Ballando il surf

Visto che ormai  i giochi sono fatti, riposto il mio articolo col quale ho inaugurato questo blog, cosi, per i tre o quattro che non lo avevavo letto e anche perché pare proprio, dico “pare”, sia stato abbastanza profetico.

Un sogno

Ho fatto un sogno, stanotte. Ero su un pullmann, c’era tanta gente, sembrava una gita e c’era anche Matteo Salvini. Ad un certo punto mi sono messa a cantare l’Inno di Mameli a squarciagola e altri mi hanno seguito ed è nato un coro spontaneo un po’ sgangherato, come quello dei calciatori durante le partite della Nazionale.

Anche Salvini cantava. Mi sono avvicinata e gli ho detto qualcosa del genere:” se sarai eletto farai il bene dell’Italia ” ?  Lui mi ha risposto con un sorriso sotto i baffi, senza parlare.

E io ho detto che non l’avrei mai votato perché le sue idee, in generale, non mi piacciono ma che volevo credergli e sperare che, nel caso, avrebbe fatto del suo meglio per portare avanti una politica “giusta”.

Il sogno l’ho fatto davvero, la verità però non so se era anche nel sorriso di Salvini, oppure se nascondesse una sottile presa in giro. Cioè, se non pensasse in realtà che ero una sognatrice e che avrebbe fatto il bene del suo partito, di chi credeva in lui, di chi lo aveva aiutato ad arrivare li e poi il bene di tanti altri, ma in questi “altri” l’Italia ci sarebbe entrata solo di striscio. Con tutta la buona volontà. Essendo umano. Io continuo a credere che l’Italia possa migliorare, nonostante le tante delusioni e le frustrazioni portate dalle politiche sconclusionate e spesso controproducenti degli ultimi decenni. Che possa ritornare ad essere un paese dove le ingiustizie sociali non siano cosi grandi, cosi evidenti e cosi ingiuste. Troppo ingiuste. Cosi ingiuste da aver superato ogni limite persino quello in cui si possono travestire e passare per cose giuste. Da non capire quasi più la differenza. L’ingiustizia ha inquinato e sta inquinando tutto: il cielo, la terra, il cibo, il lavoro, le relazioni, insomma, tutta la nostra vita.

E io vorrei che si passasse al disinquinamento di tutto ciò che ha fatto ammalare l’Italia e gli effetti della malattia si vedono a tutti i livelli. Che si potesse passare da un paese malato ad un paese in via di guarigione e che la convalescenza fosse lenta ma irreversibile.

Salvini o altri come lui non hanno che soluzioni tampone, tappano qualche falla qui e là ma il mare di guai in cui l’Italia naviga da troppo tempo, si riprende lo spazio e tutto ritorna come, o peggio di prima.

Ma, forse, sarebbe più utile pensare che il futuro porti qualche novità positiva, se non per tutti almeno per qualcuno. Quel sorriso sornione dell’ uomo politico era una speranza ma la logica dei sogni è spesso contraddittoria, potrebbe significare che ci veda il rovescio di quel sorriso e che il prossimo governo sia peggio dell’attuale.

Ho sognato Salvini perché il mio inconscio mi dice che sarà lui il prossimo capo del governo e che sarà la Lega a guidarlo? E’ una possibilità. Ma vorrei che fosse chiaro che si tratta di un sogno che non vorrei che si avverasse ma se succederà dovrò farmene una ragione. E forse il sogno mi avverte di cominciare presto.”

 

Intanto questo, poi mi riservo di dire la mia anche sul resto.Che non è certo poco. I Cinquestelle esultano ma hanno la tremarella: non per nulla si definiscono” Movimento” e oggi si stanno muovendo molto: dalle caviglie ai polsi, forse, ma dico forse, gli toccherà governare: “come il vibrar di una molla mi vien la tremarella ballando il surf”…

Anticorpi

In questi giorni si parla tanto di pericoli per la democrazia.

