E’ girato il vento…e ora?

Quello che appare chiaro è che la Siria è in mano alle forze rivoluzionarie, a ribelli che hanno letteralmente spazzato via in pochi giorni un regime che durava da oltre 50 anni, una dinastia di dittatori il cui esponente principale ora si trova in Russia assieme alla famiglia, messosi in salvo dopo la devastante irruzione delle forze ribelli che lo hanno costretto a chiedere asilo politico ad uno dei suoi storici alleati.

Molti giornali oggi titolano la liberazione da un regime feroce e da una dittatura sanguinaria che ha tenuto il paese nel terrore per decenni. Per ora non si sa bene come andrà: le forze che hanno scacciato il regime hanno affermato che il paese continuerà ad essere temporaneamente governato dal premier in carica, ma la sensazione è che sia tutto in rapido e sconvolgente divenire.

Molti siriani che erano fuggiti durante la repressione del regime si apprestano a tornare a casa e il sentimento prevalente, almeno da quello che appare dalle immagini prese da coraggiosi reporters che rischiano la propria vita per documentare un fatto eccezionale é di gioia, e di felicità per essersi finalmente liberati di una feroce dittatura. Le carceri sono state prese d’assalto e molti hanno potuto riabbracciare parenti che non vedevano da decenni.

Il palazzo presidenziale preso d’assalto è quello che impressiona di più: vedere come la famiglia di Bashar al Assad viveva nel lusso sfrenato, con in garage decine di moderne auto di lusso, e vedere la gente prendere suppellettili di ogni genere dentro stanze enormi e arredate con estrema cura mentre la popolazione soffriva la fame, fa riflettere su come sia potuto accadere cosi in fretta che un fortino come quello sia potuto essere assaltato e conquistato quasi con facilità. E le statue e le effigi trascinate nella polvere e calpestate e gli spari e le grida di vittoria, tutto fa parte di una scena quasi surreale che sembra quella di un film e invece è realtà.

Ora è tutto da vedere su come le forze ribelli si relazioneranno col resto del mondo, ma quello che appare abbastanza chiaro ad una prima superficiale osservazione è che dopo anni di repressione c’è una popolazione che saluta questa “rivoluzione” come l’inizio di una nuova era.

Mondo spericolato

Che strano mondo. Tutti riuniti a Parigi a festeggiare l’inaugurazione della risorta Cattedrale di Notre Dame dopo l’incendio del 2019 che l’aveva quasi distrutta. Non mancava quasi nessuno, giusto il Papa, ma aveva già deciso di non esserci, si trova come un pesce fuor d’acqua tra i grandi della terra, ha preferito levarsi dal mucchio. Un bel mucchio davvero con Macron in testa che sorride a tutti, che fa l’occhiolino a Trumpone maldestro ma ora commander in Chief e dunque onorevole spregiudicato, fasullo incantatore di serpenti senza turbante per non turbare il capello phonato. Storico evento nel vento che spazzava Parigi e che avrebbe spazzato volentieri tutti dentro la Senna. Incolpevole testimone di tanta traco e tanza. Inutile dire che c’era anche Elone. C’era perché ormai Trumpone non esce più se non accompagnato dalla sua guardia del corpo e dell’anima, ammesso che ce l’abbia un’anima sta ben riposta dentro il suo fornito wallet che Elone ha il compito di salva e guardare.. A vergognarsi dei propri peccati erano tutti in prima e seconda e terza fila a guardare gli stucchi ammirati e a perdersi tra i fotografi , gli scatti i sorrisi le strette ipocrite di mani viscide.

Solo Zelensky ancora vestito da sparata militare, aveva il suo solito sguardo triste, la faccia compunta di chi non ci crede più alla Vittoria, ma insiste con il nuovo capoccione americano che la guerra deve finire ma senza far vincere Putin. Il presidente russo mancava, ovviamente ma la sua presenza era percepibile e percepita da lungi. Trumpone aveva un ” He is a great guy” anche per lui, di sicuro, mentre lo aveva anche per Macron col quale si era preso a testate in passato. Il mondo in mano a questi qui, E c’erano anche Biden e consorte e non poteva mancare la rappresentanza italiana. Mattarella con figlia e Giorgia senza figlia. Molto arrabbiata con lei, ha detto Giorgia che è premier e madre ( e anche lei great guy) e indossava uno strano vestito di pizzo che la infagottava e pareva annoiarsi alla grande. Pensava ai casi suoi, alla Albania, alla Romania, alla telepatia e alla claustrofobia. Le prende sempre in certe occasioni. Si vede il pentimento strisciare nell’occhio ceruleo. Meglio se stava a casa a confezionare candele assieme a mammà.

