Fra le righe del dialogo

Strano che uno che poco tempo fa andava per fiere delle armi e imbracciava kalashnikov e poi si faceva i selfie in tenuta da Rambo, oggi si dichiari così pacifista da non dire mezza parola sulla strage di Sumy. Si, proprio lui, il segretario della Lega, il ministro dei Trasporti, tace sulla strage che i russi hanno fatto la domenica delle Palme in Ucraina. Uno che baciava crocifissi, ora non ha nulla da dire sul massacro di persone inermi che andavano in chiesa coi rametti d’ulivo?

E Conte? Come mai tace? Sopravvenuta afasia in seguito a troppo ciarlare nelle piazze e in TV?

I due pacifisti della domenica non trovano nulla da dire su questa strage domenicale? Eppure si dichiarano contro le armi, contro la guerra e per la pace, la diplomazia, il “dialogo”. Già, il dialogo. Bella prova di dialogo che ha dato Putin con i suoi missili. Un dialogo che mira a convincere ma la diplomazia evidentemente per lui è quella che si fa con le armi, il dialogo dei vigliacchi e di chi sa che nessuno oserà ribellarsi perché il “dialogante” ne ha anche per lui.

Mentre il ministro della Difesa ci informa che siamo indifesi, il ministro della Ragione Pubblica ci informa che, si possiamo anche arrivare al 2 per cento senza sforare il piatto di instabilità. E Crosetto furioso risponde che ci vuole almeno il 3, se basta e non basta.

Salvin pacifico se la prende con Macron guerriero e con la UE tutta che si riarma mentre lui si è dato al francescanesimo spinto e per amor di Putin ha venduto su Subito (e tosto) anche la pistola ad acqua di suo figlio. E si è proposto di fare il “mediatore” coi lupi che stanno girando per Milano. Potrebbero trovarlo simpatico e allontanarsi senza fare più ritorno.

Meloni va in missione a Washington per domare la fiera (occhio che il Grande Fratello- coltello ti scruta). Che faranno i due? Si abbracceranno e baceranno come vecchi amici o la premier rimarrà rigida e compunta indossando un bavaglino (foulard) con scritto: do not kiss me ? Beh, auguri, ce l’avrà bella tosta a convincere uno, senza dirlo che è un gran figlio di peripatetica spinta (con tutto il rispetto per mamma Mary, non se la prenda…),ma che lei non ha colpa se le è uscito così e in onore proprio a quella donna che ha avuto il destino crudele di essergli genitrice, dovrebbe ritirarsi a vita privata a coltivare barbabietole nel Mid West. Presiedere il mondo non è cosa per lui.

Ma saprà come dirlo senza dirlo? Potenza del dialogo: una bomba così bisogna saperla sganciare piano e Trump non è tipo da cogliere i significati tra le righe delle parole non dette.

Allora, se posso avrei un suggerimento per la premier: Guardalo dritto negli occhi Meloni e spara: ahò, la voi finì? Quand’è che te levi dai…

Solo così avrà avuto un senso questo viaggio all’inferno. Altrimenti tornerai perditrice.

8 commenti su “Fra le righe del dialogo”

  1. Buongiorno Mariagrazia,
    I politici seguono un po’ l’onda della classe intellettuale (Cardini, Rovelli e altri). Mi trovo in Italia. Ieri sera dopo quei 20 minuti di pubblicità finalmente parte “in altre parole” su LA7. Il buon Gramellini ospita Landini, segretario CGIL. Parte prima domanda a bruciapelo se, a seguito dei fatti di Sumy, non si sentirebbe più al sicuro se l’Europa investisse più in sicurezza. Ebbene, ho sorbito 20 minuti di pubblicità per cambiare canale dopo i primi 20 secondi da che Landini attacca a parlare.

