Non siamo più “americani”, Trump ci ha sfanculati (scusate la brutalità), ma non siamo ancora europei. Serve un esercito europeo prima di subito. Lo ha detto Zelensky a Monaco per essere “autonomi” e non più “dipendenti” dagli aiuti americani in caso di “aggressioni esterne”. Il leader ucraino ha parlato di una nuova alleanza europea e di un esercito comune, alleanza necessaria, dopo la virata di bordo del neo presidente Usa. E i maggiori leader europei sembrano essere di questo avviso dopo il brutale risveglio dal sogno che gli Usa potessero essere ancora “alleati”.
Chi è alleato a chi oggi? Bruciati d’un colpo tutti i trattati, un falò che si vede dalla luna. Era prevedibile ma non previsto. Trump ha sparigliato tutte le carte e però la pace che doveva portare in 24 ore sembra una totale capitolazione ai russi. Sembra. Finalmente i “pacifisti” putiniani italiani (giornalisti, politici, esperti di geopolitica e “intellettuali” vari), potranno (forse) festeggiare: l’ americano, politico per caso, imprenditore di se stesso, spregiudicato pregiudicato e Re di Usamunda sta per portare finalmente la Pace. Ma come? facendo quello che vuole Putin. sconfessando tutti i valori di solidarietà e amicizia tra i popoli che hanno tenuta unita l’alleanza per decenni e facendo patti con l’invasore, suo sodale ed amico e trattando l’Europa come la serva cui dare il benservito con un calcio nel sedere.
Tutta la retorica antiamericana si placa tra i putiniani: ora gli americani stanno dalla “parte giusta”, non sono più quegli egoisti che erano e che volevano fare la guerra ai russi per interposta Ucraina (a guida del “rincoglionito” come veniva definito il presidente Biden, alla meglio), ma con questo fenomeno, diventano i paladini della ” pace” che, paradossalmente, si scontra con la libertà e la autodeterminazione dei popoli: fuck the world!
Il popolo ucraino resiste ancora, ma teme che la pace saudita decisa tra i due amiconi, sia un compromesso al rialzo per Putin ed uno schiaffo agli ucraini e ai leader europei che hanno passato il tempo a litigare su bagatelle ed oggi sono obbligatoriamente uniti dalla necessità di difendersi dalla possibilità che Putin, ora con le spalle molto coperte, si voglia allargare ancora, l’ipotesi non è del tutto peregrina.
E la consapevolezza (era ora) che Trump non è quell'”uomo di pace” un po’ picchiatello ma in fondo “buono” e ” inoffensivo” che si ostinavano a credere che fosse, ma si sta rivelando un rapace, nemico di tutti quanti non gli baciano l’anello e non stanno decisamente dalla sua parte, un vendicativo isolazionista che si vuole prendere il mondo e farlo diventare un Luna park per i suoi nipoti.
Quello che doveva far finire la guerra in 24 ore, sta rivelandosi il migliore amico di chi da tre anni sta massacrando il popolo ucraino e di chi vuole riportare in Europa il caos. Il discorso del suo vice Vance, che ha esaltato il partito di estrema destra tedesco AfD e le deliranti manifestazioni di consenso verso lo stesso da parte del presidente ombra Musk, ne sono la conferma.
Il suo progetto, osceno, di fare della Striscia di Gaza un resort per miliardari, la sua sconsiderata politica sui dazi, la sua intenzione di appropriarsi di intere nazioni, aggiungono particolari inquietanti ad un quadro già di per sé spaventoso.
Di quale pace vada cianciando Trump il “buono” mi sa che lo scopriremo presto e non sarà, temo, un momento da festeggiare.
Oggi è San Valentino, ho pensato di riproporre questo post che scrissi anni fa. Vale ancora perché non ho cambiato idea anche se la vita ti presenta spesso dei conti che sono difficili da chiudere o da saldare. E’ la vita e, come diceva l’eroina di un famosissimo cult movie: “domani è un altro giorno”.
