Night all around

Night on top of the trees and
under the clouds and night
inside my soul whenever
I look around and it’s dark.

Trees already filled with
green glory of the new
leaves and no sound to be
heard.

Night in my heart and soul
night all around up and down
night in the black old space
of the universe.

The door is not easy
to open as if thousands
of years have passed and
rust had eaten the key.

But I still managed to
get in with night all
about me.

Una poltrona per uno

Ancora un altro attentato alla vita del candidato repubblicano Donald Trump. Per fortuna andato a vuoto e forse non solo per fortuna, ma per puro caso, pare. Un uomo pare fosse appostato a soli 500 metri da Trump che stava giocando a golf. Gli agenti stavano ispezionando le buche successive quando uno di loro si è accorto che la canna di un fucile sporgeva da una siepe. Si sono subito buttati su Trump e hanno sparato contro la siepe e stanato un uomo che correndo è entrato nella sua auto e scappato sulla provinciale, ma è stato preso dopo qualche chilometro. Pare si tratti di un certo Ryan Wesley Routh, 58 anni, con piccoli precedenti penali. Pare si sia fatto arrestare senza opporre resistenza e al momento dell’arresto non aveva armi con sé. Non ha detto niente che finora lo possa collegare al tentativo o pseudo tale di uccidere Trump. Sembra sia stato volontario in Ucraina e sia molto attivo sui social nel sostenere la causa degli ucraini. Cosa rischia ora quest’uomo? Abbandonati sulla recinzione che contorna il Golf Club in Florida, sono stati ritrovati un fucile e una foto camera appesi alla rete. Questa volta Trump se l’è cavata senza un graffio ma, pare, non un colpo sia stato sparato contro di lui. Questa volta gli agenti sono stati efficienti e tutto è finito nel migliore dei modi. Ma cosa ci faceva li quell’uomo e come era riuscito ad avvicinarsi così tanto a Trump è ancora tutto da spiegare. Se avesse voluto ucciderlo bastava che avesse sparato e molto probabilmente da quella distanza sarebbe riuscito a colpirlo. Ma no, questa volta ancora il destino favorevole a Trump ha voluto che l’agente vedesse la canna del fucile in tempo, Forse questione di qualche secondo, forse meno.

La fortuna di Trump è la prima cosa che viene in mente a pensarci. Il c…come si dice volgarmente è un fattore imprevedibile, nel caso di Donald, per la seconda volta gli ha salvato la vita. Tutto bene dunque? Beh, sarebbe tutto bene se non avesse subito due attentati così vicini e se non fosse stato il caso o la sorte o la fortuna, a salvarlo, ora sarebbe tutta un’altra storia. Fortuna, anche questa volta vuole che Trump si sia salvato e ringraziamo ancora una volta il cielo. E però l’uomo deve, secondo me, guardarsi meglio le spalle e mettersi meno in favore di fucili mitragliatori perché, nonostante il suo conclamato c…la terza volta potrebbe non esserci il caso, la sorte o il suo angelo custode a salvargli il c.

Nella vita si sa il c. ha una influenza notevole, ma ci vuole anche prudenza, se sei già stato salvato in extremis dalla sorte e per la seconda volta scampi ad un “presunto” attentatore che non ti ha neppure sfiorato il naso, forse sarebbe meglio te ne stessi più appartato. Che so, con la moglie a sorbirti un te dentro le mura di quella residenza reale. O a bagnarti dentro le piscine termali coperte di un resort floridiano. Ma all’aperto, fermo in piedi mentre tenti di infilare le buche, con i precedenti che hai, forse sarebbe meglio di no. Troppo esposto e anche se hai c. non devi sfidare troppo la sorte.

Tanti auguri presidente, rimanga in salute e si riguardi di più, la vita vale molto più di una poltrona alla casa Bianca. Capisco che sia una poltrona prestigiosa, ma solo una seduta contiene e non è il caso di perderci la vita.

Salvini non lo sa

Matteo Salvini rischia di finire in galera. Il ministro è accusato di sequestro di persona per non aver permesso lo sbarco di 147 migranti dalla nave Open arms, nel 2019, quando era ministro dell’Interno del governo Conte. I nodi arrivano sempre al pettine e ora sono nodi di Salvini. La Procura di Palermo ha proposto sei anni di carcere.

