Fare del male

Ieri, mentre camminavo su un marciapiede molto largo, in centro, ho rischiato seriamente di essere investita da un cretino che guidava un monopattino a tutta velocità proprio sul marciapiede. Mi sono salvata per un’intuizione o forse per una mano invisibile che mi ha trattenuto dal muovermi mentre stavo per scendere dal marciapiede per attraversare le strada sulle strisce. Ho sentito un sibilo e uno spostamento d’aria mentre il cretino sfrecciava e si allontanava da me. Quel pezzo di ferro avrebbe potuto spaccarmi le gambe, sarei finita riversa a terra e forse ora non sarei qui a scrivere.

La vita dei pedoni è in serio pericolo tutti i giorni. I marciapiedi sono spesso occupati da mezzi che sfrecciano e possono colpirli. I ciclisti sono spesso messi in pericolo dalle auto, ma loro stessi costituiscono un pericolo perché sfrecciano dovunque senza curarsi delle regole.

E’ un tema vecchio, forse annoia, le vittime della strada sono molte, le sanzioni non fanno paura, le nuove regole del governo Meloni sono state derise e prese come al solito come deriva autoritaria e “fascisti leghisti all’opera…”. Non ci sono vigili, che ora si chiamano Polizia stradale, che tengano: sono tutti chiusi dentro gli uffici a dirigere il traffico…delle multe.

Per la strada si muore, basta poco, una piccola distrazione, un soffio di vento ti passa sopra e fine.

L’educazione (!) stradale non si insegna e non si impara. La maleducazione invece è la prima regola: fare quel cavolo che ci pare in barba alle regole sembra essere diventato il motto di chiunque si metta alla guida di qualsiasi mezzo, anche una carriola. E un mezzo è un mezzo per sentirsi potenti in un mondo dove ogni giorno di più regna l’indifferenza verso la vita.

Le auto, le moto, i monopattini, le bici da corsa o elettriche sono tutte proiezioni di ego dissociati dalla realtà. Quando vanno a velocità folle e non rispettano le regole sono un mezzo per affermare la volontà di sopraffazione sugli altri, soprattutto su chi ha la spudoratezza di pretendere di andare a piedi. Le ansie, le paure, le nevrosi, si calmano o si “controllano” usando un mezzo che possa andare veloce e, eventualmente, fare del male.

Ora ricordo, aveva il casco quel tipo che mi ha sfiorato col suo maledetto monopattino, lui se mi avesse investito, forse si sarebbe salvato. Io, non lo so.

4 commenti su “Fare del male”

  1. Sono d’accordo con lei da sempre.
    ITALIANS
    LETTERA I monopattini elettrici
    MARTEDÌ 22 SETTEMBRE 2020

    Caro BSev, ho sentito che a Roma i monopattini elettrici pubblici sono oltre 16.000, e immagino che a questo numero vadano aggiunti anche un po’ di monopattini privati. Sono tanti. I pubblici amministratori sostengono che i monopattini sono utili perché, insieme alle biciclette elettriche, riducono l’uso dell’auto in città, e quindi riducono rumore, inquinamento e rischi di incidenti. Ma è davvero così? Se osserviamo chi gira in monopattino vediamo che molti sono ragazzi, e hanno tutta l’aria di divertirsi. Non credo che, in mancanza di monopattino, si sarebbero mossi in auto: piuttosto a piedi o con i mezzi pubblici, oppure non si sarebbero mossi affatto. Sta prendendo piede anche un tipo di abbigliamento, specialmente femminile, adatto a muoversi con questo mezzo. C’è poi il problema che il monopattino viene usato in maniera impropria. Essendo un veicolo dovrebbe viaggiare in strada , o, eventualmente, sulle piste ciclabili, mentre spesso viene usato sul marciapiede da guidatori spericolati che fanno lo slalom tra i pedoni rischiando di urtarli e farli cadere. Credo che, facendo un bilancio obiettivo e non velleitario, questa nuova moda abbia tolto dalle città, e in particolare dai centri storici, solo una percentuale minima di automobilisti. Viceversa le sta riempiendo di ex pedoni che si sono motorizzati, un po’ per esigenze reali e molto per puro divertimento. E il fatto che possano accedere alle aree pedonali vanifica in buona misura la funzione delle aree pedonali stesse, che così diventano forse più pericolose e stressanti di quando ci circolavano le auto. Provvedimenti e innovazioni utili ed ecologiche, o abile marketing da parte di produttori e noleggiatori?
    Luigi Lenzini

    Quanto ai vigili urbani, ecco come molti di loro passano la giornata: https://drive.google.com/file/d/1tR01W_UIGatSyFopLNlbSRG7DWrijR6M/view?usp=sharing
    R
    oltre che scimmia urlatrice ora sono diventata anche Severgnini…
    L’avverto per sua informazione che questa è l’ultima volta che le pubblico lettere indirizzate ad altri.

