Leggo del can can mediatico sulla Tesla di Fratoianni e della moglie e davvero lo trovo eccessivo. Piccolotti si difende e dice di non essere una “fighetta di sinistra” perché la macchina l’ha comprata prima di sapere che Elon Musk è un nazista e non se ne pente. E però costa una cifra alta per una parlamentare che disprezza il capitalismo. Certamente, ma l’ha comprata in leasing e poi non si giudicano i politici dalla macchina che hanno in garage. Lei e il marito portano a casa ogni mese una bella cifra tonda, devono privarsi del necessario?
Ma Fratoianni si difende dicendo che è stata un’idea della moglie. E bravo, buttare la responsabilità sulla compagna gli fa onore, dice molto di come si senta in imbarazzo. Ma è normale che lo sia, in fondo si trova in una posizione scomoda, quella del politico ipocrita che predica bene e razzola in Tesla.
Un po’ come il famoso maglione di cachemire di Bertinotti. Il lusso piace anche a sinistra che c’è di male? Un conto è fare le battaglie per i poveri, un altro è andare in giro come degli straccioni. Mica può girare in monopattino un politico della sua levatura morale, o in bicicletta o in moto. Ci vuole una macchina adeguata allo status e al conto in banca. E poi, dice Piccolotti, lei è figlia di un operaio, ha le credenziali per essere di sinistra coi controfiocchi e può girare a Tesla alta e non vergognarsi di nulla e fare le battaglie contro quella immorale della destra che toglie il pane di bocca ai poveri ex percettori di reddito di cittadinanza. Lei il suo reddito di parlamentare lo spende in articoli di lusso…e allora?
La macchina le serve per andare in giro a fare le sue politiche per combattere la miseria porca. Ci deve andare forse a piedi?