambiguità che siamo ormai abituati a riconoscere, in fondo basterebbe poco per smascherarli ma questi, per ora, hanno una marcia in più e cioè che contano di farci ancora fessi con la candida ingenuità di cui si ammantano.

Qualcosa di nuovo questo governo lo sta portando ma non è detto che sia in positivo. Anzi.

Complici

Sono sempre stata orgogliosa di essere italiana. Amo il mio paese e non vorrei essere nata in nessun altro posto al mondo. La bellezza del paesaggio, nonostante le brutture provocate dalla speculazione, la cultura, l’arte, il cibo, ne fanno il “mio” paese d’elezione.

Ma ora sono disgustata dalle politiche del governo. Non mi sento affatto rappresentata da un governo che scaccia i disperati che arrivano con le navi e chiedono assistenza a asilo dopo un viaggio fatto tra sofferenze indicibili.

Ora, nei pressi di Lampedusa c’è una carretta del mare con a bordo circa 400 persone, tra le quali molti minori non accompagnati che avrebbero bisogno di immediata assistenza medica e di solidarietà per quanto hanno dovuto subire per raggiungere le nostre coste, ma il nostro ministro dell’Interno ha deciso di mostrare i muscoli da Popeye, di fare il duro e puro, leghista fino al midollo e dice: i porti sono chiusi! Non entrerete.

Ecco, questa cosa per me è vergognosa.

Ieri è dovuto intervenire Mattarella per sbloccare un altra nave (la Diciotti, italiana) alla quale non era permesso di attraccare al porto di Trapani e Salvini ha dovuto abbozzare.

Ma oggi la storia si ripete: non passeranno.

Ma che cosa crede di ottenere cosi? Maggiore solidarietà in Europa? Maggiore partecipazione nel dividersi le quote di immigrati? La sua fermezza non ha convinto i partners europei in questo senso,  anzi, è stata stabilita la volontarietà dell’accoglienza nell’ultimo vertice uropeo.

Dunque Salvini punta solo ed esclusivamente al consenso interno.

Punta a prendere maggiori consensi possibili nella sua lotta quotidiana con gli immigragrati che lui chiama “clandestini”.

Ma quali clandenstini? Sono uomini, donne, bambini, cioè persone che attraversano l’inferno per scappare da situazioni inenarrabili,che cosa faremmo noi al loro posto? Non cercheremmo forse di salvarci?

E quali documenti pensa Salvini che dovrebbero avere questi disgraziati se i paesi da cui scappano non gli danno i visti, anzi, gli impediscono di partire?

Salvini apri i porti, smettila con questa tiritera, non otterrai nulla cosi, solo di farci vergognare di essere italiani, uno dei popoli famosi per essere i più solidali ed accoglienti al mondo.

Prima che arrivassi tu al governo.

Non mi sento rappresentata da te, non ti voterò mai e rimango sconcertata dal silenzio dei grillini che , in altri frangenti avrebbe gridato al sopruso e alla violenza di questo atteggiamento.

Mentre ora se ne stanno zitti e mosca per convenienza.

Complici!

 

L’ultimo leader

Mi fossi trovata a Roma all’hotel Ergife dove si è tenuta l’ennesima battaglia del Pd, durante l’ultima assemblea, avrei provato a fischiare, cosa che non mi riesce da tempo immemore. Ma  a fischiare come si fa quando si vuole contestare qualcuno di insopportabile.Le foto lo ritraggono rubizzo, scalmanato, ingrassato, sudato e senza freni inibitori. Una mezz ‘ora di insulti verso il mondo intero (non ha nominato i gufi perché ha capito che non gli portano bene) e in sala c’erano i suoi compagni di partito, quelli che lo difendono ancora e quelli che proprio non ne possono più. Alcuni tra i più sfegatati si sono alzati ad applaudire, gli altri, credo i più, rassegnati, quasi inebetiti, covavano rabbia ma niente, quasi nessuno ha profferito verbo per protestare contro quella parata di insulti che, probabilmente, non si aspettavano.

Ma Renzi ha spiazzato tutti. Si aspettavano uno con il capo cosparso di cenere? No, questo no, ma le smargiassate, forse, pensavano le avesse riposte, almeno fino a tempi migliori.

E invece no, le ha tirate fuori e le ha lucidate a puntino.

Ne ha avuto per tutti: Gentiloni, i dissidenti (la prima causa della sconfitta), i giornali, i social, i poteri dello stato deviati che volevano metterlo in cattiva luce,  la sfortuna e il malocchio che gli hanno tirato i nemici. Ma lui è candido ed innocente come un giglio. Ed ora che è diventato senatore di quel Senato che voleva abolire (ma gli è andata male) è ancora qui a rivendicare successi come se al governo ci fosse ancora lui e non quella melassa bicolore che non sappiamo dove ci porterà. E come se il pd non avesse perso quasi tutto: una Waterloo e lui un Napoleone stracotto che ora pensa che il paese è, nonostante tutto ancora con lui.

