Pop corn

Pop corn corn popped
splash lash mash bush
there you were where
I was aware.
Too keen mind you
no hands hands off
try hard most time
time passed all right.
Alive lively and gay
jumping strolling
rolling all day.
That was your you
could be me too
at night she comes
sits on armchair,
from there
at me she stares.
White you dark you
bless you nice soul
nice one like no-one
to me the best for
ever rest.
Whenever you come
to my mind can’t help
remember with a sigh
that long and awful
darkest night.
But above all remain
the signes you left behind
in all the hearts that knew
your smile.

Dedicated to Trudy my lovely white barboncina.

Buon anno a tutti.

PS: l’ho scritta in inglese direttamente su un blog del The Guardian e non l’ho mai tradotta perché è intraducibile. Non ricordo se sia stata tradotta da Alessandro (ha tradotto alcune delle poesie che ho scritto in inglese) ma la cerco.

Insomma è un giochino di parole che faccio cercando di descrivere quei cinque chili di furia scatenata che era la mia barboncina Toy, Trudy. Una piccola selvaggia indimenticabile che pretendeva molto ma che donava tantissimo di più.

L’ho scelta per salutare il nuovo anno perché era una cascata di puro amore e di amore il mondo ha veramente tanto bisogno.

Assomigliava a questi:

L’Innocente

Lo so che siamo tutti in attesa di sapere cosa ci porterà il nuovo anno. In trepida attesa dei botti e dei brindisi e dei riti apotropaici. E’ la regola, si fa così, ogni anno, il 31 di dicembre si saluta l’anno vecchio e si accoglie quello nuovo per ingraziarselo con i festeggiamenti rituali. Ma e se poi quello, l’anno nuovo è peggiore di quello vecchio? Non importa, lo scacceremo il prossimo 31 dicembre e faremo buon viso a quello nuovo sperando che non ci freghi anche lui.

Ma c’è uno che ha pensato bene di fare qualche botto in anticipo. Un politico e un tipo deciso e determinato a difendere il bene del paese. Per ora sta all’opposizione ma con lui non si può mai sapere. E’ uno capace di fare e disfare governi così con un tricchetracche. Infatti Crosetto ha sussurrato a Meloni: “attenta che quello ti distrugge”, da ministro della Difesa ha parlato con cognizione di causa.

Avrete capito che parlo del senatore Renzi il quale indignatissimo e innocente dichiarato e certificato, l’altro giorno in Senato si è esibito in un (Bracco)baldo Renzi show pirotecnico.

Questi fascisti, ha detto, mi impediscono di guadagnarmi qualcosina facendo le mie superlative conferenze all’estero dove sono molto richiesto dagli sceicchi. E, cercando la rissa con La Russa e non trovandola, si è sperticato a proclamarsi assolto e innocente e felice di essere italianovivo e vegeto , sfondato e spudorato e carico di bile e furor di vendetta per l’onta subita e pronto a farla pagare a tutti quanti non vanno in ginocchio a chiedere scusa.

La nuova norma, perbacco, è una vergogna, ha gridato, ma non per lui che se ne può anche infischiare tanto si fa pagare in petrolio, ma per tutti quei poveri diavoli ricchi di parlamentari che non potranno più arrotondare il lauto stipendio. Una battaglia di libertà e giustizia, insomma.

Che figura di uomo, che santo, che cinquantenne on the go, che cosa ci siamo persi a non averlo ancora premier? Dice: “camerata La Russa, non mi interrompa, lei sa chi sono io, dunque taccia e mi faccia parlare che sono stato fin troppo zitto”.

Il camerata Renzi si rivolge così al camerata La Russa al Senato. che c’è di strano? Si chiamano così tra di loro. e se chiama camerata il presidente del Senato la passa liscia perché non è un’offesa, si è informato e lui ha confidenza, si conoscono da lunga pezza. E pure dargli del rimbambito non è reato, se non sente i rumori fa pena poveraccio.

Insomma L’Innocente si ribella a questa norma che vuole togliere il pane ai parlamentari e non lo fa per sé ma per l’Italia (viva o morta) che lui rappresenta.

