Sinceramente

Quando questa mattina ho pensato a cosa scrivere in questo spazio, la prima cosa che mi è venuta in mente è che voglio ringraziare quanti vi partecipano, sia con una certa assiduità che saltuariamente. Quando ho iniziato non avevo la pià pallida idea di che cosa mi aspettasse e devo dire, francamente, che, arrivata al giro di boa dei sei mesi (ma non faccio bilanci per carità), trovo che mi sono molto divertita e che non ho pensato neppure per un minuto di aver sbagliato ad iniziarlo. Spero di poter continuare ad esporre quello che mi passa per la testa fino a quando riterrò che sia “divertente”, sperando anche che possa risultare utile e magari divertente anche ad altri

E’ bello potersi confrontare con altre opinioni, sempre che ciò avvenga nel rispetto delle idee altrui e delle regole della buona educazione. Che può sembrare un concetto arcaico, ma che, secondo me, è quanto mai attuale e ce ne sarebbe bisogno in  molti campi.

In questi sei mesi, ho dovuto censurare molto poco e solo perché  pretendo rispetto per me e per gli altri. Lo ritengo il minimo sindacale.

Frequento un blog di un quotidiano inglese ed ho potuto constatare che il metodo di censura è molto pratico ed efficace: vengono lasciati gli spazi bianchi con il nome dell’utente che che ha scritto il commento censurato  e la dicitura: “questo commento è stato censurato perché non conforme all’etica del giornale”.

Gli inglesi sanno come semplificarsi la vita, molto meglio di noi italiani che siamo bravissimi a complicarcela.

Ma quello che mi piace di più dello scrivere qui sopra, oltre la possibilità di condividere le mie idee in politica o in tanti altri settori della quotidianità è la possibilità di essere sincera e di dire fino in fondo come la penso.

Capisco benissimo che qualcuno potrebbe anche obiettare: echisseneimporta? Certo è possibile che qualcuno lo pensi. Ma a quel punto io posso, naturalmente, rispondere: altrettanto. Ed è proprio questo il bello. Non trovate?

La sincerità per me è la cosa più importante nei rapporti interpersonali, in tutti i rpporti interpersonali.
“Posso non pensarla come te ma farò di tutto perché tu possa esprimere il tuo pensiero”. Ecco questa è una frase molto celebre che mi piace molto.

Naturalmente questo “pensiero” però, non deve essere la possibilità di buttare fango a palate o dire tutte le cavolate che ci passano per la mente per ferire,offendere, denigrare sino all’esasperazione un’ altra persona o un gruppo o un partito politico o chicchessia.

I blog dei maggiori quotidiani o settimanali sono molto frequentati e, nella maggior parte, sono luoghi d’incontro dove ci si scambia opinioni sull’attualità politica o sullla società o cronaca o varie ed eventuali. Ed è una gran bella cosa poter dire la propria in ogni momento su fatti che ci riguardano tutti da vicino o da lontano, ma che comunque ci interessano.

Ma la possibilità che possano diventare dei luoghi dove alcuni vogliono primeggiare rivaleggiando con altri , ponendosi sempre in primo piano, esponendo sempre idee che contrastino quelle degli altri, magari usando escamotages o vari espedienti pur di ottenere la sadica soddifazione di vedere “soccombere” “l’avversario”, cioè chi non la pensa allo stesso modo e vuole argomentare in santa pace le proprie idee, è sempre in agguato e i vari blogger faticano non poco per riportare l’ordine in quello che a volte si può trasfomare nel più classico degli asili Mariuccia.

Più che un’occasione di scambi di vedute diventano una ghiotta possibilità di sfogare tutte le proprie frustrazioni su malcapitati che cadono nelle loro imboscate. E in molti soccombono e lasciano per la difficoltà oggettiva di combattere contro l’imbecillità, l’arroganza e la tracotanza di molti che si credono i padroni del mondo e vogliono affermarlo in tutte le sedi possibili.

