Ho scelto questo articolo della Carta dei di diritti umani la cui firma è avvenuta il 10 dicembre del 1948:
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il
diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare,
ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza
riguardo a frontiere.
per evidenziare che La Carta dei diritti umani prevede molte altre clausole e tra queste i diritti delle donne ad essere trattate in maniera paritaria rispetto agli uomini. Purtroppo in Italia (ma il mondo fornisce esempi ancora peggiori), non è cosi. In Italia le differenze di genere sono ancora notevoli. Per esempio la differenza di trattamento, sia salariale che normativo è ancora una realtà: le donne vengono pagate di meno e licenziate con più facilità. E non è cambiato nulla durante il governo in carica guidato per la prima volta da una donna: le pari opportunità non hanno fatto alcun passo avanti: le donne sono ancora discriminate sul lavoro, hanno un trattamento dispari rispetto agli uomini e sono facilmente ricattabili e licenziabili. Inoltre le statistiche hanno provato che le donne sono ancora le principali artefici della cura della casa e delle persone di famiglia che hanno bisogno di assistenza: figli o genitori anziani.
E’ vero che ultimamente il mondo della fiction ci presenta donne magistrato, avvocato o imprenditrici di successo, ma è appunto fiction, nella maggioranza dei casi le donne occupano ancora posti di subalternità nelle aziende come nella amministrazione pubblica. I rari esempi di donne con funzioni marcatamente maschili sono appunto eccezioni che stanno a confermare la regola.
Ma l’Italia ha una donna alla guida del governo per la prima volta nella sua storia. Una donna che ha saputo assurgere a questo ruolo grazie alla sua capacità di mediare, di fare opposizione e di fare politica in senso lato. Gli italiani l’hanno votata e il suo gradimento dopo due anni e mezzo è ancora alto. La fenomenologia della leader si attaglia perfettamente a questa donna volitiva e di carattere. Sa stare in consessi internazionali senza mostrare nessuna timidezza e anzi dimostrando fierezza e compostezza e in qualsiasi contesto sa confrontarsi con i suoi omologhi maschi tenendogli testa e ottenendo spesso il riconoscimento che lei è una donna con la quale si può discutere. E questo è un grande risultato per una che ha portato il proprio partito a diventare negli anni dal nulla il partito di maggioranza relativa.
La sua competenza e la sua capacità di interagire a livello mondiale con quelli che vengono definiti (spesso a torto) i grandi della terra (quasi sempre maschi) è indiscussa e indubbia. Ma ha molti detrattori e non solo tra i partiti all’opposizione ma anche nella maggioranza che guida. Traditori dai quali guardarsi continuamente le spalle. Lei è una donna di destra anzi di estrema destra. La sua storia è nota ma la sua provenienza specifica ha dato adito a molte illazioni sul fatto che sia una estremista pericolosa. Bene, in questi anni nei quali è stata, ministro, parlamentare ed ora che è premier, pare avere confutato del tutto questa teoria. Le sue posizioni “estremiste” sembrano essere molto ragionevoli e la sua politica decisamente “moderata”. Continuare a definirla fascista senza se e senza ma significa non avere argomenti validi per contrastare la sua azione di governo e cercare un espediente piccino per screditarla. Ma lei è un caso “da studiare” e non la “normalità” perché prima di lei e molto probabilmente dopo, ci sono stati e ci saranno ancora solo maschi a occupare posti di potere.
Ma questo post parte dalla dichiarazioni dei diritti dell’uomo che dovrebbe essere un faro per tutti i paesi che si vogliono definire “civili” e rispettosi dei diritti umani. Ma, purtroppo, vediamo così tante violazioni di questi diritti che questo documento di estrema importanza, sembra essere diventato carta straccia.
