Strozzino

Zelensky è in viaggio per raggiungere Trump. Sempre in mimetica ma con lo sguardo triste. Sembra un commesso viaggiatore che sa di stare per ricevere una sonora porta in faccia ma non può fare a meno di suonare il campanello. Sarà dolorosa questa visita nella tana del lupo per il presidente ucraino, la fase di pacificazione sembra più complicata di quella interminabile di guerra.

Va a firmare un contratto dal quale dovrebbe scaturire una proposta di pace. Mercantile ma sempre pace. Dovrebbe… bene usare il condizionale. Pare che Trump volesse disdire e mandarlo al suo paese. Ma poi una telefonata del leader francese molto attivo e “partecipe”, gli ha fatto cambiare idea. Ma che non stia a fargli perdere tempo.
Sarà un accordo storico o semplicemente una perfida trovata del Tacon per fregare l’ucraino? Io propenderei per la seconda ipotesi: fregare l’ucraino.

Non ci fa una gran figura il prepotente pregiudicato, nessuna. Il pacifismo non si fa obbligando la gente a svendere i gioielli di famiglia, si chiama in un solo modo: strozzinaggio.


E lui, Trump è uno strozzino di prim’ordine.

Mettere ordine

Ci sono sempre poche donne sulla scena politica e in generale. Le donne vengono relegate spesso nel retrobottega. La politica attuale mondiale vede senza dubbio l’esaltazione dei maschi. In assoluto. Trump, Musk, Putin, XI, Starmer, Macron, King Charles, Orban, Netanyahu, Modi, chi sto dimenticando? Tanti, di sicuro e tutti maschi. Si, in Italia abbiamo Giorgia Meloni e Elly Schlein. In Europa abbiamo lei, la Von der Leyen che è andata a rinsaldare i legami (ma quali?) con l’India in vista della guerra dei dazi di Trump.

Il resto sono bazzecole. Le donne al massimo sono relegate nelle polemicuzze sulle borsette taroccate. Salvini (altro macho) sta cercando di riprendersi la scena e dice che dobbiamo riprendere le relazioni con Mosca…mentre Meloni vuole morì! E ne ha ben donde. Le stanno rubando il ruolo di mediatrice con Trump e lei sta perdendo contatti col borioso braccio destro del boss commander in schif americano.

Elly Schlein comincia a mostrare cenni di cedimento e parla un po’ a vanvera quando afferma che non vuole stare con Trump ma neppure con la UE.«Noi non siamo con Trump e il suo falso pacifismo e non siamo con l’Europa per continuare la guerra». Insomma lei vuole una posizione privilegiata a cavallo tra l’aiuto agli oppressi e qualche occhiata seducente all’oppressore. Ci sta. Politicante indecisa, ma decisamente confusa.

Insomma nello scenario caotico e drammatico di questi ultimi tempi, le donne hanno come sempre un ruolo da comprimarie. Sempre subissate dallo strapotere maschile che rivendica supremazia e dispoticamente le mette all’angolo. Meloni dovrà faticare parecchio per uscirne “viva” politicamente e moralmente. Ha quasi tutti e tutto contro. Persino nel suo partito c’è di sicuro chi sta pensando di farle le scarpe. Firmate, naturalmente.

Eppure le donne, volendo, potrebbero fare molto per mettere un po’ di ordine nel guazzabuglio totale attuale mondiale. Tante lo hanno fatto in passato, e in fondo, a ben guardare ” mettere ordine” è una cosa in cui le donne sono portate. Ma come non si vedono figure carismatiche maschili all’orizzonte, quelle femminili sono ancora meno in vista.

Forse devono ancora nascere o forse se ne stanno nascoste in attesa di tempi migliori.

Ma, signore…se non ora, quando?

Le borse di Trump

Donald ieri ha detto: “L’Europa è nata per fregarci”. Che cosa avrà voluto dire? Difficile interpretare questa enigmatica frase del presidente Usa. Enigmatica è dire poco, direi piuttosto ermetica. Vuole mettere i dazi sulle merci pari al 25%, anche a noi. Ma si, anche basta importare merci da chi ci vuole fregare, mettiamoli sulla graticola, facciamo in modo di farli fallire e noi compriamo americano. Americano è il marchio che deve essere al top in America che per essere di nuovo grande deve farsi nemica di tutti quelli che finora ci hanno solo sfruttato! Dice e pensa il genio, il carismatico e autorevole leader importato americano.

