Leggendo le dichiarazioni di Matteo Renzi di questi giorni, mi è improvvisamente venuta alla mente una canzone: “I got life”. E i due, Martina e Renzi, mi ricordano Claude e George, gli interpreti di Hair, un musical campione di incassi degli anni sessanta/settanta. Per i cultori del genere è un capolavoro e le sue canzoni sono immortali, tra queste c’è appunto” I got life”.
I due sono amici nella vita come nella finzione scenica e insieme realizzano il musical che resterà nella storia della musica. Ne verrà fatto anche un film.
La canzone dice più o meno: ” Ho vita, fratelli, ho vita, sorelle…e poi elenca tutta una serie di cose che ha, tra le quali ci sono anche alcuni particolari anatomici che George Berger, il protagonista, mette in evidenza sotto gli occhi esterrefatti, increduli ,ma anche, divertiti, di una improvvisata platea. Insomma. George improvvisa una danza sfrenata sul tavolo imbandito, rovinando la festa ad un gruppo di ricconi americani, riunitisi per festeggiare una ricorrenza.
Non sembra Renzi alla Direzione Pd? Lui non c’era ma la festa l’ha rovinata con le sue dichiarazioni sui giornali e sull ‘web, ne ha avute per tutti, tranne, naturalmente che per se stesso.
Con se stesso è sempre autoassolutorio, se ne va, ma non molla e nel partito c’è chi si comporta con piaggeria e viltà, dice.
Si fa intervistare, twitta e scrive dovunque sia possibile e minaccia con frasi sibilline del tipo: ” a volte il futuro ritorna”.
Perché Renzi, per chi non lo avesse capito, vive in un eterno presente progressivo. Tutto gli serve per progredire nella sua vita. Per perseguire il suo genio o destino. E siccome sa che il suo destino è la politica, non la molla. Anzi se ne tiene ancora più abbarbicato, nonostante le sconfitte.
Per lui le sconfitte sono carburante per il suo motore. Se ne fa un baffo che il Pd sia finito nelle cenere,che abbia perso milioni di voti, che abbia perso le elezioni clamorosamente. Tutto previsto nel disegno che il Destino ha in serbo per lui.
Perché solo dopo aver toccato il fondo (e lui il fondo lo tocca spesso) si può risalire.
Il personaggio di Hair a cui lo accomuno (me l’ha data Renzi l’idea con le cose che dice e le facce che fa) è un hippy che, assieme ad un gruppo di altri hippies sta contrastando gli arruolomenti per il Vietnam. Diventa per caso amico di Claude, il quale sta per partire per la guerra e si unisce al gruppo per cercare di dimenticare per un giorno che dovrà combattere, mentre lui è un pacifista. Poi, alla fine, ci finisce Berger in Vietnam ed il finale non è lieto. (Non lo auguro certo al nostro, anzi, gli auguro lunga vita).
Ma i due mi hanno ricordato Renzi e Martina: uno sfrontato, ribelle, arrogante, l’altro pacato, quasi timido pacifico e dialogante.
Ecco, Martina è Claude Bukowsky e Renzi è George Berger.
Si compensano a vicenda e fanno una coppia forte e risoluta.
Orlando ha detto che Renzi sembra Mao che dava ordini da fuori del partito.
Infatti la linea del Pd la da ancora lui, nonostante le dimissioni.
Gli fanno gioco, lo mettono ancora più in luce, si può togliere la ghiaia che aveva nelle scarpe e ritornare “ricco e spietato come il conte di Montecristo”.
E dire come Berger: ” I got my ass” (non traduco per decenza). Si, ad ognuno il suo. Toccare il fondo può portare fortuna e dare una grossa mano a risalire.
Questa sembra la fisolofia di Renzi. In fondo.
mariagrazia gazzato
Destino
“Xue and now-husband Ye were photographed together as teenagers in the Chinese town of Qingdao – and didn’t find out until after theymarried.”
Questo è il titolo di un articolo che ho estrapolato dal giornale inglese The Guardian (on line) di oggi.
Dice:” Xue e il suo attuale marito Ye fotografati assieme mentre, teenagers, si trovano nella città di Qingdao (Cina) e non lo hanno scoperto che dopo il loro matrimonio”.
Questi due ragazzi si trovavano davanti alla stessa statua, nello stesso punto, per essere fotografati e dopo undici anni da quella foto, quando erano già sposati, hanno scoperto per caso di essersi già incontrati senza saperlo.
