Insieme

Per la prima volta in Italia ci sono due donne che danno le carte: una è presidente del Consiglio e l’altra segretaria del primo partito di opposizione. Ma non sembra che ci sia una grande collaborazione tra le due. E invece ci dovrebbe essere. Capisco che l’opposizione si deve opporre, ovvio. Ma per una volta non potrebbe opporsi in maniera costruttiva e cercare una sintesi che serva davvero a far progredire il paese?

Abbiamo avuto e abbiamo, ora forse più che mai, tanti problemi, Ma tanti di quei problemi da far ammalare di esaurimento nervoso anche l’ultimo topino campagnolo solitario.

La burocrazia è diventata un elefante che ci schiaccia: ormai dobbiamo essere tutti “digitalizzati” programmati e codificati altrimenti entriamo in un cono d’ombra o spariamo addirittura dal consesso umano.

Il lavoro è il problema più grave e sembra che combinare domanda e offerta sia l’impresa del secolo. Per non parlare della povertà e della prosperità, della criminalità, della abitabilità, della corruzione, la sanità e l’insanità e della paraculaggine, scusate il termine, di certa politica: da sinistra a destra e da sud a nord, senza distinzioni. Eppure da due anni e mezzo governa una donna, tra mille difficoltà, che prima c’erano ed ora di più col mondo in subbuglio a causa di guerre infinite e sparse e l’immigrazione non certo l’ultimo dei problemi e, pare, sia se non altro, un governo stabile. E non è poco per il paese dei governi ballerini. Poi, ovviamente, come è giusto, si sprechino le critiche.

Allora, dico: Schlein, Meloni, trovatevi per un caffè, parlatevi, criticatevi se occorre ma poi tirate fuori un foglio e una penna e scriveteci i problemi più urgenti da risolvere e provate a risolverli insieme.

Mi è venuta in mente una bella vecchia canzone di Mina, un capolavoro che metterei come colonna sonora dell’incontro a due delle “nostre”: “Insieme”.

Si, ok, quella è una canzone d’amore e di questo tra le due non ne corre, almeno che io sappia, ma, perbacco, un po’ di collaborazione, solidarietà femminile o anche solo consapevolezza che una simile circo e stanza potrebbe non riprodursi.

E allora…producete voi due qualcosa di concreto e utile per questo scalcinato paese, voi due da sole, così tanto per provare a fare una cosa nuova e chissà…litigate pure ma poi abbracciatevi e promettetevi di aiutarvi reciprocamente ad aiutare il paese. Almeno provarci.

Orizzonti

L’Italia sta diventando un paese insicuro? dovremo emigrare come abbiamo già fatto nei secoli passati? Tanti lo fanno, ma ora emigrare è diventato più difficile: il mondo è in subbuglio, guerre combattute sul campo o solo politiche infestano l’orizzonte e gli scenari quasi apocalittici non sono più così rari. E poi gli incendi a Los Angeles sono l’incubo che si materializza, se neppure gli americani riescono a salvarsi da tanta devastazione, con i mezzi che hanno, ci si chiede cosa faremo noi la prossima estate per difenderci dai nostri.

E il caos nei trasporti, segno evidente di inefficienza del ministero guidato da uno che sta a limarsi le unghie e a pensare a fare carriera, certamente non eguaglia il primato di quando c’era lui, quello, ma lui, questo, sembra essere impegnato a creare casini. Ma non andrà di persona a sabotare le linee, a manomettere gli orari in modo da finire sulle prime pagine dei giornali? Un delirio di protagonismo al contrario: ci tiene a fare brutta figura, vuole traslocare e ci riesce se continua così.

Renzi ha compito 50 anni. Ecchisene…direbbe qualche scostumato, deve crescere ancora per diventare Renzi. Renzi che vuole riorganizzare il centro e si da l’orizzonte temporale biennale per farlo. Col due per cento di partenza si può arrivare alle stelle e se lo dice lui possiamo crederci: a minacciare è sempre stato bravo e le sue minacce si sono sempre avverate. Per ora non fa tanta paura ma con uno come lui non si sa mai, Crosetto ha già avvisato Giorgia: quello ti distrugge…fossi in lei un po’ di fifa ce l’avrei.