Non gli importa niente di nessuno ma solo di pochi grandi e sornioni dittatori e tra questi c’è sicuramente il più sornione di tutti che gli vende le terre rare dei territori da lui occupati in Ucraina. A proposito, messaggio chiaro a Zelensky: è inutile che vieni se non firmi quello che ti metto io davanti e senza tante storie e scordati la Nato…. Anche questo é un messaggio laconico e ermetico. Davvero parla per enigmi questo personaggio stimabile, questo seminatore di pace a mani larghe e però nel contempo arraffa. I suoi sono contenti di lui e gli americani godono una cifra da quando c’è lui. Ha più consenso di ogni leader al mondo, di Zelensky poi…neppure a parlarne.

E Meloni? Dice che voleva morì nel fuori onda subito dopo la sua comparsa da remoto alla Cpac, la convention dei conservatori. Voleva morire e ci credo. E’ cambiato il mondo, nessuno sa più con chi stare, le alleanze sono saltate tutte, le pugnalate alla “schina” sono la migliore delle ipotesi. Se poi il papa, al quale faccio molti auguri, dovesse purtroppo lasciarci, ci troveremmo anche con un Conclave in ballo mentre tutto intorno gira vorticosamente…roba da fargli tremare i polsi…al mondo.

Mancava solo Francesca Pascale. L’ex compagna “fedele” di Berlusconi. Donna di grande carisma anche lei. Ora, pare, la ministra del Turismo (indagata e però non sfiduciata) le abbia regalato ben due borse taroccate e lei lo denuncia. Dice, ma che roba é? Vedete che donna arrogante è questa qui? Osa regalarmi due borse finte? Ma…fossero state vere avrebbe protestato? E come ha scoperto che sono false? Le ha fatte esaminare da un equipe di esperti del ramo? E perché e quando e poi, e poi e poi. Una personaggia questa tizia, forse invidiosetta? Si candida? Ma perché non se le compra le borse autentiche?

Mi sa che questa qui andrebbe d’accordo con quello oltre oceano. La “fregatura” l’hanno presa entrambi, a loro dire, da presunti e cosiddetti “amici”. E potrebbero trovarsi per una cena. Vuoi vedere che Pascale è la figura carismatica che manca al mondo e che lei potrebbe convincere Trump a ragionare, oppure potrebbe fargli perdere tanto la testa da fargliela ritrovare? ammesso e non concesso che l’abbia mai avuta…però ha due borse firmate autentiche sotto gli occhi che potrebbero tentarla. Chissà. Pare però, che lei ora abbia gusti diversi, altri, diciamo in fatto di “uomini”, ma non si sa mai, un piccolo sacrificio per frenare la vorticosa sarabanda, potrebbe anche farlo…la vita da riccastra è così noiosa…

Vai Pascale, provaci, ci è cascato Berlusconi vuoi che questo rimanga in piedi?

Usiamo ancora il cervello?

In generale le innovazioni mi piacciono, sono curiosa di tutto e mi piace spaziare in molti campi, non ne ho mai abbastanza. Un “campo” che però mi lascia perplessa e mi inquieta un po’ è la esasperata ricerca di nuove tecnologie applicate alla nostra vita quotidiana.

Che sia ottimo tutto quello che ci permette di comunicare e interagire con gli altri in tempi brevi e che la tecnologia permetta oggi di essere sempre interconnessi in un modo che fino ad una quindicina di anni fa sembrava impossibile è sicuramente un dato e un dato certamente positivo.

Ma è l’uso che facciamo di tutti questi nuovi dispositivi e come sono entrati nelle nostre vite invadendole che mi inquieta. Trovo soprattutto particolarmente difficile da capire e digerire la cosi detta Intelligenza Artificiale. So che viene applicata già e non da oggi in molti casi dove sia richiesta una soluzione rapida che non implichi necessariamente la mente umana. Ma ultimamente è stata molto sotto le lenti degli “esperti” per le sue implicazioni non tutte, diciamo “ortodosse”. Non so bene a cosa si riferiscano e però posso immaginare che ci siano timori fondati che questa cosa possa tramutarsi in qualcosa che può sfuggire di mano con implicazioni disastrose.