Lei ha detto che quando ha visto la foto le è venuta la pelle d’oca. I due erano in viaggio di piacere (ognuno per proprio conto ) e si trovavano nella piazza “May fourth square” e davanti ad una statua che rappresenta il movimento studentesco May Forth creatosi in seguito alla delusione dei cinesi per il pessimo trattamento ricevuto nel Trattato di Versailles, alla fine della prima guerra mondiale.
Dopo anni ed in un posto lontano migliaia di chilometri dal luogo del fatale incontro, i due si sono incontrati di nuovo ed innamorati e successivamente sposati, totalmente inconsapevoli di essere presenti nella stessa foto, scattata molti anni prima.
Lei appare sorridente, seduta su un muretto basso, dietro a lei campeggia la statua: una scultura rossa formata da lastroni circolari sovrapposti fino a formare una specie di grosso fungo. Ye si trova sullo sfondo, poco lontano da lei alle sue spalle e sembra guardarla.
La scoperta della foto è avvenuta per caso, riporta il giornale: è probabile, secondo me, che fosse stata riposta senza farci troppo caso ma che osservata a distanza di anni di conoscenza tra i due sia immediatamente saltato all’occhio con evidenza che i due si erano incontrati per una stranissima coincidenza e si erano fatti fotografare nel medesimo istante, quel giorno preciso, sotto quella statua.
La cosa, a pensarci ha dell’eccezionale. Qualcuno ha commentato che potrebbe trattarsi un fake. Ormai tutto ci sembra un fake. Tra un po’ ci sveglieremo la mattina pensando di essere un fake.
Io ci credo. E’ una storia bellissima e credo che quei due ragazzi fossero destinati ad incontrarsi ed amarsi e il destino gli avesse dato più di una chance. Quella foto è la testimonianza che il destino intreccia le nostre vite anche quando non ne siamo consapevoli, magari più e più volte, fino a che si compie.
Consolazione
Ho l’impressione che si stia giocando una brutta partita e che il destino dell’Italia dipenda dall’ipocrisia di alcuni attori sulla scena che si è formata dopo le elezioni.
Il primo in testa è il Movimento 5S che si sta comportando come se avesse tutte le intenzioni di governare per i prossimi cinque secoli, ma, a mio avviso, non ne ha neppure lontanamente l’intenzione. Tutta finzione. O meglio fiction. E la dimostrazione l’ha data Grillo, saltellando sopra le varie ipotesi di governo che lui stesso aveva formulato scrivendo le varie ipotetiche alleanze sulla sabbia. Surreale ma lampante: non ci sta! Governare lo terrorizza. Loro preferirebbero rimanere all’opposizione e continuare a mandare a vaffa tutti. Ma non possono far finta di nulla e allora si esprimono come se fosse il loro turno e propongono alleanze a chi sanno che non potrebbe mai accettarle o, almeno, lo sperano. Hanno cambiato strategia perché non vogliono che li si accusi di essersi sottratti dal governare, ma sanno benissimo che i loro potenziali alleati non esistono. Né loro ne hanno mai voluti. Questo cambio repentino di strategia desta molti sospetti che il loro “senso di responsabilità” nato dall’oggi all’oggi, sia solo una delle tante tattiche nelle quali si sono dimostrati maestri.
Nel centrodestra è in atto una battaglia furiosa tra i vari componenti. Berlusconi deluso dalla sconfitta di Renzi (alleati per natura) e anche dalla propria, si inventa di chiedere alleanze col Pd contro i Cinquestelle. In realtà di far governare la Lega non ha alcuna voglia ma piuttosto di niente è sempre meglio piuttosto, anche se si chiama Salvini.
E’ uno scenario inquietante. Se la disfatta di Renzi poteva far sperare a chi aveva abbandonato il Pd a causa sua, di rientrare dopo la derenzizzazione, ora, la prospettiva di unirsi ai Cinquestelle, ventilata da qualcuno, per formare una ciofeca di governo che non reggerebbe due secondi, fa cadere anche le residue speranze di una riunificazione.
