Pare che Giorgia Meloni sia preoccupata per la decisione di Luca Zaia di non schiodare dalla Presidenza del Veneto. Si sta per compiere il terzo mandato ma Luca di andarsene non ci pensa proprio. Lui, il più amato tra i governatori di Regione italiani o tra i più amati, non ci sta a lasciare la poltrona di Palazzo Balbi. Ci sta seduto comodo dal 2010, ci è affezionato. E poi ha solo 56 anni e di fare altro non se la sente è anche affezionato al ruolo, ai veneti, alle sue colline, al prosecco e quindi vuole restare li abbarbicato li. Ma Giorgia non ci sta e dice a Matteo: “se ne deve d’annà, convincilo tu con le buone o con le cattive, se ne deve d’annà sinnò lo devo fare io.
Ma non è cosa semplice da farsi, né Matteo ha voglia di affrontare un tipo tosto come Luca. Uno capatosta come tutti i veneti e pronto a dare battaglia e ad arroccarsi sulle colline, magari in qualche fortino perso tra i vigneti e a buttare olio bollente in testa a chi vuole stanarlo.
Insomma, Luca non ci sta. O meglio ci sta a restare. Non gli va di tornare a occuparsi dei vigneti e neppure di assumersi altre responsabilità nel partito, lui è un moderato uno sui generis, la Lega è si casa sua ma con riserva. Lui è un aristocratico collinare e non si mescola con i padani legaioli un po’ buzzurri.
E poi ha una dignità da difendere il dottor Luca Zaia, quello che durante il Covid faceva fare tamponi anche alle galline dei suoi allevamenti. Sempre presente, ogni mattina era li, in diretta a informare i corregionali delle evoluzioni del virus. E ci è rimasto fino all’ultimo, fino a quando non lo hanno convinto che il virus era debellato e che poteva rilassarsi. Lui, come un soldato era sempre in trincea da mane a quasi sera e ora quella poltrona gli è cara, c’è l’impronta indelebile del suo esimio signor sedere e non permetterà a nessuno di cambiargli i connotati.
Giorgia mi sa che non hai idea ancora bene di quello che ti aspetta.
Giorgia sa che se Luca Zaia dovesse ottenere il permesso al 4o mandato allora dovrà anche dare il permesso per il terzo a De Luca, suo grande “estimatore”. I due presidenti ora sono uniti nel volere lasciare ai cittadini il compito di decidere. Se rieletti potranno ricominciare a scornarsi come quando Vincenzo perculava le spiagge venete descrivendole come fanghiglia. In effetti qui in Veneto non abbiamo il mare di Capri, ma ci sono anche Dolomiti, città d’arte, laghi, colline, blog di respiro internazionale e un sacco di bottiglie di vino.
Per quanto mi riguarda penso che piuttosto di avere un prestanome di Zaia, sia meglio l’originale che almeno è un leghista atipico. Anche se non è detto che ad eventuali elezioni sia scontata la sua vittoria. L’ultima volta aveva vinto con l’80% dei consensi per aver gestito bene il covid. Mentre lo pseudo ministro della sanità Speranza ci riempiva di balle, Zaia ogni giorno faceva il punto della situazione e rendicontava di quanti tamponi erano arrivati e quante mascherine distribuite. Ricordo persino che un bimbo gli aveva mandato un’incubatrice con delle uova che si sono schiuse proprio il giorno prima della fine del lock down. Un successo epocale. Però l’inerzia è un po’ cambiata e anche il buon Doge qualche passo falso lo ha fatto. Per esempio mi ha fatto passare un’autostrada a pochi km dicendo di farla gratuita per le città attraversate. Invece costa più che prendere l’aereo.
Lo scopriremo solo vivendo, disse uno che poi morì.
R
è vero Mauro, ha ragione, morì e ci lascio tutti basiti e tristi.
Intanto grazie per il “blog di respiro internazionale” che, mi auguro sia riferito a questo. Si, Zaia ha molto consenso e probabilmente se corre vince, ha detto che potrebbe correre anche da solo e credo che ce la farebbe. De Luca è un altro tipo ( da De Zaia) e però complica la vita al nostro.
