Gli italiani hanno, qualche volta, una mente un po’ contorta. Cioè vedono le magagne anche dove non ci sono e molto spesso non le vedono proprio dove ci sono.
Non è un gioco di parole ma una constatazione che ho fatto molte volte e che si può definire con un detto che io, personalmente detesto per quanto l’ho sentito dire e ridire alla noia: “Guardare il dito invece della luna”. Tutti sappiamo cosa significa ma per spiegarmi ancora meglio userò un fatto di cronaca piuttosto spicciola e gossipara che letteralmente infesta i giornali in questo scorcio d’estate. Faccio una breve parentesi.
La guerra in Ucraina e in medio Oriente, le elezioni americane ed ora l’attentato a Trump, occupano abbondantemente i media, certo e con ragione. Ma c’è chi ha scoperto la famosa ricetta dell’acqua calda: puntare il dito contro qualcuno, soprattutto se appartiene al variegato e non sempre scintillante mondo dello spettacolo, per attirare più audience. Eh si, perché siamo in estate, fa caldo, la gente è in vacanza e non vuole leggere sempre delle tragedie e delle dispute tra repubblicani e democratici…chissenefrega, dicono, i più. E magari non senza qualche ragione.
Insomma gli italiani leggono poco i giornali, si informano per lo più sul telefonino e di fretta tra una portata e l’altra, in generale eh, non vale certo per tutti.
E siccome gli editori e i giornalisti tengono famiglia e hanno bisogno di far funzionare le macchine, si devono inventare degli eye catcher che “distraggano” ma che, nello stesso tempo catturino l’attenzione e di conseguenza servano a questo scopo: macinare guadagni, vendite, notorietà del giornalista tale o tal’altro che si intesta “inchieste”, che manganella i cattivi, che fa schiumare il brodo insomma, per dirla alla casaliera, come direbbe Gilberto Govi, attore comico, fondatore del teatro dialettale genovese che io amo e del quale ho visto tutte le commedie più volte.
Insomma si tratta del “caso Morgan” il quale da 4 anni ha una denuncia pendente per il reato di stalking da parte di una sua ex, cantautrice, pare, pure lei. Senza addentrarmi nel caso, pare che i due si siano lasciati male e che lei abbia mal sopportato certe “dichiarazioni” oscene di Morgan diffuse sui social. Brutta bestia i social non meglio identificati, a me non piacciono e però noto che tanti ne fanno largo uso . Questo caso occupa da giorni in particolare le pagine de Il Fatto quotidiano e una giornalista, nota anche per le sue tante apparizioni in TV, ne ha fatto un vero e proprio attacco (quasi personale) verso il cantante.
Scopro che la stessa ha avuto una relazione con Morgan anni fa e però dubito che il direttore l’abbia assunta per dipanare le proprie frustrazioni personali, ma un pochino però, tra le righe , di astio represso forse la signora ce lo mette. Morgan l’ha denunciata perché secondo lui diffonderebbe odio nei suoi riguardi. E oggi esce anche la notizia che avrebbe denunciato anche un altro giornalista, non meno noto de Il Fatto, il quale si è gettato nella mischia con un video postato su youtube, dove, facendo smodato uso di c…, intercalato a offese di ogni genere nei riguardi di Marco Castoldi che vanno ben oltre la diffamazione, parla diffusamente e piuttosto male del caso in questione.
Ora, Castoldi in arte Morgan non è stato condannato il procedimento è in corso da anni e però questi due signori sembrano accanirsi su di lui con particolare ferocia accampando motivazioni di difesa della morale e del diritto di avere giustizia da parte della controparte.
Benissimo, ma…mi sono chiesta, come mai tanto fervore moralistico o tanta “voglia di giustizia”, non possono lasciare che sia la Giustizia a fare il suo corso e magari, dopo, pronunciarsi anche con maggiore impeto?
Bene, arrivati fin qui vi sarete chiesti dove voglio andare a parare? Eddai che ve lo siete chiesto, lo so.
A questo:
“E recentemente, il visionario ministro Sangiuliano ha dato a Morgan l’incarico di responsabile e direttore artistico di Villa Verdi a Busseto. Siamo un paese senza speranza”.
Si tratta di un commento che ho letto sotto il video citato del giornalista di cui non faccio il nome ma solo il cognome Scanzi e la giornalista, per chi non l’avesse capito di cognome fa Lucarelli.
Ecco, la “luna”, un po’ triste anche lei ma non per le beghe di questi signori, ma forse perché preferirebbe che non le si puntasse il dito contro troppo spesso e a sproposito.