Uniamoci e …partite

Pubblico questa riflessione di Romolo Piccinini sull’Unione Europea e le tante problematiche che la connotano. Cose di buon senso che i nostri governanti potrebbero prendere in seria considerazione, soprattutto in questo momento particolarmente complicato.

Dove non mi trovo d’accordo è sul marchio “made in Europe” e credo che troverebbe poca accoglienza soprattutto da noi.

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Oggi il mondo, come ben sappiamo, e’ sull’orlo di un baratro.

Guerre, migrazioni bibliche senza controllo, Stati che si contendono il dominio planetario, cambiamenti climatici in atto e…tanto altro ancora.

Dinanzi a tali preoccupanti prospettive la Unione Europea invece ciancia di farine di grilli, di dimensioni di cetrioli, di auto e case “green” obbligando i cittadini degli Stati comunitari ad adeguarsi a normative oltremodo demenziali e perfettamente inutili.

Di unirsi politicamente, pero’, non se ne parla affatto in quel di Bruxelles!!!

Si ciarla, molto timidamente, di costituire Forze Armate Comuni europee ma…

– “Chi dovra’, poi, coordinarle, finanziarle, farle funzionare e dirigerle non e’ dato di sapere”!!!

Una Governance Federale non sarebbe molto meglio indicata a svolgere tale compito?

Ed invece…

Nel caso si istituissero, oggi, “Forze Armate Europee”, ogni Stato comunitario dovra’ poi provvedere, a sue spese, per dotarsi di armamenti adeguati?

Un colonnello francese comandera’ forse un reggimento italo-spagnolo?

Un capitano italiano dirigera’ per caso una compagnia austriaca?

Sinceramente, cosi’, non la vedo bella.

Perche’, invece, i leaders dei Paesi fondatori dell’ ex MEC (Germania, Francia, Italia, Benelux), piu’ qualcun altro che vuole starci (Spagna, Austria, Portogallo, Irlanda…), non si siedono piuttosto attorno ad un tavolo e cominciano a buttar giu’ le basi per istituire una Confederazione Europea, politicamente unita, laddove una Costituzione regge e guida il sistema e dove vengono indicate le competenze riservate ad organi federali mentre altre ai singoli Paesi?

Tanto per abbozzare degli esempi:

difesa, economia, tasse, emissione e gestione della moneta, politica estera… e quant’ altro indicato in Costituzione sono appannaggio di una Governance centrale confederale mentre le politiche locali, la gestione dei prodotti agroalimentari, le industrie…e altre “minori entita’” restano di competenza ai singoli Stati.

Per la Difesa ci si potrebbe riferire a quanto accade in USA, laddove un “Pentagono”, ovvero un Dicastero della difesa, di concerto con un Dicastero economico, provvedono, uno a coordinare e l’altro a finanziare, le Forze Armate.

Istituire, ad esempio, un “Dicastero, o Ministero, di difesa comune europeo” che fornisca di identici armamenti le forze armate dei singoli Paesi e le coordini tramite settori operativi di comando:

occidentali (con basi dislocate in Portogallo e in Francia);

meridionali (in Italia, in Spagna); 

orientali (in Polonia, in Estonia..); 

sud orientali (in Grecia, in Romania); settentrionali (in Svezia, in Finlandia…).

Ogni nazione non dovra’ piu’, come oggi accade, provvedere da sola alla propria difesa spendendo capitali che gravano poi sul bilancio nazionale ma si avvarra’ di un bilancio federale per tal fine, visto che dovra’ esistere uno Stato federato europeo con relativa Governance a svolgere tale incombenza.

Anche per i supporti economici dovrebbe valere la stessa regola: 

basta quindi con i prestiti elargiti ai Paesi europei “bisognosi” che poi devono restituire con indebitamento sul proprio bilancio nazionale (vedansi PNRR, MES, e quant’altro).

Un Dicastero del Tesoro, o Economico che dir si voglia, invece deve provvedere alle bisogna di quegli Stati in difficolta’, tipo calamita’ naturali, epidemie come fu il COVID ed altre necessita’ varie…

Le nazioni confederate versano periodicamente, come lo fanno anche oggi del resto, nelle casse comuni dell’ apposito Dicastero economico, una somma in denaro proprio per sopperire, in caso di necessita’, alle bisogna collettive.

I prodotti fatti in Europa saranno sotto il marchio “made in Europe” e tutelati dallo Stato confederale ponendo cosi’ termine alle concorrenze interne fra Stati UE e alle lotte meschine fra loro oltre che alla sparizione delle allucinanti quote latte, delle quote olio…e ai tanti limiti di produzione e quant’altro di estremamente frenanti e condizionanti le  varie economie nazionali.