Chi deve vigilare sulla democrazia sono le istituzioni che vanno rinforzate, è la politica che deve fornire risposte, lottare contro le sperequazioni, le diseguaglianze, le ingiustizie. Prendere iniziative che vadano nel senso di privilegiare il bene comune, della difesa della salute e dell’ambiente.
A questo devono badare le istituzioni e tutti gli enti preposti.
La democrazia non è mai scontata ed è più fragile delle dittature, ma si deve fare in modo che possa sviluppare gli anticorpi che le permettono di difendersi dagli “attacchi” e che la rendano sempre più forte.
Sotto elezioni poi, i politici non devono fomentare paure nei cittadini per influenzarli a votare per loro, la paura non è mai una buona consigliera.
E i governi, come diceva Popper, in una democrazia, devono poter essere cambiati senza” spargimento di sangue”.
Una società democratica, libera, inclusiva, aperta, corre sempre il rischio di venire attaccata da chi la vorrebbe asservita ai propri fini ma una democrazia forte deve avere delle istituzioni forti che sappiano garantire l’ordine, il rispetto delle regole e la libera circolazione degli uomini e delle idee e la possibilità per ciascuno di poter sviluppare le proprie potenzialità. E vigilare affinché le elezioni non siano influenzate da paure indotte su pericoli reali o amplificati ad arte ed usate per attirare consensi verso questo o quel partito.
I pericoli ci sono, ma vanno affrontati nella maniera giusta da chi è preposto a contrastarli, un governo democratico deve varare leggi che vadano nella direzione di ampliare la democrazia e non di restringerla.
Mi auguro che l’Italia possa contare sempre su istituzioni in grado di difendere e mantenere la democrazia e la libertà per la quale in tanti hanno sacrificato la propria vita.
Uno strumento valido in mano ai cittadini per difenderla è il voto.
Più saremo a votare e più ci saranno i presupposti per mantenere in salute la nostra democrazia e libero il nostro paese da ogni forma di autoritarismo.

 

Realtà insopportabile

La moglie lo aveva denunciato alle autorità più volte. Aveva chiesto aiuto in Questura. Ma non ai Carabinieri, dove il marito lavorava. Per non fargli perdere il lavoro, dato era già stato sospeso una volta, a quanto pare.

Ho pensato subito al peggio, quando l’ho visto al Tg. Altro che trattative, erano morte nel loro letto, da ore. Le due bambine. Innocenti, inconsapevoli che quello sarebbe stato l’ultimo giorno della loro vita. Pare che temessero il padre e non volessero stare con lui.

E la madre in ospedale, in gravissime condizioni. Un massacro. Uno dei peggiori fra i tanti che si sentono quasi tutti i giorni. Cosa scatta nella mente di un uomo quando spara alle proprie figlie mentre dormono, inermi e ignare del pericolo?

Sembra che avesse pianificato tutto.

Cosa passa per la testa ad un uomo quando la moglie vuole lasciarlo? E vuole lasciarlo perché è un violento?

Diventa di colpo un pericolo per sé e per gli altri, capace di uccidere?

Pare di si dato che ha sparato freddamente alla moglie e alle due figlie con la pistola d’ordinanza.

E le “autorità”, cosa hanno fatto dopo le denunce della donna?  Avrebbero forse potuto evitare questa ennesima tragedia familiare?

Era un  appuntato dei carabinieri, si è tolto la vita dopo aver  distrutto la sua famiglia.

Lui non c’è più, restiamo noi a guardare quelle immagini: di quel poggiolo, della folla di Forze dell’Ordine attorno al palazzo.  Tutto inutile davanti alla follia di un uomo  che non è stato capito da chi avrebbe potuto fare qualche cosa per fermarlo. Eppure i segnali c’erano tutti.

