Ancora missili che piovono dal cielo e colpiscono i fragili civili che vanno a messa. E’ successo poche ore fa a Sumy, una città ucraina poco distante dal confine con la Russia. Sono morti in tanti e feriti ancora di più. Da quando Zelesnky ha accettato la tregua di 30 giorni che Trump aveva proposto, la Russia ha aumentato la sua offensiva verso quel paese martoriato.
Questi attacchi dal cielo che colpiscono i civili che vanno in chiesa e che devastano il centro cittadino, possono essere definiti operazioni di guerra? Non sono piuttosto atti di terrorismo, come li ha chiamati il presidente ucraino? Atti di terrore che vogliono significare la volontà dei russi di ottenere quanto più possibile da una eventuale trattativa che pare sempre sul punto di trovare soluzioni, ma che va a passo di lumaca e intanto la gente continua a morire.
E i soldati ucraini al fronte sono sempre più stanchi e demotivati, depressi e gli ospedali sempre pieni in una lotta disperata per salvare quelli che i medici riescono a salvare. E sono uomini, ragazzi, anche loro, che potrebbero attendere alle loro normali attività di gente normale: studiare, lavorare, andare a divertirsi, fare l’amore con le loro donne. E invece devono stare li, da anni, a fronteggiare un nemico che è il vicino della porta accanto che li combatte per ordini superiori di chi vuole assoggettare il paese confinante alla propria volontà e autorità.
Volontà di potere di un leader settantenne che insiste a volere prevalere sulla scena mondiale, che non si rassegna a invecchiare serenamente e che vuole dimostrare di essere potente e di volere quello che vuole e che asserisce spettargli di diritto.
Ma quale diritto? il diritto dei prepotenti, il diritto dei forti deboli che sono terrorizzati dalla morte che ghermirà anche loro prima o poi e allora per esorcizzarla uccidono i loro simili e pretendono che questi si inchinino alla loro mortale strapotenza.
Ora che negli Usa a governare c’è uno che assomiglia a Putin e per molti versi lo imita, ancora di più il russo mostra strapotere, anche se ritengo che i due si odino cordialmente come sempre è stato tra russi e americani, ma si sostengono vicendevolmente come Hitler e Mussolini, un po’ perché si temono, e un po’ perché si emulano, sperando che la falce per loro arrivi più tardi, impaurita essa stessa dalla loro forza unita.
Una tregua non sembra possibile con questi presupposti. Servirebbe solo a ridare fiato ai russi per riprendere a sparare con ancora più vigore se non ottengono, nero su bianco, tutto quello che vogliono e anche di più. Cioè, tutto quello che vuole Putin e la sua stretta cerchia di yes men. E tutto quello che vuole Putin è una fetta consistente del territorio ucraino, quello maggiormente ricco di risorse minerarie e strategicamente più importante. In più vuole la neutralità dell’Ucraina e vuole poter agire liberamente anche sul resto del territorio inserendo uno dei suoi, fintamente eletto “democraticamente”, come è avvenuto in passato.
E’ probabile che Trump gli conceda tutto e di più, credo lo stia già facendo, quella mano sul cuore del suo inviato a San Pietroburgo sembra un atto di sottomissione a Putin e al suo “sacro” volere.
Il mondo distratto dalla guerra dei dazi del satrapo americano, si cura poco o relativamente di questo conflitto interminabile e odioso e che si consuma a due passi da noi, in questa area del mondo martoriata in passato da guerre devastanti che era riuscita a vivere in pace un lungo periodo nonostante tutte le minacce che la tenevano costantemente in equilibrio precario.
E non si vede la fine di questa guerra che si consuma in un paese che voleva solo vivere in pace e indipendente da un vicino scomodo e invadente.
La prossima sarà la terza Pasqua di guerra per quel paese e per noi che assistiamo impotenti a un orrore senza fine che si dipana quasi tutti i giorni sotto gli occhi semi indifferenti di chi fa fatica persino a seguirne gli sviluppi nei notiziari ma sarà comunque una “festa” che la tradizione riporterà nelle nostre case. Ma fino a quando questa guerra continuerà ad essere un macigno in bilico sulla testa del mondo? E riusciremo a fermarlo prima che cada e ci travolga tutti?
Ukrainian Women Seek an Equal Right to Fight
https://cepa.org/article/ukrainian-women-seek-an-equal-right-to-fight/
Le decisioni di Trump, ancora meglio enfatizzate dal degrado che caratterizza il suo comportamento, stanno logorando i rapporti diplomatici degli USA persino con i più stretti alleati i quali, danneggiati dalle conseguenze geopolitiche deliberatamente volute dallo scarsamente credibile personaggio, si trovano a fronteggiare uno scenario dove l’unico che apparentemente ne esce ulteriormente rafforzato è Putin.
Quando l’Ucraina sarà messa in condizione di tenere nuove elezioni il Cremlino potrebbe non risparmiare sforzi per condizionare l’opinione pubblica degli ucraini cercano ogni appiglio per costruire una narrazione che soffi sul risentimento verso chi non li ha aiutati a sufficienza e i “contributi” di Trump offriranno certo occasione per agevolargli il lavoro.
