E’ girato il vento…e ora?

Quello che appare chiaro è che la Siria è in mano alle forze rivoluzionarie, a ribelli che hanno letteralmente spazzato via in pochi giorni un regime che durava da oltre 50 anni, una dinastia di dittatori il cui esponente principale ora si trova in Russia assieme alla famiglia, messosi in salvo dopo la devastante irruzione delle forze ribelli che lo hanno costretto a chiedere asilo politico ad uno dei suoi storici alleati.

Molti giornali oggi titolano la liberazione da un regime feroce e da una dittatura sanguinaria che ha tenuto il paese nel terrore per decenni. Per ora non si sa bene come andrà: le forze che hanno scacciato il regime hanno affermato che il paese continuerà ad essere temporaneamente governato dal premier in carica, ma la sensazione è che sia tutto in rapido e sconvolgente divenire.

Molti siriani che erano fuggiti durante la repressione del regime si apprestano a tornare a casa e il sentimento prevalente, almeno da quello che appare dalle immagini prese da coraggiosi reporters che rischiano la propria vita per documentare un fatto eccezionale é di gioia, e di felicità per essersi finalmente liberati di una feroce dittatura. Le carceri sono state prese d’assalto e molti hanno potuto riabbracciare parenti che non vedevano da decenni.

Il palazzo presidenziale preso d’assalto è quello che impressiona di più: vedere come la famiglia di Bashar al Assad viveva nel lusso sfrenato, con in garage decine di moderne auto di lusso, e vedere la gente prendere suppellettili di ogni genere dentro stanze enormi e arredate con estrema cura mentre la popolazione soffriva la fame, fa riflettere su come sia potuto accadere cosi in fretta che un fortino come quello sia potuto essere assaltato e conquistato quasi con facilità. E le statue e le effigi trascinate nella polvere e calpestate e gli spari e le grida di vittoria, tutto fa parte di una scena quasi surreale che sembra quella di un film e invece è realtà.

Ora è tutto da vedere su come le forze ribelli si relazioneranno col resto del mondo, ma quello che appare abbastanza chiaro ad una prima superficiale osservazione è che dopo anni di repressione c’è una popolazione che saluta questa “rivoluzione” come l’inizio di una nuova era.

Mondo spericolato

Che strano mondo. Tutti riuniti a Parigi a festeggiare l’inaugurazione della risorta Cattedrale di Notre Dame dopo l’incendio del 2019 che l’aveva quasi distrutta. Non mancava quasi nessuno, giusto il Papa, ma aveva già deciso di non esserci, si trova come un pesce fuor d’acqua tra i grandi della terra, ha preferito levarsi dal mucchio. Un bel mucchio davvero con Macron in testa che sorride a tutti, che fa l’occhiolino a Trumpone maldestro ma ora commander in Chief e dunque onorevole spregiudicato, fasullo incantatore di serpenti senza turbante per non turbare il capello phonato. Storico evento nel vento che spazzava Parigi e che avrebbe spazzato volentieri tutti dentro la Senna. Incolpevole testimone di tanta traco e tanza. Inutile dire che c’era anche Elone. C’era perché ormai Trumpone non esce più se non accompagnato dalla sua guardia del corpo e dell’anima, ammesso che ce l’abbia un’anima sta ben riposta dentro il suo fornito wallet che Elone ha il compito di salva e guardare.. A vergognarsi dei propri peccati erano tutti in prima e seconda e terza fila a guardare gli stucchi ammirati e a perdersi tra i fotografi , gli scatti i sorrisi le strette ipocrite di mani viscide.

Solo Zelensky ancora vestito da sparata militare, aveva il suo solito sguardo triste, la faccia compunta di chi non ci crede più alla Vittoria, ma insiste con il nuovo capoccione americano che la guerra deve finire ma senza far vincere Putin. Il presidente russo mancava, ovviamente ma la sua presenza era percepibile e percepita da lungi. Trumpone aveva un ” He is a great guy” anche per lui, di sicuro, mentre lo aveva anche per Macron col quale si era preso a testate in passato. Il mondo in mano a questi qui, E c’erano anche Biden e consorte e non poteva mancare la rappresentanza italiana. Mattarella con figlia e Giorgia senza figlia. Molto arrabbiata con lei, ha detto Giorgia che è premier e madre ( e anche lei great guy) e indossava uno strano vestito di pizzo che la infagottava e pareva annoiarsi alla grande. Pensava ai casi suoi, alla Albania, alla Romania, alla telepatia e alla claustrofobia. Le prende sempre in certe occasioni. Si vede il pentimento strisciare nell’occhio ceruleo. Meglio se stava a casa a confezionare candele assieme a mammà.

