A spoonful of Nutella

Prendine un cucchiaino e ti sentirai meglio…ha scritto sul biglietto che accompagnava il regalo per il re d”Inghilterra…

Un regalo originale, quando mai un re si è visto regalare un vasetto di Nutella? I re dovrebbero avere tutto, non essere mai tristi. Eppure Giorgia Meloni ha pensato che Carlo potesse esserlo, come tutti noi, anche se non siamo re o regine.

E sono certa che il re lo ha apprezzato. Spiritosa, avrà pensato. E, sono sicura che è quasi già arrivato al fondo del vasetto.

Personalmente devo dire, senza volere fare pubblicità, che la Nutella è stata spesso una ancora di salvezza: uno, due cucchiaini e …certo qualcosa fa, lenisce le pene al bisogno ed il bisogno c’è, spesso, o c’è stato e, devo dire ci sono ricorsa spesso. Nessuno è esente da pensieri negativi, sofferenza, stress o vero dolore.

Quando arrivano ci si sente spesso disarmati, almeno io mi ci sono sentita spesso così e qualche volta mi sono attaccata a quel vasetto così invitante e attraente e qualcosa ha fatto. Poco, ma ha fatto. Un piccolo aiuto nei momenti tristi.

Meloni ha detto: “nei giorni di pioggia”. I giorni di pioggia sono molti nella vita anche quando fuori c’è il sole spesso la pioggia ce l’abbiamo dentro e la Nutella è un piccolo gesto amorevole verso noi stessi.

Si perché è proprio l’amore quello che al volte fa più soffrire e un gesto d’amore verso noi stessi è necessario, a volte indispensabile per non sentire troppo quella fitta dolorosa vicino al cuore che a volte rimane lì a lungo e non se ne va fino a che non succede qualcosa.

Platone, nel Simposio diceva: se esistesse un esercito di amati e amanti, per quanto in pochi messi a combattere gli uni vicino agli altri, vincerebbe su tutti.

Oh, se ci potesse essere una città o un esercito composto tutto di innamorati, non vi sarebbe modo migliore di reggerlo e di vedere uomini rifuggire dal male e rivaleggiare tra loro nelle belle azioni; in guerra, poi, messi uno al fianco dell’altro, anche se in pochi, si può dire che vincerebbero il mondo intero. Perché l’uomo innamorato sarebbe disposto ad abbandonare il suo reparto, a gettare le armi sotto gli occhi di tutti, ma non dinanzi alla persona amata, piuttosto preferirebbe centomila volte morire; e, d’altronde, abbandonare la persona cara, non prestarle il suo aiuto se è in pericolo, non c’è nessun uomo tanto vile cui Amore non riesca ad infondere il necessario coraggio, come se fosse posseduto da un dio e renderlo uguale a chi è coraggioso di natura. Insomma, lo stesso soffio divino che, a quanto dice Omero, un dio infonde in taluni eroi, Amore, come un suo dono, suscita in quelli che amano»“, Ovviamente dovrebbe essere previsto che le donne possano farne parte.

E Meloni ha quasi inventato uno slogan per un prodotto che non ne ha assolutamente bisogno e che potrebbe essere: un cucchiaio di Nutella fa bene al cuore.

Bulli e pupe

Il mondo attuale è in mano ai bulli. Kaja Kallas ha detto che Putin è l’aggressore e che Trump deve riconoscerlo e dirlo chiaramente e che se vuole la pace deve fare pressioni su di lui.

Le “pupe” stanno dimostrando coraggio e determinazione.

Ieri Trump ha detto che la guerra in Ucraina è la guerra di Biden non la sua e così ha messo le manone avanti: attenzione io me ne potrei lavare le mani. Smentendo tutto quello che aveva detto in campagna elettorale e cioè che con lui la guerra o le guerre, sarebbero finite subito.

Manco per nulla, sono peggiorate sia in Ucraina che in Medio Oriente.

Putin ha intensificato gli attacchi giornalieri e Netanyahu continua a bombardare la Striscia di Gaza. Trump è concentrato sulla bufera dei dazi creata ad arte da lui e sulla quale ha senza dubbio lucrato, ormai lo dicono tutti e quindi delle guerre se ne infischia.

Non solo, il nuovo ordine mondiale, quello che Putin auspicava con la vittoria di Trump dal 2016, si sta avverando ed è disordine e caos. Con i dittatori non può esserci niente altro che guerra, disordine e caos.

