Peccati di guerra

C’entra Putin anche qui. Si, mi dispiace ma devo citarlo anche in questo caso. Non che mi sia “simpatico”, no davvero. Ma c’entra anche nella guerra tra Hamas e Israele. Il Medio Oriente evoca tante cose, dalla ricchezza sfrenata alla povertà più misera, il fanatismo religioso, il petrolio, il lusso e la guerra. Una costante da quelle parti. Ma la guerra è una costante in tante parti del mondo. Dove ci sono uomini c’è sempre guerra. Come diceva Eraclito “la guerra è la madre di tutte le cose e di tutte regina”.

Come c’entra Putin in tutto questo? Pare che abbia mandato una sua delegazione a mediare (un termine che ricorre spesso in questo periodo ma senza troppo costrutto, “a cuoppo cupo poco pepe capa”) tra Iran e Israele. Insomma pare abbia mandato i suoi emissari a raccomandare agli iraniani di contenersi, si insomma di non fare troppo casino, di andarci cauti. Da che pulpito! E però devo dire che un appello alla moderazione che arriva da lui potrebbe anche trovare, per la legge degli opposti, qualche accoglienza.

Magari fosse, anche se ci credo poco agli appelli alla pace di uno che da anni non fa che fare la guerra al mondo o quasi.

Da una settimana circa da quelle parti, tutti si preparano all’attacco dell’Iran contro Israele per ritorsione contro l’uccisione di un capo di Hamas a Teheran. Perbacco, dicono, l’avrete a che fare con la nostra vendetta, israeliani. E tra Libano e Israele sembra che ci sia un fuggi fuggi di civili ma, allo stesso tempo, o tempora, o mores, anche un certo fatalismo e la gente, pare, se ne stia abbastanza tranquilla nelle occupazioni quotidiane. Abitudine? Forse, li sanno che può succedere sempre di tutto e anche di più e se si dovessero prendere pena per ogni minaccia incrociata che arriva, non vivrebbero più. Certo l’atmosfera è d quelle ad alta tensione ma pare che siano tutti preparati e ben equipaggiati, sperando che la de escalation inizi presto e tutto ritorni alla normale ruotine di ansia generalizzata e soffusa, ma no panic.

Intanto però si sta scaldando a bordo campo chi dovrà prendere le redini di Hamas al posto del defunto e pare che si tratti di un tipino duretto, uno che ha vissuto finora, pare, tra le pantegane e che adesso però, nel suo nuovo ruolo, dovrà per forza di cose farsi vedere, mostrare la faccia ed uscire dal buco di fogna dove stava rintanato, pare, più o meno dalle parti della Striscia di Gaza.

Un tale che sarebbe la mente dell’attentato del 7 Ottobre e uno che fa apparire il morto quasi una colomba. un certo Yhaya Sinwar e mi è saltato subito all’occhio una stranezza o forse una coincidenza, mah. Dalle sue parti si pronuncia Sinvar ma tradotto dall’inglese il nome significa letteralmente “guerra del peccato”. Buffo no? Beh non troppo per uno che pare abbia detto che i tanti morti tra i civili a Gaza sono “sacrifici necessari”.

Ma non sarà che Netanyahu ha fatto ammazzare- Haniyeh proprio per stanare questo tipetto qui?

I Miserabili

La guerra in Ucraina va avanti da 29 mesi. Un numero come un altro, fa caldo, che c’importa?

Cosa ci cambia a noi italiani se gli ucraini muoiono sotto i droni iraniani che i russi lanciano quasi tutti i giorni sulle città? Mica li sparano qui. Ma sono 29 mesi che vanno avanti e ancora gli ucraini resistono. I soldati ucraini ci vanno con le molle, cercano di risparmiare munizioni e vite umane, mentre i russi vanno al macello anche senza munizioni, a gruppetti, vai avanti tu che a me viene da piangere e poi si vedrà. E ci restano sul terreno, i più, uccisi dal nemico appostato tra i rovi e più furbo di quello che i russi pensavano.

Li facevano fessi, a quanto pare. Ma da quel giorno di 29 mesi fa, quando il capitano della guarnigione di Snake Island li ha mandati a Vaffa, loro non ci sono ancora andati. Non ci possono andare, morire per morire è meglio restare sul terreno nemico che in patria fucilato come disertore.