Ma senza essere pessimisti, noto già che certe applicazioni vengono usate normalmente anche in situazioni banali. Per esempio nei casi in cui ci sono questioni o liti tra amici o coniugi, so che c’è già chi vi ricorre per farsi dire come agire o come interloquire per risolvere le questioni che nascono nelle interazioni tra le persone.

Cioè, se io mi faccio capire con questa frase o meglio con l’altra e lo chiedo alla IA e poi ne seguo le indicazioni, sto facendo una cosa sensata oppure mi sto complicando la vita?

L’esempio del video prodotto con la IA su indicazioni di Trump che mostra una Gaza -Riviera, con spiagge e ombrelloni e vita cittadina dove bambini corrono coi palloncini con la faccia del presidente Usa e dove in una piazza campeggia una sua statua dorata e molto altro…mi pare di una tale aberrazione morale da dare la nausea. Ovviamente la IA non ha sentimenti e questo è quello che fa la grande differenza con la naturale. E se l’utilizzo di questa nuova tecnologia può essere utile e lo è certamente, potrebbe per certi versi sostituire in futuro del tutto l’uso del cervello da parte di molti esseri umani che già ora ne fanno un uso quasi nullo…

C’è da riflettere…con intelligenza.

https://tg24.sky.it/mondo/2025/02/26/gaza-trump-video-intelligenza-artificiale

Un destino incerto

Terzo anno di guerra in Ucraina. A me sembra passato in un attimo questo tempo, agli ucraini deve sembrare infinito. O forse no. Quel giorno di tre anni fa, mi sembrava fosse iniziata una guerra infinita e che sarebbe stata una tragedia. L’ho pensato, subito: non poteva essere una cosa che si risolveva presto. E infatti non sembra risolversi neppure ora che sono iniziate le grandi manovre per arrivare ad una fine possibile. Ma il voltafaccia di Trump nella questione è orribile. Mostruoso, inconcepibile. Gli Usa non sono più dalla parte degli ucraini ma stanno dalla parte dell’aggressore, la Russia di Putin. In questi tre anni ne abbiamo viste e sentite tante. Abbiamo visto la spicciola politica italiana dividersi sugli aiuti, abbiamo visto la propaganda russa diffondere menzogne plateali eppure queste lampanti bugie hanno trovato molto spazio ovunque e sono andate girando e ad inquinare e a fomentare divisioni e sconcerto e a portare ancora maggiore inquietudine. I destini degli ucraini sono incrociati con quelli di tutti noi europei che abbiamo avuto la sensazione di vivere in un incubo che poteva materializzarsi sotto i nostri occhi: il ritorno di una guerra globale dopo ottanta anni di pace.

Oggi a Kiev ci sono leader mondiali a commemorare i morti e a sottolineare la vicinanza di molti paesi nonostante le trattative per la definizione di una possibile pace vadano avanti tra Usa e Russia e lascino fuori l’Ucraina come una pezzente alla porta.

““Three years of resistance. Three years of gratitude. Three years of absolute heroism of Ukrainians. I am proud of Ukraine!”

“Tre anni di resistenza, tre anni di gratitudine. Tre anni di eroismo assoluto degli ucraini. Sono orgoglioso dell’Ucraina”

Questo è il messaggio dii Zelensky che in questi giorni è stato in trincea a parare i colpi della amministrazione Usa. Le parole di Trump nei suoi confronti, quel “dittatore” indirizzato a lui e le minacce del presidente nei suoi riguardi e il conto salato che ha presentato, devono essere state altre “bombe” che gli sono scoppiate in mano. Ha detto che è pronto a dimettersi se questo serve per far si che il paese possa entrare nella Nato e che intende mantenere buoni rapporti con gli Usa, nonostante tutto.

Trump lo ha letteralmente messo al muro ma lui non perde quel filo di speranza che ancora lo tiene ancorato al suo posto mentre intorno tutto sembra infrangersi contro dei muri altissimi e invalicabili.