Meloni si è indignata ed ha difeso il suo ministro. Reazione non ponderata, secondo me. In fondo cosa sono sei anni? passano veloci e magari con la buona condotta diventano tre, pena dimezzata, Salvini sa farsi amare. Sarebbe la mascotte del carcere e potrebbe rendersi conto della situazione delle galere italiane e visto che è ministro proprio delle Infrastrutture, pensare a qualche miglioria per renderle meno disumane. Potrebbe continuare a ministrare da lì e che ci vuole? si fa portare una scrivania e lavora dietro le sbarre. Si concentrerebbe meglio. Però, attenzione al vitto. Eh, si a quello ci tengo, un ministro della sua fatta e della sua stazza ha bisogno di una dieta adeguata, altrimenti è tortura: cinque uova appena sveglio, due moke di caffè, due panini col salame, mi raccomando che sia Felino, a mezza mattina. Per pranzo uno spaghetto al pomodoro e un secondo di carne con contorni vari, ci tengo che mangi le verdure, su quelle sarebbe un po’ ritrosetto…poi che cosa ancora? Ah per cena salsiccia con i fagioli, che siano borlotti però…poi caffè, ammazzacaffè e un limoncello per dirigere il tutto…e verso mezzanotte un po’ di frutta: Meloni, anguria e qualche noce di cocco appena colta. Solo così potrà resistere alla mancanza di libertà e se nel frattempo dovesse arrivare la Grazia, beh, sarebbe cosa buona e giusta, in fondo lui ha solo fatto il suo dovere, di che lo si accusa? Sono stati bene, non gli mancava l’acqua e nemmeno l’aria, cosa volevano di più? Magari scendere da quel ponte dove si moriva di caldo dopo giorni di navigazione, ma lui questo non poteva saperlo perché lui faceva solo il proprio dovere di difendere i confini. I confini della Patria sono sacri, perdinci. I giudici però hanno detto che loro difendono i confini del diritto. Ognuno ha i propri confini da difendere. E anche i confini della legge sono sacri, ma questo Salvini non lo sa.

Però questi giudici di sinistra che si intromettono coi loro codicilli inutili a rompere le scatole ai ministri. Bisogna mettergli un freno. Quando esci (perché esci, esci) Matteo, scusa se mi permetto il tu… ti facciamo ministro della Giustizia così vedi cosa devi fare per raddrizzare un po’ le cose in un paese dove i magistrati si permettono di fare rispettare le leggi e sono sempre li coi pettini a cercare dei nodi anche dove non ci sono. Salvini usa il balsamo dopo lo shampoo non ha nodi, i nodi, piuttosto, li vadano a cercare sulla testa di Sangiuliano che il balsamo non lo usa e neppure il pettine, ma se cercano bene qualche nodo lo trovano. La Boccia è pronta a testimoniare. E lei se vede confini, li scavalca a piedi impari.

Una brutta rogna questa di Salvini che va (forse) carcerato, soprattutto per i suoi fans che ora si devono dare da fare per salvarlo dalle spire della Giustizia. Lui non pare preoccupato, fare il martire gli riesce bene, gli sta già spuntando l’aureola dietro il capello brizzolato. E non gli sta male, anzi, gli dona un certo allure. Può andare in giro come la Deneuve a vantarsi: Oui, je suis Matteò Salvinì…

Elly che ride

Elly Schlein è una segretaria comoda. Va bene per tutti quindi è la segretaria di tutti. Veramente dovrebbe esserlo del PD. Infatti, il PD è il partito di tutti e per tutti. Sta con tutti sempre il PD, inclusivo anche con l’opposizione. Ci sta sempre il PD. Con tutti. Volgarmente si potrebbe definirlo una sorta di peripatetica della politica.

Elly Schlein non vuole togliere nulla a questa fama ormai consolidata del partito che ebbe un picco travolgente di consensi con quello che ora spinge per entrare nel campo per rientrare in campo. Si sono abbracciati a fondo campo lui e la segretaria, un lungo abbraccio amichevole e forse qualcosa di più. Elly è accomodante non si fa problemi sta con tutti. Politicamente e magari anche no, e perché no? Libertà è amore e amore è libertà e lei lo sa.

