Il malato è grave

Al capezzale del malato, c’erano quattro corvi e qualche cornacchia. L’unica “colomba” era la nostra premier anche se un po’ freddina. Il consulto è stato breve e piuttosto controverso ma la diagnosi unanime: il malato è grave, anzi gravissimo.

Non c’é unione in questa Europa, l’esercito è utopia e però si farà, con calma, presto e bene non ci viene. Ci vuole il suo tempo. Hanno detto il francese e l’inglese e il tedesco, gli altri erano in ordine sparsissimo e di poco conto. C’era la Von der Leyen invisa a tutti, non poteva mancare ma a fare cosa? C’era Meloni coi peli sollevati di un metro e mezzo. Non ci voleva andare a questo vertice raffazzonato, improvvisato, dell’ultimo, ma proprio ultimo minuto e minuto, piccolo, egoista e centrato sulla grandeur francese, sulla spocchia inglese e sulla tremebonda imprevedibilità tedesca e infatti è arrivata con un’ora di ritardo, voluto e calcolato.

Ma cosa si sarebbero detti infine? Poco o niente. Tutti attenti a non sfigurare davanti al convitato di marmo, a non sparare bombe che poi potevano ritornagli sulla coppa del collo, Meloni compresa, anzi più di altri. Ha già abbastanza guai ci manca solo che si metta contro Trump!

Ma gli ucraini possono stare tranquilli: l’Europa non li abbandona ma se la fa sotto alla grande e il vertice di insicurezza era per affermare soprattutto questo: abbiamo una exit strategy? un piano B o C?

E la risposta non poteva che essere: no, chiara e forte. Non ce l’hanno. Un piano condiviso è solo quello che occupavano per non stare al piano terra terra, proprio. Per il resto stavano ognuno su piani diversi e si parlavano col megafono, si sorridevano col tiralatte e erano d’accordo col cavolo.

Ma dove andiamo senza gli Usa? si sono detti senza dirselo. Anche se mettiamo assieme gli arsenali arriviamo all’angolo del vicolo e poi dobbiamo sparare mortaretti.

Pare che Meloni abbia lisciato il pelo a Vance, quello delle “gattare senza figli”. In fondo, pare abbia detto Meloni, ha detto anche cose condivisibili anche se ha usato toni aggressivi ma l’ha fatto per il nostro bene…

Ma lo pensava veramente? Meloni è furba e politica, sa sempre cosa dire e come dirlo. E soprattutto sa stare zitta e forse però questa volta le cose non le sono uscite nell’ordine giusto. Pazienza, forse è una strategia. abbiamo fede, che, come dicono qui da noi …a carità già ci siamo. Politica ghe vol, politica…però se pensa davvero di ritagliarsi il ruolo di mediatrice tra le UE e gli Usa, ce la potrebbe fare. E’ un compito difficile ma qualcuno il “lavoro sporco” lo deve pur fare. Trump va preso con le pinze da ostetrico ma va comunque preso, come una medicina amara quando serve. E, dopotutto, qualcuno che gli parla e cerca di farlo ragionare ci vuole. lei, come “analista” di Trump forse potrebbe funzionare se non altro per limitare i danni. Anche se la vedo dura e non glielo auguro: l’osso è talmente duro che temo si romperebbe la dentatura.

Certo, la bella faccia di Macron non bastava a mettere d’accordo su temi così sensibili come armarsi, spendere, coordinarsi, scendere a patti col “nemico” o coi “nemici” di sempre ora amici per forza e per poco, davvero poco amore.

E non ce n’era proprio amore a quel vertice di pochi, con quel cherry pick di maldestri e impauriti leader e leaderini: su tutti incombeva la sagoma grande, grossa e massiccia del presidente Usa e quella più contenuta ma altrettanto spaventosa del suo vice, che avrà detto anche cose “condivisibili” come afferma la furba Meloni e ci sta (che lo dica), ma a me, personalmente, trasmette ancora più inquietudine di Trump. Ma bisogna ragionarci e anche se coi mati no se fa patti, bisogna pure che qualcuno cerchi di farli ragionare.