L’America di Trump non è più la stessa che abbiamo conosciuto fin qui, ma un paese ostile al mondo intero dove i diritti umani vengono violati, la libertà d’espressione negata, la libertà di stampa idem e dove la giustizia, in molti casi, viene sottomessa al potere. Tutto il contrario della Democrazia.

E il deterioramento progressivo ma inesorabile della democrazia in America è un problema globale, investe il mondo intero che rischia di arretrare di secoli e dove il pericolo di guerre e di sopraffazioni è sempre in agguato.

La vittoria di Trump si dimostrerà un boomerang per gli americani che hanno creduto alle sue parole, la recessione è già iniziata e la guerra lanciata da Trump coi dazi, si intensificherà portando gravi scompensi a livello mondiale.

E’ più che mai necessario prendere consapevolezza di questo e lottare da cittadini del mondo perché i bulli non riescano nel loro intento di sovvertire le regole democratiche e farlo precipitare nel caos. Manifestare il proprio dissenso verso le guerre, le sopraffazioni i soprusi in ogni forma lecita, credo sia un dovere di tutti.

Kaja Kallas dimostra coraggio e, credo, dovremmo prendere esempio da questa donna che sa che potrebbe avere delle ritorsioni ma non se ne cura e dice chiaramente il proprio pensiero in faccia ai bulli.

Solo così si difende la democrazia, con coraggio e determinazione e rischiando qualcosa in proprio perché la libertà è un bene troppo prezioso per lasciare che i bulli la condizionino giorno dopo giorno senza che ce ne accorgiamo.

Parole

Le parole volano e  accarezzano

e morbide come piume fluttuano.

O sferzano come bufera sul viso.

Sono cosi le parole delicate o crudeli

parole che incantano  ammutoliscono

oppure parole che uccidono.

Danno voce all’anima o al cuore

o alla rabbia  all’odio al furore

e offendono  deridono  mirano

puntano e sparano.

Oppure sono come carezze

e assomigliano al suono

di conchiglie appoggiate

all’orecchio dove si sente

il mare e il silenzio che

non assomiglia a niente

se non all’eco di un dolore.

Fra le righe del dialogo

Strano che uno che poco tempo fa andava per fiere delle armi e imbracciava kalashnikov e poi si faceva i selfie in tenuta da Rambo, oggi si dichiari così pacifista da non dire mezza parola sulla strage di Sumy. Si, proprio lui, il segretario della Lega, il ministro dei Trasporti, tace sulla strage che i russi hanno fatto la domenica delle Palme in Ucraina. Uno che baciava crocifissi, ora non ha nulla da dire sul massacro di persone inermi che andavano in chiesa coi rametti d’ulivo?

E Conte? Come mai tace? Sopravvenuta afasia in seguito a troppo ciarlare nelle piazze e in TV?

I due pacifisti della domenica non trovano nulla da dire su questa strage domenicale? Eppure si dichiarano contro le armi, contro la guerra e per la pace, la diplomazia, il “dialogo”. Già, il dialogo. Bella prova di dialogo che ha dato Putin con i suoi missili. Un dialogo che mira a convincere ma la diplomazia evidentemente per lui è quella che si fa con le armi, il dialogo dei vigliacchi e di chi sa che nessuno oserà ribellarsi perché il “dialogante” ne ha anche per lui.

Mentre il ministro della Difesa ci informa che siamo indifesi, il ministro della Ragione Pubblica ci informa che, si possiamo anche arrivare al 2 per cento senza sforare il piatto di instabilità. E Crosetto furioso risponde che ci vuole almeno il 3, se basta e non basta.

Salvin pacifico se la prende con Macron guerriero e con la UE tutta che si riarma mentre lui si è dato al francescanesimo spinto e per amor di Putin ha venduto su Subito (e tosto) anche la pistola ad acqua di suo figlio. E si è proposto di fare il “mediatore” coi lupi che stanno girando per Milano. Potrebbero trovarlo simpatico e allontanarsi senza fare più ritorno.