A chi giova tutto questo? Non si sa è una domanda ormai pleonastica. Sembra un video gioco, una roulette ucraina senza cedimenti né dall’una né dall’altra parte. Gli esperti, i vari Orsini, Caraccioli e persino i Santori, tacciono, sono a ritemprarsi lo spirito dopo mesi di congetture sulle intenzioni di Putin e sulle possibili non soluzioni, avevano la gola secca e lo sfinimento è arrivato.

Qualcosa però succede. L’altro giorno i russi hanno liberato dei prigionieri che languivano nelle prigioni russi da mesi o da anni in cambio di altri detenuti negli Usa. Di qui giornalisti, dissidenti, di la, uomini del regime per non dire altro.

Ma tanti non ce la fanno. Come il pianista russo Pavel Kushnir morto in qualche desolante prigione di massima sicurezza, neppure la madre quasi sapeva dove fosse, solo peggio di un cane e a morire di fame e di sete perché protestava e non ci stava a rimanere prigioniero non si sa per quanto per non aver fatto altro che dissentire dalla guerra. Ma dove sono finiti i diritti umani in Russia? Dove sta la Pietà? La conoscono i carcerieri russi del 2024? o sono rimasti ancora all’epoca dei Miserabili?

Sotto i tacchi della zar Vladimiro che imperterrito continua a tessere le sue trame mondiali di destabilizzazione del mondo che non è suo, allargandosi ovunque trovi alleati.

Ma qui ce la prendiamo soprattutto con gli americani che aiutano quelli sconsiderati capricciosi degli ucraini, il loro leader in testa che si è fatto crescere barba e baffi più folti per sembrare più “combattente” e non molla la comoda poltrona di “usurpatore” del trono e continua a combattere come se l’Ucraina fosse sua e non si fosse accorto che è di Putin dalla testa ai piedi. Isole comprese.

Fino a che mi va

“Le donne sono perfide”… Ho scoperto che è un libro di un’autrice italiana che vorrei leggere, se lo trovo. E si sente dire spesso, quasi un luogo comune, da uomini ma anche dalle donne. Anch’io, lo confesso, qualche volta l’ho detto. Io credo proprio di non esserlo ma …e se lo fossi, almeno un poco anch’io? Mah, ci posso riflettere, ma non troppo.

Tutto sommato non è male essere considerate un po’ ” perfide”. Eh già, perché essere buone richiede molta più fatica. Essere gentili, remissive, non accampare pretese, non “rompere” insomma, detta proprio brutalmente, richiede impegno.

Si perché le donne spesso rompono. Vogliono fare tutto quello che fanno gli uomini, persino il pugilato che è uno sport maschile per eccellenza, ma no, le donne vogliono battersi e lo fanno contro altre donne, ovvio. Contro i maschi sarebbe partita persa in partenza perché il maschio per le sue caratteristiche ha più forza e quindi metterebbe KO una donna in pochi secondi. Ma e se la donna avversaria è una donna per modo di dire? Cioè se la medesima ha caratteristiche maschili marcate (e si vedono) e le si permette di gareggiare contro una donna – donna, l’esito sarà quasi sempre che la donna donna perde.

Abbiamo scoperto cosi che esistono donne” intersex” , cioè che possono avere caratteristiche maschili ma essere donne a tutti gli effetti. E, infatti, ci sono donne “perfide” che fanno le premier e donne “perfide” che vogliono persino diventare presidente degli Stati Uniti…la perfidia e l’arrivismo delle donne è davvero senza limiti.

Ricordo che da bambina, vicino alla casa dei nonni, c’era una grande casa che sembrava un castello dove abitava una grande famiglia e dove la nonna andava a volte per buon vicinato a prendere un caffè. La padrona di casa era una donna piuttosto mascolina e scorbutica che mi metteva paura. Quando accompagnavo la nonna in queste visite, me ne stavo sempre fuori in giardino, da sola e mi arrampicavo sugli alberi di ciliegie per cogliere i frutti. Me ne stavo seduta su un ramo e me le mangiavo in grande quantità guardando gli uccelli che mi sorvolavano ed ero felice. Ma poi, all’improvviso, usciva quella donna, la padrona di casa e mi urlava di scendere, piccola ladra, che se volevo le ciliegie me le avrebbe date lei. La nonna non mi difendeva, ma si scusava e mi ordinava di scendere subito. Io ne ero terrorizzata.

