Mai come in questo momento mi sento di dire che disprezzo dal profondo la politica italiana che fa di tutto disprezzare se stessa. La bagarre che si è vista ieri alla Camera ne è la rappresentazione plastica. La premier Meloni sapeva di dover affrontare una tana di lupi pronti a scatenarsi e mangiarsela. Si sentivano forti della debolezza che Giorgia Meloni è giocoforza costretta a mostrare nei riguardi di un cialtrone che sta destabilizzando il mondo e della precarietà della stessa coalizione di governo per effetto delle mire di Matteo Salvini.
Un Salvini pronto ad innescare tutte le micce che la presidenza Trump e l’amicizia del tycoon con Putin, gli stanno fornendo per prendersi la scena ed, eventualmente, far cadere il governo sulla risoluzione in votazione al Parlamento in merito alle decisioni sul piano di difesa comune europea (o varie ed eventuali sempre in agguato).
La linea del governo non è retta, ma a zig zag grazie proprio alle intemperanze del leader leghista sempre in fregola di protagonismo e più che mai esaltato dalla vittoria del pregiudicato a Washington che sta maneggiando per trarre benefici personali dalla tragedia ucraina.
In questo scenario a dir poco destabilizzante per il mondo e pericoloso, mortalmente pericoloso per la tenuta della coalizione, Giorgia Meloni ha mostrato il grugno. E lo ha mostrato di brutto.
Dopo aver risposto a tutte le questioni poste dalle opposizioni con pacatezza e una non piccola dose di diplomazia (non sempre scontata in chi sa di dover affrontare un esercito nemico armato oltre i denti), ha concluso il suo discorso citando alcuni passi che lei ha definito salienti” del Manifesto di Ventotene citato (giustamente) come un faro dagli organizzatori della manifestazione indetta da Michele Serra e tenutasi sabato scorso (tra l’altro, pare, pagata coi soldi del Comune) per sostenere l’Europa, ed ha evidenziato alcune frasi dello stesso che la premier ha voluto rimarcare, secondo il suo punto di vista, non trovarsi esattamente in linea con l’idea di Europa democratica. Ed ha concluso che se le opposizioni stanno con quell’idea di Europa, lei, non ci sta. Lei ha semplicemente letto delle frasi che compaiono in quel celeberrimo manifesto e la reazione è stata violenta e scomposta e a tratti persino cruenta. Credo, una mossa studiata proprio per ottenere quel risultato.
Io non sto a ripeterle qui , tutti le possono leggere nei vari resoconti dei giornali. Ma la bagarre che ne è scaturita è, a mio parere, inguardabile. Gli stessi partiti che non vogliono aderire al progetto di difesa comune europeo, o lo fanno a denti stretti e un milione di riserve, si scatenano a bocche larghe, insulti, pianti e minacce contro ” l’insolenza” della premier. Ah…ecco la “fascista”, finalmente si è rivelata…dicono, alla meglio i duri e puri che erano pronti a scatenare l’inferno sulle problematiche interne al governo e sulla coalizione che traballa, sulla “incapacità” di Meloni di tenere il punto e sulla sua “debolezza” di fronte all’incalzare degli eventi e soprattutto in merito alla debordante attività del ministro leghista per farla cadere e prendere il suo posto. E ancora di più sulla sua “irrilevanza” nel consesso europeo di fronte alla “bomberleyen” ….
Insomma, pronti a metterla in croce e picconare sui chiodi. Ma lei, con una mossa imprevedibile, ma credo ponderata, gli ha tolto in due minuti il gusto di sbranarla e farla a pezzettini e tra le proteste, ha lasciato l’aula. E la frustrazione si è levata alta da sembrare la Fattoria degli animali nei momenti di maggior ribellione.
Il grugno lo ha mostrato eccome, soprattutto a chi pensa di avere in mano le carte per poter barare, quel tipetto amico dei due dittatori e sempre pronto a far cadere i governi quando pensa di avere le carte giuste in mano e che contava sulle opposizioni per farla rosolare a fuoco lento. Un ipocrita pieno di sé che fa politica sozza esattamente come i suoi due idoli.
In un momento di tragica precarietà delle democrazie e di inquietante disordine mondiale, i tatticismi di chi vorrebbe approfittare di questa situazione per prendersi più potere, sono disgustosi e Meloni, credo abbia voluto soprattutto dare un segnale che lei non si farà abbindolare tanto facilmente. E siamo solo all’inizio.