Il sapore della vita

Sophia Loren ha compiuto 90 anni. La sua classe e il suo stile sembrano inalterati. Ma come fa? E’ stata scelta come donna dell’anno da Treccani, ma la cosa non deve stupire, lei è una icona mondiale e rappresenta il nostro paese come meglio non si potrebbe. Una donna, una diva, una regina …soprattutto una donna molto intelligente che ha avuto in dote da Madre Natura un fisico esplosivo e un carattere tenace e determinato. Ha vinto tutto Sophia ma non sembra mai contenta o soddisfatta e non si da tante arie. Di lei sappiamo tutto o quasi e lei, pur se schiva e riservata non ha mai avuto quella spocchia da diva ma ha sempre mantenuto un rapporto amichevole e cordiale col suo pubblico. Un pubblico mondiale. Chi può non amarla? Dai suoi esordi fino a oggi, lei è sempre la stessa, splendida e inarrivabile ma con quello sguardo dolce e materno che ne fa quasi una di famiglia.

Si dice che il grande amore della sua vita sia stato Carlo Ponti. Certo, gli deve molto ma anche lui deve molto a lei. Ma io non ci credo del tutto. Credo piuttosto che lei abbia amato di più un suo compagno, un attore straordinario e bellissimo con quale ha interpretato molti film. Parlo ovviamente di Marcello Mastroianni, compagno nel lavoro ma anche nella vita. I due non potevano non amarsi, anche se poi hanno preso strade diverse, sono rimasti legati fino alla morte di lui e forse lo sono ancora, Indimenticabili interpreti di film che hanno fatto la storia del nostro cinema, capolavori assoluti e irripetibili che i due hanno interpretato con rara maestria e con quella complicità che ne ha fatto una coppia straordinaria legata da un amore reciproco profondo e che non è mai finito.

Lei e Mastroianni sono per definizione l’immagine di un Italia che non c’è più, che però rimane scolpita nella memoria e in tante scene di film memorabili. E della quale non possiamo non provare un po’ di nostalgia.

Il suo sodalizio con De Sica poi è stato l’apoteosi. I due si capivano al volo e quello che è uscito da quella collaborazione è quanto di più inarrivabile il cinema italiano potrà mai produrre.

Auguri Sophia (anche se li ha computi il 20 settembre scorso). sei una specie di zia alla quale si vuole bene ma che vive lontano e si sa di non poterla avere a pranzo ma si vorrebbe poter dividere con lei un piatto di spaghetti al ragù come li sa fare solo lei mentre tutta la casa risuona della risata contagiosa e inconfondibile che sa di allegria mista a lacrime perché la gioia e il dolore hanno sempre una radice comune e il pianto e il riso sono fratelli e condiscono le nostre vite come due ingredienti indispensabili a conferirgli il sapore a volte dolce a volte amaro che è sempre immancabilmente il sapore della vita.

Non vincitori e non vinti

Se pare prossima la fine della guerra in Ucraina, con l’esito che sarà determinato dal mancato aiuto degli Usa, tanto che oggi Putin ha affermato che i rapporti con l’Occidente torneranno buoni come prima, se Biden ha graziato il figlio Hunter perdendo buona parte della credibilità anche se da padre è comprensibile, se la guerra in Siria sta cambiando le prospettive in Medio Oriente ma non è chiaro in quale direzione…se, dicevo, tutto questo e molto altro sta accadendo sotto i nostri occhi e soprattutto sotto gli occhi di chi aveva sperato che gli ucraini potessero mantenere la loro indipendenza, mentre i menestrelli del pacifismo stanno per esultare per la vittoria del presidente russo , rissoso ma invincibile e i “noi l’ avevamo detto” si sprecheranno e li sentiremo fino alla nausea, se, dicevo, sempre se accadrà che i russi si prenderanno le 4 regioni conquistate e nelle quali stanno avanzando, i morti saranno morti invano ma forse non del tutto. E’ evidente che la resistenza ucraina ha fatto l’impossibile e non tenerne conto sarebbe tragico e disumano. Qualsiasi sia l’accordo che uscirà dai negoziati ne dovrà tenere conto e dovrà tenere conto della tenacia del presidente Zelensky e della sua determinazione a portare l’Ucraina fuori dalle grinfie dei russi con ogni mezzo e questo la comunità internazionale non potrà non riconoscerlo.