Mancava la Der Leyen ma nessuno ne ha sentito la mancanza, spocchiosetta anzichennò e poco amata ma rivotata e a lei questo interessava, le cerimonie non fanno per lei, anche lei tolta dal mucchio spiccava per assenza. Ma erano anche in troppi e la cattedrale pareva contenere il mondo, mentre intonavano i cori e si alzavano i salmi, Trumpone pensava alle buche dei suoi campi da golf che doveva tenere pulite dai ragni e a come scacciare i grilli talpa dal green. Una task force impegnata day and night per questi compiti e lui a perdere tempo prezioso a stringere mani umidicce e a pulirsi le sue dentro le tasche del cappotto firmato col sangue dall’ultimo stilista della Casa Bianca dove tra poco riposerà le terga e potrà finalmente riprendersi dalle fatiche della sua vita spericolata.

Non solo de…natalità

In Italia ormai da anni, c’è un calo nei matrimoni e un aumento delle separazioni e dei divorzi. Le nuove generazioni temono il matrimonio come unione duratura e preferiscono convivere magari per tempi brevi e cambiare partner più di frequente.

Beh, non sarebbe un male se questo non prevedesse anche un calo della natalità, ovviamene chi rimane single di solito non ama accollarsi la responsabilità di un figlio e se lo fa si trova ad affrontare mille difficoltà. L’uscita dalla famiglia di origine viene dilatata sempre di più. mentre negli anni settanta del novecento, i giovani tendevano a lasciare la casa dei genitori prima possibile anche per mezzo del matrimonio, ora è esattamente il contrario: sempre più giovani ritardano l’uscita dalla casa dei genitori o se la lasciano per un periodo, ci ritornano prima e più spesso di quanto si immagini.

Lo dicono le statistiche. E non solo, pare che tra i giovani (ma non solo) ci sia la tendenza alla castità, pare, sempre dalle statistiche che per un’alta percentuale delle coppie (giovani ma anche no) ci sia la tendenza a non avere rapporti sessuali. E tra i giovani a mantenere a lungo un regime di castità. I sociologhi si interrogano su questa tendenza e ovviamente offrono molte spiegazioni, tutte molto valide: le difficoltà nel trovare lavoro stabile, nell’acquistare o affittare un alloggio, e non ultime le difficoltà crescenti nel rapporti interpersonali: troppo internet, troppi rapporti “virtuali” e troppa falsa “socializzazione”, riducono i rapporti interpersonali a dei feticci di una vera relazione dove due si incontrano e sperimentano un rapporto reale con tutte le conseguenze del caso, compresa una certa conflittualità.

Magari si formano gruppetti di ex compagni di scuola che rimangono amici a lungo, oppure gruppi di colleghi di lavoro che si ritrovano per una serata in pizzeria. Ma il coinvolgimento in una relazione duratura e stabile sembra non essere più un ideale da raggiungere ma sempre di più un optional costoso e guardato quasi con circospezione.

Ed è un peccato. Si perché se è giusto che le donne, come gli uomini possano godere della propria autonomia e libertà, così facendo si rinuncia ad un aspetto importante della vita di relazione che può sfociare nel matrimonio il quale può essere problematico ma presenta indubbi e reciproci “vantaggi” e una sana vita di relazione quando non troppo problematica è sicuramente preferibile alla solitudine, magari auto imposta o solo subita . La responsabilità che questo legame comporta, però, sembra spaventare molti giovani e indurli a preferire rapporti occasionali o addirittura nessun rapporto.

Cosa ha portato la nostra società a questo risultato? E quanti errori abbiamo commesso dei quali noi “adulti” non siamo consapevoli? Sarebbe interessante scoprirlo e magari vedere se con l’aiuto delle istituzioni non si possa arrivare a capire il problema per cercare delle valide soluzioni. Ne va del futuro e del benessere delle generazioni future. E, assieme alle sfide climatiche, credo sia il problema che la nostra società si troverà a dover risolvere con celerità se vuole continuare ad esistere.