Non ci vedo chiaro. L’ipocrisia regna sovrana, non possiamo mandarla al, governo sarebbe la distruzione totale di un paese che già non sta benissimo. (Anche se ci è già stata per un bel pezzo, ora sarebbe come riconoscerle di aver vinto). Un qualsiasi governo nato da queste premesse non avrebbe vita lunga. Che fare dunque? Vivere serenamente aspettando che Mattarella sciolga il rebus? Forse optando per un altro governo tecnico, che, visti i presupposti, sarebbe una toppa migliore del grosso buco che abbiano davanti? Non lo auspico di certo, ma le altre soluzioni mi sembrano tutte peggiori.
Grazie, comunque, a chi ha distrutto il Partito Democratico ed ora entrerà al Senato di la da venire a pontificare su tutto quello potrà e vorrà. Parlo dell’ineffabile Renzi il quale non ha tutte le colpe della disintegrazione del partito, certo, le deve condividere coi tanti che gli hanno dato retta e seguito, ma da segretario e da premier ha dimostrato che in Italia si può combinare qualsiasi disastro e passare all’incasso del premio. Di grossa consolazione.
Il rosa non si addice al Pd
Oggi c’è l’ennesima resa dei conti nel Pd. Ma poi, i conti non li rende mai nessuno, si lasciano sempre da pagare, sospesi. Per questo abbiamo il debito pubblico alle stalle. (Ho scritto stalle apposta, la parola “stelle” mi sembra abusata di questi tempi).
Ora, Orfini, ha detto a Lucia Annunziata che non esiste in natura un accordo coi Cinquestelle, che ora il Pd deve stare all’opposizione, Che la sconfitta è di tutti e non solo di Renzi, che si trovava a passare di li per caso e il caso ha voluto che fosse nominato segretario, poi premier ed ora senatore, ma la colpa non è certo sua, ma del caso, appunto.
No, non se ne parla proprio, ora bisogna rimuginare sui non errori e chiedersi quali altri si possono eventualmente fare per riprendersi il ruolo di partito progressista con vocazione maggioritaria e di guida della Nazione verso il raggiungimento della Giustizia Sociale e del Benessere dei cittadini.
Perbacco, Orfini ha detto parole cesellate in oro, colate, proprio. Ma c’è Michelone che dall’alto della sua stazza si erge a difesa della responsabilità di appoggiare un qualsiasi governo, pena la definitiva scomparsa del partito.
Rassicura vedere che nel Partito Democratico, le varie anime hanno ritrovato finalmente una granitica compattezza di vedute e di intenzioni.
Emiliano lo vedo forte e risoluto. Sarebbe un buon leader, almeno è uno che parla chiaro, come mangia e per mangiare Emiliano mangia. Eccome. Al contrario di Orfini che mi sembra esile e pittosto diafano. Un bel piatto di orecchiette alle cime di cozza con rape pelose, non gli farebbe certo male, magari innaffiato da un buon rosatello…no, meglio un verduzzo toscano doc. Il rosa non si addice più al Pd. Oggi meglio un bel grigio fumo di Rignano sull’Arno. E’ più adatto.
Oggi si terrà la direzione Pd, a porte sprangate, via streaming basta, hanno già dato, via, via.
Si prevede maretta, come al solito, niente di nuovo al Nazareno.
Renzi sarà convitato di pietra o ci sarà? Mi pare che abbia scelto di andare a giocare a tennis o a sciare. In entrambi gli sport, l’ex smart premier, eccelle. Mah, a me poco importa, anzi, nulla. Si butti pure dalle Tofane a uovo, ma stia attento a non fare frittate, di questi tempi trova sempre qualcuno che gliele rompe, nel paniere.
Troveranno un’intesa su come procedere? La vedo difficile. Ultimamente sono piuttosto in subbuglio, non vanno nemmeno d’accordo su chi ha diritto a prendere la parola per primo, figuriamoci se trovano l’accordo se allearsi o meno col nemico odiatissimo.
E poi, scusate, ma chi chi glielo fa fare? Un conto è allearsi con Berlusconi, quella è un’alleanza naturale, ma con quei manfrinari dei Cinquestelle che prima sputano sul piatto che gli offre Bersani e poi vogliono dividere i pani e pesci con chi è riuscito a cacciarlo dal suo stesso partito, non è proprio cosa ammissibile dall’ordine stesso delle cose.
Perbacco, va bene che la coerenza in politica è un optional, ma questa volta il Pd rischia davvero grosso.