Le donne, dicevo. Le donne hanno riconosciuto qui il loro diritto ad una vita pienamente consapevole e libera ma vediamo che spesso questa vita viene recisa in giovanissima età da maschi con gravi problemi di identità personale e che non riconoscono alle donne il diritto di essere persone con capacità e in grado di autodeterminarsi. La violenza di genere è ancora molto praticata e le donne devono guardarsi da nemici invisibili spesso tra le persone di famiglia soprattutto i loro compagni. Che siano poi uccise in maniera brutale ed efferata da loro è un fatto che leggiamo tutti i giorni o quasi sulle cronache e che ultimamente alimenta polemiche oziose e senza costrutto che vanno nella direzione opposta a quella di far maturare una società che rispetta le donne e le aiuta a avanzare nella carriera e nella soddisfazione delle proprie aspirazioni.
Ma tra i maschi (in generale)i queste vicende sono molto minimizzate, si tende a fare squadra, a cercare di sminuire il problema dandone la colpa spesso alle donne stesse che non saprebbero gestire i propri sentimenti e non riconoscerebbero dei potenziali assassini quando iniziano una relazione. Cioè, la tendenza a far ricadere in tutto o in parte sulle donne, la “colpa” della loro stessa eliminazione è accentuata e non solo da parte degli uomini in generale, ma spesso anche le donne cadono in questo tranello e denunciano la incapacità delle altre donne di scegliere un compagno che le rispetti.
In pratica: becche e bastonate, spesso anche dopo morte. E, paradossalmente pur con la continua affermazione del valore delle donne e della loro importanza nella società da parte delle istituzioni preposte a far valere i diritti umani, le condizioni delle donne in Italia come in molti altri paesi, sono ancora e sempre di arretratezza culturale quando non di vera e propria discriminazione e violenza fisica e morale che impedisce loro un sano sviluppo della personalità ed il conseguimento di quegli obiettivi che sono preclusi a molte se non sono come sempre accade: figlie di o mogli di o compagne di. E le lotte delle donne sono spesso derise e minimizzate e ridotte a manifestazioni di insofferenza, poco considerate e poco “sofferte”. E più il tempo passa e più l’universo maschile tende a riprendersi anche quegli spazi che sembravano destinati ad essere aperti anche alle donne. “Inconsapevolmente” ma sempre più decisamente il mondo sembra andare nella direzione di apparentemente aprirsi ai diritti delle donne ma in realtà contenerne sempre di più le aspirazioni dentro un recinto predeterminato che in realtà le costringe a girare a vuoto nel tentativo sempre più arduo di uscirne…vive.
Avviso ai naviganti
In questi giorni il mio tecnico ha effettuato degli aggiornamenti al blog e ho fatto una scoperta che, francamente, mi ha un po’ stupito.
Ho pensato che sia giusto informarvene: questo blog è letto in tutto il mondo e quando dico “tutto il mondo” intendo proprio questo, pochi paesi non hanno effettuato ingressi in questo sito da quando è aperto.
Una cosa, ripeto, che mi ha sorpreso non poco e piacevolmente ma mi ha fatto anche riflettere che mi dovrò impegnare di più per rendere questo sito ancora più interessante e vario e trovo giusto che sappiate che ogni vostro commento ha una diffusione a livello mondiale.
Interessante, ma anche preoccupante. Bisogna stare attenti a quello che si scrive.
Viene letto comunque, immagino, solo dagli iscritti ….
R
no, no, viene letto da tutti quelli che si collegano, qui non ci sono iscritti-
Ecco si, poniamo ancora maggiore attenzione a come ci esprimiamo.
Finirò in qualche lista di proscrizione tra filoputiniani e filovannacciani. Devo stare attento se qualcuno mi segue per strada la notte ……
R
ecco, magari stia più a casa la notte…
A Mazan, in Francia, continua il processo a Dominique Pelicot e ai presunti stupratori di sua moglie Gisele. Questa donna all’apparenza fragile ha voluto che il processo si svolgesse a porte aperte, la vergogna, ha detto deve essere tutta di chi ha fatto queste mostruosità su di me. Lei era incosciente perché drogata mentre una cinquantina di uomini invitati dal marito a violentarla nel suo letto, si sono per anni accomodati e ora rischiano fino a 20 anni di galera. Gisele in Francia ora è vista come un’eroina per il coraggio che sta dimostrando alle udienze. Quanto di più mostruoso sia stato dato di sentire da sempre, quello che ha dovuto subire questa donna ne fa davvero una eroina dei diritti delle donne.