Servono norme più severe e atti concreti da parte della politica per fermare questa insopportabile realtà.  Servono leggi più severe, fondi per i centri antiviolenza dove le donne possano rivolgersi, con personale specialistico che sia in grado di affrontare queste situazioni e di capire se è il caso di intervenire. E serve una società che educhi i propri figli maschi a rispettare le donne, sempre, a non considerarle come una “proprietà”, a non vedere solo il proprio egoismo, ad essere capaci di superare lo stress di una separazione quando un legame finisce.

E c’è bisogno di maggiore attenzione ai segnali che arrivano dalle donne, dalle loro denunce e dalle loro richieste di aiuto altrimenti assisteremo ancora impotenti a queste tragedie che forse potrebbero essere evitate.

 

Tutti premier

Di Maio e Salvini si autoproclamano premier. Soprattutto Matteo Salvini. Deve aver parlato con un pool di piscologi della Lega e gli devono aver suggerito di sentirsi Premier. Un po’ come suggerisce l’oca Guendalina a Duchessa e i suoi gattini: ” dovete sentirvi oche”, nel delizioso film “Gli aristogatti”. Quindi “sentirsi premier” aiuta. Infatti sembra circonfuso da un aureola che gli da quasi un’aria santificata. Poi, quando dice che il primo Ministero che istituirà il suo governo (abbiamo già votato? Non me n’ero accorta) sarà quello dei disabili, non si può non vederlo già con la coroncina di rose, assiso su una nuvola. Beata ingenuità, e io che credevo di andare a votare per il mio partito, in un paese democratico e poi potevo aspettare l’esito con ansia e vedere cosa aveva preso… Macché, tutto già deciso… Però gli altri non ci stanno. Di Maio si sente già premier ormai da qualche mese e se ne va in giro per il mondo con quell’aria di chi ha già ricevuto la campanella da Gentiloni. Berlusconi poi non ne parliamo proprio. Ho visto un video su “The Guardian” online, dove un comico inglese parlava delle nostre elezioni e ci descriveva come un popolo “distratto”. Stiamo ancora ad ascoltare uno che ha avuto una miriade di processi, che ha fatto ridere il mondo con le sue gags, condannato per frode fiscale e che ora si ripresenta come se nulla fosse successo e magari gli italiani votano per il suo partito. Mi sono un po’ vergognata, anche se mai ho votato né voterei per lui. Ma poi ho pensato: ma santa patata, ma perché gli inglesi si permettono di prenderci in giro in questo modo? Eppure si permettono eccome, e gli devo dare ragione. Se, come sembra, il centrodestra guiderà di nuovo l’Italia e Berlusconi sarà il capitano in seconda, mentre Salvini sarà al timone, beh, la tentazione di espatriare mi viene. Se poi dovessero essere i Cinquestelle, chiederei asilo politico al Vaticano. O a San Marino. Pensaci tu.

 

Pubblicata oggi su “Italians” del Corriere dela sera.

Il senso della democrazia

Manca poco al voto. Il panorama è desolante. Fa freddo da nord a sud. Il 4 di Marzo rappresenta molto per noi. Forse una vera svolta nella politica e nel paese o forse la solita minestra riscaldata?

C’è più di qualcuno che vorrebbe propinarcela, magari con qualche ingrediente nuovo per farla sembrare più appetitosa.

E’ desolante sapere che ci sono tanti partiti e tanti leader e tutti (o quasi) ripetono all’infinito sempre le stesse bubbole. Io la mia idea me la sono fatta e voterò senza tentennamenti o riserve. E mi auguro che in tanti non si astengano da quello che è un dovere di ogni cittadino. Anche se capisco che, per molti italiani, la politica rappresenti un film visto e rivisto.

Ma c’è la novità ed è rappresentata da due personaggi che sono entrati negli ultimi mesi quasi a valanga in scena: Di Maio e Salvini.

Entrambi corrono per la premiership.

Ora, se me lo avessero detto qualche anno fa, mi sarei fatta una risata e avrei dato del matto a chi me lo diceva.