Mancava la Der Leyen ma nessuno ne ha sentito la mancanza, spocchiosetta anzichennò e poco amata ma rivotata e a lei questo interessava, le cerimonie non fanno per lei, anche lei tolta dal mucchio spiccava per assenza. Ma erano anche in troppi e la cattedrale pareva contenere il mondo, mentre intonavano i cori e si alzavano i salmi, Trumpone pensava alle buche dei suoi campi da golf che doveva tenere pulite dai ragni e a come scacciare i grilli talpa dal green. Una task force impegnata day and night per questi compiti e lui a perdere tempo prezioso a stringere mani umidicce e a pulirsi le sue dentro le tasche del cappotto firmato col sangue dall’ultimo stilista della Casa Bianca dove tra poco riposerà le terga e potrà finalmente riprendersi dalle fatiche della sua vita spericolata.

Non solo de…natalità

In Italia ormai da anni, c’è un calo nei matrimoni e un aumento delle separazioni e dei divorzi. Le nuove generazioni temono il matrimonio come unione duratura e preferiscono convivere magari per tempi brevi e cambiare partner più di frequente.

Beh, non sarebbe un male se questo non prevedesse anche un calo della natalità, ovviamene chi rimane single di solito non ama accollarsi la responsabilità di un figlio e se lo fa si trova ad affrontare mille difficoltà. L’uscita dalla famiglia di origine viene dilatata sempre di più. mentre negli anni settanta del novecento, i giovani tendevano a lasciare la casa dei genitori prima possibile anche per mezzo del matrimonio, ora è esattamente il contrario: sempre più giovani ritardano l’uscita dalla casa dei genitori o se la lasciano per un periodo, ci ritornano prima e più spesso di quanto si immagini.

Lo dicono le statistiche. E non solo, pare che tra i giovani (ma non solo) ci sia la tendenza alla castità, pare, sempre dalle statistiche che per un’alta percentuale delle coppie (giovani ma anche no) ci sia la tendenza a non avere rapporti sessuali. E tra i giovani a mantenere a lungo un regime di castità. I sociologhi si interrogano su questa tendenza e ovviamente offrono molte spiegazioni, tutte molto valide: le difficoltà nel trovare lavoro stabile, nell’acquistare o affittare un alloggio, e non ultime le difficoltà crescenti nel rapporti interpersonali: troppo internet, troppi rapporti “virtuali” e troppa falsa “socializzazione”, riducono i rapporti interpersonali a dei feticci di una vera relazione dove due si incontrano e sperimentano un rapporto reale con tutte le conseguenze del caso, compresa una certa conflittualità.

Magari si formano gruppetti di ex compagni di scuola che rimangono amici a lungo, oppure gruppi di colleghi di lavoro che si ritrovano per una serata in pizzeria. Ma il coinvolgimento in una relazione duratura e stabile sembra non essere più un ideale da raggiungere ma sempre di più un optional costoso e guardato quasi con circospezione.

Ed è un peccato. Si perché se è giusto che le donne, come gli uomini possano godere della propria autonomia e libertà, così facendo si rinuncia ad un aspetto importante della vita di relazione che può sfociare nel matrimonio il quale può essere problematico ma presenta indubbi e reciproci “vantaggi” e una sana vita di relazione quando non troppo problematica è sicuramente preferibile alla solitudine, magari auto imposta o solo subita . La responsabilità che questo legame comporta, però, sembra spaventare molti giovani e indurli a preferire rapporti occasionali o addirittura nessun rapporto.

Cosa ha portato la nostra società a questo risultato? E quanti errori abbiamo commesso dei quali noi “adulti” non siamo consapevoli? Sarebbe interessante scoprirlo e magari vedere se con l’aiuto delle istituzioni non si possa arrivare a capire il problema per cercare delle valide soluzioni. Ne va del futuro e del benessere delle generazioni future. E, assieme alle sfide climatiche, credo sia il problema che la nostra società si troverà a dover risolvere con celerità se vuole continuare ad esistere.