E le molestie alle donne, i tentati stupri, le minacce, i cori contro l’Italia la notte di Capodanno a Milano, e i disordini durante le manifestazioni di piazza, sono una spia direi piuttosto grossa di come l’ordine pubblico sia minacciato da criminali che girano per le nostre strade e piazze a fomentare paura e disordine e che le manifestazioni “pacifiche” sono sempre più violente e che il diritto, sacrosanto a manifestare, non deve tradursi in diritto a minacciare e fomentare guerriglie. Le Forze dell’ordine sembrano quasi impotenti. Se poi sparano e uccidono un decerebrato che se ne va in giro a prendere a coltellate i passanti e finiscono indagati, allora l’inquietudine cresce. Se chi deve difenderci dai criminali si ritrova in galera per averlo fatto, ci saranno sempre di meno eroi e sempre più criminali. E Piantedosi che fa? in cerca d’autore anche lui? Ora e anzi subito dovrebbe rispondere in prima persona su come sia possibile che avvengano fatti del genere sempre più frequenti nelle nostre piazze o in centro a Milano in una notte di festa. La situazione gli sta sfuggendo di mano? Eh no. Non si può, non deve sfuggire altrimenti diventiamo una jungla e lui può andare a impagliare gufi.

E infine, last but not least, abbiamo il governatore De Luca che vuole rimanere incollato alla poltrona ancora per un altro mandato e poi si vedrà. Così Zaia, sembra vagheggiare anche lui di terzi mandati. Ma no, mandateli a casa o fategli fare qualche lavoretto meno impegnativo: governare logora e per quanto bravi hanno bisogno di riposare.

E ancora, c’è sempre l’Ucraina in ballo, con Zelenzky che continua nella sua disperata missione di salvare il salvabile. E Putin che aspetta Trump per deluderlo e cacciarlo. E con Trump le cose potrebbero cambiare in meglio? E come? Ah, già, magari chiede di comprarsi l’Ucraina o meglio di averla in regalo visto che gli Usa ci hanno già speso tanto. Potrebbe diventare americana e fare l’America Great Again. Non è poi troppo balzana come idea, avrebbe risolto il problema, cosa fatta…

Basta è domenica e di disgrazie ho già fatto una lista fin troppo lunga. Ora mi riposo. E guardo ai miei di orizzonti…

Pronti per l’immersione

Eppure mancava tanto così. ma no, niente punizione. Il criminale fellone con condanna per 34 crimini non andrà in galera ma alla Casa Bianca.

Giustizia è sfatta. ma poi, che differenza c’è tra la county jail e la white house? Minima, decisamente. Del lusso e poco altro. Il campione senza valore, l’uomo che con lui non ci sono state guerre e che però forse ora ce ne saranno, entra alla Casa Bianca con la fedina sporca. Eh no, dice lui non contento. Non si può, devo essere sbianchettato. Mi farò una bella doccia e cambio di abiti sopra e sotto (cutanei) e c’ho la fedina sporca? Ma che roba è?

Il giudice della causa della pornodiva parlante non ce l’ha fatta a non cedere al potente. Non va punito anche se colpevole e gli augura pure buona fortuna.

Cosa vuole di più? Tutto vuole, compresa la Groenlandia, strategica rotta artica e lui oramai rotto a tutto è pronto a rompere il salvadanaio se non diventa sua con le buone. Ha imparato la lezione del suo amico russo. E allora Zelensky te lo puoi scordare che ti dia ancora aiuti, devi fare con quello che hai e non rompere che hai già rotto anche troppo.

Ora a rompere gli equilibri mondiali ci penserà il fellone pacifista, il pregiudicato condannato ma salvato dalla galera… presidente.

La Casa Bianca credeva di avere visto tutto ma ora deve prepararsi a vedere cose che noi umani…l’eletto unto e miracolato sta per rientrare, abbassate i periscopi, pronti per l’immersione…

Spirito di presenza

Un tipo, un tale direttore dell’agenzia Vista, ha chiesto oggi a Meloni se quando cammina calpesta le formiche. Povera donna. ma che razza di domanda sarebbe? Ma che fenomeno è ‘sto Alexander col codino che va alle conferenze stampa e fa delle domande del caschio?

Mi sono chiesta che cosa avrei risposto se lo avesse chiesto a me e mi fossi trovata in quella situazione. Si tratta di presenza di spirito perché è una domanda fatta apposta per spiazzare e farsi pubblicità, ci deve aver pensato su un mese. Beh, dipende dall’umore che mi trovavo ad avere in quel momento (non sono Capricorno) e quindi le risposte potevano essere diverse.

Una, per esempio poteva essere: ma che domande fa? oppure: lei che fa? oppure, passiamo alla domanda successiva. Questo se ero di cattivo umore. Se fossi stata di buon umore avrei potuto rispondere diversamente, ad esempio: si, le calpesto e poi ci ripasso sopra, oppure ho delle scarpe apposite che segnalano formiche e se suonano allora non solo le calpesto ma le schiaccio.