Certo, non bisognerebbe dare peso o importanza a chi si diverte con questi giochetti sciocchi ma c’è anche chi, in buona fede, pensa di contribuire ad animare una discussione che possa risultare interessante anche per chi non partecipa ma legge solamente. ma spesso, il protagonismo assoluto ed il narscisismo esasperato riescono a scoraggiare anche le migliori intenzioni.

Ovviamente tutto questo non può riguardare questo piccolo spazio e chi lo frequenta e spero continuerà a farlo e a chi si vuole aggiungere dico che è il benvenuto, purché rimanga entro i pochi limiti sopra descritti.

Sinceramente e francamente.

Farà strada

 

Di Maio si sta rivelando un novello Berlusconi: piacione, di manica larga con gli amici, disponibile a tutti gli “accordi” o “contratti” che gli tornano a fagiolo.
Comunicatore e falso al punto giusto. Capace di impapocchiare chiunque gli capita a tiro, stesso sguardo rapinatore e accattivante, stessa tendenza a celare dietro il sorriso i macchiavelli più sordidi.
E’ ancora troppo giovane per arrivare alle “vette”di ipocrisia di Berlusconi, ma è sulla buona strada.
E’ normale che sia così: Berlusconi è sempre stato il suo idolo fin da bambino, cresciuto con le merendine e i jingles delle pubblicità del biscione.
Coi giochetti del pomeriggio di Mike e i prezzi giusti di Iva.
E’ il prodotto perfetto del berlusconismo più ortodosso.
Nicchierà ancora per un po’ ma poi, pur di entrare al governo cederà e tra i due, Salvini e Berlusconi , lui farà i suoi porci comodi e se non otterrà quanto chiede, potrà sempre dire che i due cattivoni gli hanno messo i bastoni tra le ruote e puntare, al prossimo giro ad avere ancora più seguito.

Ma come convincerà i suoi elettori a digerire un osso duro come l’ex cavaliere?

In effetti non è un’impresa da poco. ma il nostro è abile, almeno quanto il suo idolo del quale ha studiato e studia tuttora tutte le mosse pronto a farne tesoro. Berlusconi, infatti,è stato un ottimo maestro anche per Renzi la cui parabola sembra essersi conclusa troppo in fretta. Evidentemente non c’era la stoffa del “campione”, ma il classico fuoco di paglia.

Di Maio no, lui no. E’ concentratissimo. Fateci caso: né a destra, né a sinistra, il “contratto” (il famoso contratto con gli italiani non ci dice nulla?), la volontà  di “cambiare il paese, la stessa insofferenza per i “riti e miti” della “vecchia politica”, l’avversione per la UE o comunque chi interferisce con le nostre scelte, pur mantenendo una facciata “europeista” a fasi alterne, la stessa “simpatia di pelle” per lo “zar” Putin, oltre alla passione (malcelata per il bello, la “dolce vita” ed il lusso). Manca, per ora, l’ostentazione del suo fascino nei riguardi delle donne, ma diamogli tempo.

Ma il tratto che più lo accumuna a Berlusconi è la sfrontatezza. Questo ragazzo di Pomigliano che “si è fatto (quasi) da solo” e nel giro di pochi anni è passato da scorazzare per i vicoli della sua città ad assumere il ruolo prestigioso di vice presidente della Camera, è passato dalle “stalle” alle “stelle”con una disinvoltura degna di un consumato viveur. Un ambizioso senza freni, proprio tale e quale Berlusconi. E Berlusconi ne è, a sua volta, affascinato, si rivede, si specchia nell’immagine platinata del leader nascente.

Che però, francamente io vedo esattamente come il Berlusconi d’annata: un dis…astro nascente.

Grillo è con lui in tutto e per tutto. sa bene che questa è l’unica strada per prendere il potere e giocarci e giocare a prendere in giro gli italiani per i decenni a venire.
L’evoluzione del berlusconismo, il dimaismo è la dimostrazione di quanto una buona parte degli italiani ne capiscano di “pollitica”.