Gli accordi di pace non saranno facili e richiederanno forse mesi di trattative e anche se canteranno vittoria, i russi, sarà un canto stonato, cacofonico stridente che cozzerà contro la miseria e la morte e la distruzione di territori dove sarà difficile per anni riportare un po’ di normalità. La vittoria di Putin sarà la sconfitta e la resa di tutto l’Occidente impegnato in questi anni a respingere l’invasione ma non la sconfitta degli ucraini che ci hanno messo cuore e anima e tutto quello che gli è stato possibile pur di difendere il proprio paese e questo i negoziatori non potranno non riconoscerlo. L’onore delle armi oltre al riconoscimento del coraggio e dell’abnegazione che non riporteranno in vita i morti ma che rimarranno scritti nella storia a testimonianza della tenacia di un popolo che chiede di essere libero e di non avere padroni.

E il loro sacrificio resterà alle generazione future come la testimonianza di un popolo fiero, non vinto che ha impegnato tutte le forze migliori in una battaglia che sapeva di poter perdere ma non ha esitato a combattere fino allo stremo delle forze contro un nemico prepotente e subdolo che però non è riuscito a sconfiggere quel desiderio di libertà che non si esaurirà con i negoziati e con le firme sulle carte ma resterà impresso nell’anima degli ucraini per sempre,

Polvere di stelle

Mi fa un poco pena Beppe Grillo. Un povero miliardario a cui hanno rubato il sogno. La vicenda è grottesca: Giuseppe Conte gli ha rubato la sua creatura e si sente il padre a tutti gli effetti. Gli iscritti vogliono così, Grillo si rassegni. Ormai Conte è incistato in politica, si è fatto il nome, vanta agganci persino col neo eletto presidente Usa, il buon Trump. Ma Beppe non ci sta, il movimento è suo e di Casaleggio e lo difenderà nei tribunali. Una brutta storia. Il partito che doveva rivoluzionare la politica sta finendo vittima della politica spicciola di un piccolo personaggio, un uomo decisamente qualunque, come tanti, banale, mediocre, senza slanci creativi. Forte della sua stessa mediocrità. Un uomo banale, arrivista, scalatore ambizioso e ladro di idee. Il movimento di Grillo era una sfida, questo partito guidato dall’uomo banale è una provocazione.

Rimane lì, fermo impalato, ha messo radici e ci sta anche se arrivano i giardinieri con le vanghe.

Grillo si sente pugnalato e giustamente non vuole cedere. Si fanno la guerra quei due, una guerra subdola e sporca come tutte le guerre. E intorno a loro personaggi mediocri che approfittano per rubare un attimo di celebrità gratuita. Tra l’indifferenza dei più ai quali non può importare di meno di questo teatrino dell’assurdo, tranne a quelli che pensano di sfruttarlo per i propri fini. Spettacolo penoso e avvilente, decadente e mortificante. Per la politica o per quello che ne resta. Polvere di stelle o stelle nella polvere.

Il vero sogno dei georgiani

Da tre giorni in Georgia ci sono manifestazioni di piazza contro il governo neoeletto che ha sospeso la richiesta del paese di entrare a far parte della UE. Il presidente filorusso preferisce rivolgersi verso Mosca mentre la maggioranza della popolazione con in testa la presidente, chiede da anni di poter entrare a far parte dell’Unione Europea. Ci sarà un motivo se preferiscono rivolgere lo sguardo a Occidente invece che sentirsi ancora sottomessi alla Russia. C’è sicuramente e uno di questi è che il piccolo paese indipendente dal 1991 è rientrato col nuovo esecutivo dentro l’orbita dello zar a tutti gli effetti e questo ha innescato la rivolta nelle piazze. La Libertà per i georgiani non è più negoziabile e i brogli che sono stati fatti e documentati, per falsare la volontà popolare e portare al governo “Sogno georgiano”, il partito di maggioranza relativa, stanno provocando indignazione tra i cittadini e non solo.