Il sapore della vita

Sophia Loren ha compiuto 90 anni. La sua classe e il suo stile sembrano inalterati. Ma come fa? E’ stata scelta come donna dell’anno da Treccani, ma la cosa non deve stupire, lei è una icona mondiale e rappresenta il nostro paese come meglio non si potrebbe. Una donna, una diva, una regina …soprattutto una donna molto intelligente che ha avuto in dote da Madre Natura un fisico esplosivo e un carattere tenace e determinato. Ha vinto tutto Sophia ma non sembra mai contenta o soddisfatta e non si da tante arie. Di lei sappiamo tutto o quasi e lei, pur se schiva e riservata non ha mai avuto quella spocchia da diva ma ha sempre mantenuto un rapporto amichevole e cordiale col suo pubblico. Un pubblico mondiale. Chi può non amarla? Dai suoi esordi fino a oggi, lei è sempre la stessa, splendida e inarrivabile ma con quello sguardo dolce e materno che ne fa quasi una di famiglia.

Si dice che il grande amore della sua vita sia stato Carlo Ponti. Certo, gli deve molto ma anche lui deve molto a lei. Ma io non ci credo del tutto. Credo piuttosto che lei abbia amato di più un suo compagno, un attore straordinario e bellissimo con quale ha interpretato molti film. Parlo ovviamente di Marcello Mastroianni, compagno nel lavoro ma anche nella vita. I due non potevano non amarsi, anche se poi hanno preso strade diverse, sono rimasti legati fino alla morte di lui e forse lo sono ancora, Indimenticabili interpreti di film che hanno fatto la storia del nostro cinema, capolavori assoluti e irripetibili che i due hanno interpretato con rara maestria e con quella complicità che ne ha fatto una coppia straordinaria legata da un amore reciproco profondo e che non è mai finito.

Lei e Mastroianni sono per definizione l’immagine di un Italia che non c’è più, che però rimane scolpita nella memoria e in tante scene di film memorabili. E della quale non possiamo non provare un po’ di nostalgia.

Il suo sodalizio con De Sica poi è stato l’apoteosi. I due si capivano al volo e quello che è uscito da quella collaborazione è quanto di più inarrivabile il cinema italiano potrà mai produrre.

Auguri Sophia (anche se li ha computi il 20 settembre scorso). sei una specie di zia alla quale si vuole bene ma che vive lontano e si sa di non poterla avere a pranzo ma si vorrebbe poter dividere con lei un piatto di spaghetti al ragù come li sa fare solo lei mentre tutta la casa risuona della risata contagiosa e inconfondibile che sa di allegria mista a lacrime perché la gioia e il dolore hanno sempre una radice comune e il pianto e il riso sono fratelli e condiscono le nostre vite come due ingredienti indispensabili a conferirgli il sapore a volte dolce a volte amaro che è sempre immancabilmente il sapore della vita.

Non vincitori e non vinti

Se pare prossima la fine della guerra in Ucraina, con l’esito che sarà determinato dal mancato aiuto degli Usa, tanto che oggi Putin ha affermato che i rapporti con l’Occidente torneranno buoni come prima, se Biden ha graziato il figlio Hunter perdendo buona parte della credibilità anche se da padre è comprensibile, se la guerra in Siria sta cambiando le prospettive in Medio Oriente ma non è chiaro in quale direzione…se, dicevo, tutto questo e molto altro sta accadendo sotto i nostri occhi e soprattutto sotto gli occhi di chi aveva sperato che gli ucraini potessero mantenere la loro indipendenza, mentre i menestrelli del pacifismo stanno per esultare per la vittoria del presidente russo , rissoso ma invincibile e i “noi l’ avevamo detto” si sprecheranno e li sentiremo fino alla nausea, se, dicevo, sempre se accadrà che i russi si prenderanno le 4 regioni conquistate e nelle quali stanno avanzando, i morti saranno morti invano ma forse non del tutto. E’ evidente che la resistenza ucraina ha fatto l’impossibile e non tenerne conto sarebbe tragico e disumano. Qualsiasi sia l’accordo che uscirà dai negoziati ne dovrà tenere conto e dovrà tenere conto della tenacia del presidente Zelensky e della sua determinazione a portare l’Ucraina fuori dalle grinfie dei russi con ogni mezzo e questo la comunità internazionale non potrà non riconoscerlo.

