Troppo scoperto…

E meno male che la cheer leader di Trump in Italia era Meloni. Questo diceva il dinamico Camaleconte ora sempre più orientato a fare l’americano.

Le sue parole di elogio delle balle stratosferiche del presidente Usa sulla guerra in Ucraina, sono solo l’assaggio della politica unta che Conte intende perseguire. Cavalcare l’onda prima che si infranga sugli scogli e portare a casa i risultati. Conte pro domo sua. Degli ucraini se ne è sempre infischiato e ci trascina, con le sue parole, dentro il gorgo di questa insana sceneggiata che fa con lo scopo di recuperare consensi e abbassare quelli del governo mentre il mondo ci guarda. Meloni deve dimettersi, dice, anzi sbraita l’urlatore Conte, di colpo ripiombato sulla scena e salito sul carro di Trump con un’arrampicata degna di un capriolo.

Si mette in luce puntando il dito e dicendo che lui e il movimento lo avevano detto…scritto…sceneggiato…portato in giro e gridato ai quatto venti: La Russia non si può sconfiggere” eeeeeeeeeeeeeee.

In piedi sul carro (del vincitore), da solo, per ora, a petto nudo e con il ciuffo spiovente a rivendicare la sua intelligenza sovrannaturale e la sua immensa e spudorata ammirazione per i due personaggi inquietanti che inquinano la scena mondiale.

Conte vai che sei solo, corri, la vittoria (la tua) non è lontana: leccare le suole ai dittatori ha sempre portato bene…ai vili. Ma solo fino a che non vengono scoperti. E tu, si eddai, ti sei scoperto, fin troppo.

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