Ma quelli che fanno ancora più rabbia di lui, sono i “compagni”, quelli che sanno, che vedono, che hanno consapevolezza di dove ha portato il partito ed il paese e non protestano, anzi, quasi dicono che lui è ancora una “risorsa”.Ma quale risorsa? Uno che dice che lascia la politica per sempre se perde il referendum costituzionale e poi fa dietrofront, contrordine fratelli, rimango, contenti?

Uno che ha scalciato Letta dal suo posto con un tweet: “stai sereno”, si è preso il suo posto e lo ha lasciato solo perché ha subito una clamorosa sconfitta, uno che ha fatto patti con Berlusconi ed ha attuato politiche di destra facendo perdere un sacco di tempo prezioso ad un paese stremato dove i giovani (ormai invecchiati precocemente) non hanno prospettive, uno che non ha fatto quasi nulla di positivo ma ha solo reso i ricchi ancora più ricchi ed ha salvato le banche coi soldi dei risparmiatori.

Uno cosi vogliamo ritenerlo ancora una risorsa per il paese?

Ora siamo tutti concentrati su Salvini, l’uomo del giorno è lui, grazie anche alle sue intemerate contro i Rom e gli immigrati, ma vedremo se poi non si dimostrerà” can che abbaia” ma alla resa dei conti meno pericoloso e destabilizzante di quanto non appaia al momento. Io, almeno me lo auguro per il bene del paese.

Ma questo inquietante personaggio che tiene ancora salde le redini dell’unico partito che potrebbe contrastare la destra in ascesa, che lo tiene abbarbicato a lui come se non ci fosse nessuno altro al mondo che possa guidarlo, come se fosse l’ultimo leader sulla terra…

Ma datevi una smossa piddini, dirigenti ed elettori, ma non vedete che quello vi mena tutti per il naso?

Volete lasciarlo spadroneggiare ancora per molto? Volete lasciare che si compri i castelli? Che diriga trasmissioni Tv con la complicità del solito Berlusconi e volete che tenga bloccata la rinascita di una sinistra ormai priva di spinte valoriali ed emotive?

Io no. Non lo voglio e da ex elettrice del Pd spero che questo personaggio si trovi di meglio da fare che occupare i banchi del Parlamento a spese nostre. Me lo auguro di cuore, ne ho abbastanza di lui e delle sue continue, arroganti, insopportabili, petulanti, ridicole messinscena.

Estati

Di profumi,
e atmosfere radiose.
Di tramonti sui pini
e cime di monti,di nuvole
e spazi celesti.

Di notti di lune aggrappate
di stelle, di nomi e di segni,
di scie luminose.

Estati formato valigia
riempita di fretta,
estati di treni.
Mi vesto con cura
d’azzurro e di bianco,
l’estate che vola.

Sarà questa estate
più bella di altre?
Non dura che pochi
momenti.

Estati di raggi di luna

e filtri d’amore potenti.

Con osservanza

Vicepremier, ministro, Salvini, salve.

Lei mi è già  venuto a noia, perdoni. Sembra di essere tornati ai tempi del primo Berlusconi, quando (remember?) diceva che si tentava la via giudiziaria per disfarsi dei suoi governi.

Che…( cose di forma sferica attribuibili a chi, per definizione, dichiara di possederne).

Sarebbe questo il cambiamento?

La legge prevede che quando si viene condannati si sconti la pena o si risarcisca il danno. Fine, stop, punto.

Voi no, voi. Disconoscete quella Lega li e vi dichiarate questa Lega qui. Ma sarebbe troppo comodo, signor vicepresidente ministro che qualcuno, quando viene condannato, dicesse che non si chiama più cosi, che ha cambiato nome nel frattempo o è andato a Casablanca (ma si usa ancora?) per un intervento urgente.

Troppo comodo. Paghi e poi, se vuole protesti. Ma poi facciamola finita e lavoriamo per favore quali “servitori” dello Stato italiano che hanno giurato di servire con dignità ed onore.

E, per favore, rispettiamo anche un po’ la buona educazione. Magari finiamola di strombazzare a tutta manetta col megafono. I risultati li vediamo anche noi. Se saranno buoni lo sapremo riconoscere, se saranno  canne sbuse (canne bucate), gli elettori vi manderanno a casa.

Un trentennio volete governare? Il trio D.S.C?E perché no un centennio? Facciamo una dinasty? Coi “piccoli Salvini crescono”?.

Quando avevo previsto la sua “ascesa al potere” (vedere l’articolo “Il sogno” su questo blog a ottobre), la facevo leggermente meno “pirata della Malesia”col coltello tra i denti e bandana (senza offesa, naturalmente).

O preferisce il “Corsaro nero”? Chiudere i porti…ma per favore, ma quando mai gli italiani le hanno chiesto di fare questo? C’è forse scritto sul Programma? E se si, a quale voce? Voce del verbo salvinare? No, no, non ci siamo, a mio avviso deve darsi una regolata.