E forse sarà questa la leva con la quale Di Maio solleverà le resistenze dei suoi elettori: la scarsa o nulla conoscenza della maggioranza degli italiani della politica. Quella nostrana è da un po’ di tempo al di la ed al di fuori di ogni umana comprensione, direi quasi “del bene e del male”. Con tutta la buona volontà, perché sull’intelligenza degli italiani, non sono certo io ad accampare dubbi.

Ma conosco anche un’altra dote degli italiani: l’opportunismo. Sarà forse su questo che farà leva l’astro nascente?

Lui, di già ne è un maestro, basta vedere come ha condotto fino a qui le trattative e non mi meraviglierei per nulla che un giorno di questi se ne uscisse bel bello con la novità: “abbiamo deciso di aprire a Forza Italia nella misura in cui Forza Italia ci dimostrerà di convergere su alcuni punti fondamentali del nostro programma…”.

Cosa fatta, Di Maio ha.

Chi lo vota e lo sostiene se lo merita tutto e anche di più.

Ora o mai più

Se non ora, quando? Oppure: Ora o mai piu. Di Maio vuole fare il premier a tutti i costi.
Vedremo, iniziano le consultazioni ma a me sembrano di più sedute di terapia di gruppo.
Il presidente Mattarella dovrà armarsi di pazienza e diventare psicologo,oltre che saggio e accorto buon padre di famiglia (allargata).
I grillini sono convinti che tocca a loro, glielo chiede il popolo e loro devono rispondere. Questa potrebbe essere l’unica e ultima occasione. Se la perdono potrebbe non essercene un’altra..
E perciò Mattarella dovrà frenare lo scalpitio del giovane leader e farlo ragionare.
Dovrà anche fare il ragioniere e chiedere a tutti se hanno i numeri.
E chi ce li ha questi benedetti numeri? I cinquestelle hanno tanta boria ma i numeri ancora sono molto ballerini. Sono con la lingua fuori a cercare alleanze con chi ci sta. Prima tutti gli facevano un tantino schifo, ora, al contrario, vanno bene tutti, basta che portino numeri.
Una sola preclusione: Berlusconi. Eh, già. Li capisco. Berlusconi pesa, a metterselo in groppa potrebbero andare a gambe all’aria. Magari si può fare una cosa un po’ tartufesca, un appoggio esterno, cosi tanto per non dare troppo nell’occhio dell’elettore pignolo.
Ma lo ha detto anche Francesco che ci vuole fratellanza. E, per la verità, dimostrano in tanti molta buona volontà. Salvini è più saggio di tutti: ci sta con Di Maio, per il bene del paese, ma non può lasciare Berlusconi per strada, deve stare ai patti, non è colpa sua, fosse per lui la darebbe la poltrona a Luigi (per vederlo andare a gambe all’aria), ma i patti vanno mantenuti.
I democratici piddini scornati stanno all’opposizione. Ben fatto. Ma di che? Di Renzi che li ha portati allo sfacelo? Del paese che non li ha votati?Dei grillini che li hanno sempre osteggiati? Del centrodestra che li ha appoggiati?
Dovrebbero decidersi e farcelo sapere. Sono sulle spese e qualcosa dovranno pur dimostrare di fare oltre all'”opposizione responsabile”. Magari dirci una buona volta come mai hanno fatto scappare milioni di loro elettori che si sono rifugiati nel convento dei Cinquestelle. Magari gli stessi che avevano creduto in Renzi e che ora credono in Di Maio. Scesi da un carro per salire su un altro più affollato.
Che delusione sarebbe dover scendere ancora e ritrovarsi ancora una volta becchi e bastonati.
Presidente,siamo nelle sue mani, gli faccia fare più di un giro di giostra, almeno fino a che si saranno schiariti un po’ ,le idee e la testa avrà smesso di girare.

Ma lei che è uomo di molta esperienza non può non aver già un’idea in testa. Provo a vedere se l’indovino: un governo del centrodestra appoggiato dai cinquestelle o un governo centrodestra cinquestelle tout court. E chi ci mettiamo a capo? Cosa ne pensa di uno che si presenta meglio del solito, ha fatto di tutto per togliersi la ruggine della vecchia Lega bossiana, ha conquistato i voti degli italiani da nord a sud, ha pretese molto difficli da esaudire ma ha anche una grande voglia di mettersi al lavoro e per farlo è disposto a fare non uno ma dieci passi indietro?