Se ci sarà mai unione tra questi sarà solo per fregarsi a vicenda meglio, come nella fiaba di Cappuccetto Rosso e i lupi hanno una prateria aperta ancora più larga dove fare razzie e non ci sono dubbi che le faranno. I lupi non si spaventano davanti all’esercito che non c’è, come non si spaventano della UE che non c’è e che non ci sarà. Per ora e forse per sempre. Ma non disperiamo, non si sa mai e può darsi che sia proprio Trump a darle una spinta, sarebbe l’occasione propizia sempre che non la faccia cadere in un precipizio.

Siamo a punto e a virgola. Il capo per ora fa quello che vò.

13 commenti su “Il malato è grave”

  1. Condivido l’analisi.
    Macron ha improvvisato e ha improvvisato male.
    Le riunioni importanti non si organizzano giusto per sapere, nel corso della riunione, qual è l’aria che tira. Si deve capire prima se la riunione ha probabilità di successo e, se non ne ha, meglio non farla.
    L’ipotesi di mandare in Ucraina truppe europee come se fossero caschi blu dell’ONU non regge, visto che siamo stati sempre parte attiva nella guerra, schierati quasi unanimemente contro la Russia.
    La Russia non lo accetterebbe mai. Sarebbe come se la prospettive dell’Ucraina nella NATO, dopo essere uscita – pare – dalla porta, rientrasse dalla finestra.
    Se ci sarà un esercito di interposizione non potrà essere costituito da truppe NATO.
    E, per la gioia di Putin, probabilmente apparterrà ad uno o più dei BRICS.
    O, più semplicemente, si potrebbe tornare alla classica soluzione dei caschi blu, che non hanno mai evitato le guerre, ma almeno controllano la situazione.
    Tanto lo sappiamo tutti che la Russia non ha la minima intenzione di riprendere la guerra dopo il bagno di sangue che ha subito, anche in senso economico.
    La constatazione importante e inevitabile, ripresa dai giornali, è che l’Europa unita è di là da venire e appare sempre più utopica.
    Allora, lasciamo perdere un progetto irrealizzabile e diamoci un obiettivo più realistico, tipo federazione di Stati indipendenti o roba del genere! Un progetto meno ambizioso, ma che sia condiviso e che funzioni.
    R
    “Tanto lo sappiamo tutti che la Russia non ha la minima intenzione di riprendere la guerra dopo il bagno di sangue che ha subito, anche in senso economico.”
    Che ha subito? Lenzini lei ha qualche idiosincrasia coi verbi. E ho l’impressione che in “analisi logica” non andasse fortissimo.

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  2. Signora Gazzato, la mia analisi logica, e la mia logica in genere, vanno benissimo. E’ lei che legge di fretta.
    La Russia ha perso un numero di soldati grosso modo pari a quello che ha perso l’Ucraina, cioè centinaia di migliaia, mentre credevano di cavarsela con un'”operazione speciale”.
    Inoltre c’è stato il congelamento dei depositi bancari, le sanzioni, e l’interruzione dell’acquisto di gas e petrolio e tutto il resto.
    Lei pensa che Putin, una volta uscito grazie a Trump, ma comunque con le ossa rotte, da questa guerra, sarebbe così stupido da iniziarne un’altra?
    Al limite, sarebbe più probabile che l’Ucraina attaccasse la Russia per riprendersi i territori persi (ammesso che li perda).
    R
    Al limite, ma proprio al limite…

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  3. Io lo leggo così.
    Il cosiddetto “establishement” non accetta che il vento sta cambiando: che si passa dal woke alle posizioni tradizionali; che in Europa avanza la destra; che si sta ripensando criticamente all’immigrazione.
    E da parte di chi controlla i mezzi di informazione c’è la preoccupazione per il declino del proprio potere, e il tentativo di sottacere o mascherare queste nuove tendenze, che, più che novità, sono delle retromarce.
    Assurdo, a questo proposito, che l’Europa si scandalizzi per il fatto che in America ha vinto Trump, non ne prenda atto, e faccia finta che non sia cambiato niente.