Poi, in seguito seppi che quella donna mascolina, autoritaria e con la barba, era una strega. Si, una strega e che quando è morta sopra il suo giaciglio di morte è andato a sedersi un gatto nero. Questo, almeno, si raccontava di lei. Che fosse vero o no, non saprei, ma forse erano solo dicerie di malelingue (forse streghe a loro volta).

Credo di aver sempre avuto un po’ paura delle donne ( di alcune donne) perché mi ricordavano la “strega”, quella che mi sgridava. E ho avuto poche amiche forse anche per questo: la mia paura istintiva che dietro all’apparenza gentile ed amichevole si nascondesse una “strega cattiva” spuntava sempre appena ritrovavo in loro qualche cosa che mi ricordava la donna del castello.

Ed ora che ci penso, forse, sono anch’io un po’ così. Ma non ho mai avuto la barba e neppure caratteristiche maschili. Beh, si forse, qualche cosa di androgino ce l’ho pure io: il carattere un po’, diciamo, forte.

Mica scendevo subito dall’albero, no, mi facevo pregare e poi una volta scesa non piangevo per i rimproveri. No, me ne stavo muso duro lungo tutta la strada e pensavo che alla prima occasione lo avrei rifatto. La nonna mi ha sempre definito una ribelle.

Una “perfida” ribelle. Anche un po’ strega, forse.

Si, va, siamo quasi a ferragosto, ci sta. Posso anche ammettere di esserlo almeno un po’ e non mi dispiace neppure. E’ tempo di vacanze e le vacanze prevedono che si esca dalla routine quotidiana. perciò oggi mi va cosi e se mi direte di scendere dall’albero di ciliegie, mi ribellerò e me ne resterò lassù fino a che mi va.

PS: Però, non osate darmi ragione…

Sono un pirata ed un signore

Con 500mila voti, l’abbiamo messo in Parlamento, si è fatto bello col libretto e ora che lo hanno assolto, si mostra ilare e pimpante, lui non ha fatto proprio niente e ora se ne va bel bello a fare il patriota in Europa e spara le sue opinioni su tutto meno che su cose interessanti per gli italiani.

Vannacci, l’ex generale è un bell’uomo, si vede che lo sa e si da anche delle arie. Gli piace piacere e sorride a favore di telecamere soprattutto per le fans. Le donne sono sicuramente il suo target più targhettato perché si sa che le donne sono facilmente raggirabili in politica in quanto sono più influenzabili dalle apparenze, esteticamente più sensibili. Parlo in generale, sorelle (!) non per tutte vale, ovvio. E poi se un politico è anche attraente rende più attraente anche la politica che le donne, in genere trovano poco interessante.

Non lo dico per me perché a me non piace Vannacci, non mi piace lui né le idee che esprime. Per esempio non mi interessa commentare quello che dice sulla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi, non credo alla indignazione sulla rappresentazione che ha scandalizzato persino il Vaticano. E do poca importanza anche al dibattito sulle pugili donne che però hanno caratteristiche maschili, credo che ci dovremo abituare al mondo che cambia e cambierà di più e sempre più in fretta.

Ho come l’impressione che ci sia l’intento di distrarci dalle cose serie e le cose serie sono che il mondo sta andando a rotoli con una situazione molto critica in Medio Oriente e una situazione altrettanto critica in Ucraina, una situazione molto preoccupante in America e un mondo in bilico sull’orlo dell’abisso,

E noi possiamo pensare alle dichiarazioni di uno che ha preso tanti voti da essere eletto europarlamentare ed è diventato un personaggio che gli serve più che altro a far parlare di sé? Un narcisista manipolatore che vuole stupire e ci riesce bene anche se quello che dice è una summa di luoghi comunissimi ma molto percepiti come verità? Un Trump italiano con la lingua sciolta e arrivismo e ambizione da vendere.

E’ stato assolto dalle accuse di aver sperperato denaro pubblico? bene sono contenta per lui ma non vedo perché dovrei interessarmi a questo tipo che dice cose che non condivido, solo per fare sensazione, vendere libri e infinocchiare la gente per diventare celebre e ricco. Eddai, si anche ricco. Non guasta.