Ha dimostrato di poterlo fare e di avere molto seguito nel partito e con un po’ di sforzo anche nella coalizione, oltre ad aver dimostrato apertura ai “nemici” Cinquestelle coi quali, si voglia o no, ha molto affinità? Sta dimostrando ogni giorno di più di aver capito come si gestisce la politica nelle sue varie sfaccettature e non si impunta su posizioni estreme ma cerca il dialogo?

Non diventerà mai un democristiano, ma, se il suo fine signor presidente è quello di compiere la volontà degli elettori, secondo me, una volta valutate tutte le possibilità e convinti i Cinquestelle che se perdono questo treno non ne passerà un altro (cosa per nulla scontata con quei capoccioni), potrebbe anche mandare avanti Matteo Salvini a provare ad ottenere la fiducia del Parlamento per guidare la baracca Italia.

Può fare peggio di Berlusconi? Si, certo, ma se la nostra è ancora una democrazia, sono gli elettori che decidono chi deve governare e a conti fatti, la maggioranza centrodestra/cinquestelle i numeri li avrebbe in abbondanza.

Naturalmente Grillo permettendo.
Tu mi fai girar, tu mi fai girar…

Dolce chimera

Al Quisisale, stanno per cominciare i Consulti delle varie autorità e delle delegazioni dei politici.

Il Professor Matta Rella, specialista in disturbi della personalità con particolare riferimento alle megalomanie, circondato dalle guardie (mediche) in alta uniforme, li riceverà in camice rigorosamente bianco e cercherà di analizzare le loro intenzioni.

Mi sono immaginata la scena:

Inizio con Matteo  Renzi.

Accomodati figliolo e dimmi, che cosa pensi si fare?

Io? Mi oppongo. ‘Sti quattri bischeri che cosa credono? Che mi metto a fare inciuci con loro? ma che vadano a…governare se sono capaci e poi vedremo se non gli passa la voglia di fare gli spiritosi.

Ma, figliolo tu hai perso le elezioni.

Ma quale perso, io ho preso diciotto, sto nella media.

Si, ma DiMaio ha preso 30 e lode e Salvini ha lo zio Paperone che lo finanzia, tu dove pensi di andare con un misero 18?

Io, m’oppongo a tutto, mi fa tutto schifo, l’Agnese mi ha detto che sta dalla mia parte e anche la Marielena e quella se sfodera tutte le sue armi potrebbe creare un bel…macello.

 

Secondo consulto: Luigi Di Maio.

Dimmi figliolo, cosa vedi nel tuo futuro?

Sarò premier. Devo fare quello che mi hanno ordinato gli italiani: fare il bene del paese e io lo farò, Pomigliano si deve stendere tutta pancia a terra quando passa il suo amato figlio Luigi e Pomigliano deve risorgere e diventare più bella…

Ma, figliolo, tu devi fare il bene del paese.

Eh, si, del paese mio, Pomigliano, o’ paese do sole (e qui si mette a canticchiare O sole mio).

No, no non ci siamo, Comunque dimmi perché ti ostini a fare il premier?

Ma perchè tutti al paese devono dirmi che sono il più fico di tutti. Mi devo riscattare, professò, quando andavo alle medie ero grasso e portavo l’apparecchio ai denti e sbagliavo tutti i verbi e tutti mi prendevano in giro e ora mi voglio vendicare e passare in monopattino sotto le finestre di quei figli endrocchia e farmi quattro risate.

Si, ma figliolo dove li prendi i soldi per le cose che vuoi fare?

Ma come? Li ho chiesti a San Gennà quando sono andato a baciare la reliquia del santo, professò  accà nisciunno e fesso.

Terzo consulto: Matteo Salvini

Figliolo raccontami perché vuoi andare a governare.