Una parola di verità sull’amore, possono dirla solo gli innamorati o i pazzi. Che, poi, guardando bene sono la stessa cosa. Bisogna essere pazzi per innamorarsi, cioè bisogna che il cervello non ragioni più con la consuetudine di mettere tutto apposto, di incasellare i pensieri, ma deve sparigliare, far saltare tutto, guardare alle cose in un modo del tutto diverso e anche farneticare. Si, farneticare, dire e fare cose apparentemente senza senso. Bisogna essere pazzi per inerpicarsi nei sentieri stretti dell’amore dove il precipizio e sempre in agguato e può presentarsi dopo ogni curva. Bisogna essere pazzi per trovare giustificazioni alle cose più assurde che poi a guardar bene, sono le uniche cose che contano davvero. San Valentino arriva, a volte senza che ce ne accorgiamo, per ricordarci che dobbiamo fare spazio all’amore, che dobbiamo dargli l’importanza che si merita, che non possiamo girarci dall’altra parte se lo incontriamo, che sarebbe come prendersi a calci da soli, farsi del male, non riconoscerci nemmeno quando ci guardiamo allo specchio. Perché l’amore può spaventare da quel rivoluzionario che è. C’è chi preferisce qualche surrogato diluito, qualche sentimento insipido, insapore e incolore e magari crede di averlo catturato e messo in gabbia per sempre e si accomoda su questa convinzione che poi si rivela illusoria. Perché bisogna essere pazzi per innamorarsi, sapere di dover rischiare, l’amore richiede molto coraggio, un coraggio da pazzi. O da innamorati.
Bene. Si sono parlati è ufficiale. Trump e Putin hanno concordato tra loro come deve finire questa guerra perché, hanno detto, ha fatto troppi morti. Ma davvero, non se ne può più e soprattutto è costata troppo alle casse americane. I morti sono un “effetto collaterale” perché chi li ha fatti (e li fa) morire non voleva farlo. E’ chiaro al presidente Usa che Putin non intendeva neppure ferire…sono capitati, capitano quando dei testoni capoccioni non si arrendono all’evidenza di avere a che fare con testoni più capoccioni di loro. Ah, che sollievo per il mondo intero, questi due si parlano, discutono, mettono le basi per la pace che si preannuncia soddisfacente per chi l’ha fortemente combattuta per tre anni (la pace con la guerra) ed ora si prende la soddisfazione di vincere per la grande magnanimità dell’alleato americano che , voltato il sedere al mondo, partecipa della soddisfazione dell’amico. Fanno tutto da soli, loro due, fanno patti sopra la testa di chi questa guerra la sta subendo e si è difeso coraggiosamente e forse per niente grazie alla solidarietà all’aggressore del potente amico americano. Beh, non so perché ma mi pareva di saperlo che messo il mondo in mano a quello, questo sarebbe successo. Ucraina dimenticati la libertà e tutto il resto e dimenticati pure tutte le altre velleità e i confini…ma solo per cominciare. In Europa qualche flebile voce si sta alzando: ma e noi? siamo le vostre marionette? Senza di noi la festa non si fa…, così prova a dire anche Zelenzky, messo nell’angolo. Le promesse delle terre rare non bastano, quelle sono dovute, Trump sta mediando per fare dell’Ucraina una schiava dei russi, sottomessa e in ginocchio. I due conquistadores sono allo champagne con tartine e il conto chi lo paga? Per ora resta aperto, ma una cosa mi pare certa, una almeno: nessuno di quei due. E, forse, speriamo, per ora non siamo alla terza guerra mondiale, ma la seconda e mezza, con tali presupposti pare su quella strada. Speriamo si perda per la strada. Ma come, per ora, non è dato capire. Champagne, tartine e…voce più costosa: confusione.
Ieri, mentre camminavo su un marciapiede molto largo, in centro, ho rischiato seriamente di essere investita da un cretino che guidava un monopattino a tutta velocità proprio sul marciapiede. Mi sono salvata per un’intuizione o forse per una mano invisibile che mi ha trattenuto dal muovermi mentre stavo per scendere dal marciapiede per attraversare le strada sulle strisce. Ho sentito un sibilo e uno spostamento d’aria mentre il cretino sfrecciava e si allontanava da me. Quel pezzo di ferro avrebbe potuto spaccarmi le gambe, sarei finita riversa a terra e forse ora non sarei qui a scrivere.