Va bene, è agosto, siamo distratti dal caldo, dalle vacanze, dal sole e dal mare, guardiamo con occhio distratto alle devastanti notizie che arrivano da più parti e sembriamo quasi indifferenti: troppa informazione ci rende poco lucidi oppure quando è tutto troppo scatta un automatismo che chiude automaticamente il cervello? E poi diciamola tutta, a noi che ce ne importa?

Noi siamo italiani, abbiamo il paese più bello del mondo a nostra disposizione, abbiamo ‘o sole e ‘o mare. perché dovremmo preoccuparci di quello che ci succede intorno?

Siamo una penisola, siamo attaccati un po’ quassù al continente ma per il resto è tutto mare intorno. Di che ci preoccupiamo? Dei pirati?

“Più amor proprio che pudore”…

Ipocrita

Roberto Saviano ha denunciato il clima che, secondo lo scrittore, attualmente in Italia, impedirebbe la libera espressione delle idee. Lo fa con particolare riferimento alla premier Meloni che, a suo dire, vuole una stampa piegata ai suoi diktat e che “scrive sotto dettatura”.

Questo il parere del famoso scrittore già condannato per aver dato della “bastarda” a Giorgia Meloni durante una sua apparizione (una delle tante) a Piazza Pulita di La7. Se l’è cavata con soli mille euro che ha potuto pagare agevolmente perché pare, che lo scrittore, negli anni abbia accumulato una fortuna tra diritti d’autore e comparsate in TV.

La parola “bastarda”, secondo lo scrittore era una “critica” politica e non era intesa come offesa. Il giudice gli ha dato torto ma ha minimizzato la pena e osservato che in lui c’era un “intento morale” che mitiga l’offesa.

Vediamo il significato di “bastardo”:

1 volg. Nato al di fuori di un matrimonio, con valore spreg. SIN illegittimoadulterinofiglio b.” questo dice il dizionario.

Dunque un termine molto dispregiativo perché da alla persona insultata lo status di illegittimo, cioè di qualche cosa che non ha neppure diritto di stare al mondo. E’ altamente spregiativo perché se una persona viene definita “bastarda” si toccano delle corde molto intime e che sono correlate con la sua nascita. Definire bastardo qualcuno vuole dire mettergli l’etichetta di spurio, le stigmate di paria, di condannato ad essere un essere “illegittimo”, senza valore come quei campioni che si mandano ai clienti assieme alla merce. Un reietto della società. Un tempo i figli illegittimi avevano un marchio indelebile in quanto non nati nella regolarità del matrimonio e perciò figli del caso o della “provvidenza”. Le loro madri erano spesso definite “puttane”, donne di scarso valore e da relegare in fondo, nel gradino più basso della società.

Ora non è più cosi da molto tempo e le leggi in merito ai figli nati fuori dal matrimonio sono state modificate e sia la madre che il bambino non subiscono più l’ostracismo al quale venivano sottoposti, la gogna e la vergogna per una cosa considerata quasi un delitto da essere punito sulla pubblica piazza. E, neanche a dirlo, erano sempre le donne a farne le spese.

Ma lo scrittore riesuma un termine obsoleto e vigliacco per definire una donna che, allora solo parlamentare, porta avanti una politica che non è nelle sue corde. E lo fa perché sa che quel termine è un’offesa delle peggiori, delle più infamanti di quelle che ti marchiano a vita.

Ma non pago, oggi reitera le offese ma lo fa in modo più pacato dicendo solo che la democrazia in Italia è sotto attacco e la libertà d’espressione pure. E dice anche che viene spesso tacciato di essere uno che critica per guadagno e questo lo fa infuriare perché lui critica per idealismo. Mentre Meloni non fa la premier per idealismo ma per guadagno. Botta e risposta: anche Meloni, secondo Saviano, lucra sulla propria ideologia e il potere le piace soprattutto perché le porta guadagno.

La vorrebbe povera? Si forse, anzi non la vorrebbe affatto. Ma Saviano forse non si rende conto che a votarla sono stati gli italiani e che lo hanno fatto con libere elezioni e nessuno li ha pagati.