Faccia lei. Intanto se vuole informare il viceministro Borghi che non sta bene prendere in giro la gente nei talk-show e che darsi una leggera calmata anche li,non sarebbe male. Ricordo un Borghi molto pacato e beneducato. Questa trasformazione in personaggio che “monta in scranno” (da noi, in Veneto c’è un famoso detto che le risparmio), non è gradevole: Cottarelli non mi sembra una persona con la quale non si possa dialogare e poi quel mimare le unghie sugli specchi fa venire la pelle di gallina spennata.

Ma non vede che Di Maio è già teso come uno spaghettino nr.3? Pensa di farselo al ragù? ma guardi che quelli, i Cinquestelle non sono cosi “immaturi” come sembrano, hanno dietro un Apparato che se si inca…vola le fa vedere i sorci color pratone di Pontida.

“Un capitano…”

Cosi lei sarebbe il Capitan Salvini? Veda, se può di non diventare Capitan Fracassa, il suo ruolo richiede un aplomb svizzero che il suddetto, mi permetta, non ha.

Si faccia dare lezioni da Antonio Razzi, uno che di Svizzera se ne intende.

Questo, per ora è quanto. Consigli non rischiesti, lo so, ma le ricordo che sono una cittadina facente parte del popolo sovrano e in quanto tale ho la mia brava voce in capitolo.

Se poi, lei, mi dice che i libri non le piacciono (a proposito, qual’è l’ultimo libro che ha letto? Forse. “Le avventure di Tom Sawyer”?), allora si spiegano molte cose.

Con osservanza (nel senso che vi “curo”).

 

Piano nobile

Rocco Casalino, il portavoce e capo della comunicazione del premier è senza dubbio un personaggio.
L’ho visto in piedi a braccia conserte mentre, a pochi passi di distanza, assisteva al discorso del premier all’uscita dal vertice UE.
Mentre Conte snocciolava i risultati, a suo dire eclatanti della riunione, il nostro uomo si levava in tutta la sua altezza e sorrideva, ammiccava lievemente, aggrottava leggermente, strabuzzava fievolmente, la fronte e gli occhi. E arricciava impercettibilmente, naturalmente, il naso.
Gli passavano i pensieri negli occhi: bravo, bene, no troppo carico, ecco, cosi, dai, va bene, ci siamo, no troppa enfasi, sposta un po’ il baricentro, accosta, frena, vai…e alla fine: goool.
Ci mancava solo che Conte si voltasse verso di lui per chiedere come andava. Non lo ha fatto solo perché gli è stato severamente proibito dallo stesso e minacciato di essere lasciato senza cena se non avesse obbedito (scherzo naturalmente, tra i cinquestelle vige una democrazia perfetta: ognuno è libero di fare quello che gli va….) Per il suo bene, naturalmente. In questo annunciato successo (tutto da vedere) della riunione sul tema dell’immigrazione (tra gli altri) tenuto tra i membri della UE che pare aver dato ottimi frutti (per ora sono solo parole come canta Noemi), c’è una cosa che mi ha fatto riflettere: la foto twittata da Macron che riprende i due leader mentre lavorano. Sembra che Conte abbia questo potere di fare “amicizia” con tutti i potenti.
Ma io che sono maliziosetta penso che Macron se lo voglia fare amico per contrastare il “nemico” leghista col quale non va per niente d’accordo.
E flirtando col premier, Macron, si mette in luce coi grillini e cerca il loro appoggio nella sfida con Salvini. Voglio dire che se Conte si sente forte del suo appoggio, potrebbe avere più forza per combattere contro lo strapotere del leghista.
I due, a quanto pare si odiano a viso aperto (e anche chiuso).
Per quanto riguarda il grande successo della bozza di accordo, aspettiamo. Conte ha parlato di “centri di accoglienza” di immigrati nei vari paesi su base volontaria. Ecco, appunto, volontariamente, probabilmente e quasi inevitabilmente, ci lascerano ancora da soli a risolvere il problema.
Conte ha detto che da oggi l’Italia non è più sola. Sarà, ma l’impressione mia è che lui si senta meno solo: si è fatto due “amici” non di poco conto, uno è Macron e l’altro è Trump fra le braccia del quale sta volando tra poco.
Una cosa mi pare di poter affermare: il nuovo premier potrebbe sfoderare arti di politico sopraffino soprattutto nell’arte della diplomazia. Ad una giornalista inglese che gli ha chiesto se l’Italia non sia stata un po’ prepotente durante il vertice, lui ha risposto sorridendo (e pigliandola un po’ in giro): ” a little bit”). Pare trattare un po’ tutti come i suoi studenti, deformazione professionale che, comunque, in questo ruolo non guasta.

Insomma è carino, ben pettinato, sorridente, persino simpatico a tratti, cosa riesca a combinare è tutto da vedere con quei due giannizzeri coi quali ha a che fare, però mi sembra abbastanza furbo da crearsi un ruolo, seppur non di rilievo, ma quantomeno di terzo piano (nobile).
Rocco permettendo, probabilmente, naturalmente.