Ma io non sono premier e non devo stare attenta che il mondo mi giudichi. Che gli animalisti mi mettano sulla graticola e mi infamino come una perversa sterminatrice di poveri animaletti indifesi, che l’opposizione non rilevi la mia crudeltà e mi crocifigga sul palo della osservanza del rispetto di tutte le specie animali e se tanto mi da tanto…no, non si può dirlo, si deve dire: “se le vedo non le calpesto” come ha risposto la premier. Giusto. L’unica risposta possibile. perché quello, mister codino “spirito di presenza”, aveva anche aggiunto che se si calpestano le formiche piove.

Apriti… anzi, chiuditi cielo…e se poi ne viene tanta che alluviona qualche zona già dissestata? Governo ladro, piove perché Meloni calpesta le formiche e giù interrogazioni.

Insomma la domanda era di quelle che più stupide di così non si poteva, ma fatta con l’aria da santone che sa cosa chiede e a chi lo chiede. Un intelligentone massimo che scandisce il cognome come se avesse detto Kafka. Un pretenzioso funambolo della parola che voleva solo metterla in imbarazzo e ci è riuscito. Bravo.

Ci scriveranno dei poemi sopra, lo so, dopotutto ci sono cascata anch’io. E però bisogna riconoscere che almeno ha fatto una domanda originale ed è probabile che Meloni quando è uscita di la abbia controllato se aveva delle formiche sotto il suo passo. Ma non ne ha viste. Non perché siano in estinzione ma perché non bazzicano le strade del centro o della periferia, senza assicurarsi che Giorgia non passi di li. Prima di andarci, eventualmente, consultano le loro inviate al Palazzo nascoste tra le pieghe delle mattonelle dello studio della presidente e si fanno dare un dettagliato resoconto dei suoi programmi giornalieri.

Bentornata Cecilia

Dite quello che vi pare, ma la liberazione di Cecilia Sala è un successo di una squadra affiatata sicuramente ma è anche un successo personale di Giorgia Meloni. La giornalista torna a casa, l’incubo per lei e i suoi familiari è finito. Ed è una splendida notizia, di quelle che aprono il cuore alla speranza. Cecilia torna libera, esce da quel bugigattolo che è stata la sua prigione per tanti giorni e tante notti in cui avrà contato i minuti.

L’aereo che la riporta a casa vola…sembra una battuta ma non lo è: immagino il pilota e la crew e la loro felicità per essere loro i protagonisti materiali del rimpatrio della giovane.

Una gioia grandissima anche per me, come credo per tutti. Il pensiero che la nostra connazionale soffrisse in quel modo senza motivo alcuno, dietro a quelle sbarre, era come un macigno. Ora la sua famiglia può respirare a fondo. Immagino quanto abbia trattenuto il respiro nella spasmodica attesa del miracolo. Perché questo sembra: un miracolo. Ma anche tanta buona volontà e perizia e determinazione assieme. Che, alla fine, hanno pagato.

Bentornata Cecilia!

Il resoconto di Conte

Sarò distratta, ma mi sfugge il resoconto delle dichiarazioni di Conte in merito alla faccenda delle rendicontazioni delle spese elettorali in Sardegna. Ma si renderà conto appieno, Conte, del conto (salato) che il Movimento dovrà pagare nel caso venisse confermata definitivamente la decadenza della governatrice della Sardegna: Alessandra Todde caduta dal Cavillo?

Secondo me no. Non è bravo a far di conto. Lui è mani bucate (coi soldi nostri) ed è abituato a non badare a spese. Ma alzerà il ditino in Parlamento ancora contro il governo reo, secondo il Movimento, di non essere rispettoso delle sentenze e di ingaggiare battaglie politiche con la Magistratura? Forse no e forse si. Con lui non si può mai dire. Ma deve passare la nottata e si deve chiarire cosa sia veramente successo col pastrocchio che pare abbiano combinato i Cinquestelle con le rendicontazioni male gestite, cialtroneggiate, insomma inezie burocratiche che però sarebbero, se confermate (e mi pare lo siano) un grosso macigno sopra la testa della governatrice la quale pare un po’ rintronata ma decisa a ricorrere; sarda tenace.

A dir la verità, agli italiani importa ben poco quale sarà il suo destino, hanno davvero ben altri problemi. ma, se si faranno nuove elezioni temo che i Cinquestelle abbiano poche chances e il famoso campo, da largo potrebbe ridursi ad un fazzoletto di terra arida e incolta e la tanto decantata intesa col PD potrebbe finire miseramente sotto una bolletta. Ma con Elly non è ancora detto…”certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”…

E però i “valori” tanto strombazzati dei Cinquestelle (residuati dopo la rendicontazione) saranno definitivamente l’opacità e la castroneria. Insomma il “sogno” decaduto.