Guardi, per carità di chi sa lei, non ho mica tempo da perdere sa. Mi aspettano al poligono, ho lezione di tiro con la Beretta (l’ho comprata da un fratello marocchino di terza mano). Comunque io sono uno pratico, andrò al sodo: mi sono rotto di tutti questi  che vogliono comandare a casa mia, foera di ball, te capi? E poi me so stufà de pagà i tass, scusi…mi sono stancato di sentir parlare di evasione fiscale e per questo  voglio abbassare le tasse al minimo.

Ma dove trovi le coperture?

Vado a Bruxelles a sbattere i piedi sul tavolo e gli dico: se non mi fate sforare il tre per cento vi ballo la danza dei cosacchi qui sopra e lo sfondo…(il tavolo e anche il tetto).

 

A questo punto il professor Matta Rella ha vuto un leggero mancamento e le guardie (mediche) hanno dovuto portargli un bicchiere del suo cordiale preferito: un gin and tonic al rabarbaro e una spruzzata di seltz.

Poi ha sentito, last, but not least: Silvio Berlusconi.

Figliolo,( si fa per dire), mi dica, cosa ha in serbo per il paese?

In serbo? ma che serbo, io sono di qui e parlo italiano. Guardi lei, ho grandi progetti per le mani e volendo anche per i piedi, non so più dove metterli e se mi riabilitano… guardi, manca poco sa? Se mi riabilitano…ma ormai è cosa fatta, questi qui me li mangio in un sol boccone e al prossimo giro al governo ci vado io, ci vado mi, Berlusconi Silvio in arte Papi e gli faccio vedere i sorci viola a tutti e mi rifaccio di quelli che mi hanno sbattuto fuori .

A me non la si fa e chi la fa l’aspetti e chi l’aspetta…

A questo punto il professore ha avuto un brivido che gli ha percorso tutto l’emisfero cerebrale destro e sinistro e anche al centro,ha chiamato un plotone (di esecuzione) di guardie e gli ha perentoriamente ordinato di metterli tutti ai ceppi nelle cantine quisisalizie.

In attesa di tempi migliori e che la mamma dei megalomani smetta di restare incinta. Illusione dolce chimera…

 

Profezia

Siamo arrivati a questo punto! Passata la Pasqua si dovrà fare il governo. Il presidente inizierà le consultazioni.

Riceverà i politici in delegazione armato di stetoscopio e gli farà dire trentatrè.

Dovrà auscultarli bene per capire dove vogliono tutti andare a parare. Si, lo sa che vogliono andare tutti a governare (andiam, andiam, andiamo a governar…) tutti felici e giocondi di prendersi in mano questa bella gatta da pelare che è il nostro paese indebitato e affranto. Hanno tutti la pozione magica e tutti vogliono metterla in pratica. A cominciare dai Cinquestelle…

A proposito, qualcuno sa dirmi perché si sono dati questo nome? Che presuntuosi. Come gli alberghi di lusso. Oppure potrebbe esserci un’altra spiegazione: Grillo, dopo aver conosciuto Casaleggio che già di suo aveva l’aria di un paragnosta, ha consultato una maga, le ha chiesto di leggergli i tarocchi e predirgli il futuro. E lei gli ha detto che avrebbe fondato un partito che si sarebbe chiamato Cinquestelle perché le Stelle era la carta dei tarocchi uscita dopo le prime quattro. Una buona carta, prefigura un destino positivo ma bisogna saperlo cogliere.

Appena fuori, Grillo, ha pensato: perbacco, vuoi vedere che mi vendico di tutti quelli che mi hanno dato per fallito?

Gli farò vedere io, mi prendo una bella rivincita, prendo il paese nelle mie mani e ne faccio quello che mi pare.

Casaleggio gli ha fornito il giusto supporto psicologico e soprattutto materiale e via che è partito.