Il timore che il filorusso al governo precipiti il paese dentro ad un incubo come sta succedendo in Ucraina, spinge i manifestanti a scendere in piazza e ad inscenare massicce proteste contro il governo insediatosi illegamente.

La presidente, la coraggiosa e indomita Salomé Zourabichvili, vede scadere il suo mandato a dicembre ma ha già detto che non lascerà fino a quando non saranno indette nuove e regolari consultazioni. Inoltre ha esortato i poliziotti a non scagliarsi contro i loro connazionali che non fanno che difendere la propria libertà e che dovrebbero essere aiutati in questo. Gli ha rivolto frasi del tipo: “Siete forse russofili anche voi”? “Siete comandati dai russi”?

Davvero temeraria questa donna e coraggiosa e io mi auguro che riesca nella sua impresa di far destituire un governo oltraggiosamente e spudoratamente filorusso e che la comunità internazionale non dovrebbe riconoscere ma aiutare quella popolazione a liberarsene per riaffermare i principi di libertà e di determinazione dei popoli e la democrazia contro lo strapotere imperialista di un’autocrazia prepotente e invadente.

Un paese spaventoso

Il diritto di sciopero è sacro. Oggi sciopero generale, le piazze sono invase da lavoratori con striscioni contro il governo reo di “precarizzare il lavoro”. Questo dice la segretaria del PD Elly Schlein. Non metto in dubbio che Meloni sia andata al governo soprattutto per precarizzare il lavoro, dopotutto era troppo stabile, troppo determinato, troppo ben retribuito e lei non poteva tollerarlo. I governi precedenti (obbrobrio) avevano tenuto in palmo di mano i lavoratori, li avevano riempiti di regali, ogni giorno c’era un aumento di stipendio e normative sempre più vantaggiose per i lavoratori italiani che ne erano entusiasti.

Poi è arrivata lei: la strega Melona e che cosa fa come prima cosa? precarizza il lavoro, nega il salario minimo, strappa dalle mani le buste paga di milioni di lavoratori…impossibile non reagire, la differenza tra i governi precedenti e questo attuale era troppo evidente: Meloni odia il lavoro e di conseguenza i lavoratori.

Mentre Elly Schlein ama i lavoratori. Lei proviene da una famiglia di minatori: madre, padre e fratelli tutti emigrati a lavorare nelle miniere e anche lei ha fatto la sua brava gavetta sottoterra. Si vede. Ha le mani callose e ancora sporche di fango.

Mentre Landini parla di rivolta sociale e incita i peggiori istinti in giovinastri che non hanno mai lavorato un giorno in vita propria che bruciano le effigi del primo ministro e dei suoi ministri, in piazza a Torino. Mentre qualche giorno fa avevano bruciato la foto di Valditara e nessuno a sinistra si è dissociato.

Ah, davvero una sinistra democratica tutto dire. Mentre i “fascisti” al governo una cosa simile in tanti anni che sono stati alla opposizione non l’avevano mai fatta. Davvero di che essere fieri dei valori democratici di chi rappresenta i lavoratori in questo momento.

Il rispetto che dimostrano verso le Istituzioni è da esempio per le generazioni future.

Landini mi sembrava una brava persona, ora mi sembra un truce Komunista così, deluso e arrabbiato perché precario e sottopagato a causa di questo sgovernaccio guidato da una donna senza pietà! Che non vede l’ora di mandare a casa per fare posto agli illuminati che aumenteranno i salari di un grande tot e tasseranno i ricchi di un tit…e lavori a tempo indeterminato che spunteranno come i funghi prataioli da cogliere a ceste.

Mi vergogno di aver votato tutta la vita questa roba, anche se forse con gli anni la situazione e andata deteriorandosi, non giustifica però questo comportamento al limite della legge e delle regole democratiche. E mi vergogno di essere italiana e mi guarderò le spalle d’ora in poi perché mi pare di vivere in un paese che non conosco e che mi fa paura! E scopro che io gli italiani ancora non li conoscevo.

PS: salvo pochi che posso contare e sui quali posso contare.

Le piace Trumps?