Ah, si, il 2025 ancora non è iniziato, ma Renzi è già in festa, felice di essere stato assolto e felice di essere un cinquantenne rampante pronto a dare battaglia e a vincere.

A cosa? ma alla tombola coi diamanti che ha avuto di mancia dopo l’ultima acclamata conferenza all’estero. Senza porsi limiti né confini, alla ricerca del compenso extra (forse) perduto.

Una vita spesa bene

Che dire di Jimmy Carter? All’epoca in cui era presidente ero in altre faccende affaccendata che a scrivere sul blog e a interessarmi della politica (americana e non). Quello che ricordo vagamente era che rideva sempre, sembrava goffo e passava per essere il re delle noccioline. Già questo, credo, me lo rendeva simpatico. (A me noccioline, noci etc., piacciono molto).

Altra cosa che me lo ha reso simpatico di recente è il suo endorsement per Harris e la sua ostinazione a vivere almeno fino a quando non fosse riuscito a votarla. Beh, ce l’ha fatta ma ora di assistere alla rielezione del “Nut” gli sarebbe costato troppo. Ed ha preferito svignarsela. Beh, lunga vita e certo non si è risparmiato. Come presidente pare non abbia brillato (anche se ci sono storici che dicono il contrario), ma ha fatto anche cose buone. Come uomo ha fatto molto per aiutare la ricerca a combattere molte malattie che infestavano i paesi sottosviluppati. Una vita senza dubbio spesa bene.

Ma ora quel grande e grosso (peaNut) nocciolone, assieme al suo miliardario sparlante che è riuscito a battere la donna che lui avrebbe visto bene come presidente, gli dava troppo fastidio ed ha preferito partire per pascoli più verdi ed accoglienti di quelli attuali guidati da quei due, noccioline giganti come la sua famosa statua che ride, ma il loro riso al confronto è un ghigno che fa paura. Meglio levare le tende. Anche perché 100 candeline sono di già un bel traguardo e non si può chiedere troppo. Neppure se si è stati presidente Usa.

So long Jimmy.

Che vita è?

I libertari che protestano, i fumatori incalliti indignati, le mani sulla testa: Oddio e ora? Finita la libertà di fumarsi una cicca in santa pace fuori dal bar? Che insulto alla democrazia! Milano non sei più né da bere né da fumare: sei diventata una suora di clausura. Che pena!

ma dove sono finiti i bei tempi quando regnavano i contini e non si poteva entrare né uscire da ogni luogo o non luogo senza il pass verde? Eh, no, via di qui appestatori! ora, un virus è pericoloso e il fumo non lo è? inquinare l’aria col mefitico fumo di sigaretta che provoca malattie di ogni genere, va bene? E’ indice di democrazia e civiltà? Inquinarsi i polmoni pure è una scelta personale. Anche se si è in cento davanti a un bar e si fuma a tutta manetta è una scelta personale. Dopotutto fumare e ammalarsi di cancro ai polmoni è una scelta personale, che c’entrano i divieti del Comune? Il fumo passivo nuoce alla salute? Anche lo stress e senza sigaretta che vita è? eh?

Dal primo di gennaio a Milano non si fuma all’aperto se non a 10 metri di distanza da altre persone. Ma si, dai, che sarà mai? Avete accolto di buon grado il divieto di entrare senza green pass dovunque e vi siete vaccinati in massa (fumatori) contro il virus e non accettate di contribuire a migliorare la qualità dell’aria della vostra inquinatissima città?

Incoerente direi. Molto italiano.

Ali spezzate

Sembra un grosso uccello con le ali spezzate, abbattuto dai cacciatori. Poteva andare peggio, si sono salvati in 29 degli oltre 60 passeggeri del volo della Azerbaijan airlines precipitato a Natale nei pressi della città di Aktau in Kazakistan, Fa decisamente impressione vedere quella carcassa e immaginare l’angoscia di chi ci stava sopra fino al momento dell’impatto col terreno. Pare che i piloti abbiano eseguito tutte le manovre possibili, abbiano chiesto di atterrare a Grozny ma che sia sia stato negato a causa della nebbia.