La vita dei pedoni è in serio pericolo tutti i giorni. I marciapiedi sono spesso occupati da mezzi che sfrecciano e possono colpirli. I ciclisti sono spesso messi in pericolo dalle auto, ma loro stessi costituiscono un pericolo perché sfrecciano dovunque senza curarsi delle regole.
E’ un tema vecchio, forse annoia, le vittime della strada sono molte, le sanzioni non fanno paura, le nuove regole del governo Meloni sono state derise e prese come al solito come deriva autoritaria e “fascisti leghisti all’opera…”. Non ci sono vigili, che ora si chiamano Polizia stradale, che tengano: sono tutti chiusi dentro gli uffici a dirigere il traffico…delle multe.
Per la strada si muore, basta poco, una piccola distrazione, un soffio di vento ti passa sopra e fine.
L’educazione (!) stradale non si insegna e non si impara. La maleducazione invece è la prima regola: fare quel cavolo che ci pare in barba alle regole sembra essere diventato il motto di chiunque si metta alla guida di qualsiasi mezzo, anche una carriola. E un mezzo è un mezzo per sentirsi potenti in un mondo dove ogni giorno di più regna l’indifferenza verso la vita.
Le auto, le moto, i monopattini, le bici da corsa o elettriche sono tutte proiezioni di ego dissociati dalla realtà. Quando vanno a velocità folle e non rispettano le regole sono un mezzo per affermare la volontà di sopraffazione sugli altri, soprattutto su chi ha la spudoratezza di pretendere di andare a piedi. Le ansie, le paure, le nevrosi, si calmano o si “controllano” usando un mezzo che possa andare veloce e, eventualmente, fare del male.
Ora ricordo, aveva il casco quel tipo che mi ha sfiorato col suo maledetto monopattino, lui se mi avesse investito, forse si sarebbe salvato. Io, non lo so.
Fatto! deve avere esclamato il tizio che ha chiamato il dentista per prenotare un appuntamento per il ministro della Giustizia. Spacciandosi per segretario del ministro, un tale chiama un dentista di Treviso e prenota una vista per lo stesso. Ma qualche cosa non torna. La segretaria del dentista richiama ma nessuno risponde e a quel punto si insospettisce.
Si scopre che il numero da cui proviene la chiamata appartiene alla redazione de Il Fatto quotidiano. Oh perbacco! e che c’entra Travaglio coi denti di Nordio?
Ma che roba è ‘sta roba? ma niente è una trovata del Fatto per incastrare Nordio: volevano essere certi che fosse andato a curarsi la splendida dentatura perché, perdinci non si può fare il ministro con i denti cariati. Ma ora c’è un avviso o una comunicazione di indagine, insomma una denuncia. E che sarà mai? Travaglio Marco è abituato alle denunce, le colleziona, ne uscirà…condannato, sono garantista, lui solo così si diverte.
A me è simpatico Travaglio, ha quello sguardo pacioso e quella espressione sempre serena, mette ansia, ma ci sta. Ogni guardata di Travaglio alle telecamere, diffonde ansia nel paese ma tanto siamo abituati, l’ansia è un meccanismo di difesa, dicono gli esperti, se non ansiamo non andiamo da nessun parte. E Marco è un ansiogeno perfetto, per quello Lilly lo vuole sempre ospite fisso: l’ansia genera ascolti, gli ascolti generano …la sua pensione milionaria.
Ma insomma, che stai a dire? direte. Niente, oggi mi va così, mi piace Travaglio, lo trovo bello, affascinante attraente e che volete da me?