Anche oggi, gragnuola di bombe e gli ucraini al freddo si preparano al terzo inverno di guerra. Il presidente Putin Un ha mandato l’esercito coreano a fare esercitazioni sul territorio boots on the ground e sono una miriade di soldati pronti a tutto per difendere “la causa”. Ma quale? Ma i diritti dei russofoni del Donbass e limitrofi. Ah, a loro Putin ci tiene e si è visto il macello che ha messo in piedi per salvarli dai biechi ucraini. Per loro è disponibile a vendersi anche la dacia di famiglia se occorre. Il rublo non va tanto bene, ma lui resiste. Ora che ha un amico in più alla Casa ed ha già aggiunto il posto a tavola. O al tavolo. Vi siete mai chiesti cosa prende Putin per colazione? uova e bacon, no. Cereali Kellog? Uhmm ho qualche dubbio. Ma oggi potrebbe tenerne una scatola ben in evidenza perché pare che una delle tante ciliegine colte da Trump sia un certo ex generale che di nome fa proprio Kellog. Simpatico no? Lui pare abbia già esposto la sua soluzione per mettere fine al conflitto: ucraini sedetevi al tavolo pronti a cedere anche le mutande oppure vi tagliamo i viveri e non solo. E poi: russi sedetevi al tavolo e non fate troppe storie altrimenti vi scaricheremo contro tutta la nostra potenza di fuoco. Un diplomatico coi guanti di carta vetrata. ma, dopotutto a un ex militare non è richiesta la diplomazia.

Dunque finirà? Come finirà? Con un trattato? Con un compromesso? con un bacio in bocca tra Putin e Zelensky…no. Su questo mi sentirei di avere delle certezze. Sul resto Non oso esprimere giudizi…o oso?

Ma si, oso. Mettiamo che Putin faccia qualche bizza. E’ un po’ bizzoso, leggermente. Pare. Ma sa di avere in Trump un caro amico. Caro…si fa per dire. Insomma un nuovordinemondialista che non ci sta più alle ciance della fighetteria modaiola obamalike. Ma quale care? il mondo è dei duri, dei furbi e dei ricchi e chi non ci sta si faccia dare un passaggio per un altro pianeta, questo è nostro…dicono, mentre stanno pensando a come fregarsi a vicenda.

Pensare che noi stiamo giusto in mezzo a quei due non è un pensiero che conforta. Ma che cosa potrebbe essere più di conforto in una simile situazione?

Beh, per chi ha la Fede la risposta è quasi scontata, per chi non ce l’ha non gli resta che aggrapparsi all’ultima dea.

Lo sporco lavoro

Il piccolo capo Conte Tonante, ha sconfitto il grande Capo Grillo Seduto lo ha messo nel pentolone a bollire lentamente. Mentre la tribù degli assatanati e osannanti e crucifiggenti piedi gialli, gli gira intorno emettendo strida spaventose.

Ma Grillo Seduto sorride e dice: sono ragazzi meravigliosi, mentre un piede giallo gli infila una forchetta sul grasso bracciotto per sentire se è al giusto punto di cottura.

Insomma, la tribù dei Piedi Gialli abituata ai lussi e alla vita mondana, ha visto nel capetto Tonante la sua salvezza. Ormai i conti non tornavano da lungi e il bilancio dei voti era sempre più magro, se aspettavano che Grillo Seduto si alzasse dal trono sul quale era assiso a pensare ai fatti propri sarebbero finiti a dover chiedere i sussidi statali e però ora la grande Capa Melona Bionda gli avrebbe dato solo il foglio di via. E’ stato un trauma per molti uccidere il padre nobile fondatore del rivoluzionario anticastale movimento dei tutti a Vaffa meno noi. Ma è stato un lavoro sporco che qualcuno doveva pur fare. Conte Tonante non ci ha messo troppo a indossare i colori di guerra e ad incrociare le braccia. Si è sporcato le mani? Beh si, e ancora se le sporcherà, ha una lunga carriera dietro a sé e sa come si fa. Ma poi salirà in vetta al Monte Citorio dove ci sono dei bagni con rubinetteria dorata e se le laverà. E’ esperto a lavarsene le mani Conte Tonante e Tornante, si perché nei suoi due governi non ha fatto che sporcarsi e lavarsi e conosce molto bene l’operazione.