Piace forse per questo. Una donna inclusiva e includente, politicamente inconcludente ma che fa? Vive e lascia vivere, si immischia poco, contraddice meno, si oppone niente.

Fa la vita comoda della armocromata di successo. Arrivata. Si arrivata e soddisfatta di sé. Elly per sempre. Sembrano dire i suoi fans.

Si fa vedere poco, parla poco, ride tanto (come Kamala). Ridere deve essere uno degli ultimi must in politica, forse dettato dai coach o life trainer, professione del futuro. Ridere aumenta l’autostima e aggrega, raccoglie intorno a sé le masse perché chi ride è sempre un vincente. La malinconia non paga e porta pure sfiga.

” il Pd deve farsi trovare dove i suoi elettori se lo aspettano ed è lì che passo dopo passo lo stiamo riportando”. 

Cosi ha risposto a Formigli che le chiedeva come mai nessuno vuole più Renzi… e perché. E dove va il PD senza Renzi? (domanda implicita che il conduttor cortese non le ha fatto per non imbarazzarla troppo).

Il PD dovrebbe farsi trovare li dove lo aspettano gli elettori e lei ce lo starebbe portando? passo passo? di lumachina però.

Ma Elly non ha fretta, lei è inclusiva anche con il governo e sa che dovrà aspettare a lungo prima di tirarsi su le maniche e mettersi a lavorare (davvero) per rappresentare un’alternativa. Nel frattempo che fa? Si gode la vita, ama, include, non esclude, abbina i colori giusti e ride.

Chiamatela fessa…

La pace si ottiene credendoci

Per ottenere la pace l’Ucraina deve vincere la guerra. Non c’è pace senza la riannessione di tutti i territori occupati dai russi in questi anni che sia pensabile. L’occupazione di parti di un territorio sovrano costituisce una palese violazione dei trattati internazionali.

La tenacia con la quale gli ucraini si difendono da quasi tre anni dalla proditoria avanzata sul proprio territorio di forze armate russe, è ammirevole e fa male sentire dire che dopo tutti questi morti e tanta devastazione, l’Ucraina si dovrebbe arrendere perché Putin è invincibile, perché Putin è forte, perché ha l’atomica e perché le sue minacce alla pace mondiale ci tengono in ansia da quasi tre anni.

Un uomo solo capace di creare tanta destabilizzazione e quasi panico e da quasi tre anni stiamo vivendo una sospensione del tempo e quasi con rassegnazione guardiamo lo svolgersi degli eventi sempre più convinti che l’orso russo non si possa fermare.

Ma gli ucraini non demordono, non gli credono e non credono che non si possa fermare. Loro lo vogliono fermare e non ci sono argomenti validi che li convincano. Questo sembra a sentire il loro leader che si è trovato a fare il generale e a guidare l’esercito e tutto il paese verso un destino che sembra segnato ma al quale gli ucraini non si rassegnano.

Parla di piano di pace che presenterà a Washington in un suo prossimo viaggio dove lo esporrà all’uscente presidente americano e ne discuterà con lui. Questo uomo tenace che si presenta ogni giorno più determinato e che viene definito dalla propaganda filo russa un dittatore, si sta dimostrando un tessitore di trame, un mediatore, un diplomatico e un organizzatore come forse mai nessuno avrebbe potuto predire quando è stato eletto ormai 5 anni fa in quel paese che era quasi sconosciuto a gran parte del mondo occidentale e che ora campeggia ormai da quasi tre anni su tutti i media e tiene alta un costante attenzione su di sé.

Da lì potrebbe arrivare la minaccia più grande per l’umanità di una escalation che potrebbe portare il mondo sull’abisso e farvelo sprofondare. Da lì una minaccia che non avremmo mai pensato di dover anche solo ventilare se non come una cosa dell’altro mondo.

E tutto perché? per la prepotenza di un leader al comando da 25 anni che crede di essere invincibile e così potente da tenere il mondo col fiato sospeso ancora fino a quando non avrà schiacciato la resistenza ucraina determinata a non farsi schiacciare. E minaccia il mondo che se verrà data l’autorizzazione ad usare missili a lunga gittata sul suo territorio si considererà in guerra con la Nato.