Ora che so che ci sono molti ingressi anche dalla Francia nel blog, mi piacerebbe che qualcuno entrasse a commentare.
Signora Gazzato, riguardo al messaggione di apertura, lo condivido in parte, ma credo che certe considerazioni siano un po’ datate.
Le donne in posizione di comando ormai sono veramente tante. E, considerando che la base di partenza (donne che si danno alla politica, donne che intraprendono una carriera manageriale ecc… ) è più ristretta, direi che, forse, in proporzione, fanno più carriera degli uomini.
Quanto al fatto che siano pagate meno degli uomini, bisogna chiarire cosa significa.
Nessun contratto di lavoro, da decenni, prevede differenze di stipendio tra uomini e donne. L’affermazione che le donne guadagnano meno degli uomini si basa sul valore medio di stipendio per comparto di attività.
Questa differenza media dipende dal fatto che le donne, mediamente, entrano nel mondo del lavoro con titoli di studio diversi, più orientati verso le scienze umanistiche, mentre gli uomini preferiscono gli studi scientifici, e di conseguenza svolgono lavori diversi.
Questa differenza iniziale perdura ancora, ed è più probabile che un direttore generale sia un ingegnere o un laureato in economia piuttosto che una laureata in lettere.
Altra considerazione riguarda le attitudini, che sono legate alle caratteristiche fisiche e intellettuali diverse derivanti dall’evoluzione della nostra specie.
Che le donne siano più impegnate nell’accudimento dei figli e nella gestione della casa non è solo una scelta obbligata. Oggettivamente, in una coppia, è la donna che trova più interesse e soddisfazione nel gestire la casa a modo suo e nell’educare i bambini. E i bambini piccoli preferiscono stare con la mamma piuttosto che col papà. I padri sono meno esigenti nella gestione dalla casa, e si sentono meno padroni e più ospiti, e lasciano volentieri che le scelte le faccia la donna. E questo vale in buona misura anche per l’educazione dei figli.
In sostanza, è vero in buona misure che ciascuno fa le cose a cui è più portato e che gli danno più soddisfazione.
Per fare un esempio banale, mia moglie non vuole che io lavi i piatti, e preferisce farlo lei perché lo sa fare meglio.
R
Lenzini, ad essere datato ho paura che sia lei. Ha scritto un cumulo di…opinioni che sono esattamente quello che andrebbe combattuto, primo fra tutto il luogo comune.
Che lei non sappia lavare i piatti non mi sorprende. Ottimo alibi. Imparare mica?
Ma almeno lei ha letto e ha provato a dire la sua. Grazie.
Signora Gazzato, mi viene in mente un quesito classico, ma non ricordo l’origine: “Fino a che punto il lupo si inoltra nel bosco?”
La risposta era “Fino al centro del bosco; poi comincia ad uscirne”.
Credo che le battaglie femministe abbiano ormai raggiunto il centro del bosco, cioè la sostanziale parità, e che non si debba esagerare; altrimenti si esce dall’altra parte creando uno squilibrio al contrario.
Già esistono, purtroppo, leggi e regole discriminatorie al contrario, come le quote rosa e la composizione delle liste elettorali, che io considero paradossalmente maschiliste.
Considero frutto di mentalità maschilista tutte le tutele particolari nei confronti delle donne, perché implicano la convinzione che le donne non se la sappiano cavare da sole e abbiano bisogno dell’aiuto generoso degli uomini.
Ormai le donne in posizioni di comando sono tantissime. La PdC, varie ministre; abbiamo avuto almeno tre presidenti di Camera o Senato donne, la segretaria del PD, molte amministratrici delegate di aziende, varie responsabili di procure e tribunali, la presidente dell’ANM ……
La possibilità per le donne di fare carriera e guadagnare quanto gli uomini c’è, ma le donne sono anche, vivaddio, libere di non sfruttarla se non è il loro valore più importante.