Gli accordi di pace non saranno facili e richiederanno forse mesi di trattative e anche se canteranno vittoria, i russi, sarà un canto stonato, cacofonico stridente che cozzerà contro la miseria e la morte e la distruzione di territori dove sarà difficile per anni riportare un po’ di normalità. La vittoria di Putin sarà la sconfitta e la resa di tutto l’Occidente impegnato in questi anni a respingere l’invasione ma non la sconfitta degli ucraini che ci hanno messo cuore e anima e tutto quello che gli è stato possibile pur di difendere il proprio paese e questo i negoziatori non potranno non riconoscerlo. L’onore delle armi oltre al riconoscimento del coraggio e dell’abnegazione che non riporteranno in vita i morti ma che rimarranno scritti nella storia a testimonianza della tenacia di un popolo che chiede di essere libero e di non avere padroni.

E il loro sacrificio resterà alle generazione future come la testimonianza di un popolo fiero, non vinto che ha impegnato tutte le forze migliori in una battaglia che sapeva di poter perdere ma non ha esitato a combattere fino allo stremo delle forze contro un nemico prepotente e subdolo che però non è riuscito a sconfiggere quel desiderio di libertà che non si esaurirà con i negoziati e con le firme sulle carte ma resterà impresso nell’anima degli ucraini per sempre,

Polvere di stelle

Mi fa un poco pena Beppe Grillo. Un povero miliardario a cui hanno rubato il sogno. La vicenda è grottesca: Giuseppe Conte gli ha rubato la sua creatura e si sente il padre a tutti gli effetti. Gli iscritti vogliono così, Grillo si rassegni. Ormai Conte è incistato in politica, si è fatto il nome, vanta agganci persino col neo eletto presidente Usa, il buon Trump. Ma Beppe non ci sta, il movimento è suo e di Casaleggio e lo difenderà nei tribunali. Una brutta storia. Il partito che doveva rivoluzionare la politica sta finendo vittima della politica spicciola di un piccolo personaggio, un uomo decisamente qualunque, come tanti, banale, mediocre, senza slanci creativi. Forte della sua stessa mediocrità. Un uomo banale, arrivista, scalatore ambizioso e ladro di idee. Il movimento di Grillo era una sfida, questo partito guidato dall’uomo banale è una provocazione.

Rimane lì, fermo impalato, ha messo radici e ci sta anche se arrivano i giardinieri con le vanghe.

Grillo si sente pugnalato e giustamente non vuole cedere. Si fanno la guerra quei due, una guerra subdola e sporca come tutte le guerre. E intorno a loro personaggi mediocri che approfittano per rubare un attimo di celebrità gratuita. Tra l’indifferenza dei più ai quali non può importare di meno di questo teatrino dell’assurdo, tranne a quelli che pensano di sfruttarlo per i propri fini. Spettacolo penoso e avvilente, decadente e mortificante. Per la politica o per quello che ne resta. Polvere di stelle o stelle nella polvere.

Il vero sogno dei georgiani

Da tre giorni in Georgia ci sono manifestazioni di piazza contro il governo neoeletto che ha sospeso la richiesta del paese di entrare a far parte della UE. Il presidente filorusso preferisce rivolgersi verso Mosca mentre la maggioranza della popolazione con in testa la presidente, chiede da anni di poter entrare a far parte dell’Unione Europea. Ci sarà un motivo se preferiscono rivolgere lo sguardo a Occidente invece che sentirsi ancora sottomessi alla Russia. C’è sicuramente e uno di questi è che il piccolo paese indipendente dal 1991 è rientrato col nuovo esecutivo dentro l’orbita dello zar a tutti gli effetti e questo ha innescato la rivolta nelle piazze. La Libertà per i georgiani non è più negoziabile e i brogli che sono stati fatti e documentati, per falsare la volontà popolare e portare al governo “Sogno georgiano”, il partito di maggioranza relativa, stanno provocando indignazione tra i cittadini e non solo.

Il timore che il filorusso al governo precipiti il paese dentro ad un incubo come sta succedendo in Ucraina, spinge i manifestanti a scendere in piazza e ad inscenare massicce proteste contro il governo insediatosi illegamente.

La presidente, la coraggiosa e indomita Salomé Zourabichvili, vede scadere il suo mandato a dicembre ma ha già detto che non lascerà fino a quando non saranno indette nuove e regolari consultazioni. Inoltre ha esortato i poliziotti a non scagliarsi contro i loro connazionali che non fanno che difendere la propria libertà e che dovrebbero essere aiutati in questo. Gli ha rivolto frasi del tipo: “Siete forse russofili anche voi”? “Siete comandati dai russi”?