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  2. Signora Gazzato, mi attacca anche quando sono d’accordo con lei. Che devo fare? Le lettere a Severgnini (non ad altri qualsiasi) sono state ripottate qui tante volte.
    Buon proseguimento di blog…!
    R
    Lenzini lei qui parla dal pulpito quasi senza contraddittorio da anni, mentre mi risulta, perché lo ha scritto lei, che il giornalista le abbia tagliato i viveri dalla sera alla mattina.
    Non capisco di che si lamenti, non c’è davvero gratitudine…
    Il fatto che io le abbia permesso di pubblicare qui le sue lettere a Severgnini, dovrebbe farmi meritare un suo ringraziamento ( questo è il blog di Mariagrazia Gazzato e non di Beppe Severgnini), non una sua rampogna.
    Ho capito, mi date per scontata, mi piace davvero poco. Prenderò “misure”…

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  3. I monopattini no, le biciclette no, i negri, no, i poveri no, i froci no, di questo passo presto il mondo distopico sarà realtà.
    Prendere sul serio Salvini e la Meloni… Ahahhahhhhhahh! Questa è buona.
    R
    mi sorprendi. Ma hai letto che poteva stirarmi? E ti viene da ridere?
    Il resto che scrivi è forse diretto a me o a chi parli? perché la distopia a me sembra la tua.

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  4. Ma sì mariagrazia ho letto, il mondo è zeppo di decerebrati e menefreghisti che del prossimo se fregano, solidarietà per il procurato spavento, i monopattini in città dovrebbero essere vietati proprio perché non li senti li vedi poco e ti sorpassano ovunque ma preferibilmente a destra.
    Ed pure vero che i ciclisti si sentono come tifosi allo stadio, liberi di fare quello che gli pare solo perché pedalano.
    Quanto alla distopia era una considerazione (amara), sulla deriva che ha preso il cosiddetto mondo “civilizzato” che a vedere come pensa e vota tanto civile a me non pare.
    I due mi fanno ridere, uno ricopre in maniera indegna un Ministero tecnico e fa solo disastri, l’altra è una macchietta ormai, una caricatura di politico che con le sue azioni si sta alienando la UE e presto ne vedremo le conseguenze.
    R
    Grazie, sulla prima parte mi trovi più che d’accordo.
    Con l’ultima frase dissento. Salvini mai stato simpatico (e preso a lungo…di mira), avrà poca competenza nella materia che gli è stata data da ministrare, ma non mi dirai che ne aveva Toninelli? Lui davvero, senza scherzi, faceva ridere solo a guardarlo. Le nuove regole del codice della strada anche se difficili da fare osservare, sono quello che in tanti avrebbero dovuto avere il coraggio di stabilire e non hanno mai fatto per paura di perdere consenso.
    La Meloni…cosa dire che non venga presa da te e “altri” come una ipocrita leccata di suole?
    Una “macchietta”? veramente a me sembra Macchia (nera) il simpatico avvocato della mie scarselle, quello che “ha ucciso” il padre ex nobile ed ora sta alla testa di una banda sgangherata di poltronari capaci solo di aizzare la poca folla che li segue ancora.
    Lei, Meloni è vero, al momento è assediata da tutte le parti per farla cadere, ma non credo che tu la consideri davvero quello che la definisci, lo dici per partito preso e mai mollato e, nessuna difesa ideologica o di genere, da parte mia, pur se fa degli errori, come ad esempio adesso a non riferire alle camere su quello che succede chiaro e forte (io fossi in lei lo farei) a queste condizioni più difficili di sempre, sta facendo quello che altri farebbero al peggio, come hanno dimostrato in tanti, troppi direi.

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