Se una donna preferisce fare la mamma o avere tempo per sé non si deve sentire in imbarazzo. La parità è un diritto, non un dovere, né tanto meno deve diventare un’ossessione.
Piuttosto, ci sono tante discriminazioni al contrario. Se una donna decide di non lavorare si considera una casalinga, mentre un uomo che non lavora si considera un disoccupato o, peggio, un fannullone e un parassita. In questo campo la strada è ancora lunga.
R
lunga e in salita. Basterebbe quello che scrive lei per rendersene conto.
Il sig. Luigi scrive alcune cose che condivido e alcune che non condivido. Partiamo dalle seconde: il concetto che le donne siano più portate per alcune cose di casa è, secondo me, una immagine storica che ci siamo impressi nella mente, ma non è suggellata dalla realtà. Che i figli stiano meglio con la mamma è tutto da dimostrare. Io stesso, ma come me tanti altri, ho cambiato tonnellate di pannolini puzzolenti ed ero molto più fantasioso nell’inventare giochi. Ricordo che al momento della favola della buonanotte partivo bene, ma poi divagavo in situazioni strampalate e si finiva a sganasciare invece che dormire. Meno male che qualche CD di musica new age poi mi veniva in soccorso. Infatti ad un certo punto mi addormentavo io. Ecco che ho divagato ancora.
Se, però, ammettiamo che le donne e gli uomini sono parimenti capaci nella gestione dei figli allora le assegnazioni di questi ultimi in caso di separazione dovrebbero essere intorno al 50%. Ma non è così.
E ora facciamo arrabbiare la BM. Sono convinto che tutte queste lamentele delle donne sul fatto di essere pagate meno non facciano bene alle donne stesse perché sono un’implicita ammissione di sudditanza dagli uomini. Su questo do ragione mr. Lenzini, e cerco di spiegarmi senza entrare nel bosco. Dicendo “ci pagano di meno” sembra che sia sempre la donna a mendicare un lavoro all’uomo tiranno che la assume per misericordia pagandola poco. Sarà anche così, ma bisognerebbe invece partire già dal presupposto che le donne possono fare le stesse cose degli uomini e che non ci sono impedimenti legali o morali per cui una donna non possa fondare un’azienda, essere lei ad assumere prevalentemente donne e, se per caso assume un uomo, pagarlo di meno. Tiè.
C’è solo un particolare difficilmente superabile e delegabile alla pari con gli uomini, ma su questo ci sto lavorando assieme al Padre Eterno per una soluzione nel prossimo futuro.
R
https://www.buonenotizie.it/societa/2023/09/19/divario-salariale-tra-uomini-e-donne-linvisibile-disuguaglianza/eva-adele-ricevuto/?gad_source=1&gclid=Cj0KCQiAvP-6BhDyARIsAJ3uv7YgM2W1CoyRkc68li9hDHJJyoiJfJK1nFlw5MRSL704jFGoeUZnty4aArS3EALw_wcB
Mauro
lei difficilmente mi potrà mai fare arrabbiare, non saprei bene perché, ma forse un giorno lo capirò e allora potrò spiegarglielo meglio.
Si, buona la battuta sui padri che assolvono meglio i compiti delle donne nei riguardi dei figli. ma le donne non si addormentano mai prima di un figlio anche se sono le 4 del mattino e devono alzarsi alle 6 per andare al lavoro (salvo eccezioni).
In quanto al gender gap, esiste è reale ma i maschilisti (e ce ne sono più di quanti lei immagini, Lenzini ne è un esempio anche se non ha colpe perché ne è inconsapevole…) ma non viene pubblicizzato perché non c’è interesse a farlo.
Tutte le conquiste delle donne in questi anni le donne se le sono sudate ma c’è ancora molto da fare. In genere sono più istruite ma a parità di mansioni vengono pagate meno, ma non si sa, non viene reso pubblico meno che mai all’interno dell’azienda stessa. Pochi i casi virtuosi anche se esistono. La premier Meloni è premier solo grazie alla sua tenacia, lei ha mai visto nessun grande partito italiano candidare premier una donna? no non lo ha visto e forse non lo vedrà mai.