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  4. “Vola Colomba” di Cherubini e Concini, canta… Mariagrazia Pizzi! (applausi).
    Ecco la “colomba” in qualche immagine di “rappresentanza” del suo animo pacifico:

    https://vivicentro.it/wp-content/uploads/2023/12/Meloni-arrabbiata-min.jpg

    Giorgia bifronte, che ha più facce di un cubo di Rubik, ha mostrato tutta la sua entusiastica partecipazione al summit del Maccaron parigino:

    https://static.euronews.com/articles/stories/09/06/21/04/1200x675_cmsv2_c12da8b9-2470-56bb-8db1-b6452b5be861-9062104.jpg

    Non ci voleva andare la Meloni a ‘sto summit perché era improvvisato (dice sempre Mariagrazia) e si sa, lei si prepara con maniacale e certosina pazienza, sia che si tratti di “conferenziare” a Cutro dopo una strage, o di far vedere quanto è brava con la calcolatrice dal suo lecchino di fiducia, o magari quando snocciola via social dati inoppugnabili su un criminale libico. lei riceve “avvisi di garanzia”, conosce le carriere e le amicizie dei giudici che la “informano”, insomma è un data base ambulante.

    E arriva pure in ritardo, fa chic, lei proviene dalla nobiltà quella romana de Roma, aoò Garbatella mica no…
    Le fanta-cronache di MariaG. (G come Giorgia), sono sempre spassose, come immagina lei le situazioni nemmeno il Barone di Munchausen.
    E ci manca solo che si metta contro Trump!
    Ma infatti, è corsa (unica in Europa) a baciargli l’anello e a flirtare spudoratamente con il suo giullare straricco (hai visto mai, lei è single e lui prolifico come un “Grigio di Carmagnola”).

    Il pelo lo liscia a tutti, a meno che non sia poveri o neri, lì allora son dolori.
    Che faccia un lavoro sporco, che più sporco di così non potrebbe essere, è certificato da innumerevoli episodi, adesso che siede sullo scranno più alto del potere è diventata più pragmatica di Macchiavelli, “Il Principe” alla confronto è un libercolo di ricette alla “Benedetta” (Rossi o Parodi è lo stesso).

    E’ furba quella, il vice di Trump dichiara di volere fare a pezzi la UE, humm… condivisibile come concetto, specialmente dal sodale Putin, si vabbè lei avrebbe utilizzato come suo costume toni più morbidi e un aplomb “british”, tipo quello che esibisce nelle “comiziate di piazza”, perché è una vera signora, nessuno l’ha mai sentita urlare.

    Ed è strano scoprire che la UE adesso non c’è, mentre fino ad un paio di mesi fa marciava compatta con il passo dell’oca (giuliva), verso la guerra guerreggiata.
    Ora che quello con lo scolapasta in testa che si crede “Napo-Orso-capo” li ha fregati, le oche sono diventate molte di più e starnazzano come quelle del Campidoglio.
    Certo è che nella parte di “Cappuccetto nero”, potrei pure vedercela, di storie ne racconta più dei fratelli Grimm, però come simbolo di innocenza contro i mali del mondo non me la immagino, non ho la verve fantasiosa di Mariagrazia per queste cose, semmai contribuisce a renderlo un posto peggiore.