Forte degli incitamenti dei suoi piccoli indiani, se ne va fiero per la sua strada romana a cercare di cambiare il paese, il fuoco del Movimento, dice non si è mai spento, anzi è un incendio che brucia l’anima. Intanto ha bruciacchiato l’anima a Grillo e altre ne brucerà se vorrà aprirsi la strada verso il progressismo, la nuova era, e pazienza se dovrà diventare un satellite del pianeta PD con la sua Grande Capa Elly Ridente, lui non teme nessuno, sa di avere alleati internazionali affidabili e di poter contare su di loro. Forse.

Cambiare il paese ripartendo da quasi zero è impresa ardua ma il nostro Prode non teme nessuno e va spedito verso la vittoria. Ci riuscirà? Mah, intanto un risultato lo ha ottenuto: il Movimento è vivo è lotta insieme a lui e si alzerà un vento fortissimo che come un turbine spazzerà tutte le foglie morte o vive sulla sua strada e se non cambierà il paese neppure questa volta, di certo il paese questa volta cambierà il Movimento. E già il grosso del lavoro è stato fatto.

She is back

Angela Merkel is back. Con un libro di memorie che uscirà la prossima settimana di ben 700 pagine. Immagino ne avesse da dire. Una vita spesa per la politica e sedici anni di governo, le hanno lasciato certamente molti ricordi da condividere e quale mezzo migliore di un libro?

Ecco dove stava! non a spadellare ricette sfiziose (si anche quelle) ma a scrivere per lasciare ai posteri la sua lunghissima esperienza di “leader del mondo”, come è stata definita.

Una donna dal potere immenso che da qualche anno aveva fatto parlare di sé più per l’assenza che altro. Un buon modo di farsi ricordare: non esserci. Ma ora che ha sfornato un bel tomo dove immagino si sia tolta parecchi sassi dalle ballerine numero 35, troverà forse più tempo per impegnarsi, se non in politica stretta, ma certamente a far sentire la propria voce a livelli alti o altissimi. Lei può. E ho l’impressione che non parlerà a vanvera. La situazione globale è molto pericolosa, la Germania è su una brutta china, come poteva una come lei starsene buona e zitta a impiattare i menù casalinghi?

Una delle cose che trapelano fra le tante è il suo giudizio sul neo eletto presidente Usa. Impietoso, ma dopotutto “pietà” non cerca certo, quello. Dice Merkel che la commistione tra politica e affari è pericolosa (ne sa qualche cosa lei quando aveva a che fare con Berlusconi) e che la scelta di mettere dentro la squadra di governo un tipo plurimiliardario con un conflitto di interessi stellare potrebbe essere esiziale e non solo per gli Usa. Ovviamente parla del presidente non eletto ma auto elettosi a fior di milioni, l’uomo Muskerato (e shakerato di brutto).

Insomma l’edizione del Trump 2, la Vendetta, preoccupa la ex cancelliera, sempre bionda, solo un filo ingrassata, sempre vestita di colori sgargianti e (forse) pronta a tornare.

“I am back” sembra dire dalle pagine del suo libro in uscita. E davvero, non sarebbe una cattiva notizia dopotutto e dopo così tante, pessime.

Brava

In questi giorni sono un po’ depressa (solo lievemente a causa di impicci vari e sempre eventuali), poi non parliamo proprio di quanto ormai la situazione internazionale influisca sull’umore ( e per fortuna solo su quello anche se non solo, lo so ) ma mi si è aperto il cuore a leggere questa notizia e a vedere il viso di questa signora, preside del liceo Salvemini di Bari. Mi sono detta: esistono ancora persone che hanno il coraggio di dire cose scomode senza paura delle conseguenze.

Si chiama: Tina Gesmundo e ha detto: «voi genitori che sovrapponete i vostri desiderata alle vite dei vostri figli, educate a coltivare solo il mito del successo e del denaro» durante una riunione dove si parlava degli effetti dei social sui giovani.