Ma a loro il rischio piace, finora, da quando è arrivato Renzi, hanno sempre raddoppiato e sempre perso, persa per persa, forse gli conviene mettere il gruzzoletto sul tavolo per farselo mangiare dai Cinquestelle.
In fondo che cosa hanno da perdere?
Tutto. Ma chi lo spiega ad Emiliano? Ha due spalle cosi e se si inca…vola, mena.
Fare il punto
Fra un po’ sapremo come sarà formato il nuovo governo, se si formerà o se avremo un governo tecnico o se, addirittura, torneremo a votare.
Io vorrei un governo normale. Ma da noi nulla è “normale”. Dobbiamo sempre complicarci la vita. Di Maio ha detto che se i Cinquestelle non andassero al governo sarebbe un insulto alla democrazia. A me, sinceramente sembra che sia un insulto alla democrazia il modo in cui parla. Già parla da presidente, con una lieve aria di minaccia. Ma non tocca a lui ma al PdR dare le carte e indicare chi avrà un mandato esplorativo per formare il governo. Quindi, Di Maio, datti una calmatina, non hai vinto il campionato di calcetto, aspetta che sia chi di dovere a dire chi deve governare.
Ma i cinquestelle ormai, sono troppo galvanizzati da questo consenso popolare, il 32.2% dei voti e si sentono a cavallo, campioni del mondo.
Io direi che è ancora tutto da vedere. primo perché la coalizione di centrodestra li supera abbondantemente e quindi, a rigor di numeri, toccherebbe a loro cercare di fare il governo. Questa storia che i Cinquestelle devono governare per forza a me non va giù.
Ma non perché abbia nulla di personale contro di loro, giammai, ma perché sono esaltati, non si governa un paese coi bric e brac, i mortaretti, i brindisi. Qui le cose sono serie, non c’è niente da festeggiare a prendersi in mano un governo di un paese con un debito pubblico mostruoso. Questi hanno una prosopopea, una boria, sembrano avere la bacchetta magica. Hanno incantanto il 32,% degli elettori ma a me non m’incantano. Intanto non hanno ancora dimostrato di sapere fare quasi nulla. Roma e Torino, governate da loro, non hanno visto quei miglioramenti che sembravano scontati quando si sono insediate le due sindache. Soprattutto a Roma e sono entrambe indagate.
Ma hanno bisogno di tempo, si lamentano che hanno trovato il disastro, soprattutto a Roma dove tutti i problemi sono rimasti invariati mentre la Raggi si aggira con quell’aria da Mary Poppins praticamente perfetta.
Ma se, mettiamo il caso io dovessi chiedere a una colf di sistemarmi casa perché è sottosopra e quando arriva, questa signora, comincia col guardarsi attorno, arricciare il naso, dire che tutto fa schifo, che ha bisogno di tempo per oganizzarsi e che intanto si prende un caffè, si fa una passeggiata tra la camera e il salotto, si sdraia un po’ sul divano per fare il punto della situazione…ma io, come minimo la sbatto fuori a calci.
Ora, se i Cinquestelle pretendono di governare l’Italia come stanno governando Roma, con la stessa spocchia, la stessa flemma, la stessa puzza sotto il nasino, allora stiamo freschi. Tutti quelli che gli hanno dato il voto, vanno sotto Palazzo Chigi coi forconi o aspettano tranquillamente che siano passati i cinque anni e anche se non hanno combinato nulla di che, li rieleggono perché sono “nuovi” e simpatici?
Non credo proprio, gli fanno fare una fuga che si vede il polverone dalla galassia.
Perciò, se la coalizione di centrodestra troverà i numeri per governare raccattando cani e gatti (con tutto il rispetto per le bestiole)vadano, governino e poi non si facciano più vedere per un ventennio, se fanno male, ovviamente.
Ho visto il “garante” dei cinquestelle inginocchiato sulla spiaggia mentre scriveva dei numeri, sembrava davvero darli, più che altro. Se questo garantisce per i cinquestelle, chi garantisce per lui? Il mago Othelma?
Io sono perdente e vado all’opposizione ma questi hanno ancora tutto da dimostrare. Riusciranno i vostri eroi (miei non sono), a formare il governo prima che ci cresca la barba come quella di Matusalemme?
Di Maio dice di si, Salvini dice si, chi dice no, ahò?
Faccio una piccola aggiunta in data odierna (11.3.’18).