Ora siamo alla resa dei conti: se non si afferra il destino potrebbe finire tutto in burletta e la profezia della maga, non avverarsi più. Per questo i Cinquestelle sono diventati cosi diplomatici e aperti a tutte le alleanze possibili ed inimmaginibili, tutte tranne quelle con Berlusconi, dicono, ma è tutta una finta per fregare i loro elettori. Si metterebbero anche col…(meglio non nominarlo) pur di prendere il governo.

Poi si vedrà.

Meglio di così

Qualche giorno ancora e poi

tutto quanto tornerà nella sua

normalità.

Degli auguri e degli auspici

delle uova e le focacce

resteranno solo tracce.

C’è chi se ne va in vacanza

e chi in gita fuori porta

chi si porterà l’ombrello

e chi la ruota di scorta.

C’è anche chi se ne sta in casa

con un libro per amico oppur

guarda alla tivvù un bel film

magari antico.

Chi si trova con gli amici

chi festeggia andando in bici

percorrendo strade nuove

pur se fa un po’ freddo e piove.

C’è il fanatico che fa corsa e

jogging a volontà poi si fa un

panino al volo in un bar

stremato e solo.

Chi se ne va per musei

a mirar l’opere d’arte

e chi invece sul divano

se ne sta triste in disparte.

Beh la storia si fa lunga

penso di fermarmi qui

augurar la Buona Pasqua

non so meglio di così.

 

 

Quanti Bellomo?

Hitchcock ci avrebbe fatto un film: “L’uomo che chiedeva troppo”, anzi il Bellomo. Togliendo quel “mo” alla fine, che è inutile, risalterebbe ancora di più la figura di questo professore ex giudice,consigliere di Stato, cacciato dalla magistratura con disonore: Francesco Bellomo

Ma, in fondo, che cosa faceva di male? La procura di Piacenza ho sta indagando per stalking e lesioni gravi, una cosetta da nulla, dice lui, tutta da provare. Pare che di prove ce ne siano a bizzeffe.

Alle sue corsiste chiedeva di firmare una specie di contratto dove si impegnavano a fare tutto quello che lui gli diceva: vestirsi come piaceva a lui, camminare, truccarsi, uscire con lui, flirtare con lui, raccontargli tutto delle loro relazioni amorose nei particolari, non sposarsi, non rifiutarsi di obbedire altrimenti avrebbero dovuto chiedere scusa in ginocchio, o subire l’onta di vedere le loro avventure amorose, papale, papale, nelle più torbide inezie, pubblicate nella rivista della scuola.

Gli è andata di lusso per anni, qualcuna è persino finita all’ospedale e salvata per i capelli dai genitori.

La scuola per futuri magistrati: “Diritto e scienza” dove il professor Francesco Bellomo, pretendeva che le ragazze diventassero sue schiave, attente a non infastidire il sultano ed eseguire tutti i suoi voleri, pena le più disparate e innominabili ingiurie e molestie reiterate di ogni genere.

Ci stavano, in tante, controfirmavano quella schifezza, si sottomettevano in nome della futura radiosa carriera che avevano in mente. Ragazze laureate, brillanti, intelligenti, si facevano soggiogare da un tipo simile. Evidentemente aveva doti di paragnosta.

Fino a che qualcuna ha parlato, un padre lo ha denunciato e le denunce continuano ad fioccare.

Si è rotto l’incantesimo dell’”Agente superiore”, come si faceva chiamare.

Ora andrà a processo. Non vorrei essere nei panni di quelle ragazze. Però, una cosa la devo dire, l’avesse fatta a me la proposta di firmare quella schifezza, gli avrei fatto mangiare il foglio fino all’ultimo pezzetto e me ne sarei andata sbattendo la porta sul suo bel muso. Al Bellomo.

 

Per aspera

Dobbiamo guardare in faccia la realtà: ormai (forse, non è mai detto con tutte queste scaramucce in atto tra i due pretendenti al “trono”di Zamunda) si delinea un governo Cinquestelle- Lega, con la benedizione (forse) di Berlusconi e vari ed eventuali.

Prima dell’avvento della terza Repubblica si sarebbe chiamato: la grande abbuffata o ammucchiata per usare un termine caro all’ex cavaliere,noto alle cronache, soprattutto giudiziarie, per il suo alto gradimento di questa forma di “collaborazione”.