Sembra che sia stato abbattuto dalla difesa antiaerea russa, ma i russi smentiscono, non ci sono prove, dicono. Certo e anche ci fossero? ormai chi è morto non risuscita. Morti schiantati il giorno di Natale, ma altri sono vivi, cosa decisamente quasi miracolosa.

Un “effetto collaterale” della guerra che ormai è diventata infinita. Putin si è mostrato disponibile a trattare, ma su che basi? Le sue, ovvio. Intanto però qui non possono dare la colpa agli ucraini, a meno che non ammettano che si stavano difendendo dai loro droni.

Faccenda ingarbugliata. Ammetterlo sarebbe un disastro. Intanto i soldati coreani lost in action o feriti sembrano aumentare. I medici russi che li curano nei pressi di Kursk sono in imbarazzo perché non comunicano. Hanno bisogno di interpreti per capire dove gli duole. Dispiace, certo, anche loro sono esseri umani. Ma che ci stanno a fare li? Chi ce li ha mandati? e non sarà che impauriti si ritirano dentro gli ospedali perché pensano che la causa non sia la loro? Fanno un po’ pena. Scapperebbero a gambe levate se potessero.

Significa che gli ucraini non mollano e se mollano faranno pagare molto caro il mollabile. Come è giusto. La posta in gioco è la loro Libertà. Lo sanno e resistono e la Resistenza, spesso, paga.

Chi guarda chi si diverte

E’ sempre stato e sempre sarà: ci saranno sempre poveri e sempre ci saranno ricchi. Si evidenzia di più a Natale perché i poveri vanno alle mense della Caritas mentre i ricchi ai pranzi degli hotels a cinque o più stelle.

Poi ci sono i solitari, quelli che per scelta o per necessità, non hanno compagnia neppure a Natale. Conosco un signora che vive da sola da molti anni col suo cane. Ogni tanto la incontro in piazza che passeggia e guarda le vetrine. Mi saluta con un bel sorriso e poi si specchia sui vetri per vedere se il cappello di visone le calza bene. Non è povera ma decisamente sola. A parte il cane. Non conosco niente della sua vita se non che le piacciono i dolci perché capita che ci incontriamo nella stessa pasticceria e che è piuttosto ciarliera se capita che incontri qualcuno che conosce. E’ una bella donna sui cinquanta, alta ma piuttosto robusta e all’apparenza non sembra soffrire di solitudine ma io sento che non è così. Un tempo le sono stata antipatica, lo so. Mi guardava di sghimbescio come si fa con chi ti sta sulle scatole, poi, un giorno che c’era tanta gente al bar, mi sono seduta al suo tavolo e abbiamo cominciato a parlare. Da quel giorno mi saluta quasi con simpatia e cordialità e se ci incontriamo per la strada, ci fermiamo a scambiarci qualche banalità. Ma mi sembra già un miracolo.

La solitudine a Natale si sente ancora di più. Spesso chi è solo si mischia tra la folla o cammina veloce a testa bassa fingendo che qualcuno sia a casa ad aspettare. Nessuno dovrebbe stare solo a Natale. E però non vuole che si sappia. E finge di “avere una vita” e si nasconde dietro ad una sciarpa o al telefono per non mostrare i segni di una invadente malinconia.

La malinconia è un sentimento dolce e qualche volta fa persino compagnia, ma quando si tramuta in tristezza diventa pesante e allora, chi è solo si sente ancora più solo. E non è così facile trovare amici o persone con le quali stabilire una relazione: tutti sono occupati con le proprie vite e se chi è solo perché ha perso qualche treno oppure non ci è voluto salire per paura che il viaggio lo portasse troppo lontano, più passa il tempo e più la solitudine diventa una condizione alla quale si rassegna o si adegua. E le Feste come Natale o Capodanno sono l’occasione per sentire lancinante la sensazione che una vita passata ad abbracciare se stessi sia in fondo una vita sprecata. Ma non è sempre così, a volte la solitudine è una scelta consapevole e maturata durante lunghi periodi di sofferenza nei quali si decide che…meglio soli. E allora se Natale passa veloce è meglio e se guardare gli altri che si divertono aumenta la solitudine, guardare dentro se stessi potrebbe essere d’aiuto. Piccolo, aiuto che però basta per guardare avanti.