Il primo è un ragazzo di 31 anni entrato in politica grazie alla bella spinta datagli dal Movimento Cinquestelle, questo fantomatico partito nato dalle idee di Casaleggio e di Beppe Grillo. Niente di male, tutti possono, in democrazia fondare un partito se hanno abbastanza seguito. Ma un partito che si basa sul “Vaffanculo” come parola d’ordine mi pare che lasci aperte molte questioni circa la propria democraticità.

Ma, si dirà, che era un modo per aprirsi la strada…ma sempre una parolaccia è. Un modo di dire, vero, un modo di esprimersi, anche vero. Ma, scusate , un modo molto, ma molto poco democratico. Sarebbe bello poter mandare affan…tutti quelli che non ci piacciono. Ma la democrazia vuole che si discuta e si presentino le proprie teorie e si rispettino quelle degli altri e si arrivi, se si vuole, ad una sintesi.

Ma se parto già mandando affan…l’interlocutore, si capisce bene che il dialogo comincia già monco.

Poi, tutta la storia della democrazia diretta, dei rimborsi, dei guai della sindaca Raggi (sia operativi che giudiziari), le regole fissate da Grillo a cui il partito si deve attenere,,,e molto altro, cosi, a prima vista, mi danno tutta l’impressione che la democrazia sia in difetto grave. E non vorrei mai vedere al governo qualcuno che non ha ben chiaro che cosa sia o quantomeno non possa adempiere ad essa per restare fedele alle regole del partito di appartenenza.

Quanto poi alla capacità di guidare un paese da parte di un giovane di 31 anni senza alcuna esperienza, se non quella fatta tra i banchi in Parlamento, mi sembra che ci sia molto da obiettare. Ci sono ragazzi italiani plurilaureati che emigrano in cerca di un lavoro qualsiasi, questo, al contrario rimane e si cerca un bel posticino…al governo.

Forse lievemente raccomandato?

Passiamo a Salvini. Peggio mi sento. Si è notevolmente ripulito, ha una faccia da buon cristiano (bacia persino i rosari) ma…e poi? Vuole andare al governo. Vuole comandare il “capitano”. ma la nave Italia è già abbastanza mal ridotta con lui al timone rischia davvero di colare a picco e forse non sarebbe un male, finalmente gli italiani troverebbero approdo ad Atlantide.

Quanto credo al suo senso della democrazia? da 1 a 10? Sottozero. Non credo sappia bene cosa voglia dire. E non credo neppure voglia saperlo. Si, ce la mette tutta a farci credere il contrario, apprezzo persino lo sforzo, ma non scherziamo, hanno faticato e sono morti in tanti per farci vivere in un paese libero e democratico e spero che rimanga tale per sempre ma, mi dispiace dirlo, con la Lega al governo ho qualche perplessità sulla tenuta della democrazia come ideale.( almeno quanto con i Cinquestelle).

Perciò se gli italiani voterano in maggioranza per il centrodestra e questa possibilità diventerà concreta, dovremo fare molta attenzione a non scivolare in qualche cosa di diversamente democratico. Tenere la guardia altissima sperando che basti.

Su Berlusconi e i suoi, non mi pronuncio, dico una cosa sola: Bunga Bunga. Per non dimenticare.

 

 

Venezia e i suoi cieli

 

Venezia, inconfutabile teoria,

forma conosciuta, desiderio

e sogno cui il tempo non ha

posto limiti.

Deserto dallo spirito ardente,

irrisolvibile rebus,

Intangibile fenomeno della mente,

vurtù della passione.

Puro, limpido, sconosciuto,

inaccessibile dono.

Fonte inestinguibile di bellezza,

respiro d’infinito

nei suoi tanti cieli.

Indicibile bugia

tormentata verità,

Ad ogni passo

ad ogni respiro

mutevole.

Capovolta la sfera

scende la neve

sul campanile

e la piazza diventa

pianura d’orgoglio.

 

Venezia  sta per essere fagocitata da una marea umana inarrestabile e da una speculazione che la vorrebbe ridotta a “Veniceland”: un parco dei divertimenti, un albergo diffuso, una giostra ininterrotta.