Si perché lui deve essere rispettato e lasciato invadere, uccidere, calpestare i diritti umani in quelle zone che considera di sua proprietà e l’arroganza che mette in tutte le sue affermazioni passa per determinazione a difendere il proprio popolo dalla prepotenza del bieco occidente.

La salvezza dell’umanità passa dalla determinazione degli ucraini a tenere duro e a volere che tutto il territorio venga lasciato libero dagli oppressori e dalla determinazione dei paesi ad essa alleati di ottenere questo risultato. La pace non si può ottenere che così: credendoci.

Probabile Kamala

Il primo dibattito fra Kamala Harris e Donald Trump è andato. Fatto. Capo A. Lei è stata lei, ormai è un brand. Lui è stato lui e non è un brand ma un vizio. “Gli immigrati mangiano cani e gatti”, dice e ne dice anche di peggiori, ma questa è la meglio. Decisamente.

Lei gli va incontro e gli porge la mano. Lui la stringe sorpreso e anche un po’ ammaliato, eh si eddai. E’ bella Kamala ed è affascinante e Trump non è uno scolaretto e per un attimo ha un po’ ondeggiato. Ma si è ripreso ed ha infilato la solita sfilza di bugie. Lo ritiene un diritto di auto difesa. E lui è abituato a difendersi. Kamala no. Lei faceva la procuratrice e il suo mestiere era difendere gli offesi. Lei non si difende: attacca, sempre anche quando ride e si mette la mano sotto il mento. Un gesto che spiazza e Trump in qualche momento si sente spacciato. E per questo non la guarda. Mentre lei lo guarda e lo fa semplicemente come stesse parlando con un vicino di casa e non con uno che è li solo per farle lo sgambetto.

Lei è chiara, comprensibile, diretta, lui è smodato, bugiardo, vizioso. E viziato.

L’ho visto meglio del solito però, devo dire che non sembrava neppure lui. Ben vestito e curato e con una espressione meno torva del solito anche se a tratti tradiva la sua vera natura.

Inutile dire che la vedo adatta al ruolo che spero gli americani le affidino. Una missione quasi impossibile ma, certo, non improbabile.

A casa di Bianca

E’ un brutto momento per Giorgia Meloni. La premier si sente assediata, circondata, le brutte notizie si affastellano sulla scrivania, ma non arrivano dai due fronti di guerra, eppure sono brutte. No arrivano da casa, dal suo palazzo dove dovrebbe sentirsi coccolata. Teme persino gli agenti in borghese di guardia nella stanza vicina dove lei sta abitualmente. Notizia fresca. Ma lei smentisce, dice che non è vero e però qualcosa non va. La vedo, la noto, la sento nell’aria la tensione che la sta avviluppando come in una morsa. La tensione è una brutta cosa, la conosco, come conosco l’ansia portata dalla paura che accadano cose spiacevoli che non si sa come affrontare (anche se non sono premier). Si chiama sindrome da accerchiamento. Lo stress di questi ultimi giorni con le prodezze dell’ex ministro ora indagato per peculato, la signora Maria Rosaria Boccia che stasera sarà ospite di Berlinguer nelle reti Mediaset…ecco a cosa serve tapparsi il naso e andare a letto con uno come quel bel tipo di ministro. Ci vuole un certo stomaco. Lei dice che non cerca visibilità. Io le credo. Si evince da come si pone, si trucca si veste, che non cerca visibilità. Cosa cerca allora?

E’ proprio questo che Meloni si chiede, cosa cerca questa qui ancora? Le sta sulle scatole. E’ comprensibile, per poco faceva cadere il governo e non è detto che non abbia altri assi nella manica. Che questa signora non sia filo governativa si evince da come si esprime. Lo sarebbe stata se fosse stata nominata dal ministro? O avrebbe agito come le talpe? La domanda non è peregrina. La faccenda un po’ puzza.

Se un volpona come Bianca Berlinguer l’ha chiamata nella sua trasmissione c’è aria di scoop ( o di scoppole). Ci sarà certamente anche quel bell’uomo di Corona con la sua canottiera e il muscolo in bella mostra. La Bianchina gli chiederà certamente cosa ne pensa il pensatore di questa storiaccia di fine estate e lui sicuramente avrà le sue brave considerazioni da fare. Troverà carina la signora, dirà che è una donna che combatte per la propria carriera che non è giusto fare illazioni e guardare dal buco della serratura. Ah sempre così easy going il maestro…chissà che perle inanellerà.