Meloni va in missione a Washington per domare la fiera (occhio che il Grande Fratello- coltello ti scruta). Che faranno i due? Si abbracceranno e baceranno come vecchi amici o la premier rimarrà rigida e compunta indossando un bavaglino (foulard) con scritto: do not kiss me ? Beh, auguri, ce l’avrà bella tosta a convincere uno, senza dirlo che è un gran figlio di peripatetica spinta (con tutto il rispetto per mamma Mary, non se la prenda…),ma che lei non ha colpa se le è uscito così e in onore proprio a quella donna che ha avuto il destino crudele di essergli genitrice, dovrebbe ritirarsi a vita privata a coltivare barbabietole nel Mid West. Presiedere il mondo non è cosa per lui.

Ma saprà come dirlo senza dirlo? Potenza del dialogo: una bomba così bisogna saperla sganciare piano e Trump non è tipo da cogliere i significati tra le righe delle parole non dette.

Allora, se posso avrei un suggerimento per la premier: Guardalo dritto negli occhi Meloni e spara: ahò, la voi finì? Quand’è che te levi dai…

Solo così avrà avuto un senso questo viaggio all’inferno. Altrimenti tornerai perditrice.

Il macigno

Ancora missili che piovono dal cielo e colpiscono i fragili civili che vanno a messa. E’ successo poche ore fa a Sumy, una città ucraina poco distante dal confine con la Russia. Sono morti in tanti e feriti ancora di più. Da quando Zelesnky ha accettato la tregua di 30 giorni che Trump aveva proposto, la Russia ha aumentato la sua offensiva verso quel paese martoriato.

Questi attacchi dal cielo che colpiscono i civili che vanno in chiesa e che devastano il centro cittadino, possono essere definiti operazioni di guerra? Non sono piuttosto atti di terrorismo, come li ha chiamati il presidente ucraino? Atti di terrore che vogliono significare la volontà dei russi di ottenere quanto più possibile da una eventuale trattativa che pare sempre sul punto di trovare soluzioni, ma che va a passo di lumaca e intanto la gente continua a morire.

E i soldati ucraini al fronte sono sempre più stanchi e demotivati, depressi e gli ospedali sempre pieni in una lotta disperata per salvare quelli che i medici riescono a salvare. E sono uomini, ragazzi, anche loro, che potrebbero attendere alle loro normali attività di gente normale: studiare, lavorare, andare a divertirsi, fare l’amore con le loro donne. E invece devono stare li, da anni, a fronteggiare un nemico che è il vicino della porta accanto che li combatte per ordini superiori di chi vuole assoggettare il paese confinante alla propria volontà e autorità.

Volontà di potere di un leader settantenne che insiste a volere prevalere sulla scena mondiale, che non si rassegna a invecchiare serenamente e che vuole dimostrare di essere potente e di volere quello che vuole e che asserisce spettargli di diritto.

Ma quale diritto? il diritto dei prepotenti, il diritto dei forti deboli che sono terrorizzati dalla morte che ghermirà anche loro prima o poi e allora per esorcizzarla uccidono i loro simili e pretendono che questi si inchinino alla loro mortale strapotenza.

Ora che negli Usa a governare c’è uno che assomiglia a Putin e per molti versi lo imita, ancora di più il russo mostra strapotere, anche se ritengo che i due si odino cordialmente come sempre è stato tra russi e americani, ma si sostengono vicendevolmente come Hitler e Mussolini, un po’ perché si temono, e un po’ perché si emulano, sperando che la falce per loro arrivi più tardi, impaurita essa stessa dalla loro forza unita.

Una tregua non sembra possibile con questi presupposti. Servirebbe solo a ridare fiato ai russi per riprendere a sparare con ancora più vigore se non ottengono, nero su bianco, tutto quello che vogliono e anche di più. Cioè, tutto quello che vuole Putin e la sua stretta cerchia di yes men. E tutto quello che vuole Putin è una fetta consistente del territorio ucraino, quello maggiormente ricco di risorse minerarie e strategicamente più importante. In più vuole la neutralità dell’Ucraina e vuole poter agire liberamente anche sul resto del territorio inserendo uno dei suoi, fintamente eletto “democraticamente”, come è avvenuto in passato.

E’ probabile che Trump gli conceda tutto e di più, credo lo stia già facendo, quella mano sul cuore del suo inviato a San Pietroburgo sembra un atto di sottomissione a Putin e al suo “sacro” volere.

Il mondo distratto dalla guerra dei dazi del satrapo americano, si cura poco o relativamente di questo conflitto interminabile e odioso e che si consuma a due passi da noi, in questa area del mondo martoriata in passato da guerre devastanti che era riuscita a vivere in pace un lungo periodo nonostante tutte le minacce che la tenevano costantemente in equilibrio precario.