Se Nordio non aveva pensato di prenotarsi una seduta, c’ha pensato lui. Ci tiene al sorriso dei ministri. Povero Norbio (si dice così in Veneto di una persona un po’…ingenua) ce l’hanno tutti con lui, persino coi suoi denti se la prendono. Succede che però la trappoletta non sia scattata perché Nordio Carlo (cliente del dentista) non era il ministro ma un omonimo e il suo dentista non era neppure quello lì…
Sembra la canzoncina dei crauti della indimenticabile Monica:
Dice che ha parlato con Putin. Molte volte. Ah si? e che cosa si sono detti? Non si sa, non lo dice, lasciamo la curiosità per ora. Fidiamoci, è un brav’uomo, ha vinto le elezioni col barbatrucco anche questa volta: il mito dell’uomo super potente unto dal Signore (che funziona sempre) e i soldi di quel figuro, quello strano personaggio, mezzo uomo e mezzo statua di cera che ha il mondo come pallina da massaggi da sottopiede.
E va alla grande il suddetto diplomatico pacifista che sta per mettere fine alla guerra in Ucraina e per trasformare in un posto da favola dove gli epuloni americani potranno rilassarsi e spendere fortune in hotel extralusso: un posto dove saranno state sgombrate assieme alle macerie gli sfrattati che credevano di poterci tornare. Illusi, vi farà prendere la strada dei campi (profughi) e la nuova Nakba avrà l’impronta della scarpa numero 50 del presidente pacifico come logo e lo slogan sarà: ve la do io l’America…
Cosa dice Putin di queste trattative segrete? Nulla. Uno stranamente afasico presidente russo, lascia un’ inquietante scia di “si dice” ma non si dice nulla da quelle parti. Tace perché sa che l’amico americano sta dalla sua parte e farà i suoi interessi e sa che degli ucraini se ne infischia e di Zelensky ne vuole fare un pupazzetto da appendere dietro la Bat mobile.
Dice che ha parlato con Putin, che Putin è molto dispiaciuto per tutti quei morti…già, immagino, deve aver pianto al telefono o forse no, forse per parlarsi non usano il telefono, forse si parlano tramite qualche diavoleria inventata dal marziano, oppure si parlano tramite messaggi portati da piccioni viaggiatori, più sicuri e meno intercettabili. Ma si parlano dice. E il mondo gli crede. Ancora gli crede. Ne sono quasi certa: il mondo crede che in fondo sia un buono. Uno che farà finire le guerre, tutte le guerre prima di subito. E uno così pieno di grana non può che essere un vincente, simpaticamente folle, ma vincente.
Sono tutte bugie quelle che dicono che si vuole comprare il mondo, che voglia mettere tutti sotto le sue suole e che se ne infischi delle regole, della legge, della democrazia e della solidarietà, della ricerca, del clima…insomma di tutte le balle che si sono inventati per complicargli la vita.
E’ iniziata una nuova era, il mondo sta per diventare un enorme teatro dove lui calcherà la scena ogni giorno e rimetterà in ordine tutto quello che va storto. Raddrizzerà tutti i quadri sbilenchi e metterà fine una volta e per tutte alle ipocrite giustizie, alle ipocrite teorie sulla solidarietà e alla ipocrita teoria sulla difesa del pianeta dai nemici che lo insediano. E il sole non tramonterà mai, neppure se gli promette di risorgere…
Sarebbe sufficiente per mandarla a casa o, opportunamente rivestita con abiti firmati e valigia accessoriata di tutto, in quel di Budapest a subire il processo che ha sfangato. Si perché l’eroina ha bisogno che il “sacrificio” si compia per esserlo. E non basta un anno di prigione che neppure ai piombi, eh no, per essere credibile l’eroina deve andare a processo e vincerlo a mano bassa. Se mente mente. E se mente nero su bianco sulle sue “memorie” mente su tutta la linea. E possiamo tenere una che mente a beccarsi 20mila euro al mese per passare il tempo a scrivere le sue balle su un libro che, guarda caso, una famosa casa editrice italiana le sta sta pubblicando e commercializzando? Andrà a ruba, hanno pensato i commerciali della casa.
E sarebbe lo slogan adeguato a pubblicizzarlo visto il soggetto che lo firma. Una che ora dice che le hanno messo il manganello nel borsone quelle vipere degli agenti magiari, per incastrarla perdinci. Ma noi italiani non lo ruberemo, lo compreremo in massa perché a farci fare fessi siamo rari esemplari mondiali (salvo qualche milione di eccezioni).