In quanto al fatto che le donne diano la vita…beh, si rassegni e seppure sia una cosa meravigliosa, vale sia per l’uomo che per la donna allo stesso modo solo che la donna partorisce sempre “con fatica”. E quasi tutto quello che ottiene dalla vita lo ottiene con fatica. Da che mondo è mondo. E, per favore non mi risponda che anche gli uomini fanno fatica perché lo so e ne fanno tanta, ma questa sarebbe una buona ragione per riconoscere che nei riguardi delle donne spesso sono stati e sono ingiusti e attuano discriminazioni palesi ed evidenti (solo alle donne però). Le donne non devono mendicare nulla ma far valere i propri diritti in un mondo che tende sempre di più a negarli anche se in alcuni paesi si è raggiunta una qualità di vita per le donne pari a quella degli uomini, in molti altri la battaglia per i diritti è una guerra spesso persa in partenza.
Signora Gazzato, le avevo già spiegato che non è vero che le donne non guadagnano meno degli uomini a parità di mansioni.
Si tratta di un’affermazione capziosa che induce in errore.
L’affermazione che le donne guadagnano di meno è vera non a parità di mansioni, ma a parità di settore di attività, e guadagnano di meno perché svolgono mediamente mansioni diverse.
In tutti contratti di lavoro lo stipendio è uguale, da decenni. Ma le pare che i sindacati accetterebbero di firmare un contratto con retribuzione diversa tra uomini e donne?
Se parliamo di lavoro in nero o con contratti non soggetti a contrattazione collettiva può darsi, ma in questi contratti anche gli uomini non sono pagati tutti allo stesso modo.
Ricordo il titolare di un’impresa edile che mi ristrutturò la casa, il quale pagava i suoi muratori, imbianchini ecc… in base alla bravura e all’efficienza, e gli stipendi variavano anche del 100%.
P.S. A me pare che, dalle sue affermazioni, lei sia più maschilista di me, perché ha meno fiducia nelle donne e le considera delle poverine da tutelare e aiutare.
R
ma per favore, per questa volta le passo ma non ci riprovi. I sindacati hanno firmato di molto peggio ma lei non lo sa o fa come Pippo.
La disparità di trattamento, non solo retributivo, è certificata da ricerche istituzionali mondiali, non faccia sempre lo gnorri e non spieghi cose dal pulpito come fa sempre, anche quelle che non conosce e che sono molto complesse mentre lei le riduce a bazzecole ridicole.
Ma lei che cosa frequenta questo blog a fare se non ha rispetto per quello che scrivo e mi da della bugiarda o della male informata alla meglio ed ora anche della maschilista? La mia nei suoi confronti voleva essere una battuta, la sua è una cattiveria gratuita, lei è permaloso e arrogante!
Lei, Lenzini è sempre sulla soglia per finire dove sa: le sue opinioni qui sono valutate e accettate come quelle di tutti ma comincio a non poterne più della sua supponenza. Lei considera le donne delle poverine a cui mostrare i suoi muscoli intellettuali, ma con me non ha mai attaccato, caro signore e meno che mai ora!
E provi a leggere e soprattutto a capire questo:
https://www.randstad.it/blog-e-news/diritti-dei-lavoratori/gender-pay-gap/#:~:text=Entrando%20nel%20merito%20della%20differenza,18.305%20euro%20del%20genere%20femminile.
Mauro, mi è piaciuta molto la considerazione che, in caso di separazione, i figli piccoli sono praticamente sempre affidati alla mamma. Aggiungo che questo comporta grandi vantaggi per la donna, che normalmente continua ad occupare l’appartamento comune.