Pare che il patrimonio dello scrittore sia piuttosto ingente. Se parliamo di idealismo di sicuro Saviano ne è un paladino. Ma se parliamo di soldi non può negare che il suo idealismo gli frutta e gli frutta parecchio.

Dunque, per dire, se vuoi offendere e poi fare l’offeso perché l’offeso ti denuncia e se perdi la causa protesti pure, dovresti, prima di tutto, rinunciare francescanamente a tutti i compensi che ti derivano dalla tua libera espressione ideologica e poi parlare dei guadagni che gli altri fanno con la loro ideologia.

Altrimenti puoi essere definito, a buon diritto e spero che lo scrittore non mi denunci: un ipocrita.

Permalosi

Se c’è una cosa che mi ha sempre disturbato più di altre, fin da bambina, questa cosa è la permalosità. Il dizionario indica nel permaloso un carattere incline ad irritarsi facilmente anche per le cose più banali:

“Che dà prova di una suscettibilità risentita e dispettosa, per lo più in corrispondenza di futili pretesti.”

Tutti sappiamo bene come si comporta un permaloso, ma sono sicura, che nessuno di noi sarebbe disposto ad ammettere di esserlo. “Ma quando mai? Io permaloso? No, reagisco solo a critiche o osservazioni sbagliate o malevole, dettate per lo più dal desiderio di offendermi!”

Ecco cosa risponderebbe un vero permaloso nel caso gli si faccia osservare che se la prende per nulla. Ma poi, lo stesso è spesso una persona ipercritica che non si esime mai dal sottoporre il suo prossimo vicino o lontano, ad una radiografia del tutto non richiesta, gratuita, ma accurata nei dettagli. Ma, quando gli fai osservare che sta criticando in eccesso ti salta alla giugulare come se lo avessi offeso a morte.

Per dire, siamo poco disponibili alle critiche ma siamo molto disponibili a criticare.

La permalosità nelle persone mi ha sempre un po’ spaventato perché avendo un carattere impulsivo (almeno questo mi dicono) dovrei spesso contare fino a dieci prima di parlare. Ma non ci sono mai riuscita, neppure arrivo a due. Scrivendo potrebbe essere più facile trattenermi, ma, al contrario, non so per quale meccanismo inconscio, lo sono anche di più. Voi direte…puoi sempre rileggere e …pentirti. E invece no. Se rileggo non solo non mi pento ma, nel dubbio rincarerei la dose.

Non so voi ma io, fin da piccola, sono stata educata a pesare le parole col bilancino tanto che non riuscivo neppure a salutare le persone perché  non sapevo mai quando dire buongiorno, buonasera, arrivederci o, o, o, …e finivo col diventare di ogni colore e non dire nulla. E, quando mia madre mi interrogava sul perché non salutassi (maleducata, aggiungeva) io mi vergognavo di rispondere che non sapevo mai quale saluto usare, tutti mi sembravano sconvenienti.

Poi, col tempo, ho imparato a fare un semplice cenno con la mano, fino a che sono diventata abbastanza grande da discernere tra il giorno e la notte e finalmente ho imparato i convenevoli. Ma il dubbio mi sorge ancora, di tanto in tanto.

E non basta. Spesso e fino ad una certa età, mi dilaniavo pensando se avessi o meno detto una cosa sbagliata che poteva ferire o infastidire il mio interlocutore…se ci penso ora non mi viene per niente da ridere perché mi ricordo le inutili pensate e il tempo perduto nel cercare di capire se era cosi o meno.

Poi ho imparato a non farci caso. Né ai permalosi né ai criticoni. O meglio, so che spesso i permalosi sono ipercritici per loro natura e allora se li conosco li evito. E quando non posso farne a meno li critico a mia volta oppure, ed è un metodo ormai collaudato che funziona…li mando a quel paese. Sperando che ci vadano senza offendersi, O anche no.


Mi è capitato per caso, rovistando, questo articolo e lo ripropongo, così tanto per cambiare argomento, per non passare dalla guerra alla guerra…tra di noi e la politica che finisce sempre per deluderci. E soprattutto perché fa caldo e a parlare sempre di Putin o di Trump, mi pare che il caldo aumenti.