Il sapore della vita

Sophia Loren ha compiuto 90 anni. La sua classe e il suo stile sembrano inalterati. Ma come fa? E’ stata scelta come donna dell’anno da Treccani, ma la cosa non deve stupire, lei è una icona mondiale e rappresenta il nostro paese come meglio non si potrebbe. Una donna, una diva, una regina …soprattutto una donna molto intelligente che ha avuto in dote da Madre Natura un fisico esplosivo e un carattere tenace e determinato. Ha vinto tutto Sophia ma non sembra mai contenta o soddisfatta e non si da tante arie. Di lei sappiamo tutto o quasi e lei, pur se schiva e riservata non ha mai avuto quella spocchia da diva ma ha sempre mantenuto un rapporto amichevole e cordiale col suo pubblico. Un pubblico mondiale. Chi può non amarla? Dai suoi esordi fino a oggi, lei è sempre la stessa, splendida e inarrivabile ma con quello sguardo dolce e materno che ne fa quasi una di famiglia.

Si dice che il grande amore della sua vita sia stato Carlo Ponti. Certo, gli deve molto ma anche lui deve molto a lei. Ma io non ci credo del tutto. Credo piuttosto che lei abbia amato di più un suo compagno, un attore straordinario e bellissimo con quale ha interpretato molti film. Parlo ovviamente di Marcello Mastroianni, compagno nel lavoro ma anche nella vita. I due non potevano non amarsi, anche se poi hanno preso strade diverse, sono rimasti legati fino alla morte di lui e forse lo sono ancora, Indimenticabili interpreti di film che hanno fatto la storia del nostro cinema, capolavori assoluti e irripetibili che i due hanno interpretato con rara maestria e con quella complicità che ne ha fatto una coppia straordinaria legata da un amore reciproco profondo e che non è mai finito.

Lei e Mastroianni sono per definizione l’immagine di un Italia che non c’è più, che però rimane scolpita nella memoria e in tante scene di film memorabili. E della quale non possiamo non provare un po’ di nostalgia.

Il suo sodalizio con De Sica poi è stato l’apoteosi. I due si capivano al volo e quello che è uscito da quella collaborazione è quanto di più inarrivabile il cinema italiano potrà mai produrre.

Auguri Sophia (anche se li ha computi il 20 settembre scorso). sei una specie di zia alla quale si vuole bene ma che vive lontano e si sa di non poterla avere a pranzo ma si vorrebbe poter dividere con lei un piatto di spaghetti al ragù come li sa fare solo lei mentre tutta la casa risuona della risata contagiosa e inconfondibile che sa di allegria mista a lacrime perché la gioia e il dolore hanno sempre una radice comune e il pianto e il riso sono fratelli e condiscono le nostre vite come due ingredienti indispensabili a conferirgli il sapore a volte dolce a volte amaro che è sempre immancabilmente il sapore della vita.

Non vincitori e non vinti

Se pare prossima la fine della guerra in Ucraina, con l’esito che sarà determinato dal mancato aiuto degli Usa, tanto che oggi Putin ha affermato che i rapporti con l’Occidente torneranno buoni come prima, se Biden ha graziato il figlio Hunter perdendo buona parte della credibilità anche se da padre è comprensibile, se la guerra in Siria sta cambiando le prospettive in Medio Oriente ma non è chiaro in quale direzione…se, dicevo, tutto questo e molto altro sta accadendo sotto i nostri occhi e soprattutto sotto gli occhi di chi aveva sperato che gli ucraini potessero mantenere la loro indipendenza, mentre i menestrelli del pacifismo stanno per esultare per la vittoria del presidente russo , rissoso ma invincibile e i “noi l’ avevamo detto” si sprecheranno e li sentiremo fino alla nausea, se, dicevo, sempre se accadrà che i russi si prenderanno le 4 regioni conquistate e nelle quali stanno avanzando, i morti saranno morti invano ma forse non del tutto. E’ evidente che la resistenza ucraina ha fatto l’impossibile e non tenerne conto sarebbe tragico e disumano. Qualsiasi sia l’accordo che uscirà dai negoziati ne dovrà tenere conto e dovrà tenere conto della tenacia del presidente Zelensky e della sua determinazione a portare l’Ucraina fuori dalle grinfie dei russi con ogni mezzo e questo la comunità internazionale non potrà non riconoscerlo.

Gli accordi di pace non saranno facili e richiederanno forse mesi di trattative e anche se canteranno vittoria, i russi, sarà un canto stonato, cacofonico stridente che cozzerà contro la miseria e la morte e la distruzione di territori dove sarà difficile per anni riportare un po’ di normalità. La vittoria di Putin sarà la sconfitta e la resa di tutto l’Occidente impegnato in questi anni a respingere l’invasione ma non la sconfitta degli ucraini che ci hanno messo cuore e anima e tutto quello che gli è stato possibile pur di difendere il proprio paese e questo i negoziatori non potranno non riconoscerlo. L’onore delle armi oltre al riconoscimento del coraggio e dell’abnegazione che non riporteranno in vita i morti ma che rimarranno scritti nella storia a testimonianza della tenacia di un popolo che chiede di essere libero e di non avere padroni.