Davvero temeraria questa donna e coraggiosa e io mi auguro che riesca nella sua impresa di far destituire un governo oltraggiosamente e spudoratamente filorusso e che la comunità internazionale non dovrebbe riconoscere ma aiutare quella popolazione a liberarsene per riaffermare i principi di libertà e di determinazione dei popoli e la democrazia contro lo strapotere imperialista di un’autocrazia prepotente e invadente.

Un paese spaventoso

Il diritto di sciopero è sacro. Oggi sciopero generale, le piazze sono invase da lavoratori con striscioni contro il governo reo di “precarizzare il lavoro”. Questo dice la segretaria del PD Elly Schlein. Non metto in dubbio che Meloni sia andata al governo soprattutto per precarizzare il lavoro, dopotutto era troppo stabile, troppo determinato, troppo ben retribuito e lei non poteva tollerarlo. I governi precedenti (obbrobrio) avevano tenuto in palmo di mano i lavoratori, li avevano riempiti di regali, ogni giorno c’era un aumento di stipendio e normative sempre più vantaggiose per i lavoratori italiani che ne erano entusiasti.

Poi è arrivata lei: la strega Melona e che cosa fa come prima cosa? precarizza il lavoro, nega il salario minimo, strappa dalle mani le buste paga di milioni di lavoratori…impossibile non reagire, la differenza tra i governi precedenti e questo attuale era troppo evidente: Meloni odia il lavoro e di conseguenza i lavoratori.

Mentre Elly Schlein ama i lavoratori. Lei proviene da una famiglia di minatori: madre, padre e fratelli tutti emigrati a lavorare nelle miniere e anche lei ha fatto la sua brava gavetta sottoterra. Si vede. Ha le mani callose e ancora sporche di fango.

Mentre Landini parla di rivolta sociale e incita i peggiori istinti in giovinastri che non hanno mai lavorato un giorno in vita propria che bruciano le effigi del primo ministro e dei suoi ministri, in piazza a Torino. Mentre qualche giorno fa avevano bruciato la foto di Valditara e nessuno a sinistra si è dissociato.

Ah, davvero una sinistra democratica tutto dire. Mentre i “fascisti” al governo una cosa simile in tanti anni che sono stati alla opposizione non l’avevano mai fatta. Davvero di che essere fieri dei valori democratici di chi rappresenta i lavoratori in questo momento.

Il rispetto che dimostrano verso le Istituzioni è da esempio per le generazioni future.

Landini mi sembrava una brava persona, ora mi sembra un truce Komunista così, deluso e arrabbiato perché precario e sottopagato a causa di questo sgovernaccio guidato da una donna senza pietà! Che non vede l’ora di mandare a casa per fare posto agli illuminati che aumenteranno i salari di un grande tot e tasseranno i ricchi di un tit…e lavori a tempo indeterminato che spunteranno come i funghi prataioli da cogliere a ceste.

Mi vergogno di aver votato tutta la vita questa roba, anche se forse con gli anni la situazione e andata deteriorandosi, non giustifica però questo comportamento al limite della legge e delle regole democratiche. E mi vergogno di essere italiana e mi guarderò le spalle d’ora in poi perché mi pare di vivere in un paese che non conosco e che mi fa paura! E scopro che io gli italiani ancora non li conoscevo.

PS: salvo pochi che posso contare e sui quali posso contare.

Le piace Trumps?

Anche oggi, gragnuola di bombe e gli ucraini al freddo si preparano al terzo inverno di guerra. Il presidente Putin Un ha mandato l’esercito coreano a fare esercitazioni sul territorio boots on the ground e sono una miriade di soldati pronti a tutto per difendere “la causa”. Ma quale? Ma i diritti dei russofoni del Donbass e limitrofi. Ah, a loro Putin ci tiene e si è visto il macello che ha messo in piedi per salvarli dai biechi ucraini. Per loro è disponibile a vendersi anche la dacia di famiglia se occorre. Il rublo non va tanto bene, ma lui resiste. Ora che ha un amico in più alla Casa ed ha già aggiunto il posto a tavola. O al tavolo. Vi siete mai chiesti cosa prende Putin per colazione? uova e bacon, no. Cereali Kellog? Uhmm ho qualche dubbio. Ma oggi potrebbe tenerne una scatola ben in evidenza perché pare che una delle tante ciliegine colte da Trump sia un certo ex generale che di nome fa proprio Kellog. Simpatico no? Lui pare abbia già esposto la sua soluzione per mettere fine al conflitto: ucraini sedetevi al tavolo pronti a cedere anche le mutande oppure vi tagliamo i viveri e non solo. E poi: russi sedetevi al tavolo e non fate troppe storie altrimenti vi scaricheremo contro tutta la nostra potenza di fuoco. Un diplomatico coi guanti di carta vetrata. ma, dopotutto a un ex militare non è richiesta la diplomazia.

