Un coraggio da pazzi

Oggi è San Valentino, ho pensato di riproporre questo post che scrissi anni fa. Vale ancora perché non ho cambiato idea anche se la vita ti presenta spesso dei conti che sono difficili da chiudere o da saldare. E’ la vita e, come diceva l’eroina di un famosissimo cult movie: “domani è un altro giorno”.


Una parola di verità sull’amore, possono dirla solo gli innamorati o i pazzi.
Che, poi, guardando bene sono la stessa cosa.
Bisogna essere pazzi per innamorarsi, cioè bisogna che il cervello non ragioni più con la consuetudine di mettere tutto apposto, di incasellare i pensieri, ma deve sparigliare, far saltare tutto, guardare alle cose in un modo del tutto diverso e anche farneticare.
Si, farneticare, dire e fare cose apparentemente senza senso.
Bisogna essere pazzi per inerpicarsi nei sentieri stretti dell’amore dove il precipizio e sempre in agguato e può presentarsi dopo ogni curva.
Bisogna essere pazzi per trovare giustificazioni alle cose più assurde che poi a guardar bene, sono le uniche cose che contano davvero.
San Valentino arriva, a volte senza che ce ne accorgiamo, per ricordarci che dobbiamo fare spazio all’amore, che dobbiamo dargli l’importanza che si merita, che non possiamo girarci dall’altra parte se lo incontriamo, che sarebbe come prendersi a calci da soli, farsi del male, non riconoscerci nemmeno quando ci guardiamo allo specchio.
Perché l’amore può spaventare da quel rivoluzionario che è. C’è chi preferisce qualche surrogato diluito, qualche sentimento insipido, insapore e incolore e magari crede di averlo catturato e messo in gabbia per sempre e si accomoda su questa convinzione che poi si rivela illusoria.
Perché bisogna essere pazzi per innamorarsi, sapere di dover rischiare, l’amore richiede molto coraggio, un coraggio da pazzi.
O da innamorati.

5 commenti su “Un coraggio da pazzi”

  1. Ricordo di Maria A.
    Un giorno di settembre, il mese azzurro,
    tranquillo sotto un giovane susino
    io tenni l’amor mio pallido e quieto
    tra le mie braccia come un dolce sogno.
    E su di noi nel bel cielo d’estate
    c’era una nube ch’io mirai a lungo:
    bianchissima nell’alto si perdeva
    e quando riguardai era sparita.

    E da quel giorno molte molte lune
    trascorsero nuotando per il cielo.
    Forse i susini ormai sono abbattuti:
    Tu chiedi che ne è di quell’amore?
    Questo ti dico: più non lo ricordo.
    E pure certo, so cosa intendi.
    Pure il suo volto più non lo rammento,
    questo rammento: l’ho baciato un giorno.

    Ed anche il bacio avrei dimenticato
    senza la nube apparsa su nel cielo.
    Questa ricordo e non potrò scordare:
    era molto bianca e veniva giù dall’alto.
    Forse i susini fioriscono ancora
    e quella donna ha forse sette figli,
    ma quella nuvola fiorì solo un istante
    e quando riguardai sparì nel vento.
    (Bertolt Brecht))

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  2. “Perché l’amore può spaventare da quel rivoluzionario che è. C’è chi preferisce qualche surrogato diluito, qualche sentimento insipido, insapore e incolore e magari crede di averlo catturato e messo in gabbia per sempre e si accomoda su questa convinzione che poi si rivela illusoria.”

    Io credo che anche nell’amore ci sono i centometristi, i maratoneti, e quelli che corrono i 3000 siepi.
    R
    e poi ci sono anche i decatleti e i surfisti e anche quelli che credono di conoscere l’ABC, ma sono solo analfabeti funzionali.

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    • Peccato che non abbia capito la mia metafora ed abbia replicato a casaccio con espressioni che c’entrano come il cavolo a merenda.
      R
      senta Lenzini, replicare a lei è sempre “a casaccio”..lei vuole sentirsi dire quello che vuole sentire. Non funziona così. Lei è molto sgarbato e questo suo commento lo dimostra. E prende tutto sul personale.
      Ho capito quello che intende, voleva le preci? le lodi? lei è quello dei 3000 siepi? ma per favore, non sia ipocrita, qualsiasi relazione anche la più consolidata ha alti e bassi e momenti più no che si. Se le pare una risposta del cavolo me ne farò una ragione, lei non è solo sgarbato è anche supponente e un tantinello arrogante.

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  3. Un meme recita la seguente: “Quella di San Valentino è una festa che serve a ricordare agli innamorati che sono innamorati, ai single che sono soli, e a me che non me ne frega un caxxo”.
    Sintetizza benissimo le tante feste commerciali (e ipocrite), che appestano la nostra quotidianità, 365 giornate della… l’anno, tra poco ci sarà quella della Festa della Donna dove verranno riversati fiumi di retorica di genere, poi quella della mamma, si sa la mamma è sempre la mamma, specialmente se è italiana e cristiana.
    E non ho bisogno di una festa che mi ricordi che sono innamorato della mia compagna di vita.
    R
    Ok, la festa è commerciale e retorica, sono d’accordo. E forse lo è anche il mio post. Ma l’ho scritto per me, come quasi tutto quello che scrivo e che poi mi piace condividere. A me piace pensare di essere sempre innamorata: della vita, della musica, dei libri, dell’arte, della creatività e dell’amore che, certo, non ha bisogno di una festa per manifestarsi o per ricordarci che è una parte essenziale della nostra vita e certo, non ha bisogno di “promemoria”.
    Ti sembra retorico, banale, commerciale? Si, forse hai ragione. Ma la mia intenzione era proprio di non banalizzarlo. Evidentemente non ci sono riuscita. Pazienza. Meglio parlare di guerra.

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  4. Ma dai Mariagrazia, che c’entri tu, hai postato un inno alla vita è va benissimo, è il resto che stride a pensarci, si deve celebrare il giorno della Memoria? Sicuramente, però poi bisognerebbe prendere pure le distanze dagli orrori perpetrati dagli israeliani e dalle “guerre giuste”, o è solo ipocrisia.
    Io almeno la penso così e i cioccolatini li magno lo stesso e senza che la scatola sia necessariamente a forma di cuore (con un bel sovrapprezzo per il packaging).

    PS: San Valentino, per la cronaca, fu decapitato il 14 febbraio del 270 d.C. quando si dice perdere la testa per qualcuno.
    R
    si, Il Vescovo Valentino venne martirizzato da uno che si chiamava Furius Placidus…e la festa si celebra dal 496, non proprio un’invenzione di Amasson. Beh, lui ha perso la testa per altri motivi ma la battuta è buona,
    PS: certo che te ii mangi i cioccolatini anche senza cuore, il sovrapprezzo per voi genovesi è un “deterrente” non da poco

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