Ho visto il premier in pectore e non ho potuto fare a meno di pensare che il famoso palazzo potrebbe anche chiamarsi: Palazzo GIGI, o meglio: Palazzo Di GIGI. Fa più intimo ed accogliente. O no?
La denatalità è una cosa seria
Gentile Severgnini, mi scuso, ma leggere lettere come quella del signor Panteghini, il giorno della Festa della Donna, fa male (“Volete fare figli? Liberissimi”, http://bit.ly/2If3rOO ). Ha infilato una banalità dopo l’altra. Che le donne non facciano più figli ha una serie di motivazioni che non c’entrano niente con quelle citate nella lettera. E sono molto serie, dovrebbero fare riflettere e non far passare la cosa come una scusa per ottenere pochi spiccioli dal governo di turno, un’elemosina vergognosa che serve poco niente se non ad ottenere consensi facili. La crisi della denatalità, in Italia è una cosa seria e non una macchietta utile per fare gli spiritosi alla De Rege. La crisi ha portato via il futuro a milioni di giovani, un’intera generazione che si trova a dover fare i conti con la precarietà diffusa nel lavoro che spegne qualsiasi desiderio di formare una famiglia. Senza la certezza di un lavoro stabile non si può pensare di poter mettere al mondo non tre o quattro (o di più) ma nemmeno mezzo figlio. Le donne hanno diritto alla carriera, certo, ma quale carriera che sono le prime ad essere licenziate o a trovare solo lavoretti pagati una miseria e a dover espatriare se vogliono vedere messi a frutto i propri studi? Fare figli nel 2018 non è come farli nel 1918. Da allora il mondo ha cambiato i connotati, fare finta di non essersene accorti e buttare li delle insinuazioni che sembrano vaghe ma sono delle accuse precise, è fuorviante ed inutile. Invece che dare mance elettorali, il governo deve pensare a strutture che forniscano la stabilità e la serenità necessarie a guardare al domani senza il terrore di rimanere soli a mendicare per sopravvivere o tornare dalla famiglia, dai genitori perché non si sa come pagare il mutuo o il cibo. Non è una questione di contraccettivi manca proprio la visione del futuro che è un muro di nebbia che fa paura. Certe analisi fatte a spanne che pescano nel malanimo generalizzato, sono sterili e non aiutano a risolvere un problema epocale ma solo a ridicolizzarlo.
Pubblicata oggi su “Italians” del Corriere della sera.
Otto Marzo
Otto Marzo, festa Internazionale della donna.
In molte ci chiediamo che cosa ci sia da festeggiare dopo tutte le notizie di cronaca terribili che leggiamo tutti i giorni sulle violenze contro le donne in tutto il mondo.
E ci chiediamo anche che senso abbiano quelle mimose che ci vengono regalate se dopo qualche giorno sono appassite e finiscono nella pattumiera come certe promesse che si fanno superficialmente e senza pensare che noi magari ci crediamo e ci illudiamo che saranno rispettate e soprattuto noi saremo rispettate.
Sempre e comunque.
E invece, in tanti, troppi casi, purtroppo non è cosi e non possiamo non sentirci un nodo alla gola nel vedere quante donne e persino bambine, vengono uccise a causa di drammi familiari che apparentemente sembrano senza soluzione quando basterebbe trovare una soluzione che non comprometta troppo i destini di tante persone.
Con un po’ di buona volontà e soprattutto senza credere, come purtroppo fanno molti uomini, che le donne siano ancora una loro “proprietà”. Nulla di più sbagliato.
Nessuno “appartiene” a nessuno ma sceglie, liberamente e consapevolmente di unirsi o di interrompere relazioni che non corrispondono più a quanto si era previsto o immaginato all’inizio di una relazione.
Dedico a tutte noi una bellissima aria tratta da un opera : “Cavalleria Rusticana” che parla di gelosia, uno dei più frequenti motivi di litigio che può arrivare a degenerare. E la posto qui perché è cosi bella e struggente da farci dimenticare per un momento tutte le nefandezze del mondo:
Maledetta primavera
Non hanno i numeri ma danno tutti numeri. Pazzi per governare un paese con un debito pubblico pari a 2mila e rotti miliardi ( e anche i rotti non sono spiccioli), non vedono l’ora di sedersi sugli scranni a comandare.
Hanno le ricette magiche per risolvere tutti i problemi o almeno cosi dicono.