Non sappiamo come questa guerra potrà finire, non sappiamo cosa abbia in mente Trump. Quello che sembra essere più probabile è una vittoria dei russi e una resa totale degli ucraini, forzata dalla protervia dell’americano. Ma forse non sarà cosi. Forse c’è ancora speranza che ci sia finalmente unione vera e forte tra i leader europei e non solo e che trovino quel coraggio che uno se non ha non si può dare. ma a volte è necessario buttare davvero il cuore oltre l’ostacolo ed agire senza paura perché il destino degli ucraini é legato a doppio filo con quello di tutti gli europei. Di tutti noi. Abbandonare l’Ucraina significa abbandonare ad un destino incerto tutti noi e lasciare che la prepotenza e l’arroganza abbiano la meglio con conseguenze inimmaginabili.

https://www.open.online/2025/02/24/ucraina-russia-von-der-leyen-zelensky-video

Un bruttino al Bundestag

Come abbiano potuto i tedeschi attribuire il 20% al partito di estrema destra è tutto da capire. Certo molto ha contribuito Musk e moltissimo Vance, I due “americani” che parteggiano per un partito filonazista suona da guerre stellari.

Sembra che il prossimo cancelliere sia un ex rivale di Angela Merkel, Friedrich Merz, un avvocato che si era ritirato dalla politica e che ha vissuto a lungo negli Usa, candidato della CDU che pare sia in testa (non sarà collega-amico di Conte?).

La formazione del governo, ha detto, sarà rapida “Il mondo non aspetta noi”. Da quanto ho capito pare che si sia costituito un “cordone sanitario” per evitare che AfD possa entrare nella coalizione di governo. Vedremo se è vero e cosa farà questo tipo spuntato dal nulla.

Brutto come Scholz, neppure l’occhio accontenta. Sulle sue idee politiche non so nulla se non che vuole combattere l’immigrazione clandestina e rilanciare i consumi e l’industria…programma vasto e ambizioso.

Dice che deve parlare con Trump e sul fronte dell’Ucraina pare intenzionato a continuare la linea di Scholz, cancelliere uscente. Pare…

Tanti auguri, non sarà una passeggiata. Speriamo che non si riveli trumpiano pure questo.

Non conta, lo so, ma i tedeschi non avevano nessuno di un minimo più attraente da fare cancelliere? Merkel non si poteva dire bella ma aveva il fascino della donna di potere. Questo, con tutto il rispetto dovrà tirare fuori doti nascoste bene, per avere anche un decimo del suo carisma.

Troppo scoperto…

E meno male che la cheer leader di Trump in Italia era Meloni. Questo diceva il dinamico Camaleconte ora sempre più orientato a fare l’americano.

Le sue parole di elogio delle balle stratosferiche del presidente Usa sulla guerra in Ucraina, sono solo l’assaggio della politica unta che Conte intende perseguire. Cavalcare l’onda prima che si infranga sugli scogli e portare a casa i risultati. Conte pro domo sua. Degli ucraini se ne è sempre infischiato e ci trascina, con le sue parole, dentro il gorgo di questa insana sceneggiata che fa con lo scopo di recuperare consensi e abbassare quelli del governo mentre il mondo ci guarda. Meloni deve dimettersi, dice, anzi sbraita l’urlatore Conte, di colpo ripiombato sulla scena e salito sul carro di Trump con un’arrampicata degna di un capriolo.

Si mette in luce puntando il dito e dicendo che lui e il movimento lo avevano detto…scritto…sceneggiato…portato in giro e gridato ai quatto venti: La Russia non si può sconfiggere” eeeeeeeeeeeeeee.

In piedi sul carro (del vincitore), da solo, per ora, a petto nudo e con il ciuffo spiovente a rivendicare la sua intelligenza sovrannaturale e la sua immensa e spudorata ammirazione per i due personaggi inquietanti che inquinano la scena mondiale.

Conte vai che sei solo, corri, la vittoria (la tua) non è lontana: leccare le suole ai dittatori ha sempre portato bene…ai vili. Ma solo fino a che non vengono scoperti. E tu, si eddai, ti sei scoperto, fin troppo.

