Paga la multa e…taci

Lo so, ci sono molti delinquenti in giro, farabutti che la fanno franca magari per tutta la vita. e so anche che chi leggerà questo post storcerà il naso, lo posso vedere come in un film. Ma non importa. E’ presto detto: un tipo in bici è stato multato 1100 euro e 60 giorni di reclusione perché trovato positivo all’alcol test.

Si tratta di un giovane insegnante precario di Genova, ho letto la notizia on line e mi ha colpito perché ieri, mentre passeggiavo in centro un ragazzo con una enorme mountain bike per un pelo non mi ha investito sul marciapiede. Mi trovavo sotto un passaggio tra due palazzi, coperto, con una lieve discesa, dove ci sono dei negozi, assolutamente vietato ai mezzi, in pieno centro e accanto ad una strada a due corsie.

Questo idiota criminale ha fatto la bravata di scendere a tutta velocita dal pendio immettersi nel piccolo tunnel e percorrerlo per poi uscire dalla parte opposta. Ormai ho i campanelli d’allarme incorporati e appena sento un fruscio mi immobilizzo. Quando, dopo avermi sfiorato e oltrepassato, ha frenato perché l’ho chiamato e gli ho dato del deficiente, si è fermato e mi ha detto che lui non lo è. Gli ho detto: potevi farmi molto male e lui, l’avevo vista e io: sei un cretino idiota e devi andare per la strada o almeno suonare il campanello…non ce l’ho! mi ha risposto…

La pena per il professore può sembrare esagerata me era ubriaco e stava in sella ad un mezzo che poteva colpire e fare male. Se hai bevuto vai a piedi. Ti attacchi al manubrio e cammini. Oppure paghi e taci, ti fai le ore di lavori socialmente utili e stai zitto. Oppure non bevi o bevi acqua minerale o spremute.

Troppi bevono e poi pretendono di portare la macchina tanto loro sono lucidi…anche in bici non sei lucido a volte neppure se non hai bevuto come quel cretinetti che quasi mi investiva ieri che ha l’unica attenuante di avere i genitori più irresponsabili e cretini di lui.

2 commenti su “Paga la multa e…taci”

  1. Eh sì, dalle nostre parti la polizia stradale è inflessibile, di solito il fine settimana si appostano all’imboccatura delle strade che portano alle trattorie sparse nella prima collina e al ritorno obbligato per la stessa via, palloncino per tutti e multe a raffica.
    Ciclisti anche qui sono una nota dolente, gli emuli di Tadej Pogačar con le loro tutine sgargianti e attillate, sono tra frequentatori più maleducati e sconsiderati delle sedi stradali.
    Se ne infischiano delle auto e se devono chiacchierare in due o tre affiancati sulla carreggiata (vietato dal codice stradale) lo fanno senza porsi il problema di chi alle 10 del mattino deve lavorare e non cazzeggiare in bicicletta.
    La bicicletta per la giurisprudenza è equiparata ad un veicolo a motore e quindi soggetta alle stesse controindicazioni.
    La legge non ammette ignoranza come purtroppo non sanno quelli dell’attuale governo e in particolar modo il Ministro dei Trasporti più ridicolo dalla Storia, da quando dei suoi pari intelletto (forse di più, anzi senza forse), hanno inventato la ruota.

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  2. Sarà perché qui in Sicilia non abbiamo ancora il ponte per cui non giungono fin qui i progressi del continente, sarà perché fui un accanito tifoso di Coppi, sarà perché la bicicletta mi è rimasta sempre nel cuore, ma io tutta questa indisciplina dei ciclisti non la vedo proprio.
    Quando mi accorsi di non farcela più, anziché appendere la bicicletta al chiodo, la regalai, così almeno lei continuava a “vivere”.
    Per non parlare sempre di guerra, ecco un mio “inno”(si fa per dire)alla bicicletta ispiratomi dal viaggio, da Catania ad Acitrezza, per recarmi a fare visita a mia madre: lungo il tragitto sensazioni di vita comune, la curva dove sbandò il terzino del Catania Limena perdendo la vita; l’iscrizione murale che ricorda Gennarino, il piccolo tifoso, al seguito della squadra in trasferta, vittima di un incidente stradale; un gruppo di paraplegici portati in gita sul lungomare; la fugace visita a mia madre sempre in attesa; il ritorno come un ripasso della propria vita

    Un viaggio, una vita.
    Ho inforcato la bicicletta
    svicolando nella stretta
    delle auto e dei bus
    superato il crocevia
    la salita affronterò
    -ammazzate oh!-

    Ho ingranato il rapportino
    premo a forza sui pedali
    batte il cuore…morirò.
    Finalmente la discesa
    prendo il volo nella brezza
    l’aria il volto mi accarezza
    ed io sospirerò
    -ammazzate oh!-

    A sinistra una corona
    e l’odor del gelsomino
    sopra il muro un’iscrizione
    “Vive ancora Gennarino”.
    Io pedalo e più non so
    se me stesso sono o altri
    cosa voglio e cosa no
    -ammazzate oh!-

    Ora lungo il litorale
    scorre il mare
    splende il sole
    le onde brillano
    nel tremore
    ed il battito del cuore
    segna il tempo
    che… non ho
    -ammazzate oh!-

    Superato ho il promontorio
    dove Limina toppò,
    una curva non veduta…
    guardo, e penso…ma però!
    Scorre nelle vene il sangue
    pulsa dentro il petto il cuore
    ho i muscoli dolenti,
    ma l’anima non muore
    -ammazzate oh!-

    Ora guardo il cielo azzurro
    che sovrasta il mare blu
    passo in mezzo ad altra gente
    gente viva che non fu
    nelle seggiole a rotelle
    sono in sosta…e nulla più!
    Passo e fingo
    il coraggio che non ho
    mi soffermo e in cuore piango
    perché finger non si può
    -ammazzate oh!-

    Ecco giunto ad Acitrezza
    guardo in alto
    e nel balcone
    una piccola figura
    alla seggiola seduta
    muove il braccio
    e mi saluta:
    -Mamma ciao,
    tu come stai?
    -Bene, grazie…
    ma già vai?
    Quanta attesa
    per quel figlio
    che fra poco
    se ne andrà.
    -ammazzate oh!-

    Sono giunto a metà viaggio
    il ritorno affronterò
    per aver forza e coraggio
    non so più cosa farò
    scorrerò la vita mia
    risa e pianti
    odi e amori,
    forse ancora
    proverò?
    -ammazzate oh!-

    Geme la bici
    la strada sale
    stringo il manubrio
    sto per scoppiare
    vedo un sorriso
    sento una voce
    aspetto un cenno…
    ma sono in croce…
    più con la vita
    non ce la fò
    -ammazzate,
    ammazzate
    ammazzate oh!-

    R
    molto bella complimenti. Ma oggi i ciclisti sono molto indisciplinati e attentano alla vita delle persone, io stessa rischio di finire all’ospedale ogni volta che cammino sui marciapiedi infestati letteralmente di idioti che credono che quello sia il luogo ideale per le loro mountain bikes con le ruote come quelle dei Tir.

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