E non si vede la fine di questa guerra che si consuma in un paese che voleva solo vivere in pace e indipendente da un vicino scomodo e invadente.

La prossima sarà la terza Pasqua di guerra per quel paese e per noi che assistiamo impotenti a un orrore senza fine che si dipana quasi tutti i giorni sotto gli occhi semi indifferenti di chi fa fatica persino a seguirne gli sviluppi nei notiziari ma sarà comunque una “festa” che la tradizione riporterà nelle nostre case. Ma fino a quando questa guerra continuerà ad essere un macigno in bilico sulla testa del mondo? E riusciremo a fermarlo prima che cada e ci travolga tutti?

Sono tornati contenti?

Il mondo va verso il peggio. Peggio non muore mai, diceva mia nonna. Già, “un mondo peggiore” dovrebbe essere lo slogan attuale. Sembra essere un declino globale. La contro globalizzazione, la guerra, il governo sempre più ladro, il sacco dell’ambiente, la moda del uotsapp, uotson, uotsgone. Sempre più cani e sempre più villani in giro. Persino i lupi, avvistati in centro a Milano.

Questo non è un messaggio di speranza. Oggi mi va così. Non vedo speranze in giro, vedo solo brutture. Scemenze, idiozie, idioti e scemi. Una umanità sconfitta, sconvolta, impreparata a tutto.

Ci sono stati i reali inglesi da noi, Carlo e Camilla ci sono venuti a trovare. Siamo belli noi italiani, siamo sempre stati belli. Così ci vedono gli inglesi. Gli piacciamo, siamo artistici, abbiamo i monumenti, il sole, il mare e la pasta. Sono tornati contenti? Li abbiamo delusi?

Abbiamo anche il Papa. E cos’altro abbiamo? La pizza? il vino, gli spaghetti e poi? E poi abbiamo anche tanti ricordi. Di quando…di quando, non saprei. Non ricordo. Ho ricordi vaghi di una paese più accogliente, più gentile più simpatico, più buono. E di un …mondo migliore.

Ora, non so, mi sembrano tutti rincretiniti, tutti schermati, tutti ingippati. Nessuno si guarda, nessuno si parla, nessuno si sorride. Siamo tutti incazzati. Si, proprio, non si può dire altrimenti. Viviamo? ma come viviamo? di cosa viviamo? di speranza di sperare, viviamo.

Ieri ho sentito questo dialogo tra due, uomo e donna, cinquanta o giù di li entrambi:

Lei: io non sono bella, lo so

Lui: ma no, sei, sei, …

Lei: sono affascinante, lo so, non bella ma affascinante, si.

Erano seduti al bar, fuori, tutti i bar sono fuori, fuori ci sono solo bar. e questi discutevano di questo. Se era meglio essere belli o essere affascinanti.

Io non saprei. Forse è meglio essere come si è e però se non sei né bello, né affascinante, cosa sei? Intelligente? Umano, sensibile, creativo, spiritoso, colto…non conta. O sei bello o sei affascinante. Meglio la bellezza o il fascino?

Mondo peggiore. Forse devo sentire la psicologa.

Il rinforzo

Da quando Trump è entrato nella partita, la Russia ha ripreso a bombardare gli ucraini e da quando Putin ha concordato con la tregua trumpiana, ma solo se si fa come vuole lui, la guerra è ripresa con più vigore.

Il Nobel per la Pace quello lì per ora lo deve ancora attendere. Intanto si fa la doccia con lo scroscio perché i suoi “bei capelli”, come li ha definiti lui, hanno bisogno di tanta acqua e intende cambiare la legge che la limitava. Eh, si sono problemi infatti, i suoi “bei capelli” sono la sua forza se perde quelli si mette a camminare come i lupi. E un lupo alla Casa Bianca ancora non lo hanno visto e potrebbe finire dentro qualche gabbia dorata.

Gli ucraini intanto non ne possono più, altro che docce, e tentano di scappare dai territori occupati dai russi dove ormai vige il coprifuoco e se non sono propensi a farsi russi (almeno sulla carta), la vita per loro è un inferno dentro l’inferno.