Ma per farlo devono abbassarsi a chiedere di essere appoggiati da qualcuno. In pratica dovrebbe nascere un governo di confusione o di grande confusione.
I Cinquestelle col Pd o con la Lega.
Oppure La lega coi Cinquestelle. Oppure la Lega con chi ci sta (ci sta, ci sta, hai voglia se ci sta…)
Cosa ci conviene di più? mah, non saprei, mi sembrano matti. Ma se si sono scornati fino ad ora? Se se ne sono dette di tutti i colori dell’arcobaleno, si sono mandati a quel paese andata e ritorno e ora vogliono fare patti?
Ma come è possibile? Eppure una soluzione bisognerà trovarla. Ci penserà il Presidente. Con tutto il rispetto ora si dovrà mettere a sciogliere il rebus. Ma io ho l’impressione che sia una persona pratica.Non si perderà in chiacchiere.
Da quando è in carica ha parlato meno del Dalai Lama, ma in compenso è una figura di grande garanzia. Tutti lo rispettano, soprattutto all’estero. Sperano in lui come si spera nel buon padre di famiglia.
Ce la farà a mettere d’accordo i ragazzi? Perché questi sennò si scannano. Già li vedo a pestarsi i piedi di brutto.
E poi la situazione del paese é sotto la lente della UE. Ma possiible che questa UE non abbia altro da fare che guardarci col microscopio come fossimo batteri? Beh, non hanno proprio tutti i torti: farfalloni, spendaccioni, para…gnosti e trimalcioni, in Europa ce ne sono pochi niente, come noi. Anzi uno, noi. Indebitarci è la nostra passione. Vogliamo sempre sforare tutti i parametri, a noi i parametri stanno sempre stretti e non ci passa neppure per la testa di metterci a dieta.
Fa parte del carattere italiano: ottimista ad oltranza: qualche santo ci penserà.
Ma attenzione perché anche i santi non sono infiniti e noi cominciamo ad avere una leggera” peluria” di santi, ultimamente.
Per esempio: San Matteo Renzi, a differenza di quanto predicava, si è dimostrato poco prodigo di miracoli.
Dice che se ne va (non fateci caso fa sempre cosi ma poi resta), ma fra un po’, con calma, che fretta c’è? Dategli il tempo di fare i bagagli.” E nel far le valigie ricordati di non scordare, qualche cosa di tuo che a te poi mi faccia pensare”, gli dicono gli ex amici ora pronti a saltare giù dal carro con un balzo felino a costo di spaccarsi le ossa. Ma non tutti, ne ha ancora tanti che gli sono fedeli (fin che dura).
Si diverte a fare l’ago della bilancia. Vuole veder ballare i Cinquestelle ( o cinq etoiles), sulle punte, davanti a lui per pregarlo di acconsentire al connubio. Aspetta i mazzi di rose rosse coi bigliettini accorati di Di Maio per potergli dire sommessamene ma chiaramente: “Di Maio chi”? Un po’ come il grande D’Annunzio quando fece fare anticamera a Mussolini, al Vittoriale.
Che fretta c’è, maledetta primavera?
Ballando il surf
Visto che ormai i giochi sono fatti, riposto il mio articolo col quale ho inaugurato questo blog, cosi, per i tre o quattro che non lo avevavo letto e anche perché pare proprio, dico “pare”, sia stato abbastanza profetico.
Un sogno
Ho fatto un sogno, stanotte. Ero su un pullmann, c’era tanta gente, sembrava una gita e c’era anche Matteo Salvini. Ad un certo punto mi sono messa a cantare l’Inno di Mameli a squarciagola e altri mi hanno seguito ed è nato un coro spontaneo un po’ sgangherato, come quello dei calciatori durante le partite della Nazionale.
Anche Salvini cantava. Mi sono avvicinata e gli ho detto qualcosa del genere:” se sarai eletto farai il bene dell’Italia ” ? Lui mi ha risposto con un sorriso sotto i baffi, senza parlare.
E io ho detto che non l’avrei mai votato perché le sue idee, in generale, non mi piacciono ma che volevo credergli e sperare che, nel caso, avrebbe fatto del suo meglio per portare avanti una politica “giusta”.