    Io credo che l’unica cosa che abbia detto la Meloni a quel tavolo è:
    “A regà in cassa nun c’è manco n’euro, famo a fidasse conviene abbozzà che quello sinnò ce sfonna… o no?”.

    https://www.globalist.it/wp-content/uploads/2024/03/giorgia-meloni-faccia.jpg

    R
    verve fantasiosa? mi pare che la tua lo sia abbastanza. Povera Meloni non ne hai trovate di peggiori?, ma non dare retta Giorgia, in fondo è un jolly good fellow…

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    • Caro A59
      questo tuo fuoco d’artificio meritava una risposta, ma ieri ero troppo stanca anche solo per pensare ed ho abbozzato.
      Oggi voglio rispondere alle cose che scrivi e lo farò cercando di essere il più chiara possibile:
      Sono anni che non fai che rispondere nero se io scrivo bianco o vice versa. Non so ancora bene perché ma credo sia una tua prerogativa mescolare gli argomenti e affermare le tue convinzioni demolendo quelle di chiunque ti capiti a tiro.
      Io sono un tuo bersaglio “privilegiato” da anni e mi compiaccio di esserlo.
      Ma l’atteggiamento (amichevole) col quale commenti qualsiasi cosa io scriva mi trova sempre un po’ spiazzata perché mi aspetto sempre che arrivi il famoso terzo tempo che però non arriva mai, anzi, rincari la dose e le accuse e spesso anche le “offese” (in senso lato), anche se accompagnate da battute che sembrano stemperarle,
      Lasciamo perdere quella più grave di essere una che ha a cuore gli interessi dei ricchi e che me ne fregherei della povertà e che sosterrei il governo per fare in modo di lasciare il destro agli speculatori di fare man bassa…questa è l’ accusa peggiore che mi potevi , fare (e però non credo che tu lo pensi veramente), ma pazienza e lasciamo perdere la tua poco velata insinuazione costante che sarei meloniana doc quindi di destra estrema e anche un pochino fascista…e anche un tantino deficiente che crede alla propaganda etc, etc. (io che da sempre votato a sinistra) e lasciamo perdere anche qui…in fondo se ti permetto di “carinamente” criticarmi sul mio blog non posso che darmi la zappa sui piedi senza dire ahi.
      Ma che tu prenda a pretesto ogni cosa che tento di portare qui di quello che penso su quello che succede e che commento a modo mio, a volte con fatica per insistere su queste tue tesi e per gettare continuamente discredito sul governo con parole dure e frasi che difficilmente, credo, passerebbero altrove (est modus in rebus), mi dispiace.
      Io sono disponibile sempre a dialogare, anche a discutere anche a litigare, se occorre, ma serve che sia chiaro che c’è anche un limite che non si può, secondo me, oltrepassare. E pur se capisco il tuo punto di vista, riterrei che spiegarlo (a me e a chi ci legge) con maggiore “attenzione” alla mia sensibilità ed al fatto che non posso “prenderle” in continuazione da quasi tutti ed essere felice o passare qualsiasi cosa perché tanto siamo “quattro gatti” al bar….e ci divertiamo un sacco…
      Non so se è chiaro, ma credo lo sia abbastanza. Eventualmente mi spiego meglio.