E Putin però continua imperterrito a sfidare il mondo intero e a rimanere deciso a vincere la sua battaglia per la “pace” in terra e per farlo chiede l’aiutino dei cinesi che gli mandano rinforzi. Pare ce ne siano 150 al fronte a combattere assieme ai russi. I cinesi si sa esportano di tutto, non si fanno troppi problemi sulle “merci” da esportazione basta che gli cresca il Pil e di quello ne hanno in abbondanza (anche sullo stomaco).

L’Europa in preda a crisi di panico intermittenti, fa quello che non può (psicofarmaci a fiumi). Resiste alle bordate del balordo in chief e cerca di organizzarsi per quando gli taglierà definitivamente i viveri anche sulla difesa e lascerà indifesi i “parassiti” a difendersi da soli. Dopo anni di Nato ora è bene che ci pensino loro a far nascere qualche Natino.

Doveva arrivare il Caos e in tanti non hanno voluto vederlo né sentirlo ed hanno dormito da piedi sperando che Trump e Putin si trasformassero in personcine ragionevoli e accomodanti magari un po’ recalcitranti ma in fondo “affidabili”…almeno quel poco che basta per non finire mani nei capelli a chiedersi se gli tocca davvero mettersi a lavorare, tirarsi su le maniche e scoprire che se dai spago ai dittatori quelli lo spago lo usano per strozzarti e poi gli devi pure chiedere pure scusa.

https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/soldati-cinesi-ucraina-il-ruolo-di-pechino_2e410adKB8UFkFbAo4aovE

Un cin cin bon

Trump muove molto le mani mentre parla. E’ tutto un mulinare a destra e a sinistra di due manone aperte a ventaglio. E lo fa in continuazione, apre, chiude, riapre, richiude…

E poi dicono che siamo noi italiani a gesticolare. Lui gesticola in continuazione, non avesse le mani la sua personalità ne sarebbe di molto diminuita. Sono una sua peculiarità e le usa in continuazione come due enormi spatole, due remi o due eliche. un gesto infantile che sottolinea ogni frase che dice . E quando non le può mulinare soffre.

Il presidente bambino gioca. Gioca con il mondo e si diverte un mondo. Sputacchia dall’alto della sua posizione in testa a tutti.

“Vengono tutti a baciarmi il culo” ha detto. Signore sir, decisamente una frase che dimostra le raffinatezza di quest’uomo. Ma gli americani lo vogliono cosi: rude e “diretto”, come un pugno in faccia.

Ora, se fossi Meloni un po’ mi preoccuperei. Non tanto perché va a Washington per “baciare il culo” al presidente e questo già lo sapeva, ma perché quello potrebbe costringerla a farlo davvero. Senza scherzi, è capace e non metaforicamente. Fossi in lei ci penserei molto bene prima di presentarmi al cospetto di un simile satrapo che ha già avuto dei problemini legali e il suo rispetto per le donne è dimostrato da sentenze. Certo, con la nostra premier non oserà fare il cretino, no, ma il rischio che le si presenti in pigiama o addirittura in mutande, c’é. E’ reale o meglio, no, presidenziale. Ma forse esagero, si, esagero, ma non troppo. A Trump piacciono bionde e toste e Meloni lo è. Poi è carina e intelligente, potrebbe anche girargli la ciribiricoccola.

Lo vedo piuttosto su di giri, non vorrei che Meloni dovesse pentirsi di avere fatto un viaggio per ricevere le attenzioni di uno spudorato che si diverte a farla in testa ai suoi ospiti. Si, letteralmente. Basti vedere come ha trattato Zelensky.

Beh, non la nostra premier ha un “buon rapporto”, ma chi mi dice che proprio in virtù di questo la tentazione di prenderla …in giro non gli venga più che con altri?

No, Meloni, no, resta a casa. Digli che sei indisposta, che al momento ci devi pensare bene. Che hai problemi con gli alleati di governo, che devi andare a fare la spesa…insomma inventati qualsiasi cosa ma non andare. lascia che a “baciargli il culo” siano prima altri e aspetta di vedere l’effetto che fa.

Dammi retta, rinuncia al ruolo di eroina, la causa è nobile ma non caricarti il destino del mondo sulle tue spalle. Lascia fare. Da italiana te lo dico: a me francamente che tu vada a baciare il sedere di quel gorilla non va. Per niente. Trovati qualche cosa d’altro da fare, per esempio fare chiarezza sul caso della ministra Calderone. Se è vero che si è comprata la laurea e , ovviamente è una cosa tutta da dimostrare, sarebbe una che ha mentito sul proprio curriculum, quel posto non le spetta. Vada a studiare.