La pace numero 48

Mi perdoneranno i miei (pazienti 30 lettori) se ho un tema che ricorre in questi giorni, ma è la cronaca degli sviluppi della cosiddetta “pace” in terra ucraina, quello che più attira la mia attenzione.

Insomma, come previsto (largamente) Mr.Trump impazza e la sua presunta “pace” sembra davvero più una guerra di nervi tra lui e il presidente Zelensky.

La pace in 24 ore, questo è lo slogan col quale Trump ha martellato da quando è tornato solo in odore di presidenza. Ma quale? Ma come? Il presidente non lo ha mai detto. Ma, scusate se è poco, che fosse la pace del calcio…Balilla, non avevo alcun dubbio. La sua presidenza ha questa impronta: il calco del sul piede destro numero 48 che si materializza un po’ ovunque dove lui punta il suo dito grassoccio.

E’ la politica del calcio nel sedere a chi non si adatta, non si piega e anche lo facesse, in generale, non gli “serve”. Banale fin che si vuole, ma purtroppo e senza mezzi o trequarti termini, una politica che gli calza a pennello anche senza calzante.

Si fa presto a dire pace. Si caccia il personaggio scomodo e si dice all’invasore: accomodati, prego! Lui (Trump) si prende e sgraffigna quello che gli serve e agli ucraini lasciamo la legittima o forse neppure quella. Così imparano a votare i non filorussi. E fine della fiaba.

L’Europa può rigirarsi nel letto la notte intera ma l’incubo peggiore sta per materializzarsi. Con Trump in quel di Washington è davvero finita la pacchia. Alzare il sedere e via andare, piccoli staterelli di dozzina, avete rotto, che se mi gira vi compro tutti.

Ora, il russo se ne sta comodamente seduto in poltrona, continua a bombardare in Ucraina per non perdere l’abitudine ma sa che il tempo e Trump lavorano per lui. Meglio di così la pace non si può fare.

Applausi

In molti si aspettano che Zelensky si metta la coda in mezzo alle gambe e scappi o alla meglio, faccia patti col nemico.

Alle ultime mosse di Trump, Zelensky risponde invece con forza allo stesso modo col quale ha risposto il famoso capitano della base militare dell’Isola dei serpenti all’inizio della invasione: “Fuck yourself”! Cioè, lui ha usato un eloquio più diplomatico ma il senso rimane.

Alle trattative in Arabia Saudita tra Russia e Usa che lo tagliano completamente fuori umiliandolo e alle parole, oscene di Trump che oggi lo scarica dicendo che è una mezza calza e un buono a nulla e che avrebbe potuto finirla prima questa guerra o neppure iniziarla (!) e che il popolo ucraino ormai non lo segue più perché delegittimato, risponde che Trump è immerso fino al collo nella propaganda russa, anzi, la chiama “bolla” russa e che lui non ha alcuna intenzione di svendere o vendere il suo paese e che mandi pure Kellog (il suo tirapiedi galletto) a chiedere agli ucraini cosa pensano di lui e cosa pensano di Putin e di Trump e poi tiri le somme senza barare (pare difficile).

Ad ha aggiunto che quella specie di contratto sulle terre rare, se lo può appendere nell’antibagno reale perché non contiene nessuna garanzia per il suo paese e che la cifra che spara Trump circa gli aiuti che sarebbero da barattare con oli preziosi e ciprie rare, non è reale ma gonfiata e comunque puzza di trappola lontano mille miglia.

E che lui non molla e il popolo ucraino nemmeno!

Opportunamente firmato e sottoscritto.

Applausi!

Direi che Trump è già a metà dell’opera…Un buon inizio per arrivare ad una “pace giusta”. Il grande negoziatore sta veramente facendo un gran lavoro

Il malato è grave

Al capezzale del malato, c’erano quattro corvi e qualche cornacchia. L’unica “colomba” era la nostra premier anche se un po’ freddina. Il consulto è stato breve e piuttosto controverso ma la diagnosi unanime: il malato è grave, anzi gravissimo.