Le grandi navi incombenti che deturpano un paesaggio trinato, incantato, delicato come pochi. O come nessuno.

Venezia è un’opinione non una città. Ma non un’opinione qualunque. E’ un’idea materializzata, fragile ed evanescente. Che va difesa, ad ogni costo.

Non ha difese se non la tenacia di chi lotta per la sua salvaguardia. Ma non basta. Bisogna fermare subito questa follia. O non basteranno le lacrime dell’universo per piangere sulla sua rovina.

Armatevi e insegnate!

Mentre c’è chi si chiede per quali motivi la Russia avrebbe aiutato Trump a entrare alla Casa Bianca, lo stesso si trova davanti ad una delegazione di genitori e compagni delle vittime della scuola in Florida, dove 17 studenti sono stati massacrati, da un ex studente della stessa scuola. E Trump (a quanto pare aiutato dalla Russia a guidare la più grande democrazia mondiale) non ha trovato di meglio che proporre di armare gli insegnanti.

Armare gli insegnanti, cioè fargli assumere il ruolo di guardie armate per difendere gli studenti da dei pazzi che possono entrare liberamente a scuola e fare una strage. Davvero una grande trovata. Meno male che, quando in campagna elettorale la tanto vituperata Hillary Clinton aveva detto che Trump avrebbe portato le armi nelle scuole, lui aveva twittato che era pazza. Ora l’America, anche grazie ai russi che hanno tutto l’interesse a indebolire le democrazie occidentali (economici e politici), si ritrova con un presidente che fa di queste proposte oscene. Invece che promettere una seria campagna anti armi in tutto il paese, lui propone di venderne ancora di più e di armare civili che hanno altri compiti che quelli di difendere gli studenti dai pazzi che girano armati di fucili a ripetizione. Ma di che cosa abbiamo ancora bisogno per capire che questo personaggio è arrivato dov’è per interessi personali e che con la sua “guida” il mondo non può che andare fuori strada?

Capisco che le lobby delle armi, le quali, con tutta probabilità sono state i suoi primi sostenitori, se lui facesse leggi per fermare la vendita indiscriminata, se ne avrebbero a male. Ma, ora è lui il capo della Casa Bianca, è lui quello che avrebbe la possibilità di mettere un freno a tutta questa assurda violenza  che si scaglia contro cittadini inermi. E lui che cosa fa? Vuole armare gli insegnanti.

Davvero un genio. E si porta pure la nota con scritto: “I hear you”. Andare a braccio sarebbe stato troppo faticoso per la sua emotività.

 

PS: pubblicato oggi su: “Italians” del Corriere dellea Sera.

Adulatori

“Luogo è in inferno detto Malebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
come la cerchia che dintorno il volge…
Di qua, di là, su per lo sasso tetro
vidi demon cornuti con gran ferze,
che li battien crudelmente di retro…

Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi parea mosso…”

 

Ecco il luogo dove Dante ha posto gli adulatori. Insomma i leccapiedi, quelli sempre pronti a genuflettersi davanti a chi gli sembra possa essergli utile in qualche modo. O anche solamente per farsi belli, per sembrare più intelligenti nel comprendere e nel valutare persone, fatti, o qualsiasi cosa che gli conferisca una certa luce e li ammanti di intelligenza critica superiore agli altri.

Superlativi assoluti usati scriteriatamente e sempre con un unico scopo: attirare l’attenzione su di sé. In genere si tratta di persone piccole, meschine, con un’autostima che però trasborda , che non sanno pensare che a se stessi e alle loro personali meschinerie. Con una capacità rara di utilizzare gli altri per i propri infimi scopi.

E Dante li mette giustamente in mezzo allo sterco. Perché non esiste peggiore punizione per chi pensa di accattivarsi le simpatie dei potenti o comunque di chi possa, a sua volta ricambiare adulando allo stesso modo, o addirittura in maniera ancora più marcata, colui il quale ne ha cantato le gesta in modo cosi mirabolante e accattivante.