Si delinea un ircocervo (come lo ha definito Berlusconi) piuttosto pasciuto, che guiderà il paese verso la meta che tutti gli elettori che hanno votato le due forze preminenti si aspettano: il famoso   obiettivo tanto evocato ma mai pienamente raggiunto: il Burrone.  Erano stanchi morti di sentir ripetere che eravamo sempre sull’orlo, in molti hanno deciso che era arrivata finalmente l’ora di cascarci dentro, una buona volta.

In fondo, ma molto in fondo, solo li ,finalmente l’Italia, può trovare tutte le risposte alle tante istanze  e anche le forze per risalire la china. Stare sempre sul bordo, in attesa di sprofondare era una cosa stressante,sapere di finirci il prima possibile, potrà fornire finalmente nuove energie vitali perché, come tutti sanno e come tutti i più grandi filosofi hanno sempre sostenuto: solo toccando veramente il fondo si può pensare di arrivare al successo. Lo dice un famoso motto latino: “per aspera ad astra”, ed ecco che tutti potremo metterci il cuore in pace: le stelle erano nel nostro destino e le stelle non possono che significare un destino positivo. In fondo.

Per fare questo bisognerà scendere a molti compromessi, calarsi nella mentalità degli eventuali  alleati che possono avere idee anche molto diverse, ma che per il bene del paese e con quel traguardo ormai inevitabile da perseguire, (il Burrone) è assolutamente indispensabile superare i pregiudizi,abbassare le barriere che li dividevano sinora, scavalcare le montagne di insulti che si sono avventatamente scagliati reciprocamente in passato.(Oltre, ovviamente, la montagna di quella cosa che qui non si nomina per decenza).

Tutto si può fare per un traguardo comune, in fondo, quello che conta sono gli italiani, prima gli italiani, facciamo l’Italia grande, di nuovo.

Ma come? Semplice: con la formula che volere è Potere. Nasce la terza Repubblica e subito vengono alla mente grandi ideali, sento già una rinnovata speranza, che sia questa la volta buona?

Ma si, ci voglio credere, sta per nascere una nuova figura di politico italiano. Una figura di cui si sentiva da tempo la mancanza. La chiamerei con un termine che la compendia in tutta la sua dignità istituzionale , l’idea (per la verità non proprio nuova), è quella di un politico di sani principi, coerente ma anche aperto a tutte le possibilità che possano dare quello slancio che occorre in momenti come questo, ossia:… il Calabraghe.

La terza Repubblica sarà all’insegna del calabraghismo. Faranno a gara a chi se le cala prima e meglio degli altri.Finalmente un po’ di soddisfazioni dopo tante frustrazioni.