La orodeputata Salis (perché ormai tutto quello che tocca si trasforma in oro) afferma nel suo libro di essere stata incastrata: non aveva manganelli, non ha picchiato i nazisti…e allora che rivoluzionaria sei Salis? Davvero eri in Ungheria per diporto? e che antifascista sei? Ti hanno incastrata? e perché? eri (in)desiderata a Orban? ma va? non gli piacevano i tuoi shorts? Oppure ti aveva fatto proposte che tu non potevi non rifiutare? Il tuo fascino latino lo aveva inebetito?
Farà il botto editoriale questo libretto di bugie di una abituata a mentire, Non aveva il manganello per autodifesa, come aveva detto il papà, no, glielo hanno infilato nello zaino gli agenti quando l’hanno arrestata. Capito? Lei a Budapest era in vacanza con qualche amico, così come era in camporella il giorno che a scuola spiegavano il Nazismo, aveva ben altro da fare col suo ragazzo a prendere lezioni di anatomia scampagnata.
Mi sta diventando quasi simpatica, sembra il personaggio di un film della commedia all’italiana. Monica Vitti ne avrebbe fatto un monumento di comicità.
Lo hanno definito in ogni modo, ma questo mi pare il più centrato: “transazionale”, che, scusate la modestia io convertirei in “beduino”. Parlo sempre di lui? Si è vero. Mi affascina, mi intriga, soprattutto mi piace il suo “incarnato”, deve usare una “terra rara” e molto costosa. La mia, quella che ogni tanto, non sempre, mi spolvero sulle guance o anche su tutto il viso quando mi sento un po’ “smortarella” (ma poca però) è di una marca di alta gamma, ma la sua deve essere preparata da un nativo americano pratico di intrugli e dentro ci deve aver messo di tutto, persino qualche filtro amoroso se il Tyfoon è riuscito a imbellettarsi così bene da sedurre così tanti americani e convincerli a votarlo, quel torsolo…oh, pardon, mi auto modero…quel broccolo.
La storia fa i protagonisti e non viceversa. Che Trump ne sia uno, non c’è dubbio e la Storia che ci propone ogni giorno da che si è intrufolato di nuovo alla Casa Bianca, nello studio ovale (come la sua testa) ne sta facendo un grosso grasso e soprattutto smargiasso presidente americano che alla storia è già passato e ora ripassa e la storia non potrà ignorarlo. Eh, no. Insomma, la faccio breve perché sennò vi addormentate…si tratta di ciò:
Il beduino tratta con l’Ucraina per ottenere lo sfruttamento delle sue “terre rare” e pare che Zelensky (chiamatelo fesso…) ci stia. Non solo, pare che sia proprio stato lui a proporlo al beduino, dimostrando di esserlo ancora più di lui (non dimentico che i Beduini sono tra i più grandi transazionisti al mondo).
Pace fatta…ma con chi? Perché a Putin sta già volando da giorni una Mosca gigantesca sotto al naso che gli sussurra…bzzzz bzzzzzz, l’amico americano te la sta per fare sotto al naso, sveglia…gli stai solo preparando il terreno, pirla (le mosche non lo temono, si fa per dire ) e lo stanno mettendo in allarme.
Insomma i due Beduini stanno per concludere un affare che potrebbe scoppiare e far saltare tutti i suoi piani di conquista.
Ma sarà così che si evita la terza guerra mondiale? Con qualche pugno “di terra rara”?
Scommetto, ma scommetto proprio, che i nostri geopolitici espertoni non lo avevano previsto.
I due Beduini stanno spiazzando anche loro che con questa guerra si erano conquistati una “piazza”? E’ possibile, anzi trump…abile.
Il nostro amico Romolo non demorde. Ho scelto di pubblicare una sintesi di una sua lettera più lunga, ma, conoscendo la sua passione per la materia (l’Europa Unita) ritengo che sia sufficiente per farci riflettere. Quanto scrive Romolo non è semplicemente un’ opinione di un cittadino italiano che vorrebbe vedere un’Europa protagonista sulla scena mondiale, ma è una questione quasi vitale e discussa da molti eminenti europeisti che premono perché l’Europa diventi veramente una “Potenza” e non sia più schiava di piccoli interessi di “bottegucce nazionali” o nazionaliste, ma una entità ben definita e in grado di incidere sugli eventi e non solo subirli.