Zaia da laureato in agraria (o giù di lì) sapeva di medicina molto di più del ministro che ne era digiuno totale e si è visto. Inoltre ha portato il Veneto a modello europeo per la conduzione dell’emergenza. Bisogna dire che non si è risparmiato e i veneti questo lo ricordano.
In quanto alla sua autostrada, forse alla fine dei lavori il preventivo si è dimostrato un decimo del conto finale e non poteva fare altro, però ora ha un’autostrada (abbiamo quasi solo strade in Veneto) e può arrivare a destinazione agevolmente invece che andar su e giù per colli…
Mauro, credo che le due vertenze abbiano anche un risvolto nazionale.
Zaia sarebbe in pole position per un’eventuale avvicendamento di Salvini alla segreteria della Lega, e forse anche per questo Salvini preferisce che resti alla Regione.
Anche De Luca potrebbe creare qualche fastidio alla Schlein, dato che è il suo esatto contrario.
Per questo la Meloni può darsi che si opponga ai rinnovi del mandato proprio per mettere in circolazione i due in campo nazionale e indebolire i suoi avversari o concorrenti. D’altra parte, togliere alle due Regioni due governatori di successo toglierebbe lustro alla Lega e al PD che li hanno espressi.
Ma guarda un po’, c’è una legge dello Stato che limita il mandato dei Presidenti di regione ad un massimo di due mandati consecutivi, e Zaia (e Salvini che l’appoggia), se ne fottono.
Nel caso di Zaia, contravvenendo non solo ad una legge dello Stato, ma anche a quella regionale, perché il Veneto è tra le poche regioni che la legge dei due mandati l’ha ribadita nel propio statuto.
Ma Salvini e Zaia alla legge dello Stato contrappongono la legge dei “mister” del calcio: “Squadra che vince non si tocca”. Ma in quale Stato, una legge dello Stato viene infranta dagli uomini di Stato stessi?
Grande è la confusione sotto il cielo d’Italia
Leggo poi che Mauro mette in guardia sui “permessi” che la Meloni potrebbe concedere a Zaia e che di conseguenza dovrebbe concedere anche a De Luca: vero è che la Meloni si sta autoproiettando sul Premierato forte con ulteriore esautorazione del Parlamento , ma parlare oggi di permessi che lei potrebbe concedere, addirittura per un quarto mandato, mi pare un po’ eccessivo. Diamole almeno il tempo, perbacco!.
R
La questione è molto complessa:
https://www.openpolis.it/i-presidenti-di-regione-e-il-limite-dei-due-mandati/
La questione non è affatto complessa, è semplicissima, c’ una legge dello Stato che però viene disapplicata, il che in uno Stato di diritto è gravissimo. Ma siccome questa legge colpisce i “potenti”(si fa per dire), più spesso posizioni di privilegio personale, ecco che si può violare impunemente trovando mille cavilli. Se questo conflitto succede oggi, figuriamoci se l’autonomia differenziata dovesse andare in porto
R
invece è complicata, insisto, per molti motivi.
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/il-caso-zaia-e-le-implicazioni-per-il-governo
Zaia potrebbe vincere correndo con una sua lista e sarebbe uno smacco ancora più grave per il governo. Certo, potrebbe togliersi di mezzo, la sua poltrona a palazzo Balbi non se ne avrebbe a male, ma una volta conquistato tanto potere e apprezzamento dei cittadini, diventa difficile lasciare, come con tutte le cose alle quali ci si affeziona. Il potere poi è un “affetto” al quale molti si affezionano e alcuni riescono a ricatturarlo pur avendo condanne penali a loro carico. Strano, ma mi pare di ricordare che tu su questo non abbia fatto commenti se non che il tale è “braccato dalla giustizia” e forse un po’ picchiatelo, ma nulla di più, ma forse sbaglio.
PS: nella tua regione è stato dato il via nel, 2022 al terzo mandato per i sindaci.
Mariagrazia basta leggere l’articolo da te postato per capire che la legge nazionale è chiarissima e le complicazioni sono solo frutto dell’intorbidimento di acque fatta dalla Lega, da Zaia e da Salvini.
“Luca Zaia ha vinto la prima corsa a governatore del Veneto nel 2010. Ma la legge nazionale sul doppio mandato è stata assimilata nell’ordinamento veneto solo nel 2012. Il conteggio nella Regione è iniziato da quel momento. E ci furono polemiche già allora per quella che appariva una forzatura di una chiara legge nazionale. Ma ai tempi Zaia è riuscito nel suo proposito: quello del 2010 è stato il “mandato zero”, poi ha rivinto le elezioni nel 2015 e nel 2020”.