Spesso l’uomo continua a pagare il mutuo, pur non occupando più l’appartamento, ed essendo costretto, spesso, a vivere in una camera in affitto perché, con l’assegno di mantenimento che passa alla donna, gli resta ben poco. Questa è una delle tante discriminazioni al contrario. Ci sono molti più uomini che donne che vanno a mangiare alla Caritas.
Quanto al fatto che le donne abbiano attitudini un po’ diverse rispetto agli uomini, i paleontologi e gli etologi le spiegano con la nostra storia evolutiva.
Sembra infatti che per molto tempo i nostri antenati abbiano vissuto di caccia e pesca e di raccolta di vegetali spontanei.
Secondo i paleontologi la caccia era praticata soprattutto dagli uomini (e in gruppo), mentre le donne si occupavano di raccolta di vegetali e di gestione dell’abitazione e del villaggio, compresa la gestione dei figli.
Ci sono esempi anche nel mondo animale. Tra le aquile, per esempio, il maschio va a caccia e la femmina sta a presidiare il nido. Nella nostra specie, dato che, come mammiferi, allattiamo i figli da piccoli, la cosa è ancora più motivata.
Ovviamente uomini e donne hanno diritto alla parità dei diritti e della considerazione sociale. Se però trasformiamo questa parità in uguaglianza e uniformità assoluta in tutto, facciamo un’operazione contro natura.
Lenzini
il suo ultimo commento diretto a me è finito nel cestino ed è il posto che si merita: lei non solo insiste nelle sue tesi strampalate ma dimostra di non capire neppure quello che legge!
La faccia finita, se insite la banno.
Allora tolga anche questo oppure lo recuperi. Le ho dimostrato, scritto alla mano, che lei si sbagliava e lei, per non doverlo riconoscere, cestina il mio messaggio.
Era un messaggio corretto e fattuale e non offendevo nessuno.
Se vuole avere sempre e comunque ragione lei è inutile che gestisca un blog. Basta una bacheca dove esprime le sue idee senza contraddittorio.
R
lei ha solo riportato delle frasi dal link con il suo commento dove ripete ancora la sua tesi. Lei insiste a volere avere ragione ma è solo prepotente e insiste a insultarmi dicendo che sono io a non capire cosa leggo mentre quello che non capisce quello che legge è lei e non dimostra proprio nulla con quel commento, solo quanto è arrogante e supponente. Non le passo più nulla Lenzini se insite su questo tono. Lei è solo polemico e non sa di cosa parla, io si! Lei qui è ospite, se lo ricordi, la smetta. O la banno sul serio questa volta.
E “è inutile che gestisca un blog…” è la dimostrazione di quanto scrivo, la sua petulanza è inarrivabile, lo dice proprio lei che scrive qui tutti i giorni ed è il più pubblicato in assoluto.
Se la cerchi lei la bacheca se neppure scrivere 10 commenti al giorno qui sopra soddisfa la sua autostima.
Ma scusi Bm se mi permetto, lei vuole parlare di diritti delle donne in un blog frequentato solo da maschi? Si potrebbe dire che se l’è cercata…
Uno parla di caverne e di caccia e di donne che fanno bene a stare a casa a accudire i figlioli e a lavare i piatti, se gli piace…un altro dice che poveri uomini, sono loro a fare le spese delle separazioni e che le donne devono smettere di lamentarsi…davvero un bel risultato. Fatica sprecata, creda.
R
ha ragione, lei è decisamente più furba di me.
” lei vuole parlare di diritti delle donne in un blog frequentato solo da maschi” (F)
Infatti suggerirei alla BM di indire della gare di rutti che certamente più si addicono a questa banda di energumeni. Altro che le poesie in rima.
Forse, però Fede, bastava non essere prevenuta e cogliere la provocazione: da chi “…In genere sono più istruite ma a parità di mansioni vengono pagate meno”? Dagli uomini? Allora bisogna fare in modo da non dover più chiedere il lavoro agli uomini, ma offrirlo voi a chi volete, pagandolo come volete. So che ce la potete fare, come Lenzini prima o poi riuscirà a capire come far funzionare il ferro da stiro che ha un solo pulsante! 🙂
R
https://www.ey.com/it_it/newsroom/2023/09/donne-e-leadership-a-che-punto-siamo-in-italia
No Mauro una gara di quello che dice lei se la scordi. Che volgarità, da lei non me l’aspetto, anzi direi che mi ha sorpreso spiacevolmente leggerlo. Nessuno finora aveva proposto nulla del genere.
