Che dire di Jimmy Carter? All’epoca in cui era presidente ero in altre faccende affaccendata che a scrivere sul blog e a interessarmi della politica (americana e non). Quello che ricordo vagamente era che rideva sempre, sembrava goffo e passava per essere il re delle noccioline. Già questo, credo, me lo rendeva simpatico. (A me noccioline, noci etc., piacciono molto).
Altra cosa che me lo ha reso simpatico di recente è il suo endorsement per Harris e la sua ostinazione a vivere almeno fino a quando non fosse riuscito a votarla. Beh, ce l’ha fatta ma ora di assistere alla rielezione del “Nut” gli sarebbe costato troppo. Ed ha preferito svignarsela. Beh, lunga vita e certo non si è risparmiato. Come presidente pare non abbia brillato (anche se ci sono storici che dicono il contrario), ma ha fatto anche cose buone. Come uomo ha fatto molto per aiutare la ricerca a combattere molte malattie che infestavano i paesi sottosviluppati. Una vita senza dubbio spesa bene.
Ma ora quel grande e grosso (peaNut) nocciolone, assieme al suo miliardario sparlante che è riuscito a battere la donna che lui avrebbe visto bene come presidente, gli dava troppo fastidio ed ha preferito partire per pascoli più verdi ed accoglienti di quelli attuali guidati da quei due, noccioline giganti come la sua famosa statua che ride, ma il loro riso al confronto è un ghigno che fa paura. Meglio levare le tende. Anche perché 100 candeline sono di già un bel traguardo e non si può chiedere troppo. Neppure se si è stati presidente Usa.
So long Jimmy.
Off topic, se concesso.
E’ vero che al peggio non c’è fine, ma è pure difficile immaginarsi un anno peggiore di questo che sta per trascorrere: il Vecchio Continente, cui facciamo parte, in crisi profonda, economica, politica, di identità, prono come mai alla volontà distruttiva del suo alleato-padrone; il nostro Paese in declino irreversibile, economico, sociale e istituzionale, minacciato da riforme autodistruttive come l’autonomia differenziata e il premierato. Il Medio Oriente ridotto a cimitero di innocenti per opera di Israele, appoggiata dai soliti Stati Uniti e dall’Europa , al seguito; la guerra in Ucraina usata dallo Zio Sam per demolire la Russia e bastonare l’Europa: che metta da parte per sempre l’idea bizzarra di un partenariato col vicino di casa. Questi in parole povere i risultati che quest’anno ha prodotto e che necessariamente condizioneranno l’anno che viene. Tuttavia, è buona norma l’augurio di fine anno, e allora, cosa augurarsi per l’anno che viene? Semplici operazioni di buon senso, basterebbe una presa di coscienza dei disastri finora prodotti, e porvi rimedio: porre fine alla guerra in Ucraina; depotenziamento della macchina bellica conosciuta come Nato; condanna senza se e senza ma dello stragista israeliano che sta imperversando in lungo e in largo pure in questi ultimi giorni dell’anno; caduta in Ue di quel comitato d’affari che è diventata la Commissione presieduta dalla Von der Leyen; caduta del governo Meloni per implosione spontanea, sotto i colpi della loro stessa inettitudine.
Last but not least, auguro che il nuovo anno ci dia la buona salute a tutti.
PS Carter, una mosca bianca nel panorama dei presidenti americani, al contrario di Obama, lui ha meritato il Nobel per la pace.
E’ stato più fortunato del principe Filippo di Edimburgo, che è rimasto fregato per due mesi.
Toh, avrei giurato di aver visto il mio off topic promosso in home page, devo avere avuto le traveggole, perché ora lo rivedo al posto giusto per il quale era nato. Giustamente, non sono molto tenero nel giudicare l’anno che sta passando, un anno da brividi, con un finale degno dei giochi d’artificio di Capodanno:
c’è “Rinco” che stanzia altri sei miliardi idi aiuti in armi all’Ucraina(così ne muoiono un altro mucchio), e Musk giustamente s’incavola e definisce Zelensky, “campione di furti”.
A Gaza i neonati muoiono di freddo perché Netanyahu per scovare i terroristi bombarda gli ospedali, poi si dà malato per eludere l’udienza al processo che il suo stesso Paese gli sta intentando.
Intanto volano i titoli finanziari dei produttori di armi, di pari passo col volo dell’indice di povertà. Una chiusura d’anno magnifica.