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  5. Signora Gazzato, ho anch’io la sensazione che qui si “messaggia” più per dare addosso a qualcuno che per solidarizzare con quanto qualcuno afferma.
    Forse si dà per scontato che “chi tace acconsente”, ma non credo sia questa la chiave di lettura del fenomeno. Ricevere solidarietà e consenso farebbe piacere.
    Probabilmente risentiamo della grande litigiosità che è diffusa in tutta la popolazione, non solo italiana, e della tendenza ad aggregarsi in tifoserie, che mi pare in crescita.
    Vorrei anche replicare brevemente ad alcune affermazioni di A59.
    Ricordo che la Meloni, quando era all’opposizione, non era così smaccatamente atlantista, e a volte prendeva posizione in maniera autonoma.
    Poi, dopo che Draghi aveva assunto una posizione di totale asservimento alle strategie americane riguardo alla guerra in Ucraina, sarebbe stato difficile fare un’inversione di marcia in stile Trump dopo Biden.
    Difficile soprattutto perché la Meloni aveva moltissimi nemici in patria tra i poteri forti che non accettavano il responso delle urne, e aveva disperatamente bisogno di appoggi esterni per riuscire a governare.
    Infine, essere dalla parte dei poveri non significa dare soldi ai poveri prendendoli dai ricchi come faceva Robin Hood, anche perché non basterebbe.
    Significa piuttosto aumentare la produzione di ricchezza (al limite, finanziando le aziende, cioè i ricchi) che poi potrà essere distribuita. Redistribuire ricchezza senza un’adeguata produzione significa fare debiti a carico delle generazioni a venire.
    R
    Lenzini
    premetto che la ringrazio per l’affezione e l’attenzione che dimostra sempre a questo blog.
    Ma detto questo mi permetta di dirle quello che penso di quanto scrive.
    Non credo che Meloni sia opportunista ma che nutra vera riconoscenza per l’aiuto che Trump le ha dato con la questione Sala. Ma non la vedo la sua cheerleader come l’accusano in molti ma che capisca che Trump non è l’America, anche se ora malauguratamente la rappresenta.. La vedo come una che di politica ne mastica parecchia di più di molti suoi predecessori e credo che si sente investita di una grande responsabilità e che le sue azioni volgano a fare davvero il bene dl paese. E non, come abbiamo sentito dire da molti, ma realmente e che non si risparmi. Ovviamente persegue le sue politiche ed il programma sul quale è stata votata con tutti gli errori ed omissioni che sono umanamente prevedibili.
    E non sono vittima di nessuna propaganda perché non guardo mai la TV e non leggo i giornali italiani. Non più, tranne qualche volta di tanto in tanto.
    In quanto ai poveri: in molti li hanno solo sfruttati e poi lasciati per la strada. La politica deve prendersene carico ma non per fare dello stato un mezzo per ottenere consensi. La redistribuzione della ricchezza ha richiesto tomi da parte di eminenti scienziati per spiegarne la complessità. Lei con una frase la liquida. Semplicistico é dire poco.
    In quanto alle condivisioni: se arrivano bene, ma io non ho aperto il blog per “sventolarmi” e non mi interessano i salamelecchi. Preferisco lo scontro duro ma leale. Anche se qualche volta mi pare di essere davvero “l’ultima giapponese” come qualcuno mi ha carinamente definito qui qualche giorno fa.

    PS: il mio ringraziamento, ovviamente, va esteso a tutti compreso chi legge soltanto.

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    • “La redistribuzione della ricchezza ha richiesto tomi da parte di eminenti scienziati per spiegarne la complessità. Lei con una frase la liquida. Semplicistico è dire poco.”

      Io, infatti, non mi sono avventurato nelle strategie di redistribuzione della ricchezza.
      Ho solo fatto la considerazione banale che, per redistribuire la ricchezza, bisogna prima produrla.
      Per esempio, la politica di Landini ha prodotto negli anni un calo della produzione di ricchezza. Molte aziende hanno chiuso o delocalizzato a seguito dell’inasprimento dei rapporti col sindacato.
      E se non si produce ricchezza, si può solo redistribuire equamente la miseria.

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  6. Dunque, avevo scritto un lungo post in risposta a Mariagrazia che replicava questa mattina, ma siccome l’intervento delle 10:39 è scomparso, me lo rimangio.
    Inutile dire che la replica di Lenzini mi trova totalmente in disaccordo, anche se quella che: “per aiutare i poveri bisogna più dare soldi ai ricchi” non l’avevo mai sentita in mezzo secolo di militanza politica e professionale.
    “Muskolini” fa proseliti.
    Io non ho mai scritto che bisognerebbe prendere i soldi ai ricchi, ma pagare in maniera corretta e adeguata (come è scritto sulla nostra Costituzione) il lavoro.
    Far accedere alle cure sanitarie tutti e in tempi umani (come è scritto nella nostra Costituzione), invece di foraggiare la assicurazioni e i privati a scapito di chi non può permettersele.
    Bisognerebbe prevedere una forma di sussidio universale come tutti i paesi civili hanno, per contrastare la povertà, non lasciare alla legge della Jungla le persone dove i più deboli soccombono e quelli che hanno i soldi o una vita agiata, riversano le loro paure sul colore della pelle e dei “diversi.
    In sintesi, Lenzini vorrebbe far regredire il paese nei diritti e nell’equità sociale alla Londra di Dickens (ma basterebbe al Torino degli anni ’60).
    Beh, mi spiace per lui ma il mondo fortunatamente va avanti, anche se in questa fase non sembra proprio grazie a quelli che la pensano come lui e purtroppo “votano”.
    R
    Alessandro
    avevo cancellato un mio post che non mi piaceva e non so come ho finito per cancellare anche quello, a volte faccio un po’ confusione. Ora l’ho ripristinato, se vuoi rispondere puoi anche sintetizzare…