Così è stato inventato il “mandato zero”per prendersi beffe di una legge nazionale, roba da repubblica delle banane.
Lo stesso vale per Da Luca in Campania per il quale però è stato fatto ricorso alla Corte Costituzionale allo scopo di dirimere un dubbio: se c’è una legge nazionale che impone come massimo il doppio mandato, la sua applicazione è vincolata al recepimento regionale? La risposta mi pare scontata: la legge nazionale è sufficiente e deve prevalere finché il Parlamento non la cambia, altrimenti vale quanto detto per il mandato zero, roba da repubblica delle banane.
PS Di Trump non mi interessano la sua vita privata, né le beghe con la giustizia, sono affari degli americani. Non vorrei che tu mi etichettassi “trumpiano”, così come mi hai etichettato “putiniano” per la questione ucraina. Giudico Trump per quello che fa come politico(non per quello che dice o gli si fa dire), e se Trump, come nel primo mandato, riesce a garantire la pace, questo è un punto a suo favore rispetto al disastroso guerrafondaio Biden, complice di Netanyahu nel fare strage di innocenti.
Alessandro, la questione è semplice, ma teniamo presente che le leggi dello Stato si possono cambiare, se se ne ravvisa l’opportunità.
La Costituzione stessa è stata modificata più volte, soprattutto per inserire lo statuto e le deleghe delle Regioni.
Personalmente, mentre per lo Stato centrale vedo dei rischi in un prolungamento eccessivo dei mandati, non lo vedo per sindaci e presidenti di Regione.
Quale sarebbe questo rischio che io non vedo? Evitare rapporti non trasparenti con imprenditori e lobby locali? Combattere la corruzione? E si rischia meno con l’alternanza?
R
non avevo dubbi che (anche) per lei la questione fosse semplice.
Certo che con l’alternanza si rischia di meno, ma il presupposto è che le persone siano oneste e in qualche caso abbiamo visto che il potere prolungato crea problemi. Non credo sia il caso di Zaia che sarebbe al quarto mandato per volontà popolare.
Lenzini, certo che le leggi si possono cambiare, ma deve farlo il Parlamento, non una forzatura degli stessi interessati o il ricorso ad un escamotage. Lei non vede un pericolo in caso di regioni o sindaci? II pericolo c’è, si chiama clientelismo. C’è anche il pericolo di ristagno
Non mi pare che la faccenda sia proprio così semplice, soprattutto quando ogni regione ha una sua disciplina. La legge nazionale dovrebbe essere predominante su quelle locali, anche perché il limite regionale dei 2 mandati se lo possono abolire quando vogliono. Zaia, per dire, ha fatto il 3o giro in una regione che ne prevede al massimo 2 perché tale legge è stata approvata dopo il primo mandato e non era retroattiva. Il cortocircuito è che probabilmente la legge andrebbe contro la volontà popolare, quindi non si capisce se lo sfregio alla democrazia lo facciano i presidenti di regione o la legge nazionale stessa.
In un Paese perfetto, con alto livello di coscienza politica, dove l’informazione fosse libera, dove non ci fossero lobby che perseguano il proprio interesse anche a scapito di quello comune, dove il clientelismo non attecchisse, la volontà popolare non avrebbe bisogno di filtri, di intermediari, di limiti. Non credo che siamo a questo livello, come recita la Costituzione la sovranità popolare viene esercitata nelle forme e nei limiti della Costituzione. E’ il Parlamento(non la Meloni, o Zaia. o De Luca) che deve farsi interprete di essa e della necessità o meno di porre certi limiti
R
Zaia però non si auto eleggerebbe ma metterebbe la sua candidatura a disposizione. Se lo fa uscendo dalla logica di partito credo si possa candidare ancora.
Se passa il ricorso del governo
https://www.ilpost.it/2025/01/09/terzo-mandato-de-luca-impugnazione-corte-costituzionale-zaia-veneto-campania/
il soldato Zaia dovrà (ri)correre da solo e però si metterebbe contro il partito e contro il governo. Sarebbe davvero audace.