Sorrisi

Ho camminato, a lungo sulla riva del fiume che gira tutto intorno alla città e che la impreziosisce con i suoi angoli incantati e prospettive magnifiche. L’acqua morbida di un verde di velluto dove si specchia la natura, viva, parlante con occhi e orecchie e non c’era nessuno ma mi sono sentita in compagnia.

Solo una famigliola di anatre che se ne andava in gruppetto affiatato lungo le sponde a cercare del cibo e a godersi il sole del primo pomeriggio novembrino. E il verde lucente dell’erba e il rosso della vite americana che gira intorno alle siepi delle case accostate alle rive, la grande villa patrizia che si staglia in mezzo ad un prato curatissimo e le querce centenarie e le magnolie e gli aceri mi hanno seguito per tutto il percorso con ampi sorrisi. Li scorgevo tra le foglie e sull’erba e sui muri vetusti dove l’edera rosso fuoco si arrampica e si bea del sole che la fa rispendere.

Sorrisi appena accennati di creature la cui anima è serena e placida e vive senza scosse né ansie né desideri , libera e felice di quella felicità sconosciuta a chi non sa godere della bellezza della natura. E mi sono sentita un po’ felice anch’io, poco perché non devo mai credere di esserlo se non per brevi attimi, perché la felicità non può durare più di un attimo ma è così fuggevole che non serve rincorrerla, scapperebbe ancora più velocemente.

E mi basta, mi accontento e aspetto l’indomani quando forse potrò ritrovarla sotto quella foglia rossastra che si è posata qualche istante prima sopra l’erba del prato appena rasato e si è salvata dal sacco del giardiniere.

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