Un bel risultato davvero per il rinascente Nuovo Movimento del rendiConte. E chi ben comincia…

Mamma ha preso l’aereo

Ha lasciato Ginevra con la tata, le ha detto:” amore, fai la brava, mamma fa una puntatina in Florida e torna, prima che ti svegli mamma è già qui e poi ti porta sulla “nuvola”. Si è involata verso l’aeroporto dove ha preso il jet privato che l’attendeva motore acceso. Ha guardato un film sentimentale americano con Richard Gere, ha sonnecchiato un po’ ed è atterrata fresca come un bucaneve per incontrare l’uomo più potente del mondo che l’aspettava nel suo maniero con un sorriso a 24kt. Baci, abbracci, sorrisi, ammicchi, poi un giro per le stanze colonnate della dimora principesca di Donald (lei lo chiama così, glielo ha suggerito Elon) e infine l’incontro a quattr’occhi dove non si sa bene cosa si siano detti ma possiamo immaginarlo. E speriamo.

Lei, la premier era abbigliata per l’occasione all black con scarpa in tinta col tacco che slancia, parlantina fluida, sorriso materno, la criniera bionda svolazzante…insomma caruccia. A Trump qualche pensierino è passato sicuramente per il testone. E’ uomo di mondo e della nostra dice “fantastic”. E poi non dovrebbe neppure faticare col cambio di nome: da Melania a Melonia, chi ci vedrebbe differenze? Insomma l’uomo è cacciatore e Trump, con tutto che ha una responsabilità, a caccia ci andrebbe ancora se Melania non fosse sempre all’erta e conoscendo il tipo…

Insomma, la premier è rimasta in tutto qualche ora e poi ha girato il jet e ha fatto ritorno a casina dove la sua bambina l’attendeva a braccia aperte. Ha compiuto il suo dovere di madre e di premier di un paese che l’apprezza a metà mentre l’altra metà, no. Ma non si può piacere a tutti e lei è una che non si scoraggia e non si ferma davanti a niente e speriamo davvero che questa sortita estemporanea che ha messo in subbuglio un po’ tutto l’apparato di sicurezza, serva ad ottenere un risultato positivo nella spinosissima questione che tutti, purtroppo, conosciamo.

Buona magia

Quest’anno non ripropongo la mia “Brutta Befana” scritto del 2019 che ormai ripropongo ogni anno. No, non mi va. Queste feste sono state pesanti per me. Lo dico senza remore. Sono stata abbastanza infelice, scusate mi faccio la concessione di parlare di me (no, non sono la Befana). Credo si sia sentito. Il Natale è passato, Capodanno pure, ora manca solo lei la strega che tutte le feste si porta via. E meno male. Anche se è una strega buona è sempre una strega. Ha poco allure, sa di cose passate, vecchie, ormai dimenticate. E’ anacronistica. Infatti si vedono solo Babbi Natale scalare i muri esterni delle case. E sono ancora tutti li e chissà quanto ancora ci rimarranno.

Mentre lei, la cara Befana arriva con la scopa a spazzare via le illusioni che le feste possano portare delle cose buone. Ci ritroviamo a festa finita esattamente come prima e con gli stessi problemi. Ci sarà chi vincerà alla lotteria ma pochi altri avranno dalla Befana regali così eclatanti. I bambini trovano tutto magico ma passata quell’età la magia è qualcosa di indefinibile che non sappiamo più riconoscere.

Invece che cercare tutti i giorni di trovarla dove si nasconde, la rifuggiamo e ci nascondiamo dietro la prosaica quotidianità Non abbiamo più abbastanza cuore per accogliere la magia.

Penserete che sono impazzita, ma no, sto bene sono solo quella che sono, come sempre e quella che scrive qui da anni quello che le passa per la testa. E oggi mi passa questo per la testa: la Magia deve trovare posto nella nostra vita come quando eravamo bambini e credevamo alla Befana. Perché è vero esiste e vien di notte con le scarpe tutte rotte…e la magia ha un posto importante nella nostra vita anche se non lo vediamo.

Omaggio i miei 25 lettori (forse meno) di un brano meraviglioso che vi consiglio di ascoltare: è magico…buona Magia a tutti:

Un bene prezioso

L’attenzione alla salute sembra essere in diminuzione soprattutto tra i giovani o i giovanissimi. Dalle statistiche sembra risultare un aumento generalizzato dei fumatori soprattutto tra i giovani e le donne sopra i sessanta.