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  7. Come al solito A59 ha capito tutto a modo suo, ma non è la prima volta.
    Ovviamente, non mi passa minimamente per la testa far tornare la società ai tempi di Dickens.
    Il paradosso di dare soldi ai ricchi per favorire i poveri potrebbe significare, per esempio, sostenere, con una legislazione apposita, i produttori di auto, come la Volkswagen, per evitare che chiudano gli stabilimenti.
    Tanto per ricambiare la cortesia, potrei dire che lui, invece, vorrebbe far evolvere il Paese verso la Cambogia di Pol Pot.
    Quindi, meglio se le nostre illazioni fantasiose e i nostri paradossi ce li teniamo per noi.

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  8. Caro Lenzini, come canta De Gregori “non c’è niente da capire”… lei è un libro aperto (dell’ottocento).
    Ma le pare che in questi decenni non si siano sostenuti i produttori di auto?
    Lo Stato ha dato alla famiglia Agnelli negli ultimi 30 anni il 40% dei soldi che la FIAT ha investito, vorrebbe farmi credere che questa idea di aiutare i produttori di auto è farina del suo sacco all’alba del 2025?
    Sarebbe ottima cosa se certe illazioni le tenesse per lei e invece… eccola qui a snocciolare “saggezza” tipo quella della canna da pesca.
    Vabbè proviamo a fare opera di informazione, hai visto mai che legga qualcosa di diverso dal noto: “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”.

    https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/fiat-fca-stellantis-soldi-che-hanno-preso-stato-cambio-cosa/bf40abd2-2fd4-11ef-8a97-996e27b017a2-va.shtml?refresh_ce

    La sua considerazione sulla politica di Landini si commenta da sola, fuori da ogni logica e dalla realtà, la domanda sorge spontanea, ma lei le conosce le politiche sindacali di Landini? Dubito fortemente.
    Mi stia sempre bene, le dedico un suo pensiero.

    https://maurobiani.it/wp-content/uploads/2019/01/poveri-ricchi-diseguaglianze.png

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  9. A59, io il sindacato lo conosco da almeno 50 anni, perché nel mio lavoro ci avevo a che fare. Partecipavo alle riunioni tra rappresentanti aziendali e sindacali, ho perfino fatto parte per oltre 10 anni di una commissione paritetica azienda – sindacati del tema degli infortuni e dell’igiene del lavoro. Di sindacalisti ne ho conosciuti a decine, in almeno 3 città.
    Non so, invece, se e come ci abbia avuto a che fare lei.
    I sindacalisti, a dirla grossolanamente, si dividono in due categorie: quelli che vogliono fare l’interesse dei lavoratori e risolvere i loro problemi, e quelli che fanno tutto perché i problemi dei lavoratori non si risolvano e si acuiscano, e alimentino la lotta di classe sulla quale loro prosperano e ed esercitano il potere.
    I due rappresentanti emblematici di questi due atteggiamenti sono Landini e la segretaria Cisl Daniela Fumarola .https://www.youtube.com/watch?v=dqSlFGcet7s .
    Landini, negli ultimi 30 anni non ha mai risolto un problema, ma ha sempre soffiato sul fuoco, usando la sua efficace oratoria con la bava alla bocca per fomentare l’ostilità tra lavoratori e aziende, e allargare i fossati invece di costruire ponti.
    Non ha permesso che si trovassero soluzioni per Alitalia, per ex ILVA, per la Fiat; ha indotto tante aziende ad andarsene dall’Italia, ha sulla coscienza decine di migliaia di disoccupati.
    E, prima o poi, si darà ufficialmente alla politica.
    Lui combatte sempre; come Zelensky, e non porta a casa niente per il suo popolo; ma per lui l’importante è rimanere in sella; essere il deus ex machina. Finché c’è guerra, c’è speranza.
    R