    Caso volle che stia leggendo un libro, edito da Feltrinelli, sul codice di condotta dei Samurai, il Bushido. Proprio stamattina un passo, che trascrivo:

    “Le arti della pace e quelle della guerra sono come le ruote di uno stesso carro: se ne manca una, il carro si rovescerà. Va da sé che le arti della pace sono utili in tempi tranquilli, mentre le arti della guerra lo diventano nei momenti di caos, ma è importantissimo non dimenticare la strategia militare quando regna la pace, né accantonare l’istruzione quando è in corso una guerra”

    E ancora, attualissimo:

    “Come regola generale, per un signore di un feudo anare le arti della pace non significa leggere molti libri o scrivere poesie, quanto conoscere la Via della Verità, analizzare attentamente tutte le questioni, esserne equo in ogni affare e non commettere errori, distinguere il bene dal male, esserne giusto nel ricompensare e nel punire e dimostrare una profonda compassione verso tutte le persone”

    Lascio a Lei scovare ogni parallelo con il presente. Da parte mia mi auguro, ma è un augurio vano, che tanti stolti intellettuali italiani lasciassero da parte panegirici retorici o avventurosi paragoni al 1914 (vero, Barbero?) e assimilassero piuttosto un po’ della semplice saggezza degli antichi samurai.
    R
    buongiorno Francesco, bentornato in Italia. Si, i samurai al confronto di questi erano maestri di vita (almeno a giudicare dai brani che cita), trovo davvero poche analogie col presente.
    Gli intellettuali che affollano le Tv, sono il più delle volte delle penose controfigure di pensatori… liberi, più che altro di dire castronerie.
    Senza dimenticare però…
    “Successivamente alla Restaurazione Meiji (1866-1869), il bushido ebbe come punto fondante il rispetto assoluto dell’autorità dell’imperatore e divenne uno dei capisaldi del nazionalismo giapponese. Uno dei princìpi del bushido, l’assoluto disprezzo per il nemico che si arrende, fu la causa dei trattamenti brutali e denigranti a cui i giapponesi sottoposero i prigionieri nel corso della seconda guerra mondiale (al contrario del mos romano, nel quale con la resa – dopo la relativa intimazione – il nemico viene risparmiato mentre, se rifiuta di arrendersi, viene sterminato); l’inaccettabilità etica della resa e la ricerca di una morte onorevole in combattimento spinsero molti kamikaze all’estremo sacrificio.”
    Insomma, come spesso accade certi estremismi portano al fanatismo.

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  2. “Quella di Sumy è una strage orrenda, un attacco assolutamente indegno che calpesta il diritto internazionale e umanitario. La condanniamo con la più ferma convinzione. Sicuramente però quello che ci sorprende è che tutte queste dichiarazioni che si affollano e fanno la contabilità dei morti, perché ci sono dei civili e lo ricordo anche due bambini tra i morti, non considerano invece gli oltre 50.000 morti a Gaza”.
    (Giuseppe Conte) – Condivido.

    Come dargli torto, ho cercato qui, in qua e in là qualche parola di cordoglio per le vittime dell’ospedale Al Ali, detto anche l’Ospedale Battista, nel nord di Gaza City, l’ultimo dei 35 ospedali colpiti da Nazinyahu, il crimine più vigliacco che si possa commettere.
    Ma lì della diplomazia non sembra fregare a nessuno, si critica Trump mica il nazista ebreo.

    PS: Interessante la discussione sui Samurai, una mia passionaccia, ci vuole tempo ci ritornerò.
    R
    l’ospedale di Gaza lo cito nel mio post di oggi alle 9.11 su “Il macigno” e il mio post sulla strage dei sanitari a Gaza è andato deserto.
    Ma perché fare sempre questo contrappunto tra i morti ucraini e quelli di Gaza (Conte), come se si facesse distinzione e non avessero uguale dignità e insistendo sulle cifre e sul fatto che sarebbero ignorati o non considerati, cosa non vera. Farei presente al Conte che si parla spesso e ovunque della Palestina, mentre dell’Ucraina si parla sempre di meno e i conflitti non sono paragonabili nella loro complessità. Quindi io gli do torto. E poi, lui però sarebbe quello che chiede la diplomazia e il dialogo e dice no a un esercito europeo. Come si spiega questa sua indignazione con quella piazzata pro Putin?