Il sogno l’ho fatto davvero, la verità però non so se era anche nel sorriso di Salvini, oppure se nascondesse una sottile presa in giro. Cioè, se non pensasse in realtà che ero una sognatrice e che avrebbe fatto il bene del suo partito, di chi credeva in lui, di chi lo aveva aiutato ad arrivare li e poi il bene di tanti altri, ma in questi “altri” l’Italia ci sarebbe entrata solo di striscio. Con tutta la buona volontà. Essendo umano. Io continuo a credere che l’Italia possa migliorare, nonostante le tante delusioni e le frustrazioni portate dalle politiche sconclusionate e spesso controproducenti degli ultimi decenni. Che possa ritornare ad essere un paese dove le ingiustizie sociali non siano cosi grandi, cosi evidenti e cosi ingiuste. Troppo ingiuste. Cosi ingiuste da aver superato ogni limite persino quello in cui si possono travestire e passare per cose giuste. Da non capire quasi più la differenza. L’ingiustizia ha inquinato e sta inquinando tutto: il cielo, la terra, il cibo, il lavoro, le relazioni, insomma, tutta la nostra vita.
E io vorrei che si passasse al disinquinamento di tutto ciò che ha fatto ammalare l’Italia e gli effetti della malattia si vedono a tutti i livelli. Che si potesse passare da un paese malato ad un paese in via di guarigione e che la convalescenza fosse lenta ma irreversibile.
Salvini o altri come lui non hanno che soluzioni tampone, tappano qualche falla qui e là ma il mare di guai in cui l’Italia naviga da troppo tempo, si riprende lo spazio e tutto ritorna come, o peggio di prima.
Ma, forse, sarebbe più utile pensare che il futuro porti qualche novità positiva, se non per tutti almeno per qualcuno. Quel sorriso sornione dell’ uomo politico era una speranza ma la logica dei sogni è spesso contraddittoria, potrebbe significare che ci veda il rovescio di quel sorriso e che il prossimo governo sia peggio dell’attuale.
Ho sognato Salvini perché il mio inconscio mi dice che sarà lui il prossimo capo del governo e che sarà la Lega a guidarlo? E’ una possibilità. Ma vorrei che fosse chiaro che si tratta di un sogno che non vorrei che si avverasse ma se succederà dovrò farmene una ragione. E forse il sogno mi avverte di cominciare presto.”
Intanto questo, poi mi riservo di dire la mia anche sul resto.Che non è certo poco. I Cinquestelle esultano ma hanno la tremarella: non per nulla si definiscono” Movimento” e oggi si stanno muovendo molto: dalle caviglie ai polsi, forse, ma dico forse, gli toccherà governare: “come il vibrar di una molla mi vien la tremarella ballando il surf”…
Si stanno divertendo una cifra i Cinquestelle ed i leghisti. Hanno stravinto le elezioni.
Tra Di Maio e Salvini chi diventerà il prossimo premier dell’Italia dis-unita dalle ultime elezioni?
Io un’idea ce l’ho, DiMaio al sud e Salvini al nord. Un Bipremierato.
Poi a dividersela ci pensano tra loro, magari facendo parti (dis)uguali da buoni cugini che si odiano dalla nascita.
Ma non credo sia fattibile. E allora? E allora, il centrodestra con l’aggiunta di qualche toppa tricolore potrebbe farcela a formacchiare un governicchio. Ma sarebbe troppo disonore per i Cinquestelle, primo partito italiano e la guerra inizierebbe immantinente, a testate stellari.
Mattarella ha 44 gatte, in fila per sei etc.etc. pronte per essere pelate.. E la Ue ha pronti una dozzina di pittbull da schierare contro i populisti.
Renzi…ma dove sta Renzi? Il (rott)…amatore della poltrona? Resta, o se ne va? Si arrocca nel suo fortino con i suoi armigeri e resiste? Dopotutto la Boschi a Bolzano ha stravinto e lui nel suo collegio pure, al massimo (o al minimo) ricomincia da due, punto e a capo. Ma forse no.
Ma la cosa si fa davvero seria. I Cinquestelle potrebbero anche governare questa volta e si farebbe serissima, la cosa, soprattutto per loro. All’esterno gongolano e ne hanno ben donde, ma all’interno tremano.
Dalle caviglie ai polsi è tutta una tremarella, non per nulla si chiamano” Movimento”.
Governare non è una bazzecola, ma diamogli fiducia, potrebbe arrivare anche per loro il tempo dei Vaffa.
Tempo al tempo: chi la dice, l’aspetti.