R
Si Alessandro, hai ragione, ho cambiato idea ( qualche volta mi capita). Ho preferito lasciare le cose come stavano, potrai rifarti in altre occasioni, non mancherò di pubblicarti ancora in home se lo riterrò opportuno.
Musk definisce Zelensky “campione di furti”? ma che bravo davvero, lo facciamo prossimo Papa (Re), che dici? Ci mancava solo questo pappagallo che si intromette negli affari del mondo e fa persino dimettere i direttori dei giornali per le amenità che spara…ma già lui se lo può permettere c’ha i miliardi lui e poi ora è consulente del pregiudicato…che bella coppia di assi nella manica (delle mutande) del nuovo anno, che fanno.
Alessandro, dispiace anche a me sapere che la gente muore in quel modo, ma non si può mettere sullo stesso piano la guerra in Ucraina con quella di Gaza.
La guerra in Ucraina si potrebbe chiudere domani, e Ucraina e Russia potrebbero tornare a convivere come hanno fatto per 24 anni dopo l’indipendenza.
La crisi della Palestina, invece, non ha soluzione.
Lo Stato di Israele è un corpo estraneo che tutti i suoi vicini vorrebbero eliminare.
Appena Netaniau smettesse di bombardare e di radere al suolo edifici. Hamas ricomincerebbe il giorno dopo ad installare rampe missilistiche.
La soluzione salomonica di due popoli in due stati non funzionerà mai; servirebbe solo al resto del mondo per lavarsi le mani della Palestina e dire “Vi abbiamo dato la soluzione, e tocca a voi farla funzionare. Ora arrangiatevi!”
Oggi, uscendo in strada, mi è venuta in mente questa canzone:
Lenzini, Netanyahu sta commettendo odiosi crimini di guerra, dovrebbe essere arrestato, processato e condannato.
È lui che sta minando la soluzione dei due popoli due stati, e lei virrebbe assecondarlo?
Questa genia di estremisti soprematisti razzisti deve essere debellata costringendola a scendere a patti e accettare che chi ha più diritto di loro, abbia la dignità di uno Stato.
R
hai ragione. Tutto vero. Troppo strazio vedere quelle immagini, leggere le notizie che arrivano da quei luoghi.
L’estrema destra al governo sta portando Israele su una china senza ritorno. Ci vuole subito un cambio di governo che sappia prendere in mano una situazione incandescente e estremamente pericolosa e non solo per il M.O.
Ma, allo stesso tempo Hamas deve liberare gli ostaggi e smetterla di tramare per distruggere Israele che non può vivere sempre con la paura degli attentati. Tu pensi che due stati sia la soluzione, si ma come si attua con queste premesse?
X sig. Alessandro: lei è uno dei tanti che dicono” Fermo restando la condanna su quello che è successo il 7 Ottobre, però…”. Ed in quel però c’è tutta la ipocrisia del mondo. Hamas ( a parte i mille che ha massacrato direttamente) ha condannato a morte per tortura non solo i 200 ostaggi, ma siccome ognuno di essi ha almeno 100 tra parenti, amici, colleghi, insomma gente che lu amava, ha condannato a morte per tortura 20.000 persone. Credo che anche uno come lei riesca ad intuire cosa significa per un ebreo essere ostaggio di Hamas in un bunker sotto terra. Mi sa dire secondo lei l’obiettivo di Hamas? Glielo dico io. Volevano provocare la reazione di Israele, sapevano che sarebbe stata terribile e contavano sull’indignazione del mondo. Ma hanno sbagliato i calcoli. Il mondo si è indjgnatk ma non così tanto e la reazione degli israeliani è stata terribile. Una specie fi autogoal.
Caro Bianchi, il suo ragionamento matematicofilosofico si potrebbe applicare anche alle decine di migliaia di palestinesi morti, molti dei quali innocenti bambini, a meno che lei pensi che una morte in famiglia non causi dolore a parenti ed amici, quanto un sequestro
Siamo seri, non è una questione di benaltrismo, tutte le persone con un briciolo di intelligenza e di umanità hanno condannato Hamas per quello ed altri ecidi, e continuano a considera Hamas per quello che è: una banda di macellai; ma le stesse persone con le stesse doti di umanità ed intelligenza non possono vedere la polizia etnica che Netanyahu (lui certo, non gli Israeliani, moltissimi dei quali lo condannano per gli stessi motivi) sta conducendo nella striscia di Gaza, e non possono non condannarla.
ops. “la polizia etnica” …..”pulizia” …
R
s’era capito.