Buon Natale a chi è solo o ci si sente, che passi veloce o lento, domani è sempre un altro giorno. E potrebbe anche essere un bel giorno.

Tatarstan

Mentre la Russia continua a colpire in Ucraina danneggiando le infrastrutture elettriche e impegnando le forze ucraine a respingere gli attacchi sulle città, gli ucraini, sabato scorso hanno mandato dei droni contro la città russa di Kazan nel Tatarstan. Una splendida città sulle rive del Volga, meta di turisti. Bene,cioè male, Putin si è incaxxato da morire, giustamente. Ma come si permettono questi pezzenti degli ucraini di sfondare la linea russa, pardon rossa? La città si trova a 1200 km da Kiev e però pare non ci siano state vittime né feriti, solo è stato centrato un grattacielo e l’impatto ha provocato una forte esplosione. Gli ucraini hanno detto che volevano colpire un deposito di polvere da sparo nelle vicinanze, there about insomma. Comunque l’ira di Putin si è sentita echeggiare per tutta la Russia e oltre, persino le renne di Babbo Natale che passavano dalle parti del circolo polare, ne hanno risentito e si sono fermate un po’ interdette.

Come osano? pare aver detto il presidente russo. Lo stupisce tanta temerarietà di quei pezzenti degli ucraini con le pezze al culo (termine tecnico russo) che lui sta cannoneggiando da tre anni, ora persino con i soldatini coreani che, pare, cadono a mucchi sotto il tiro dell’esercito dei pezzenti. pare, che ne so? Così dicono. Ma Kim non se ne preoccupa più di tanto, lo aveva messo nel conto e il suo cuoricino è attrezzato a tutte le intemperie.

Insomma pare che Putin abbia avuto un rialzo di pressione e perciò ha preso in mano il telefono (lo fa solo nelle grandi occasioni, non si sa mai…) e chiamato Trump che ha subito risposto anche se stava tenendo un comizio:

Pronto? sei tu Vlady? ma che piacere! era tanto che non ti sentivo, come stanno i ragazzi? e tu come te la passi? si ho sentito, mi fa tanto dispiacere…troppi morti tra i soldati, troppi, dobbiamo fare qualcosa…e Putin:

ma guarda Thedonald, io sono disponibile, guarda mi metto nelle tue mani, mani grandi, mani senza fine…e però che non venga toccato niente dei miei interessi, eh, no perdinci, ci tengo…

Ecco, questi due stanno mettendo le basi per una pace definitiva di questa assurda guerra che non si capisce bene ancora chi sia stato ad iniziare…di sicuro i pezzenti ucraini hanno tutte ma proprio tutte le colpe e ora che c’è Trump che afferma che con lui non sarebbe mai iniziata possiamo stare tranquilli: gli ucraini saranno sistemati a dovere e Putin non dovrà più temerli e tornerà la pace nel mondo e Elon Musk sta già progettando palloncini colorati da appendere a Starlink e di stappare bottiglie di champagne Elon che produce da solo sue proprie mani e piedi nelle sue fattorie nel Kentucky.

La Nato, la UE, l’Occidente tutto, possono mettersela via: è arrivato l’arrotino, l’ombrellaio, donne e tutto sarà aggiustato alla meglio, senza ledere nessuno degli interessi dei russi.

Ca va sans dire.

Il dolce profumo d’arancia

mi riporta alla mente la felicità

di luminosi mattini d’inverno

bianchi di neve che scende copiosa

e di uccelli che cercano riparo.

E la mia infanzia e le mie mani  gelate e rosse

come il mio naso che sembra di ghiaccio.

Il dolce profumo d’arancia mi riporta

il calore della mia sciarpa rossa

troppo lunga e della sua morbida lana.

Un regalo troppo amato e perduto.

La magia di quel frutto succoso

che amavo tanto da bambina

e che ancora amo

e la magia dell’infanzia che torna

a tratti alla mente quando lo risento.

E lo splendore di certe mattine d’inverno

col naso schiacciato  sul vetro

e il freddo che passava e la felicità

altro non era che guardare in su

mentre cadeva dal cielo una cascata

di diamanti.