    Ma che ne sa lei di Zelensky più di quanto può sapere chiunque da quanto legge o sente dire di lui?
    Qui ognuno dice la propria opinione a seconda di come la pensa, lei fa enunciazioni sulle quali nessuno può fare una minima osservazione perché lei prende subito la palla al balzo per raccontarci che quello che scrive non può mai essere che la sacrosanta Verità. Sempre anche quando parla di cose che non sa e non può sapere, ma lei o ha “l’esperienza” che giustifica ogni suo giudizio anche il più tranchant, oppure la sua logica ferrea del cui prodest che non falla mai!
    Lei che caspita ne sa di Zelensky? Lo ha conosciuto di persona, c’ha mangiato insieme? come si permette di scrivere con tanta sicumera quello che scrive?
    Non pensa mai che ci potrebbe esser qualcuno che ne sa più di lei? In qualsiasi questione lei ha la ricetta magica e la detta come la panacea e la soluzione principe e ideale. Ma che cosa c’entrava adesso tirare in ballo ancora quel povero Zelensky? Pazienza di quello che dice di Landini che può passare per opinione personale e antipatia personale e i sindacalisti di solito non ispirano troppa simpatia (anche se a me Landini un tempo piaceva molto), ma uno che combatte alla testa del suo popolo una feroce e spregiudicata e proditoria invasione del proprio paese, lottando perché non soccomba alla dittatura, lei lo dipinge come uno squallido condottiero prono soltanto ai propri interessi?
    Mentre di Putin tesse le lodi ed è sempre pronto a giustificare ogni sua mossa (perché poverino ha le sue buone ragioni) su Trump fa circonvoluzioni dialettiche esasperate per dire che comunque è sempre meglio di Biden e poi, alla fine a comandare non è neppure lui ma tutta la cerchia che gli gira intorno…di questo povero Cristo di uomo ne da un giudizio netto e senza appello e lo definisce come un essere spregevole…
    Il paragone che fa non solo non calza ma è bislacco e dimostra solo che lei deve sempre portare a casa l’ultima parola e avere ragione anche infangando e denigrando qualcuno che sta suo malgrado da tre anni sulla scena a causa di un autocrate che lo ha sottoposto a un massacro continuo e ad una costante campagna di denigrazione (ora aiutato dal suo sodale americano). Che lei coglie e usa per i suoi fini. Anche le discussioni su un blog possono avere un peso anche piccolo ma comunque pur sempre in qualche modo dare impulso ad altre idee. Io penso che dovremmo tutti pensarci un attimo prima di emettere giudizi o sentenze così nette ed “inappellabili”.

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  10. Signora Gazzato, mi sono espresso male.
    Non volevo esprimere nessun giudizio sulla persona Zelensky, ma solo confrontare i risultati ottenuti da lui e da Landini.
    Indubbiamente, Zelensky, indipendentemente dalla sua buona volontà, si ritrova con un Paese e un popolo semidistrutti e non ha ottenuto il risultato di ricacciare i russi.
    E anche se avesse vinto la Harris, non è detto che lo avrebbe ottenuto.
    Questo perché, o per vocazione personale o perché lo hanno costretto, non ha mai voluto scendere a compromessi; e per questa sua intransigenza l’ho paragonato a Landini.
    R
    peso tacon…lei ha denigrato eccome, lo ha trattato come un criminale.

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