Beninteso io non li guardo, ma credo che l’audience schizzerà e anche Giorgia sarà incollata al video. Io non do mai consigli, ma mi sentirei di dirle di rilassarsi. Spegnere la Tv tanto i suoi la informeranno di sicuro sulle buone parole che questa personaggia avrà nei suoi confronti.

Si prenda qualche ora di quiete presidente, lei si sta stressando troppo. La vita è breve, di Bocce e di Sangiuliani è pieno il mondo, voleva che non incocciassero il suo cammino? Uno se lo è messo lei stessa in seno, l’altra è arrivata da Marte a farle saltare i nervi. Succede, i marziani esistono. Ma non è la fine mondo se vedremo la marziana in Tv a sparlare di lei, non avrà pensato forse che volere fare la premier non avrebbe avuto conseguenze e che l’avrebbero lasciata lavorare in pace? Beh se lo pensava, si ricreda, ma non si senta una foglia sull’albero d’inverno, Perdinci e anche perbacco, l’autostima dove è finita?

Si guardi piuttosto la sfida tra i due contendenti alla casa Bianca, più bianca della Berlinguer che anche se lavora per Mediaset sempre rossa rimane e non tema i marziani, spesso scendono sulla terra solo per ricordarci che abbiamo amici ma abbiamo anche nemici e da questi dobbiamo guardarci da soli. Ma gli agenti li lasci lì, quelli servono per gli amici.

L’arte che guarisce

Dovrò mettere la sveglia domani per seguire la prima e forse unica sfida tra la candidata democratica Kamala Harris e il pluripregiudicato, ex presidente, immortale oltre che immorale, “famolo strano” Donald Trump. Eh si, sarà interessante vedere come la donna che ride e l’uomo che balla, si scanneranno mediati da qualcuno che farà una fatica terribile a frenare la piena di insulti che Trump rivolgerà alla sua contendente. Un ruolo, quello del presidente, che Trump vuole ad ogni costo, ne va della sua “onorabilità” e soprattutto della sua libertà. Ha a cuore molto i propri interessi e soprattutto ha a cuore di non finire in galera ma di farci finire tutti i suoi oppositori. Ha già minacciato che metterà in galera i sostenitori di Harris. Minacce che suonano credibili dato il soggetto quello del famoso “scateneremo l’inferno” dopo l’esito per lui negativo delle ultime presidenziali.

Insomma sarà un incontro tra la “bella e la bestia”, decisamente da non perdere. Beh, se mi addormento poco male lo vedrò in differita e spero di non sognare Trump.

Sarà durissima per Kamala Harris ma pare che non veda l’ora. Ha dalla sua parte una grande forza che le deriva dalla sua positività e ottimismo. Lo abbiamo visto in questo ultimo periodo durante la sua scoppiettante campagna elettorale e abbiamo avuto modo di constatare quanto fosse diversa dalla figura opaca che se ne stava all’ombra di Biden. Una forza della natura. Ride, sorride, parla con fermezza e decisione ma al contempo ha una comunicativa sorprendente. La sua forza sarà proprio questo: il suo ottimismo che non è di maniera ma radicato nella sua personalità.

L’ottimismo e la positività aiutano a vincere tante sfide, sono un’arte sopraffina che non tutti possiedono ma se è vero che “l’arte che non guarisce non è arte”, lei, se vincesse, avrebbe la possibilità di usare la sua “arte” per curare molti mali che affliggono l’America e, volendo essere ottimisti fino in fondo, anche una buona fetta di mondo.

Uno lo curerebbe subito perché eliminerebbe per sempre la spada di Damocle di una nuova leadership di quel ritinto personaggio grottesco e squallido e non sarebbe cosa da poco. E se ci riesce una bella risata me la faccio anch’io assieme a Kamala. Ridere, si sa aiuta a mantenersi in salute e la salute del mondo ha un grande bisogno di risate.