Da Beppe a Beppe

Dopo la sconfitta alle europee il Movimento è in movimento, anzi in Azione, basta inazione ora si fa. E come si fa?

Ma si fa da soli, dice l’ex premier che ha dato il via alla Assemblea Costituente del Partito.

Già, perché d’ora in poi potrebbe anche chiamarsi “partito” e non più movimento, tutto è in divenire, niente più staticità ma un rimescolamento di carte che dovrebbe portare a rivoluzionare – secondo le intenzioni di Giuseppe Conte – tutta la politica del Nuovo Partito forse neppure più a cinque stelle. Facciamo 6 o quattro? lo deciderà l’assemblea, pare, aperta ai cittadini che vogliono fornire idee ed indirizzi. Tanto poi si fa come dice lui, il Conte e decreterà quello che pare a lui infischiandosene poco nobilmente della democrazia diretta se non sarà diretta da lui. Come ha fatto quando era premier e gli esiti si sono visti.

Insomma, dopo le due missive che si sono scambiati; il garante per richiamarlo all’ordine e il capo politico per mandargli un bacio a stamp(a)o ideale, ma di quelli che solo Giuda sa come si fa, ( mi si perdoni l’accostamento forse troppo elevato per uno come Conte) è iniziata la guerra dei due capi: l’Elevato e il parvenu.

Insomma Conte vuole fare una bella ammucchiata alla francese, un campo larghissimo dove metterci dentro tutti da Schlein a Renzi e se ci vuole stare persino un Frato Janni e, perché no? Una Salis? e se ci fosse pure una Scendis, lui non ha preclusioni è aperto a tutte le esperienze ormai di inesperienza ha già dato abbastanza prova è ora che si emancipi dalle pastoie del grillismo della prima ora: l’importante è battere Meloni. Tutto il resto è noia, vana politica politicata grillina o ex tale.

“Io e te da soli”? ha risposto al garante che gli chiedeva un incontro preliminare. “Ma cosa stai dicendo”? come a dire “io sto già morendo (di noia) solo a leggerti…”.

Ma quale preliminare? risponde Conte a Grillo, io vado al sodo è ho già convocato la Costituente, mica no. Eh, aspettavo te…

Immaginare che io e te, da soli o – come pure scrivi – insieme a “un gruppo ristretto dei nostri”, si proceda a individuare e discutere temi da sottoporre all’Assemblea, significherebbe arrogarsi la scelta di indicare i temi su cui l’Assemblea è legittimata a pronunciarsi, assumendo che rispetto a tutti gli altri essa sia priva di legittimazione”.

Questo ha risposto Conte-Giuda, alla missiva dell’altro Beppe che si firma : “con amicizia Beppe”. Si, amicizia, deve aver pensato l’altro Beppe che ha risposto ” con altrettanta amicizia Giuseppe”. Ma poi gli ha scippato il mazzo con tutti i mazzieri.

Per farla lunga e larga, i due non si reggono più e l’amore è finito da un bel pezzo ( se mai c’è stato) e come tutti gli amori finiti porterà un lungo strascico di malevolenze e rancori e attriti di cui si sentono già gli echi in quel di Sant’Ilario.

Come sempre chi vivrà vedrà se vorrà o anche no perché in fondo poi a noi di Conte e di Grillo che ci può mai importare? Non fosse che quando sarà il momento si dovrà votare (e io non credo affatto alla profezia del mago Cacciari) potremmo anche tranquillamente restare del tutto indifferenti alle loro beghe interne o esterne.

Ma anche no. Voglio proprio vedere dove andranno a parare… e spero che vadano a parare contro un muro, ma non di gomma.

Sono come sono (gli orsi)

Ci sarebbero molte cose di cui parlare e però non posso non accennare all’orsa uccisa ieri in Trentino perché ritenuta pericolosa.

I suoi tre cuccioli sono rimasti orfani e vagheranno per i boschi in cerca della mamma senza trovarla. Certo che ci sono bambini uccisi a Gaza e vittime di guerre ovunque o anche vittime di insensati come quello che ha ucciso tre bambini e feriti molti altri, colpendoli con un coltello a Southport in Inghilterra: una cosa orrenda, senza senso e di cui non si sa ancora nulla.