Miserabili di oggi

Sapete che cosa significa essere dei miserabili? Si, lo sapete. Significa essere sordidi personaggi privi di anima. Il Natale non viene per tutti, per i miserabili non viene mai perché neppure una sola volta all’anno riescono ad uscire dalla miseria nera e dal vuoto che hanno al posto del cervello. E sono persone di cui avere pena e però dalle quali bisogna aspettarsi di tutto.

Io ne ho conosciute tante nella mia vita. Non erano povere ma sordide dentro, miserabili nell’anima, cattive e piene di astio e di rancore verso il prossimo. Che poi non è che il riflesso della scarsa stima che hanno di se stessi. Ed hanno ragione ad avere poca stima di sé.

Il miserabile è il peggior esempio di essere umano che la vasta tipologia psicologica può offrire. Essere miserabili significa non avere rispetto per se stessi ed essere pronti a fare del male in tutti i modi possibili, spesso con la parola, con la lingua che taglia e cuce meglio di qualsiasi sarto rifinito.

I Miserabili è un capolavoro della letteratura francese. Tutti (o quasi) lo conosciamo e tutti sappiamo come si svolge la trama. La miseria tangibile ai nostri giorni non è quella che porta a tramare qualsiasi nefandezza per sopravvivere, no, la miseria attuale è quella dell’ignorante che si crede colto, del fesso che si crede astuto e del cretino che si crede intelligente.

Questi sono i miserabili moderni, persone che cercano approvazione in rete, consenso e qualche facile applauso e ce ne sono a bizzeffe. Miserabili perché pensano che nascondendosi dietro ad un account anonimo (ma anche no) possono vomitare veleno verso chi non ha che il torto di aver capito quale abisso di miseria si nasconde dietro a certe loro frasi e certe espressioni.

E non è la miseria di chi si trova in condizioni di non avere di che sfamare la famiglia, no, quella non è miseria ma semplicemente un ostacolo lungo il percorso di una vita ed è nobile qualsiasi lavoro che riesca a far superare questo ostacolo.

Mentre il credersi ricchi di sapienza, arguzia e intelligenza e spargere zizzania o semplicemente molestare verbalmente chi gli sembra un bersaglio facile rappresenta il più miserabile degli individui e non faccio distinzione tra uomini e donne, anzi, spesso le donne sanno essere di una miseria intellettuale impressionante che batte di molte lunghezze quella di qualsiasi uomo.

Il prossimo Natale per i miserabili non sarà che l’occasione per mostrare tutta l’ipocrisia di cui sono capaci. Comunque, grazie a tutti i miei (pazienti) lettori per la cortese attenzione, ho i miei buoni motivi per pubblicare questo “sfogo”, auguro un buon Natale a tutti.

Il pappagallo

Con questo attentato a Magdeburgo, il Natale 2024 si presenta da piedi. Podalico proprio. Io ho sviluppato una specie di orticaria verso questa importante ricorrenza. Mi spaventa e mi deprime. Non per il suo significato in sé, ovviamente no: un messaggio di pace, la nascita del Salvatore ( e solo Lui sa quanto il mondo abbia bisogno di salvatori). Ma tutto il corollario, la frenesia la pubblicità e la mercificazione e se poi accadono fatti come questo dove succede che uno svitato si lancia con la macchina contro la gente inerme che passeggia tra le bancarelle, allora mi sento una fitta al cuore. Ci sono dei morti e un numero altissimo di feriti. Ne approfitto per esprimere solidarietà alle vittime.

In Germania ci saranno presto nuove elezioni, la campagna elettorale inizia male. L’insonne onnipresente miliardario eletto al fianco di Trump, starnazza sui social e scrive amenità che non ripeto. Ne hanno parlato tutti i giornali, basta e avanza. I primi benefici della travolgente vittoria di Trump si vedono già: questo petulante pappagallo che pontifica su tutto e tutti e che è già presidente eletto ombra (ma mica tanto). Lui parla a vanvera su tutto e da badante o consulente (co- insultante) di Trump, ha già dimostrato di sentirsi proprietario dell’universo.

Mi sentirei di dedicargli una massima di Sant’Egidio (decida lui dove collocarsi):

L’ignorante parla a vanvera, l’intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla se interpellato, il fesso parla sempre.