Fede ha lo stesso diritto suo e di chiunque altro di scrivere qui sopra le sue impressioni e fintanto che non sono offensive io le passo.
La tendenza a prenderla in giro è apertamente maschilismo. Mauro, lo so che lei non lo è, come non lo è nessuno dei frequentatori di questo blog (altrimenti non lo frequentereste) ma le problematiche legate alla ricerca della parità di trattamento rispetto agli uomini nelle aziende quasi tutte a conduzione maschile, anche se qualche cosa si muove, è un obiettivo sano e lei che ha una figlia dovrebbe essere il primo a favorirlo e a riconoscerlo come un traguardo perseguibile e arrivabile.
Non occorre insistere coi link che certificano una cosa che è evidente, ma mi chiedo come si faccia ad avere una donna leader senza dover mendicare questa cosa ad un uomo. Ho detto quale sia la mia soluzione, che non è bandita dalla legge né può essere contrastata dagli uomini stessi. Non mi pare di osteggiare la possibilità che le donne abbiano carriere luminose, indipendentemente dal fatto che abbia una figlia. Quando dico alle donne di non lamentarsi e di essere loro a fornire posti di lavoro è perché sono certo che lo possano fare.
Nota: prendere in giro una donna non è maschilismo. Lo è se la si prende in giro in quanto donna; ma nello stesso post ho preso in giro anche L.Lenzini.
R
Beh, meno male che oggi è evidente, Mauro, ieri sembrava essere falsa o fasulla o inventata, sembrava eh, magari ho capito male io.
Mauro, le donne non si lamentano, denunciano una situazione che andrebbe sanata ma non facendo delle battute. E’ chiaro che lei non ha esperienza di discriminazione a questo livello, io, essendo una donna, so di che cosa parlo e lo so molto bene e le posso anche dire che le donne sono spesso costrette ad accettare situazioni anomale, diciamo, per tenersi il posto di lavoro e ci passano sopra al gender gap. ma secondo lei è giusto che ci sia? E visto che ammette che c’è, che cosa è disposto lei a fare per fare in modo che venga, se non azzerato almeno ristretto?
Perché le assicuro che le donne sono perfettamente in grado di fare carriere luminose in ogni campo, quando però questi campi non sono ostruiti da raccomandate di ferro o capitani d’Industria che sono sulla falsariga del sior paron dalle belle braghe bianche e che una donna per quanto brava o anche bravissima è bene “che ci faccia risparmiare che tanto mangia lo stesso”…
Mauro, io non mi sono sentito preso in giro. Comunque so come far funzionare il ferro da stiro, ed è mio compito cercare di ripararlo se si guasta, così come cambiare le lampadine se il lampadario è in alto, stasare i lavandini, pulire a fondo il wc con l’acido, o disincrostare il meccanismo dello sciacquone Geberit.
Noi uomini, in casa, non aiutiamo solo a cambiare i pannolini quando abbiamo figli piccoli, svolgiamo anche tanti lavoretti complicati, faticosi o sgradevoli, e sarebbe giusto metterli nel conto quando si fa il bilancio.
Se mia moglie preferisce lavare lei i piatti, non è perché io non li sappia lavare. Nella vita, a causa di trasferimenti per lavoro, ho vissuto complessivamente più di 10 anni da solo. So badare alla casa e sono anche bravo in cucina. Almeno metà di quello che cuciniamo lo cucino io.
Solo che mia moglie, come tante altre donne, è molto perfezionista e igienista, e vuole fare le cose alla sua maniera secondo certi protocolli ben precisi. Il che conferma che le donne ci tengono più degli uomini ad essere le padrone della casa e a dettare le regole.