Dunque finirà? Come finirà? Con un trattato? Con un compromesso? con un bacio in bocca tra Putin e Zelensky…no. Su questo mi sentirei di avere delle certezze. Sul resto Non oso esprimere giudizi…o oso?

Ma si, oso. Mettiamo che Putin faccia qualche bizza. E’ un po’ bizzoso, leggermente. Pare. Ma sa di avere in Trump un caro amico. Caro…si fa per dire. Insomma un nuovordinemondialista che non ci sta più alle ciance della fighetteria modaiola obamalike. Ma quale care? il mondo è dei duri, dei furbi e dei ricchi e chi non ci sta si faccia dare un passaggio per un altro pianeta, questo è nostro…dicono, mentre stanno pensando a come fregarsi a vicenda.

Pensare che noi stiamo giusto in mezzo a quei due non è un pensiero che conforta. Ma che cosa potrebbe essere più di conforto in una simile situazione?

Beh, per chi ha la Fede la risposta è quasi scontata, per chi non ce l’ha non gli resta che aggrapparsi all’ultima dea.

Lo sporco lavoro

Il piccolo capo Conte Tonante, ha sconfitto il grande Capo Grillo Seduto lo ha messo nel pentolone a bollire lentamente. Mentre la tribù degli assatanati e osannanti e crucifiggenti piedi gialli, gli gira intorno emettendo strida spaventose.

Ma Grillo Seduto sorride e dice: sono ragazzi meravigliosi, mentre un piede giallo gli infila una forchetta sul grasso bracciotto per sentire se è al giusto punto di cottura.

Insomma, la tribù dei Piedi Gialli abituata ai lussi e alla vita mondana, ha visto nel capetto Tonante la sua salvezza. Ormai i conti non tornavano da lungi e il bilancio dei voti era sempre più magro, se aspettavano che Grillo Seduto si alzasse dal trono sul quale era assiso a pensare ai fatti propri sarebbero finiti a dover chiedere i sussidi statali e però ora la grande Capa Melona Bionda gli avrebbe dato solo il foglio di via. E’ stato un trauma per molti uccidere il padre nobile fondatore del rivoluzionario anticastale movimento dei tutti a Vaffa meno noi. Ma è stato un lavoro sporco che qualcuno doveva pur fare. Conte Tonante non ci ha messo troppo a indossare i colori di guerra e ad incrociare le braccia. Si è sporcato le mani? Beh si, e ancora se le sporcherà, ha una lunga carriera dietro a sé e sa come si fa. Ma poi salirà in vetta al Monte Citorio dove ci sono dei bagni con rubinetteria dorata e se le laverà. E’ esperto a lavarsene le mani Conte Tonante e Tornante, si perché nei suoi due governi non ha fatto che sporcarsi e lavarsi e conosce molto bene l’operazione.

Forte degli incitamenti dei suoi piccoli indiani, se ne va fiero per la sua strada romana a cercare di cambiare il paese, il fuoco del Movimento, dice non si è mai spento, anzi è un incendio che brucia l’anima. Intanto ha bruciacchiato l’anima a Grillo e altre ne brucerà se vorrà aprirsi la strada verso il progressismo, la nuova era, e pazienza se dovrà diventare un satellite del pianeta PD con la sua Grande Capa Elly Ridente, lui non teme nessuno, sa di avere alleati internazionali affidabili e di poter contare su di loro. Forse.

Cambiare il paese ripartendo da quasi zero è impresa ardua ma il nostro Prode non teme nessuno e va spedito verso la vittoria. Ci riuscirà? Mah, intanto un risultato lo ha ottenuto: il Movimento è vivo è lotta insieme a lui e si alzerà un vento fortissimo che come un turbine spazzerà tutte le foglie morte o vive sulla sua strada e se non cambierà il paese neppure questa volta, di certo il paese questa volta cambierà il Movimento. E già il grosso del lavoro è stato fatto.