Frasi come: “Sei un grande”, “meriti una standing ovation”, “davanti a te non sono nessuno”, “sei in grandissimo”…e via di questo adulare, si trovano spesso in contesti dove si più persone si riuniscono e dove si formano invidie, gelosie, ripicche. Dove girano pettegolezzi, dove tutti si guardano di traverso cercando la pagliuzza nell’occhio dell’altro, dove ognuno cerca di primeggiare, di distinguersi e dove non conta l’oggetto della discussione o del contendere ma conta quanti consensi ottiene questa o quella affermazione, più o meno centrata, più o meno intelligente, più o meno arguta.

Luoghi  spesso frequentati da questi personaggi: i leccapiedi, appunto, gli adulatori per dirla in italiano corretto. Si cercano una claque, si intrufolano tra quelli che sembrano essere le vittime privilegiate e iniziano la loro arrampicata verso quello che è il loro obiettivo primario: farsi notare. Farsi notare e farsi “amare”, crearsi un “giro” che sia sempre disposto a difenderli perché sanno che da lui avranno in cambio solo paroline dolci, mielose che solleticano l’infinito bisogno di alcuni (ancora più piccoli e meschini di loro)di sentirsi considerati, vezzeggiati, portati in palmo di mano.

Mentre per i leccapiedi adulare è un bisogno fondamentale perchè non possono vivere senza avere i riflettori puntati H24 verso di loro, gli altri, gli adulati, spesso se ne servono per prevalere su chiunque potrebbe costituire una minaccia al proprio amor proprio costantemente vigile  a che nessuno lo metta in cattiva luce o anche solo in penombra.

In fondo vivono male perché alla base c’è la consapevolezza di valere poco e di non avere la voglia, la volontà e forse neppure la capacità di migliorare e per questo cercano continue gratificazioni e per ottenerle non esitano a sperticarsi in complimenti.

Ma se l’oggetto delle loro attenzioni non sembra gradirle e  anzi ne è addirittura infastidito allora fanno uscire il meglio ( o il peggio di sé) e diventano vendicativi. Si scagliano in tutti i modi contro questo soggetto ritenuto ingrato e insensibile al loro fascino e lo attaccano con tutti i mezzi possibili facendosi aiutare dal “giro” che si sono precedentemente costruiti anche proprio a questo fine.

Sono esseri untuosi e appiccicosi, in genere dotati di intelligenza non troppo elevata ma pratica, in grado di nuocere perché, servendosi della loro capacità di blandire, possono arrivare persino a diffamare il soggetto che non li contraccambia o farne oggetto di stalking o di mobbing se il contesto è l’ambito lavorativo.

Per questo Dante li mette all’Inferno,perché possono diventare molto pericolosi  in ambito sociale e costituire una minaccia ad un suo sviluppo e progresso.

In fondo sono dei repressi che avrebbero bisogno di cure ma sarebbe bene evitarli per non trovarsi ad avere a che fare con le  mille astuzie e i mille macchiavelli che sono capaci di architteare pur di nuocere a chi hanno identificato come potenziale “rivale”.

Dagli adulatori mi guardo sempre e li tengo a debita distanza anche se non sempre sono in grado di riconscerli immediatamente ma, spesso, li individuo in tempo utile per non lascarmi soggiogare.

Peggio di un adulatore c’è solo la gramigna, diceva mia nonna. Come hanno sempre ragione le nonne!

 

P.S: qualsiasi riferimento a persone o cose, é puramente casuale. Of course.