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    • Il genovese ha già contato “morti e feriti” e si aspettava “qualche parola di cordoglio per le vittime dell’ospedale Al Ali [al Ahli], detto anche l’Ospedale Battista”…

      Conte, economista (honoris causa) e sempre lodato, prende a pretesto una questione di “diritto internazionale e umanitario” ma non ha mai disputato la credibilità dei tribunali internazionali come certi figuri che ci “informano” persino con siti che hanno testi scritti in cirillico.

      Un’altra differenza tra i commenti su di Gaza e quelli sull’Ucraina scritti nel blog è che i filorussi “a propria insaputa” si sono ben guardati dall’applicare coerentemente i loro sedicenti principi anche in favore di Netanyahu e questo ci dice quanto valgano certe teorie usate solo per dare a Putin il suo bello “spazio vitale” a spese dell’Ucraina.

      Se nessun commentatore nel blog ha proposto l’invio di armi a Gaza (dove si usano armi di fabbricazione iraniana, russa, cinese, nordcoreana, ecc.), né che i palestinesi vanno privati di ogni fornitura di armi, né ha scritto che “le condizioni di pace le decide il vincitore” (anche quando non è Putin), né ha storpiato i nomi di personaggi di Hamas, ecc…

      …evidentemente si è trattato di un “minuto abbondante” di silenzio.

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  3. Mi pare che Trump abbia preso molto sul serio entrambe le guerre in questione: in 24 ore faceva finire quella in Ucraina e se non venivano liberati subito gli ostaggi israeliani scatenava l’inferno.
    Intanto stamane sentivo che accusava Biden e Zelensky se era arrivato un razzo sulla gente che andava a messa. Putin, dal canto suo, dice che aveva mirato ai soldati. Consiglio oculista. Anche Netanyahu dice che spara ai soldati: ne ha sterminati a centinaia di migliaia, anche imberbi. Nel suo caso è un po’ più difficile distinguerli dalla gente comune, ma nel dubbio lui spara comunque. I soldati ucraini invece hanno divisa e bandiera. E non hanno gli occhi a mandorla.

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  4. Mariagrazia, questa fedeltà nel riportare i nominativi, che adesso leggo, è un’eccezione che riguarda solo quelli di noi trascurabili commentatori e va intesa in senso letterale oppure intende promuovere l’intelligibilità dei riferimenti a tutte persone, specialmente quelle che questo blog potrebbero non conoscerlo?
    R
    Copy, faccia come le pare, era solo un suggerimento per cercare di rendere più chiare certe battute e battutine che per i “non addetti ai lavori” potrebbero risultare incomprensibili. Qui però non ci sono “commentatori trascurabili” e veramente non capisco cosa intenda.

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    • Mariagrazia, intendevo “trascurabili” in termini relativi, in considerazione della scarsa possibilità che le opinioni di ciascuno, specialmente se prese isolatamente, possano alterare il corso di eventi di cui siamo meri spettatori e di cui discutiamo anche facendo riferimento a persone che non frequentano questo blog.
      R
      mah, e che ne sappiamo che Trump non ci spii? Quello non dorme mai, potrebbe comparire un giorno di questi col nick Potus e col commento:” I am simply the best”. Qui entrano dagli Usa e dalla Cina, non si sa mai…
      Xi, dubito, lui la notte dorme il sonno del giusto e mezzo, pacato, compito, ben pettinato…no non ce lo vedo.

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  5. Giorgia goes to Washington:
    https://www.theguardian.com/world/2025/apr/15/trumps-chosen-one-giorgia-meloni-heads-to-washington-to-play-delicate-balancing-act
    Una missione per la vita. Good luck Giorgia, ne hai bisogno. Ma guardatela, Trump sembra imMagato. Eddai è carina e ha una parlantina sciolta e Trump subisce il fascino femminile più di altri. Cosa dirà per convincerlo a rientrare in sé? Difficile con uno che ha il bullismo nel sangue. Ma Giorgia ha degli argomenti, li ha tutti segnati in rosso nella sua Smelonanda e li spunterà uno per uno…fatto, fatto, fatto…
    Ma che cosa? Staremo a vedere. Intanto ha un compito molto difficile ma lei ama le sfide anzi direi che è davvero spericolata altrimenti ci avrebbe pensato mille volte prima di candidarsi a governare l’Italia. A volte le donne, diciamolo, hanno la settima marcia.

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