Ma questa bestia viveva in un ambiente privilegiato dove la natura è padrona di casa e dove la natura insegna all’uomo che vive sempre più snaturato dentro città e periferie malsane, che esiste anche un’altra way of life e che ci sono alberi e prati e colline e panorami sconfinati dove tutto è silenzio e però è vita. Ed è più vita di quella che passiamo dentro le confortanti pareti delle nostre case che con queste temperature diventano gabbie di cemento infuocato.

Io non so di preciso perché Kj1 sia stata abbattuta e se era giusto farlo, non mi permetto di giudicare le scelte di un amministratore che avrà avuto certamente molte pressioni per risolvere una questione delicata legata alla pericolosità di questo splendido animale.

Ma mi dispiace pensare che l’orsa era una mamma e come tutte le mamme teneva alla sua prole e che se qualcuno gli si avvicinava lei mostrava le unghie e che forse avrà sconfinato anche per procacciare del cibo per i cuccioli.

Sono tenerissimi i cuccioli di orso, sono la quintessenza della tenerezza e viene voglia di stringerli e di proteggerli e pensare che sono da soli nel bosco in balia di tutto perché la loro mamma protettiva e accudente gli è stata strappata da un colpo di fucile mi fa sentire anche un po’ scema se vogliamo, e se penso ai tanti bambini nelle stesse o peggiori condizioni, ancora di più, ma non posso non pensare che si poteva forse evitare.

Gli uomini sono prepotenti e pensano di essere padroni di tutto anche di creature che vivono e amano e sono come sono e se anche definite pericolose nessuno può arrogarsi il diritto di eliminarle.

Quasi…

Dunque, da quanto apprendo dai media americani oggi, Trump sarà chiamato a testimoniare davanti agli inquirenti, sull’attentato che ha subito.
Eh già, chi meglio di lui può dire ciò che ha subito?
Ma non solo, leggo che Thomas Crook, il ragazzo che gli ha sparato aveva fatto un’oretta di ricognizione sul luogo del delitto la mattina stessa e poi aveva anche fatto volare un drone sopra tutta l’area sotto gli occhi degli agenti federali e della polizia locale. E passi, poi è andato al raduno un ora e mezza prima dell’inizio e però non si è seduto sulle panche, no, ha girato indisturbato per tutta l’area per poi posizionarsi vicino alla fabbrica una decina di minuti prima dell’inizio. Non basta, a comizio iniziato ha intrapreso la scalata verso il tetto della fabbrica cercando la posizione più propizia per sparare a Trump. Molti testimoni dicono di averlo visto salire con lo zaino pieno di armi, di averlo detto agli agenti ma senza che questi si scomponessero…
Beh, io sarò “romanziera” ma qui c’é la trama per un romanzo giallo in piena regola.
Dunque, Crooks, va, si rigira per il campo, ci fa volare un drone, si arrampica sui tetti, il tutto indisturbato, senza che nessuno gli chieda uno straccio di documento o su che diamine stia facendo, anzi no, pare sia stato identificato ma poi lasciato andare ma “tenuto d’occhio come sospetto”…alla faccia.
A questo punto ci si interroga sul perché di tanta nonchalance da parte del servizi di sicurezza. Ma risposte non ce ne sono, per ora.
Forse pensavano ad un turista che voleva immortalare il luogo del comizio? Forse un agente in borghese cosi segreto da non risultare neppure come esistente in vita?
Insomma, potrebbe anche essere stato un fantasma o un’allucinazione da caldo.
Fatto sta che quello, va, gira rigira, sale sui tetti e spara.