Pece nera

Mi immagino la scena: domenica sera, Donald Trump seduto nel suo sontuoso salotto, con una birra e un piatto colmo di peanuts sul tavolino, Melania che entra ed esce soffiando sulle unghie laccate di fresco, la televisione accesa sul programma della CBS: 60 Minutes.
Compaiono seduti l’uno di fronte all’altra un uomo e una donna: lei è Stormy Daniels, una porno star, lui è un anchor man americano molto noto e la sta intervistando.
Melania ha le cotolette d’agnello coi piselli sul fuoco e getta un’occhiata distratta al marito mollemente spaparanzato sul divano in pelle e non fa troppo caso alla trasmissione, volteggia intorno alla chioma profumata del marito, gli da un leggero buffetto ed esce.
Proprio nel momento esatto in cui Stephanie Clifford (Stormy Daniels) fa il suo nome, mentre racconta le sue vicissitudini dopo la breve storia avuta con lui nel lontano 2006, lei aveva 27 anni, lui 60.
Le domande sono secche, le risposte altrettanto.
Sintetizzo il dialogo: lei risponde molto precisa e tagliente che ha avuto una relazione col presidente, lui non le ha imposto nulla, era consenziente, non le piaceva particolamente, ma ci è stata. Poi cosa è successo? Nel 2011 lei è in procinto di rivelare ad una rivista questa relazione col magnate. Un giorno si trova nel parcheggio di una palestra assieme alla figlia molto piccola. Le si avvicina un tipo e le dice di dimenticarsi di Trump se non vuole guai, poi rivolgendosi alla bambina, le dice che sarebbe un peccato che succedesse qualche cosa di brutto alla sua bella mamma.
Sthephanie dice di essersi sentita morire di paura, che riconoscerebbe l’uomo se lo vedesse, che non lo ha mai rivisto e che non ha denunciato per paura.
Poi racconta di aver firmato una dichiarazione dove afferma di non negare la sua relazione con Trump perchè è stata lautamente pagata, ma perché la relazione non c’è mai stata.
Alla domanda sul perché avesse sottoscritto una falsità, lei ha risposto che era stata minacciata che la sua vita, se non firmava, sarebbe stata un inferno.
Poi le viene chiesto perché si dovrebbe credere a quanto racconta. Lei risponde perché è la verità e non ha alcun interesse a raccontare frottole ed è certa che raccontare la verità le porterà solo altri guai e anche un bel sacco di m…(bip).
Alla fine le viene detto che forse Trump la sta guardando, cosa vorrebbe dirgli?
Lei risponde seccamente: “lo sa che dico la verità”.
Fine.
Melania ricompare per avvisare Mr, president che la cena è pronta.
Chissà se a Donald saranno piaciute le costolette in umido coi piselli.
Prima Emma Gonzales con la sua grinta e la ” Marcia per le nostre vite”. ora Stormy Daniels con questa vecchia storia…
Forse dopo la cena Trump ha avuto bisogno di un buon bicchiere di bicarbonato on the rocks e dopo averlo trangugiato, si deve essere chiesto cosa stia succedendo, lui le donne ha sempre saputo come prenderle…
Forse, deve aver pensato, La casa Bianca gli sta portando una pece nera, meglio trasferirsi per un po’ nel Vermont.

Emma

Sei minuti e 20 secondi sembrano niente. Eppure a me sono sembrati lunghissimi mentre osservavo, in un video, la faccia dolcissima di quella ragazza dalla testa rasata e dagli occhi pieni di lacrime.

Emma Gonzales, la portavoce dei sopravvissuti alla strage di Parkland in Florida dove in una scuola sono state massacrate 17 persone, ha parlato da un palco a Washington, durante la marcia contro le armi organizzata subito dopo l’evento e svoltasi sabato 24 Marzo. Molte altre città in America e nel resto del mondo vi hanno aderito e la vista di quella marea umana che affollava Pennsylvania Avenue era sconvolgente.

Piangeva Emma, mentre nominava ad uno ad uno i suoi compagni che non ci sono più, poi è rimasta in silenzio a guardare un punto oltre la folla, immobile, con le lacrime che le cadevano copiose ma dura e determinata, in silenzio per sei minuti e venti tesissimi secondi.

Poi ha pronunciato la frase: “Fight for your life before it is someone else’s job” (lotta per la tua vita prima che diventi il lavoro di qualcun’altro), è scesa e si è allontanata con una naturalezza ed una dignità e una fierezza sorprendenti in questa diciassettenne che ha vissuto un’esperienza che non potrà mai dimenticare e che segnerà la sua vita per sempre, mentre la folla gridava il suo nome e “never again” (mai più).

Ora tocca a chi ha in mano il potere cogliere questo messaggio arrivato da centinaia di migliaia di persone che chiedono di poter vivere senza l’incubo che un folle metta fine alla loro vita nei modi più assurdi ed impensabili, come è successo quel giorno nella scuola di quella cittadina della Florida dove nulla potrà mai essere come prima.

Tocca ai politici che hanno la possibilità di mettere mano alle leggi  che potrebbero contrastare lo strapotere delle potentissime lobby delle armi, dare un segnale di esistenza in vita di una qualche residua dignità e capacità di guardare in faccia una realtà che, dopo questa protesta, non può più essere ignorata.