E il loro sacrificio resterà alle generazione future come la testimonianza di un popolo fiero, non vinto che ha impegnato tutte le forze migliori in una battaglia che sapeva di poter perdere ma non ha esitato a combattere fino allo stremo delle forze contro un nemico prepotente e subdolo che però non è riuscito a sconfiggere quel desiderio di libertà che non si esaurirà con i negoziati e con le firme sulle carte ma resterà impresso nell’anima degli ucraini per sempre,

Polvere di stelle

Mi fa un poco pena Beppe Grillo. Un povero miliardario a cui hanno rubato il sogno. La vicenda è grottesca: Giuseppe Conte gli ha rubato la sua creatura e si sente il padre a tutti gli effetti. Gli iscritti vogliono così, Grillo si rassegni. Ormai Conte è incistato in politica, si è fatto il nome, vanta agganci persino col neo eletto presidente Usa, il buon Trump. Ma Beppe non ci sta, il movimento è suo e di Casaleggio e lo difenderà nei tribunali. Una brutta storia. Il partito che doveva rivoluzionare la politica sta finendo vittima della politica spicciola di un piccolo personaggio, un uomo decisamente qualunque, come tanti, banale, mediocre, senza slanci creativi. Forte della sua stessa mediocrità. Un uomo banale, arrivista, scalatore ambizioso e ladro di idee. Il movimento di Grillo era una sfida, questo partito guidato dall’uomo banale è una provocazione.

Rimane lì, fermo impalato, ha messo radici e ci sta anche se arrivano i giardinieri con le vanghe.

Grillo si sente pugnalato e giustamente non vuole cedere. Si fanno la guerra quei due, una guerra subdola e sporca come tutte le guerre. E intorno a loro personaggi mediocri che approfittano per rubare un attimo di celebrità gratuita. Tra l’indifferenza dei più ai quali non può importare di meno di questo teatrino dell’assurdo, tranne a quelli che pensano di sfruttarlo per i propri fini. Spettacolo penoso e avvilente, decadente e mortificante. Per la politica o per quello che ne resta. Polvere di stelle o stelle nella polvere.

Il vero sogno dei georgiani

Da tre giorni in Georgia ci sono manifestazioni di piazza contro il governo neoeletto che ha sospeso la richiesta del paese di entrare a far parte della UE. Il presidente filorusso preferisce rivolgersi verso Mosca mentre la maggioranza della popolazione con in testa la presidente, chiede da anni di poter entrare a far parte dell’Unione Europea. Ci sarà un motivo se preferiscono rivolgere lo sguardo a Occidente invece che sentirsi ancora sottomessi alla Russia. C’è sicuramente e uno di questi è che il piccolo paese indipendente dal 1991 è rientrato col nuovo esecutivo dentro l’orbita dello zar a tutti gli effetti e questo ha innescato la rivolta nelle piazze. La Libertà per i georgiani non è più negoziabile e i brogli che sono stati fatti e documentati, per falsare la volontà popolare e portare al governo “Sogno georgiano”, il partito di maggioranza relativa, stanno provocando indignazione tra i cittadini e non solo.

Il timore che il filorusso al governo precipiti il paese dentro ad un incubo come sta succedendo in Ucraina, spinge i manifestanti a scendere in piazza e ad inscenare massicce proteste contro il governo insediatosi illegamente.

La presidente, la coraggiosa e indomita Salomé Zourabichvili, vede scadere il suo mandato a dicembre ma ha già detto che non lascerà fino a quando non saranno indette nuove e regolari consultazioni. Inoltre ha esortato i poliziotti a non scagliarsi contro i loro connazionali che non fanno che difendere la propria libertà e che dovrebbero essere aiutati in questo. Gli ha rivolto frasi del tipo: “Siete forse russofili anche voi”? “Siete comandati dai russi”?

Davvero temeraria questa donna e coraggiosa e io mi auguro che riesca nella sua impresa di far destituire un governo oltraggiosamente e spudoratamente filorusso e che la comunità internazionale non dovrebbe riconoscere ma aiutare quella popolazione a liberarsene per riaffermare i principi di libertà e di determinazione dei popoli e la democrazia contro lo strapotere imperialista di un’autocrazia prepotente e invadente.