Concordo con l’analisi di Bianchi. Anche i palestinesi di Gaza, come gli ucraini, sono pedine di un gioco che si gioca sopra le loro teste. Era tutto pianificato.
Da Alessandro vorrei sapere come vede lui, nel lungo termine, la coesistenza tra Israele e uno stato palestinese.
Se dalle impostazioni di principio proviamo a passare ad un’ipotesi concreta, io la vedo male.
Se i due stati resteranno ostili i palestinesi riprenderanno ad armarsi per distruggere Israele, e gli israeliani non potranno intervenire, perché, a questo punto, si tratterebbe di una guerra tra stati sovrani.
Oppure attaccheranno lo stesso, come hanno fatto contro Libano e Siria, e non cambierà praticamente niente rispetto ad ora.
Se viceversa Israele e Palestina raggiungeranno una forma di convivenza pacifica, i palestinesi emigreranno in massa in Israele, e aumenteranno di numero più degli israeliani (Gaza è una delle aree del mondo a più alta crescita demografica).
Dato che Israele è una democrazia, in prospettiva potrà diventare uno stato a maggioranza islamica governato da islamici. (vedi il caso Kossovo e, in prospettiva, la Macedonia).
“Da Alessandro vorrei sapere… ”
C’è un solo modo, far capire ad Israele che non si è disposti ad aiutarlo nelle sue scorribande contro i palestinesi, pena la sospensione della fornitura di armi; fargli capire che deve abbandonare ogni idea espansionista; costringere Israele a ritirarsi dalla Cisgiordania, occupata illegalmente, e dalle altre regioni che non gli competono; accettare che i profughi palestinesi possano rientrare nelle loro terre; riconoscere lo Stato della Palestina libero e indipendente; ottenere dai paesi arabi di deporre ogni ostilità, se sono rispettate le condizioni di cui sopra.
A chi spetta prodigarsi per ottenere tutto ciò? Spetta a coloro che hanno agito per dare agli israeliani uno Stato, ossia all’Occidente. Infine gli Stati Uniti devono smettere di usare Israele (e quindi di armarlo fino ai denti) per usarla come testa di ponte per il Medio Oriente, rinunciando alla loro ideologia imperialista.
X Signor Alessandro: nel maggio 1948 fu creato lo Stato di Israele, a seguito di una risoluzione dell’ONU dell’anno ptma. La stessa sera di quel giorno di maggio gli eserciti di 4 Paesi arabi attaccarono il neonato. E siamo ancora allo stesso punto. Mi pare ci sia poco da aggiungere.
Bianchi, lei uno dei tanti che dicono” Fermo restando la condanna dei 45 mila palestinesi uccisi di cui almeno un terzo minori, però…”. Ed in quel però c’è tutta la ipocrisia sua e di chi la pensa come lei. Lei non si rende conto che questa strage di innocenti perpetrata da Netanyahu (e da chi lo sostiene) è quanto di più negativo che lo stragista israeliano potesse fare per il suo Paese. Inoltre lo stragista non ha fatto nulla per evitare l’attacco proditorio del 7 ottobre pur essendo stato informato, e soprattutto nulla per salvare gli ostaggi (e quei 20mila “condannati a morte” di cui lei farnetica), tanto che è contestato dalla maggior parte degli stessi israeliani ed è sotto processo nel suo stesso Paese.
Alessandro, le condizioni che elenca lei potrebbero garantire, forse, il mantenimento della pace, come è stato in passato per periodi anche lunghi, ma, secondo me, non danno indicazioni attendibili su quale sarà lo sviluppo possibile a lungo termine.
D’altra parte, lei elenca delle condizioni che nessuno è in grado di garantire:
“ottenere dai paesi arabi di deporre ogni ostilità, se sono rispettate le condizioni di cui sopra. …. gli Stati Uniti devono smettere di usare Israele (e quindi di armarlo fino ai denti) per usarla come testa di ponte per il Medio Oriente, rinunciando alla loro ideologia imperialista.”
Sono d’accordo sulle cose che dovrebbe fare Israele, ma non credo che, se le facesse, gli altri farebbero quello che indica lei.
E credo che lo credano gli israeliani. Quando sembrava che ci si stesse avvicinando all’obiettivo i palestinesi fecero scoppiare l’intifada a tutto andò a monte.