Aumenta anche l’obesità, altro grave fattore di rischio. Insomma gli italiani in questo ultimo periodo sembrano avere poca cura e poca attenzione alla salute (o meno rispetto al recente passato) e questo non può che essere un segnale negativo di decadimento della società. Se hai bisogno di fumare e mangiare in maniera eccessiva significa che cerchi soddisfazione nel fumo o nel cibo e i motivi possono essere molteplici. Dalla frustrazione per non riuscire nella vita in moti ambiti, da quello lavorativo o affettivo, fino, in molti casi, alla delusione nel non non vedere realizzati i propri desideri: nel non riuscire ad avere relazioni stabili o qualsivoglia, nel non ottenere buoni risultati a scuola o nel lavoro, in definitiva, situazioni di disagio che contribuiscono ad aumentare il senso di impotenza e inadeguatezza e di conseguenza il ricorso a palliativi per cercare di contrastarlo. Ma col rischio di aumentare le malattie e di gravare sul già oberato servizio sanitario nazionale.

Certo se non si ha un’occupazione stabile e nessuno che ti dice che fumare fa male, ti adagi sulla prospettiva che qualcuno ti aiuterà a curarti nel caso ti ammalassi: gli ospedali ci sono per questo, no? E questo è anche uno dei problemi dell’intasamento dei Pronto Soccorso : astanterie colme di gente di tutte le età, il più delle volte senza problemi urgenti. Un problema che grava sulle strutture sanitarie e ne impedisce il regolare funzionamento. Una ansia crescente spinge molte persone a ricorrere alle cure ospedaliere anche quando non è necessario e intasa i reparti e sottopone a lunghe liste di attesa per eseguire esami che si rivelano spesso del tutto inutili quando non addirittura dannosi.

Soldi buttati che potrebbero essere spesi per efficientare tutto il sistema e servire davvero a intervenire dove ce n’è veramente bisogno. Sprechi che producono un circolo vizioso che non fa che rendere le nostre strutture ospedaliere dei carrozzoni sempre più intasati e, purtroppo, inefficaci in molte situazioni.

Ma se non si insegna ai giovani o a tutti che la propria salute è un bene troppo prezioso e che va salvaguardata e protetta e conquistata giorno per giorno con stili di vita sani e non si incentiva nei giovani questa ricerca di “benessere” che non si trova nelle “droghe” qualsivoglia comprese le sigarette o anche l’alcool, ma proprio nell’assenza di esse, la situazione non migliora, anzi. E gli interessi, troppi e variegati dietro a questa crescita di abitudini malsane sono così potenti ed invasivi da spingere giovani e meno giovani verso una china che può rivelarsi auto distruttiva.

Il trend

Il presidente eletto Trump, nei prossimi giorni sarà in tribunale per assistere alla sua assoluzione al processo “Hush money”, forse per non aver commesso il fatto.

E’ probabile che il giudice, intenerito dall’ aureola magica che si è posata sul commander in chief futuro prossimo dopo essere scampato all’attentato che avrebbe dovuto ucciderlo e invece se l’è cavata per un puro miracolo, lo assolva, dopo averlo condannato. La sentenza (sulla pena da somministrargli) doveva essere pronunciata nel luglio scorso ma era stata posticipata a data da destinarsi a causa della sua corsa per le elezioni. Ora, presumo che andrà così anche in virtù del fatto che Trump, salvato dal proiettile è diventato virtuoso e tutti i reati che ha commesso e per quali è andato processato e condannato, compresi quelli ancora in corso di valutazione, gli saranno con tutta probabilità condonati.

In fondo perdonare è bello e buono e perdonare uno con la potenza di fuoco dell’eletto (in tutti i sensi) presidente Usa è quasi un obbligo morale. Neppure una tirata d’orecchie perché sappiamo che gli orecchi di Trump sono diventati un cimelio da studiare nei secoli e da disporre in un museo in una una teca diamantata quando, il più tardi possibile, egli non sarà più.

Insomma, alla fine della fiera la pornostar, o diva del porno. detta Stormy Daniels si degraderà (per Trump) a brezza mattutina e tutto finirà a tarallucci. Vino no perché lui è morigerato e non beve non fuma e, il rimanente è diventato per lui così pericoloso da non volerne più sapere: un monaco tibetano al suo confronto è un dissoluto.

La “caccia alle streghe” denunciata in tutti questi anni dal miracolato finisce con una assoluzione con formula pienissima e via andare.

Forse. Io non lo so, ma se questo è il trend potrei non sbagliarmi.