In pratica le ha cantate senza orchestra ai genitori li riuniti e gli ha detto che la colpa della crisi dei giovani attuale è colpa loro, del loro egoismo, delle loro ambizioni mai paghe, delle loro disattenzioni o distrazioni e vite rifatte e da rifare.

Brava, non so come sia potuta arrivare a fare una simile dichiarazione ma brava. Finora tutti o quasi a guardare da altre parti, i genitori (non tutti ma tanti) a dare tutte le colpe alla scuola, ai social, alla “società” e mai un’autocritica una.

Finalmente qualcuno ha il coraggio di parlare chiaro: guardatevi allo specchio genitori che vi date tante arie e incolpate tutti tranne voi stessi dei vostri errori. E poi criticatevi un po’ e andate anche un po’ a nascondervi, se vostro figlio è un cialtrone, pigro, disordinato bulletto e infingardo, la colpa è soprattutto di come lo avete diseducato e fate mea culpa se ne siete capaci.

Commemorazioni e polemiche

Pubblico questo post di Alessandro (A59) relativo alle polemiche sulle parole del ministro Valditara alla cerimonia della inaugurazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Come nel suo stile, il nostro amico polemizza a tutto tondo ( e le risparmia a pochi) e mi è sembrato giusto porlo in evidenza perché ritengo il tema molto interessante.

Su molte delle cose contenute in questo post avrei da ridire, ma avrò modo di fare le mie osservazioni in seguito.

—————————————————————–

Ieri è nata la “Fondazione Giulia Cecchettin” voluta con pervicacia da un padre che ha subito l’oltraggio più grande per un genitore, accusato pure di protagonismo e di ricerca di facile notorietà da chi evidentemente non aveva capito le finalità di quest’uomo e padre.
All’evento inaugurale erano schierati anche i paladini della cristianità, la Ministra della Santa Inquisizione Eu-genia Roccella, il Vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, ma soprattutto lui l’ineffabile Ministro della Pubblica (d)Istruzione al secolo Peppe Val di tara (la sua).
Intervenendo in video, il legaiolo si esibisce nel numero che di solito riesce meglio a questi disadattati di governi e che dovrebbe far arrossire di vergogna i suoi sostenitori: “la sublimazione delle gaffe”.
Buttando nel cesso decenni di lotta delle donne (femministe non mi piace, troppo settario), afferma incauto ma risoluto che:

“In genere i percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi. E la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”.

Capito? Non si fa eh,eh, la lotta al patriarcato è strumentale e ideologica.
Ha il coraggio di affermarlo di fronte ai genitori di una ragazza rapita e uccisa con una settantina di coltellate.
Ma non contento il nostro Peppe ha continuato a pestare “escrementi” quà e là:

“Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”.

Giulia Cecchettin è stata ammazzata da un bianco, figlio di una famiglia cosiddetta perbene, di nome Filippo (non Ahmed o Aziz), qualcuno forse si è dimenticato di spiegarglielo a questo signor politico , ha risposto la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, via social:
“Se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”, si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia donne nel nostro Paese ogni anno”.

Parole inequivocabili, questi non ascoltano, ma pure se lo facessero non hanno gli strumenti neuronali necessari per elaborare i concetti e questa è solo una delle innumerevoli dimostrazioni.
Arriverà una critica seppur velata a questo scempio da parte di chi difende a prescindere questa banda scalcagnata di governanti? Mah.

“Che un rappresentante delle istituzioni assuma un punto di vista negazionista, dando agli immigrati la responsabilità di parte delle violenza che caratterizzano le culture occidentali è grave – notano da D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) – Se conoscesse i numeri si renderebbe conto che il violento ha le chiavi di casa”.

Evidentemente il Ministro Peppe non ha fatto i compiti a casa.
Bocciato. E con lui, chi ce l’ha messo, ogni riferimento “all’underdog” che ce l’ha fatta è puramente voluto.
Politica ghe vol, no monade.

Alessandro (A59)

(N.d.R.) Qui l’intervento completo del ministro:

https://www.rainews.it/articoli/2024/11/fondazione-cecchettin-polemica-su-parole-di-valditara-piu-abusi-per-immigrazione-illegale-ec147439-b5fd-4d37-9f72-2693db2179c6.html