Otto marzo…uhm, mi ricorda qualcosa ma cosa? Non saprei.
Oggi mi va di parlare di abitudini.
Le abitudini sono i nostri “padroni” per buona parte della giornata, sono petulanti e arroganti ma non ne possiamo fare a meno, per quanto ci sforziamo ne siamo tutti un po’ schiavi e ci tengono ancorati al suolo.
Ma perché non posso volare? E se potessi volare dove volerei?
Lo so dove volerei senza mai atterrare, volerei per ore sopra il mare. E poi mi fermerei su qualche isola, sulla spiaggia. E poi mi tufferei e nuoterei per ore fino a che il fiato regge. Volerei sopra le abitudini e sopra i problemi: la guerra, Trump…a proposito, ha detto che “chiunque farebbe quello che sta facendo Putin…”.
Volerei anche su Trump e poi gli lancerei un ananas che gli cadesse sulla zucca, sono certa che si aprirebbe a spicchi e se li mangerebbe con tutta la scorza. Un ananas ecco cosa è Trump. Un ananas con le gambe che fa il presidente degli Usa. Dentro è secco e rancido e fuori è spinoso.
E parla a vanvera, dice scemenze senza freni inibitori. Un uomo disgustoso, arrogante, pieno di se stesso, proprio come un ananas rancido … Che si circonda di cardi spinosi, indisponenti e arroganti come lui.
Se potessi volare volerei sull’Ucraina e poi scenderei in Piazza a Kiev e abbraccerei tutti quelli che incontro, per solidarietà e gli direi di perseverare e di crederci e di non mollare.
Se potessi volare volerei oltre questa dimensione per incontrare chi ha lasciato questo mondo per chiedergli come sta e come è la non vita, se si vola o se si ama o se si soffre o se si ride o se si piange…
E poi però tornerei qui, a casa e a passeggiare tra gli alberi che diventano ogni giorno sempre di meno. A salutare il noce rimasto unico e solo di quanti erano, belli e frondosi e pieni di nidi dentro il giardino della casa di fronte, disabitata e venduta agli speculatori. L’hanno salvato, per ora, ma il cantiere sarà lungo e non so se lo sopporterà o deciderà di volare, anche lui, altrove. Io spero di no. E’ un amico, un punto fermo e non è un abitudine.
Ogni volta che lo incontro lo ringrazio di esistere e di resistere, imperterrito e tenace e pieno di foglie e di frutti e anche spoglio, come è adesso, pieno di fascino.
Ed ora vado perché mi aspetta il te e i fiocchi di avena e la frutta e la mia giornata piena di abitudini alle quali non so e neppure voglio rinunciare.