E stacci pure tu a casa a studiare le contro mosse e mossette per sopravvivere al ciclone che un bambino di quasi ottant’ anni sta soffiando sul pianeta con le guanciotte piene lo sguardo furbetto, mentre se la ride e saltella per lo studio ovale. Lascia che a fargli da baby sitter sia il suo grande amicone Elon, prima o poi si stancherà. E però se ci vai portagli in dono un cin cin bon col manico de otton…ai bambini i regali piacciono e lui farà i salti di gioia e batterà le manone…e allora forse qualche chance ce l’hai. Auguri.

Un leader coi fiocchi

E Salvin quel mal creato ora ch’é riconfermato
dice: cosa c’ è di male se ritorno al Viminale?

Con Meloni siamo amici e problemi non ne ho
e non sto qui a far pasticci me ne resto dove sto.


Ecco, bravo, forse è meglio pensa a far correre i treni
fagli controllare i freni, pensa al traffico pesante
al progetto di quel ponte sullo stretto di Messina
vedi un poco se in cantina non ritrovi la piantina.


Ora che tra i tesserati ti ritrovi il generale,
ti puoi fare dar lezioni da stratega militare
e arricchire il tuo bagaglio di cultura personale.


Vai Matteo, sei sulla strada, non ti ferma più nessuno
sei un leader con i fiocchi, puoi davver guardare avanti.


Hai di fronte a te un futuro nella Lega e nel paese
e persin potrai sognare quel che ti chiedono in tanti:
diventare presidente a dispetto anche dei santi.

La cornice

Prodi che dice che non c’è più tempo e dobbiamo agire in fretta…e lo fa con un video diffuso ieri a Bologna in una della tante manifestazioni di piazza di questi tempi inquieti.

Prodi mi ha deluso, molto, sono abituata alle delusioni e questa è solo un’ennesima, me ne faccio sempre una ragione, la vita mi ha insegnato a superarle. Beh, questa direte che è una delusione da poco, c’è di ben altro da restarci male. Si, sono d’accordo ma è stato un pugnetto allo stomaco vedere quello che credevo essere una persona che diceva delle cose sensate, un politico “posato”, leale, preparato, equilibrato…anche se sempre politico è… mi è sembrato d’un tratto un attore che recita una parte e la recita male.

Ora dobbiamo andare in fretta, lui che era il predicatore della slow motion, di quell”adagio” a cui ci aveva abituati. Ora non lo vedo più come il “nonno” dell’adagio, seduto in poltrona e sorridente.

No, al contrario, mi pare un fasullo che ha nascosto la sua vera personalità dietro questa immagine fittizia e falsa. Uno che è capace di prendere per i capelli una donna perché gli ha fatto una domanda scomoda e che si rivela aggressivo e polemico non può più essere più inserito dentro quella cornice che si è preparato con cura per tutti questi anni.

La stessa di quel video, rassicurante, in poltrona, circondato dai libri…immagine del tutto compiacente e ammiccante ma non vera. Prodi, quello vero, non è quello che vuole sembrare, ma un politico arrivista e ambizioso che per molti anni ha ingannato chi lo credeva tutt’altro e ora si vuole dare una rinfrescata all’immagine.

Troppo tardi. Prodi in tutta fretta ha distrutto quell’immagine che dava di sé e che non corrispondeva affatto alla realtà. Inaffidabile come tanti altri politici che hanno vissuto guardandosi allo specchio che gli rifletteva l’immagine di sé che vendevano a caro prezzo e che gli italiani hanno “comprato” per anni. Purtroppo.

Magari mi sbaglio e sono esagerata, magari. Mi piacerebbe essere smentita ma temo sia difficile dopo quello che è successo in quell’ormai famosa intervista e che mi ha rivelato di lui una faccia che non conoscevo. E che non mi piace. Tutti i politici portano una maschera, quella del buon Balanzone che portava Prodi è caduta ed è andata in mille pezzi, ora l’ha aggiustata per l’occasione ma non si è accorto di averla indossata al contrario.

https://video.corrieredibologna.corriere.it/bologna-il-video-di-romano-prodi-per-la-manifestazione-una-piazza-per-l-europa-lo-spirito-di-ventotene-

D’Annunzio diceva: “Fai di te stesso un’isola”. Io ci ho provato qualche volta, il massimo che mi è riuscito di fare è un arcipelago.