Inganni

Ci sono molti personaggi che si aggirano sui media per, apparentemente, agitare le bandiere della pace, del no armi, del niente riarmo. Sembrano convintissimi che basti andare in piazza a intonare degli slogan perché la pace si materializzi in una colomba bianca che si aggira tremebonda sopra le macerie. Nelle due principali guerre che si combattono attualmente , ci sono evidenti discrepanze tra quello che affermano questi propugnatori di belle intenzioni e la realtà, crudele, dei fatti. “Peace and love” o lo “stop alle armi”, tutte belle anzi, bellissime intenzioni. Magari avere un mondo in pace dove nessuno aggredisce nessuno e nessuno si detesta e si combatte. Sarebbe l’ideale. Perché, in teoria, gli uomini sono liberi di amarsi o di odiarsi. A loro la scelta. L’Ente Supremo che ci governa, sembra essersi ritirato in bell’ordine per lasciarci agire a modo nostro. Come ci pare. E ci pare, spesso, che il sentimento prevalente sia l’odio. Tra vicini, consanguinei, amici, parenti, compagni, coniugi, oppure tra estranei perfetti mai conosciuti ma odiati, così, d’istinto. Tra politici dello stesso schieramento e di opposti schieramenti, spesso, non corre buon sangue, anzi si combattono come se fosse la battaglia per la sopravvivenza.

Tutte queste persone che animano la rete e i media, insistono che bisogna fare un falò delle armi e armarsi solo di buone intenzioni di diplomazia e di santa pazienza. Come se le pazienza bastasse a respingere gli attacchi che arrivano a tradimento nei confronti di chi subisce aggressioni armate. Hai un bel sorridere alla bomba che ti sta per cadere in testa, questa non si ferma, prosegue la sua corsa fino che ti ha ucciso. Quello fa di mestiere. Ma non serve farlo notare ai seminatori di pace, loro sono convinti che basti usare la diplomazia e la bomba devia, cambia rotta e non cade: dopo un giretto a vuoto se ne torna da dove è venuta e si rimette in pace dentro la sua cassettina come una farfalla. Gli ucraini sono lagnosi, i russi avranno anche delle buone ragioni per fare quello che fanno, mentre i palestinesi hanno solo buone ragioni ad affidarsi a un gruppo di terroristi feroci che scatenano rappresaglie e guerre per difendere i loro diritti e provocano la furia devastatrice della vendetta e così all’infinito.

La costanza di questi loquaci personaggi: esperti di geopolitica, scrittori, politici, giornalisti… sembra genuina e magari in alcuni di loro lo è pure, ma c’è qualcuno che ha in mente ben altro che la pace e il disarmo e si rende anche pienamente conto che lottare perché non si spenda in armi evocando lo spettro di disservizi per i cittadini, significa fare l’interesse di chi ha interesse a trovarci disarmati e trarne qualche profitto. Una logica che con la “pace” non è lontanamente parente.

La marcia per la pace va bene, sempre, qualsiasi sia il sentimento che l’ispira, ma la propaganda costante di certi personaggi, noti o meno noti, potrebbe essere funzionale a chi la guerra la vuole fare da una posizione di predominio. E ci inganna.

Marina non corre…forse

La bionda Marina diventerà una vittima della “caccia alle streghe”, come chi sappiamo? E pensare che il suo partito era quello che aveva come motto: “testa alta e mani pulite”. Dalla sentenza di ieri che ha condannato lei e altri nel suo partito per appropriazione indebita di fondi pubblici, sembra che le mani nella marmellata (o in cassa) le abbiano messe eccome.

Ma lei non ci sta e con lei mezzo mondo si è levato a difendere la Democrazia. Già la democrazia, persino Putin ha detto che questo è un attentato alla democrazia. Detto da lui c’è da crederci. Ne sa qualcosa, il suo expertise sul campo è provato. Ma un po’ tutti i sovranisti, da Trump a Meloni (che ha perso un’occasione per… meditare) si sono strappati i capelli anche se li tengono come oracoli. Pare che Orban abbia fatto un inedito coming out…””Je suis Marine”, ha detto. Apparirà in pubblico con una parrucca bionda? Ma pare lo abbia detto anche Matteo Salvini: “je suis Matteo Le Pen”…solo che la parrucca bionda ha detto che non se la mette, non gli dona, piuttosto si rasa.

La leader di Rassamblement National non potrà correre per la presidenza francese nel 2027 perché i giudici l’hanno interdetta dai pubblici uffici per cinque anni. Insomma è interdetta, ha violato le leggi francesi e da condannata non potrà correre ma è corsa subito davanti alle telecamere a piangere e supplicare i francesi di protestare civilmente e pacatamente ma di aiutarla a tornare in lizza . I suoi fans sono furiosi ma potranno sempre votare il delfino Bardella, giovane e rampante e lei potrebbe diventare premier. In fondo sta facendo una sceneggiata che potrebbe persino farle acquistare voti e prestigio personali.

Potevano aspettare l’appello, dicono in tanti, toglierle questo sfizio di diventare presidente prima che la condanna sia definitiva è pura cattiveria e serve a privare ai cittadini francesi del diritto di votarla e portarla in trionfo…beh, certo che se proprio lei e il suo partito che avevano chiesto la ineleggibilità a vita per i condannati, si fossero astenuti dall’utilizzare fondi pubblici per fini privati (del partito), ora non staremmo qui a sentire i lai e i latrati dei difensori ad oltranza della Democrazia, tra questi qualcuno che non ha mai saputo cosa sia e da condannato presiede la più grande democrazia mondiale che lo stesso calpesta ogni giorno coi suoi piedoni da grande e grosso leader eletto democraticamente.

Ma se i giudici che hanno applicato la legge si fossero sbagliati? Allora Le Pen diventerà un’eroina e la presidenza onoraria a vita non gliela toglierà mai nessuno.