Non c’é unione in questa Europa, l’esercito è utopia e però si farà, con calma, presto e bene non ci viene. Ci vuole il suo tempo. Hanno detto il francese e l’inglese e il tedesco, gli altri erano in ordine sparsissimo e di poco conto. C’era la Von der Leyen invisa a tutti, non poteva mancare ma a fare cosa? C’era Meloni coi peli sollevati di un metro e mezzo. Non ci voleva andare a questo vertice raffazzonato, improvvisato, dell’ultimo, ma proprio ultimo minuto e minuto, piccolo, egoista e centrato sulla grandeur francese, sulla spocchia inglese e sulla tremebonda imprevedibilità tedesca e infatti è arrivata con un’ora di ritardo, voluto e calcolato.

Ma cosa si sarebbero detti infine? Poco o niente. Tutti attenti a non sfigurare davanti al convitato di marmo, a non sparare bombe che poi potevano ritornagli sulla coppa del collo, Meloni compresa, anzi più di altri. Ha già abbastanza guai ci manca solo che si metta contro Trump!

Ma gli ucraini possono stare tranquilli: l’Europa non li abbandona ma se la fa sotto alla grande e il vertice di insicurezza era per affermare soprattutto questo: abbiamo una exit strategy? un piano B o C?

E la risposta non poteva che essere: no, chiara e forte. Non ce l’hanno. Un piano condiviso è solo quello che occupavano per non stare al piano terra terra, proprio. Per il resto stavano ognuno su piani diversi e si parlavano col megafono, si sorridevano col tiralatte e erano d’accordo col cavolo.

Ma dove andiamo senza gli Usa? si sono detti senza dirselo. Anche se mettiamo assieme gli arsenali arriviamo all’angolo del vicolo e poi dobbiamo sparare mortaretti.

Pare che Meloni abbia lisciato il pelo a Vance, quello delle “gattare senza figli”. In fondo, pare abbia detto Meloni, ha detto anche cose condivisibili anche se ha usato toni aggressivi ma l’ha fatto per il nostro bene…

Ma lo pensava veramente? Meloni è furba e politica, sa sempre cosa dire e come dirlo. E soprattutto sa stare zitta e forse però questa volta le cose non le sono uscite nell’ordine giusto. Pazienza, forse è una strategia. abbiamo fede, che, come dicono qui da noi …a carità già ci siamo. Politica ghe vol, politica…però se pensa davvero di ritagliarsi il ruolo di mediatrice tra le UE e gli Usa, ce la potrebbe fare. E’ un compito difficile ma qualcuno il “lavoro sporco” lo deve pur fare. Trump va preso con le pinze da ostetrico ma va comunque preso, come una medicina amara quando serve. E, dopotutto, qualcuno che gli parla e cerca di farlo ragionare ci vuole. lei, come “analista” di Trump forse potrebbe funzionare se non altro per limitare i danni. Anche se la vedo dura e non glielo auguro: l’osso è talmente duro che temo si romperebbe la dentatura.

Certo, la bella faccia di Macron non bastava a mettere d’accordo su temi così sensibili come armarsi, spendere, coordinarsi, scendere a patti col “nemico” o coi “nemici” di sempre ora amici per forza e per poco, davvero poco amore.

E non ce n’era proprio amore a quel vertice di pochi, con quel cherry pick di maldestri e impauriti leader e leaderini: su tutti incombeva la sagoma grande, grossa e massiccia del presidente Usa e quella più contenuta ma altrettanto spaventosa del suo vice, che avrà detto anche cose “condivisibili” come afferma la furba Meloni e ci sta (che lo dica), ma a me, personalmente, trasmette ancora più inquietudine di Trump. Ma bisogna ragionarci e anche se coi mati no se fa patti, bisogna pure che qualcuno cerchi di farli ragionare.

Se ci sarà mai unione tra questi sarà solo per fregarsi a vicenda meglio, come nella fiaba di Cappuccetto Rosso e i lupi hanno una prateria aperta ancora più larga dove fare razzie e non ci sono dubbi che le faranno. I lupi non si spaventano davanti all’esercito che non c’è, come non si spaventano della UE che non c’è e che non ci sarà. Per ora e forse per sempre. Ma non disperiamo, non si sa mai e può darsi che sia proprio Trump a darle una spinta, sarebbe l’occasione propizia sempre che non la faccia cadere in un precipizio.

Siamo a punto e a virgola. Il capo per ora fa quello che vò.