 

Le spalle al muro

il caso Embraco è la dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, che le politiche del governo sul lavoro, sono fallimentari.
Troppe “garanzie” per gli imprenditori e gli investitori e troppo poche o nulle per i lavoratori.
Anche in questo caso il governo ha le spalle contro il muro.
Embraco, dopo aver ricevuto ingenti aiuti statali, pagati da tutti noi ed aver dato rassicurazione di mantenere i posti di lavoro, che cosa fa?
Se ne infischia delle rassicurazione ed emigra dove le fa più comodo.
La UE non ha strumenti validi per fermare la delocalizzazione quando, come in questo caso provoca disastri? Ed allora a che cosa serve che Vestager, il commissario alla concorrenza, dica che il caso è serio e che gli stati non devono usare gli aiuti per attrarre investimenti che lasciano a terra i lavoratori di altri paesi?
In pratica sarebbe come dire che rubare è un reato ma senza avere gli strumenti validi per contrastarlo.
Sembra un bel giochino delle parti: ognuno dice la propria, tira l’acqua al proprio mulino ma poi chi resta” infarinato” è sempre il più debole.
E trovo del tutto inutile lo sfogo di Calenda. Lui, nella sua posizione deve garantire il rispetto delle regole e che lo sviluppo economico non finisca per favorire solo chi è già “sviluppato” a sufficienza mentre per i più deboli si apre un baratro.
Un governo serio non può farsi mettere davanti al fatto compiuto e arrendersi all’evidenza dei fatti, ma deve prevenire e contrastare abusi di questo tipo.
Finora tutti gli ultimi governi li hanno solo favoriti e questi sono i risultati.

Affari correnti

“Turatevi il naso”, mettetevi un paio di occhialoni neri e votate Pd. Ci vuole davvero coraggio, meglio prendere un bel respiro per non andare in ipoventilazione.
Anche perché le “ecoballe” non profumano proprio di gigli…
Poi, il giorno del giudizio, tappatevi pure le orecchie perché si potrebbero sentire cose turche provenire da certe bocche (della falsità) per come gli italiani si sono espressi.

Renzi sembra molto ottimista, all’aperto, ma al chiuso, ben protetto da occhi indiscreti, piange. Batte i piedi e sbraita: “Agnè la vogliamo fare finita co’ ‘sta ribollita del cavolo”? Mi devo tappare il naso prima del tempo?Un po’ di sensibilità, in questa casa sono l’ incompreso, ecco perchè poi mi agito e tutti mi dicono che so’ divisivo, è lo stress, maremma bonina”.
Io preferisco sentire l’aria che tira e di turarmi il naso non ci penso proprio, se lo turi chi se lo vuol turare, tanto dalle parti di Liberi e Uguali (per ora) l’aria è serena (dopo la tempesta)…

Beh, il segretario lo ha ammesso, qualche errore sulle liste è stato fatto, però votare Pd è sempre meglio che votare altri partiti (sostiene Renzi), per esempio i pop-ulisti o i quan-qulisti…pardon, qualunquisti, si è trattato di anagramma involontario.

Troppa Settimana Enigmistica.

Ma per votare ci vuole davvero una bella intelligenza e stare attenti alle caselle, per cui allenarsi con l’enigmistica non sarebbe male.

Le studiano sempre più complicate, lo fanno per noi per farci rimanere elastici mentalmente, per farci esercitare la materia grigia. Che cari!

Se vogliamo andare a votare con la benda sugli occhi, facciamo attenzione a non inciampare sull’urna. In fondo, noi italiani, siamo avezzi a questo ed altro, ne abbiamo sentite di cotte, di crude e di bollite.

Basta inserire una forchetta: se passa e non rimagono residui sui denti, vuol dire che la ciambella è pronta.

Se poi non riesce col buco, pazienza, vorrà dire che ci attaccheremo a San Sergio, sperando che non sia parco come al solito e ci dica a quale altro santo dobbiamo votarci per non vedere ancora (san) Gentiloni che rimane in carica per gli affari correnti.

Ne abbiamo le scatole piene di affari correnti. Abbiamo bisogno di una buona impresa di pulizie. Ce la faremo a trovarla?

Per le ecoballe poi…ci stiamo organizzando (work in progress).