“Vano è predicare pace e concordia, quando alle porte urge Annibale, quando negli animi di troppi Europei tornano a fiammeggiare le passioni nazionalistiche”.
Luigi Einaudi,
———————————————————————————————————————-
La nostra premier Giorgia Meloni pensa (giustamente) a fare gli INTERESSI DELLA NOSTRA NAZIONE, cosi’ come a fare gli interessi della propria nazione pensa Macron e la Le Pen che, se prende potere in Francia, non e’ da meno dei suoi predecessori;
Scholz mira a salvaguardare la sua Germania, Sanchez tira per la Spagna, Orban per l’Ungheria…e via dicendo.
Sembriamo, in Europa, seguendo i corsi e ricorsi storici di “vichiana” memoria, ne’ piu’ e nemmeno come erano i Greci dinanzi alla minaccia dell’invasione persiana:
con le tante, piccole “polis” arroccate nel loro “nazionalismo cittadino”, invidiose l’una dell’altra, gelose della loro indipendenza ma…
incapaci di far fronte comune contro il loro piu’ potente nemico: i Persiani!!!
Erano cosi’ frammentati fra loro, i Greci, che nella memorabile battaglia di Maratona, combattuta a soli 40 km da Atene, a fronteggiare il poderoso esercito medioorientale v’erano soltanto alcune migliaia di Ateniesi e pochi loro alleati di Platea!!!
E gli Spartani? I Tebani? I Corinzi? I Cretesi?
Spariti…, a fregarsi le mani pregustando la rovina di Atene!!!
Un sovrannaturale coraggio ed una sfacciata fortuna, inimmaginabile, fece si’ che le sorti di quello scontro volgessero a favore di quei pochi eroi ellenici…Ateniesi, altrimenti…
In Europa, ripeto, ci troviamo nella stessa identica situazione, piu’ o meno.
All’epoca, pero’, tempo dopo quegli eventi, ci fu un certo Alessandro, divenuto poi Magno, che riusci’, un po’ con le buone e un po’ con le cattive (piu’ con quell’ultime in verita’),
a costringere quel gregge, sparpagliato ma ricco di potenzialita’, di elleni, ad unirsi ai suoi macedoni e a creare quella poderosa macchina politico miitare in grado di far crollare proprio quei Persiani ex insidiatori della liberta’ greca e a costruire, sulle loro rovine, un impero straordinario.
In Europa, purtroppo, non abbiamo un “Alessandro Magno” in grado di coalizzare i singoli Paesi della U.E. in una confederazione politica.
Oggi i leaders europei sono divisi gia’ all’interno dei loro stessi Paesi;
sono tutti convinti che, chiudendosi nei loro gusci nazionali, salvano la loro indipendenza.
Pensando ciascuno alla PROPRIA NAZIONE, si illudono di sopravvivere alla potenza politico-economico-militare dei colossi mondiali…
come fa oggi la Danimarca dinanzi alle pressioni di Trump per ottenere la Groenlandia.
Ai miei tempi, sotto casa, c’era la piccola bottega del “droghiere” di fiducia, dove la mamma ti mandava a prendere il sapone per i panni o la mortadella per la cena o gli spaghetti, sfusi, per il pranzo.
C’era il macellaio, attraversata la strada, dove il sabato si acquistava un po’ di macinato o qualche osso per “il bollito” o il ragu’ della domenica.
C’era l’oste, a cui stendevi una bottiglia vuota portata da casa, perche’ te la riempisse di vino spillato dalla botte posta nel retrobottega.
C’era il calzolaio per risuolare qualche scarpa bucata…
Oggi, tutti quei personaggi della nostra infanzia sono spariti, sostituiti dai “centri commerciali”, dai “supermarket”, dalle catene di “megastore” che hanno fagocitato le bottegucce…
L’Europa, purtroppo, vive ancora con le sue “bottegucce nazionali”, illudendosi di sopravvivere dinanzi ai “megastore” cinesi, statunitensi, russi e …musulmani.