Quello che vuole Putin è un paese inerme e la possibilità di far “pagare il conto” a qualcun altro, metaforicamente e no.
R
““Protecting the country is the constitutional duty of every citizen. And the life of a man, in my opinion, shouldn’t be worth less than the life of a woman,” she said. “When we talk about equal rights, we should also talk about equal duties. I am a supporter of healthy feminism — this means that we as a society must give opportunities to each and every one to protect the country and at the same time equally ”
Estratto dal link. Sono d’accordo con questa donna ucraina e con lei.
“Nel giorno sacro della Domenica delle Palme, a Sumy si è consumato un altro orribile e vile attacco russo, che ha causato ancora una volta vittime civili innocenti, tra cui purtroppo anche bambini.
Condanno con fermezza queste violenze inaccettabili, che contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal Presidente Trump e sostenuto convintamente dall’Italia, insieme all’Europa e agli altri partner internazionali. Esprimo il mio più sincero cordoglio per le vittime, alle loro famiglie e a tutto il popolo ucraino. “Continueremo a lavorare per fermare questa barbarie.”
Così si esprime Giorgia Meloni su questa ennesima, efferata, ignobile dimostrazione di quanto Putin tenga alla pace.
No Meloni, Trump non vuole la pace, Trump della pace se ne infischia. Hai voluto includerlo in questo messaggio per quale motivo? Per riaffermare la tua volontà di unire l’occidente? o piuttosto per ingraziarti quel balordo che parla di “errore”?
Questo è un errore tuo Meloni che ti costerà caro.
La determinazione dimostrata finora nei confronti della Ucraina si schianta con questa dichiarazione di sudditanza al satrapo americano.
L’esercito israeliano bombarda un ospedale a Gaza, Putin bombarda i civili che vanno a messa, due guerre parallele che Trump sta solo fomentando per i propri sporchi interessi.
Sei ancora in tempo a fermarti sulla soglia della tana del lupo. Altrimenti la tua credibilità, almeno per quanto mi riguarda, verrà decisamente meno.
E” il momento di mostrare coraggio e fermezza e tu stai solo dimostrando indecisione e paura. Non è da leader questo atteggiamento, E se tu lo sei davvero come hai dimostrato in altre occasioni, puoi solo unirli al piano di riamo europeo convintamente, lasciare Trump perdersi nel bosco delle sue narcisistiche fantasie e disdire immediatamente la tua inutile e a questo punto, ridicola, visita al balordo di Washington.
Orami è plateale la sudditanza degli Usa alla Russia di Putin. Tragicamente plateale.
Zelensky ha chiesto a Trump di andare a vedere la distruzione dei due ultimi missili balistici che Putin ha fatto cadere nel centro di Sumy causando quel massacro.
Ma Trump che fa? Nulla di nuovo o sconvolgente per me: nicchia.
“Questa non è la mia guerra, ma la guerra di Biden”, dopo aver detto che i russi hanno bombardato per errore…già ha ragione, per errore, E’ un grave errore di Putin ma lasciamolo fare povero Ciccio. Questo, in soldoni.
Troppo difficile ammettere che forse Trump ha deluso le aspettative di quanti qui sopra si sono spesi tanto per anni per dire che Trump avrebbe aiutato il processo di pace…abbiamo visto, davvero lo sta aiutando eccome.
Che Biden non era abbastanza diplomatico, che Biden è la causa d tutto…bene signori, ora che Biden non c’é più cosa sta succedendo?
C’è sempre Biden a dirigere le danze in Ucraina? No, fatemi sapere, magari sono io che non mi sono ancora svegliata e penso che alla Casa Bianca ci sia quel satrapo che sta facendo l’interesse dei dittatori.
No, magari mi ricredo e mi accorgo che sto solo sognando.
In 24 ore magari era troppo ambizioso, ma se questo è l’effetto della diplomazia, i pacifisti che scrivevano qui devono essere rimasti delusi.
Un bel paio di missili sono la degna risposta di Putin a chi chiede di dialogare con lui. Appare evidente che tenere i territori conquistati ed escludere l’Ucraina da NATO ed Unione Europea non gli basta, alla faccia di chi diceva che era sufficiente la neutralità e lo statuto speciale per il Donbass.
Se proprio Trump vuole stendere il tappeto rosso alle forze armate russe, che faccia presto: predisponga un bel blitz per rimuovere Zelensky e mettere un fantoccio, così evitiamo altre stragi di ucraini (a crederci) e possiamo concentrarci per difendere la Moldavia. Troppo facile per Trump dire che quella non è la sua guerra dopo esserne servito per fare promesse in campagna elettorale.
R
Mauro, la corsia “russia” Trump l’ha già stesa a Putin, La prova? I vari Caraccioli e Orsini sono quasi spariti dai radar, quelli che sostenevano la tesi che via Biden Trump avrebbe fermato la guerra. E così stanno facendo gli irriducibili putiniani del blog.