La palla ora è nelle mani di Putin. E lui che fa? Indossa la mimetica e va a Kursk a sostenere il morale delle truppe.
Cessate il fuoco? Boh! per ora non risponde. Il presidente è impegnato in una missione sul campo, non disturbare con queste inezie, prego.
Non ha dato alcuna risposta alla proposta americana di un cessate il fuoco per 30 giorni alla quale Zelensky ha aderito. E passano le ore e dalla parte dei russi non arrivano segnali di esistenza in vita. Troppo presto, devono ancora capire su quali basi si fonderebbe questo cease fire. Vogliono prima vedere cammello. Capire cosa c’è dietro, se c’è qualche tranello degli americani o degli ucraini. Non si fida Putin e ci va coi piedi di piombo mentre mette i suoi boots (firmati) on the ground nel Kursk ancora (accidenti) occupato da quegli impertinenti nazisti ucraini senza vergogna. Ha detto che tratterà i prigionieri ucraini come terroristi e saranno processati come tali. Putin in mimetica non scherza. Ma quando mai ha scherzato anche vestito civile?
Lui ha le carte e ora deve metterle sul tavolo. Ma abbiate pazienza, un giocatore raffinato come lui mica le mette giù così, prima deve raccogliere le idee, vedere bene cosa gli conviene meglio. Se accettare la tregua per riarmarsi e dare il colpo finale o nicchiare per tutto il tempo che gli occorre rigirando le carte in mano. Che fretta c’é?
A poche ore dall’annuncio di Zelensky che lui la tregua è pronto a firmarla, Putin ha lanciato una ennesima offensiva su Kiev. Un segnale di pace? Difficile dire. Certo non sembrerebbe ma le vie di Putin sono infinite. Uno come lui, un re di Spade, uomo coraggioso, virile, serio, preparato, mica può mandare segnali univoci. O si capiscono oppure lui se ne infischia e va per la sua strada. Freddo, deciso e determinato alla vittoria finale.
A che gli servirebbe accettare questa proposta? Gli darebbe lustro? i russi sono d’accordo? Magari questa domanda se la pone anche un re di Spade. E si perché anche un dittatore deve guardarsi le spalle di tanto in tanto e non può mostrare il minimo accenno di debolezza.
A cosa gli servirebbe accettare? Sta vincendo alla grande, gli Usa stanno con lui. Non ci crede che Trump si offenderebbe se la tirasse per le lunghe, si se menasse la tregua per il campo fino a che gli pare a lui. Infine manca poco e con l’aiuto degli amici, un piccolo aiuto dagli amici americani, ce la può fare finalmente. Poveraccio, sono tre anni che perde i sentimenti nelle steppe ucraine, vogliamo dargli la soddisfazione di dichiararsi Vincente una buona e santa volta?
E ai vincenti non si chiede di cessare il fuoco, ma di andare dritti alla meta. E (per ora) l’unica firma che accetta è quella sulla sua mimetica firmata.
Se continuo a mangiare popcorn in attesa della fine della guerra promessa da Trump in 24 ore finirò per trasformarmi in una pannocchia.
Donald, dopo aver sperculato Zelensky facendo sogghignare Putin, adesso promette sanzioni “devastanti” contro la Russia se non accetta la proposta, facendo sogghignare sempre Putin. Cosa saranno mai queste sanzioni devastanti che si possono mettere adesso e a cui nessuno aveva pensato prima? Metterà dazi sulla vodka o sull’insalata russa?
Oppure tutto ciò è un barbatrucco per far scoprire le carte al Cremlino? Carte che tanto conoscevamo già.
R
Mauro, l’attesa per la tregua temo sarà lunghetta, meglio si approvvigioni di pop corn. Pare che oggi Putn abbia parlato con il suo amicone Lukashenko e che i due si siano fatte quattro risate:
Lukashenko says:
“If Russia agrees with the United States, Ukraine and Europe will be done for.
The negotiating process between America and Russia holds Europe’s fate in their hands, even though it is behaving in a shortsighted manner in the media, at least.
And again, they’re not going to dupe us. We know our interests. We know our goals.”
Mi basta tradurre la prima frase di Lukashenko: ” se la Russia si mette d’accordo con gli Usa l’Ucraina e l’Europa sono fregati…”
decisamente pacifici i due, no? E’ un buon inizio di “contrattazione”.
Trump, prima di mettersi in lizza per il primo premio al Nobel dovrà leggersi una buona lista di “desideri” del russo…che già sappiamo bene quali sono.
Mossa di Zelensky azzeccata. Ha messo Putin nella condizione di dimostrare quanto davvero tiene alla pace….si è rimesso in carreggiata dopo la spinta dentro il burrone datagli da Trump nello studio ovale, ha ottenuto da lui di rientrare a pieno titolo nelle trattative e ha capovolto la situazione a suo favore. Un capolavoro.
Ora le carte e le palle in mano a Putin scottano, ma lui l’algido presidente russo se ne fa un baffo e con la sua faccia priva di peli si mostra, da una parte d’accordo in linea di massima con la tregua, ma…forse…se, vedere prima cammello, quante gobbe, quanti denti, è sano o” sconocchia con le gambe di dietro”…
Zelensky conosce bene il suo pollo ormai e sapeva che avrebbe reagito come fa sempre, alla russa, alla Putin, e alla meglio avrebbe confermato quello che lui aveva detto in quella imboscata e cioè che “è inaffidabile”.
Trump farà due orecchie da mercante, quelle che ha sempre ben evidenti e che gli hanno salvato il …la vita quell’ormai famoso 13 luglio del 2024 e che lo hanno portato fin qui, planato come Dumbo alla White house again e deciso a stravolgere l’ordine mondiale per farsi i fatti propri.
Vediamo a questo giro cosa si inventa.