Bene, su questo l’inchiesta non ha ancora fornito risposte né esaurienti né vaghe.
Ma l’altro giorno il direttore dell’FBI davanti alla commissione parlamentare ha detto che sarebbe sorta la questione che Trump possa essere stato colpito non da un proiettile ma da una scheggia.
Apriti cielo terra e limitrofi.
Un certo Jackson (quello di cui Trump aveva sbagliato il nome in un rally) il quale è repubblicano supporter nonché medico personale dell’ex presidente, ha tuonato adirato che Trump è stato colpito da un proiettile e lo confermano anche i medici dell’ospedale di Butler.
Ma, pare, non sia vero, per nulla e pare che i medici e paramedici di Butler non abbiano rilasciato alcuna dichiarazione o referto medico dopo aver prestato le cure a Trump. Ma gira voce, non ricordo di chi che Trump potrebbe essere stato colpito da una scheggia di proiettile disintegrato…
Dunque, riassumendo (pfuiii), il medico personale di Trump di quando era presidente, dice di averlo visitato dopo lo shooting e di confermare che è stato colpito da un proiettile. Ma i medici che hanno visitato Trump subito dopo l’accaduto, non hanno rilasciato nemmeno un tiratinlà…
Dunque ri ri assumendo (se non vi siete addormentati) Trump non è stato solo miracolato una volta ma due, perché il proiettile non solo non lo avrebbe colpito ma solo sfiorato ma addirittura si sarebbe disintegrato in prossimità del suo orecchio e quindi l’orecchio medesimo sarebbe stato colpito solo da una piccola scheggia di proiettile…
Beh io mi sono stancata, se siete arrivati fino a qui siete bravi e ditemi cosa ne avete capito voi perché io non ho capito nulla…o quasi.

Le colpe dei figli

Fare i genitori non è per tutti. Fare figli è relativamente “facile” ma educarli e seguirli poi per tutta la vita è un’operazione estremamente difficile. Complessa, piena di incognite e senza alcun dubbio però, comporta delle responsabilità. Gravi responsabilità.

Forse Nicola Turetta, padre di Filippo, prima di tutto voleva rincuorare se stesso quando ha parlato al figlio durante la prima visita in carcere dopo che aveva ucciso Giulia.

Ha pensato a dirgli quello che “non” era piuttosto di quello che è: un feroce assassino senza la minima pietà. Ha cercato di giustificare in modo persino grottesco, un’azione brutale. incomprensibile e inaccettabile. Non ha voluto dirglielo? Temeva si suicidasse? E non ha pensato che Giulia non si era “suicidata” ma era stata uccisa da lui, da quel figlio che gli stava davanti e che lui, il padre, ha cercato di consolare? Forse per trovare consolazione alla miriade di dubbi sulla propria identità di padre. Si sarà chiesto Nicola cosa aveva sbagliato nell’educazione di quel figlio che ora si trovava davanti a lui dentro una cella con la prospettiva concreta di non uscirne più?

Se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, le colpe dei figli, in qualche modo ricadono inevitabilmente sui padri. E sulle madri. La madre non sembra aver detto nulla o, almeno non sono riportate le parole che avrebbe detto se le ha dette Certo, una donna dovrebbe sentire, oltre allo strazio per quel figlio, lo strazio per come ha ucciso, come ha torturato, come ha brutalizzato un’altra donna.

Non li giudico, hanno abbastanza pene da scontare per il resto della loro vita senza subire anche i giudizi di chi è spettatore inorridito da quanto è successo prima e quanto succede ora. Le rivelazioni su quel colloquio sono desolanti. Ma Filippo sapeva bene sia di essere inquadrato sia di essere registrato ed ha pesato le sue parole. Neppure in quella circostanza si è dimostrato davvero pentito di quello che ha fatto. Ha contestato il padre e quello che diceva, credo, più per timore dii non apparire consapevole della sua colpa che per vero, profondo desiderio di comunicare il suo pentimento (se c’è stato) ai genitori.

Ora spetta ai giudici giudicare e spero lo facciano considerando che Giulia non c’è più e come lei tante tante altre donne che avrebbero voluto vivere appieno la propria vita e invece gli è stato impedito di farlo in maniera crudele da assassini che poi, sembrano sempre “non essersi resi conto” di quello che hanno fatto. Della gravità del crimine compiuto.

E che Filippo non deve certo pagare anche per gli altri, ma pagare si e con una pena adeguata alla gravità all’efferatezza, alla crudeltà, con le quali ha ucciso quella povera ragazza che diceva di amare. Senza sconti o “scusanti” derivanti da presunti raptus o problemi mentali.

Perché come si è comportato è fin troppo chiaro e se i genitori possono essere forse “ignorati”, se si può stendere un velo pietoso sulle quelle parole dette dal padre, non si può e non si deve mai dimenticare che Giulia aveva diritto alla propria vita e nessuno mai potrà ritornargliela.