Lo sport preferito da Giorgia

La censura è una cosa di cui si parla tanto, pare, a sentire molti che censurare sia diventato uno sport al quale il governo di Giorgia Meloni tiene molto. Naturale, deriva tutto da quelli lì gli “antenati” (dicono, tanti, indignados) … cosa volevamo aspettarci? Dunque la censura. I giornali sono appiattiti sulla linea dello stato o meglio del governo (eh già già, la carta costa), mai una cosa diversa tipo…governo ladro o che so…americani brutti, russi carini, francesi spocchiosi. Per non parlare poi del politically correct. Uhuu come siamo diventati chiccherosi non si può dire più niente che non abbia il bollo della ragioneria di stato e questo, ovviamente è colpa del fassisti o pseudo tali che ci governano con un colpo di stato da due anni e passa, prima si che era tutta vita: sesso, droga e rock and roll, più o meno. E’ una vergogna. I poveri ricchi filosofi che osano anche solo osano dire che Zelensky sbaglia tattica che dovrebbe essere più carino e abbozzare, uhuuu, per la carità, finisce che non li chiamano più in Tv da zia Gruber dove avrebbero diritto di pernottare e parlare a ruota libera per dei semestri e invece no, niente, tutti a parlare delle storie di letto dell’ex ministro ( o X ministro) e della sua bella consulente per una notte o due, va. Persino Travaglio che notoriamente libero pensatore, vorrebbe pensare ad altro si sarà certamente impegnato sul tema. (Forse, io non lo guardo e non lo leggo, lo censuro proprio).

Però oggi su una nota rubrica di un ancor più noto quotidiano mi capita di leggere che c’è anche chi si ribella, perdinci a questo “vergognoso” stato…di cose, si lamenta col giornalista famoso, chiede lumi…signora mia dove andremo a finire?

Eccoli, in doppia firma, tema pregnante e soprattutto “sconcertante” per tanta vergognosa censura, ma dove è finita la libertà? si chiedono questi due signori chiedendo lumi a chi potrebbe illuminarli:

Hanno fatto la loro apparizione e sono già contenti, immagino, è importante che si possano esprimere e dire la loro i due signori che denunciano un fatto censorio così “grave” e l’hanno fatto e ottenuto udienza, non sono stati censurati.

Dovrebbero già essere contenti, immagino. Anche se la risposta non li avrà soddisfatti, il quarto d’ora di celebrità e l’appoggio degli amici, sono certa, lo avranno avuto.

E magari anche qualche critica salace sulla risposta del giornalista: i giornalisti non ne azzeccano mai una, in Italia poi..(infatti io leggo solo giornali stranieri e li capisco, pure, mi tolgo un po’ dalla linea piatta…).

Ma ho come l’impressione che questi due signori volessero burlare, ciurlare un po’ nel manico, vannacciare, ecco si, vannacciare.

Va di moda, come la censura. Passerà, come tutto passa anche i ricchi per la cruna degli aghi, i ricchi passano dappertutto, figuriamoci se si spaventano di un ago.

Un porco per marito

Scoprire di essere stata drogata da un porco di marito e che questo, dopo averla rimbambita di droghe la faceva violentare da uomini coi quali lui si metteva d’accordo e li filmava pure deve essere stato devastante.

La polizia francese ha trovato prove a bizzeffe: una raccolta di filmati dove la moglie veniva abusata dagli uomini che si mettevano d’accordo con lui e che sapevano che lei era semincosciente e che non si sarebbe ricordata nulla quando si fosse risvegliata dal semi coma indotto da quel porco di marito. Becco a sua saputa e voluta.

Questa storia non è la trama di un film porno ma la realtà che la francese Gisele ha scoperto per caso dopo anni che veniva abusata pare da un centinaio di uomini. Dice che le è crollato il mondo addosso, difficile non crederle.

Lui, il porco ora rischia 20 anni di galera, a me sembrano pochi e con lui i 50 porci che hanno abusato di Gisele mentre lei era un quasi cadavere su un letto.

Una storia spaventosa che non mi pare abbia precedenti.

Mi auguro che la Giustizia possa restituirle un po’ di quella pace che si merita e che i suoi torturatori (per lei, ha detto che non si è trattato di stupro ma di tortura) finiscano i loro giorni in galera. Quanto possono essere depravati e porci e infami certi uomini e quanta strada debbano ancora fare le donne per potersi liberare da loro?