Cosi’ che, come oggi sono “made in Italy” cio’ che viene prodotto nel nostro Paese indipendentemente dalla regione di provenienza 

(vedasi la mozzarella di bufala campana, lo spumante di Asti in Piemonte, le auto Ferrari in Emilia, il pandoro di Verona…e via dicendo), altrettanto puo’ avvenire, in ambito europeo, per le auto, le tecnologie, l’agroalimentare, il pescato, la moda, le industrie, ecc. che, nell’ambito della Unione stessa e indipendentemente se di provenienza italiana, francese, tedesca, spagnola…diventano … “eccellenze europee”!!!

Ogni nazione federata puo’ e deve cosi’ produrre, sempre nell’ambito europeo, quante … mercanzie vuole ed esportarle col marchio “made in Europe”, indipendentemente dalle caratteristiche fisiche della merce 

(vedansi invece le demenziali norme sulla dimensione dei cetrioli e delle vongole);

dal modo di pescare 

(a strascico, con la rete, con l’amo…), 

dalla quantita’ dei prodotti… (summenzionate quote latte, olio…) e via dicendo 

(cibi artificiali invece di sane diete mediterranee).

Restano, ovviamente, obbligatorie, quelle normative europee inerenti all’igiene e alla qualita’ dei prodotti confezionati, soprattutto dell’agroalimentare e della pesca.

La UE deve cominciare, inoltre, a rendersi quanto piu’ indipendente possibile dalle onnipresenti mercanzie cinesi e a produrre in proprio sia cio’ che le occorre al suo interno e sia per quel che vuole esportare perche’ l’Europa non e’ il Botswana e non mancano certo, da noi, la tecnologia e le capacita’ per realizzare prodotti di alta qualita’ e di competere alla pari, ma anche di piu’, con Cinesi, Americani e chi altri…

Romolo Piccinini

4 commenti su “Uniamoci e …partite”

  1. Gent.ma Sig.ra Gazzato,
    La ringrazio per aver avuto la gentilezza di pubblicare la mia riflessione sulla attuale situazione generale europea.
    Ovviamente quanto da me indicato in quello scritto, relativamente alle impostazioni elettive di un Parlamento europeo confederale, sui rappresentanti stessi, sul Presidente, sulle Forze armate e quant’altro, sono puramente indicative, che’ suscettibili di ritocchi e variazioni da parte di esperti costituzionalisti, generali militari, economisti e quant’altri: tutti sicuramente molto piu’ competenti del sottoscritto nei campi succitati.
    Per quanto concerne il “Made in Europe” volevo soltanto precisare, con la speranza di non essere frainteso, che il paragone fra le mercanzie “prodotte” nei vari Stati confederati europei e la Confederazione nel suo insieme, stanno come le singole specialita’ regionali o cittadine italiane e l’Italia nel suo complesso.
    Se uno straniero difatti volesse acquistare un’auto “Ferrari” dira’ che quella macchina e’ una “eccellenza” made in Italy e non certo un mezzo di trasporto di lusso…emiliano di Maranello!!
    Se una compagnia aerea brasiliana dovesse comprare un aereo in Francia, dira’ sicuramente che quel velivolo e’ di fabbricazione francese…ma non stara’ certo a vedere che esso e’ uscito dagli hangar di Tolosa dove si fabbrica.
    Cosi’ per le auto BMW tedesche, fatte a Monaco nella Baviera…e via dicendo.
    L’Emilia-Romagna, la regione di Tolosa, la Baviera con Monaco se l’avranno forse a male se non vengono specificatamente citate?
    Qualcosa, forse, impedira’ a tutte quelle industrie: “maranellese”, “tolosiana”, “monegasca” di concludere affari, avere guadagni o perdite?
    In buona sostanza accade, logicamente, che una volta appartenenti ad una comunita’, nella fattispecie, una Confederazione, o Federazione che si vogliano creare, e’ poi fattuale che i partecipanti perdano una parte della propria sovranita’ a favore della causa comune.
    Un ultimo esempio di cio’ che desidero far capire e’ quello di una Nazionale di calcio (italiana ad esempio).
    Li’ vengono convocati calciatori di vari club (Juventus, Roma, Napoli, Fiorentina…) e assemblati dal mister per costituire una formazione da opporre agli avversari.
    Quando in campo realizza un gol, magari pure decisivo per la vittoria,
    un giocatore con la maglia azzurra, mica si da’ tanto importanza se quell’atleta era dell’Inter o del Napoli o chissa’ di quale compagine del nostro campionato: in quel frangente e’ l’ Italia che ha segnato e ha vinto e…tutti siamo contenti, da Bolzano ad Agrigento, siano essi tifosi del Milan, del Cagliari, del Napoli….del Venezia!!!
    Cosi’ intendevo per il Made in Europe: ogni Paese esporta le proprie eccellenze traendone guadagni ed utili ma all’acquirente extracomunitario il prodotto risultera’ una eccellenza europea.
    Se invece vogliamo fare i “distinguo” allora possiamo tranquillamente tornare ai “nazionalismi”, alle lotte e beghe interne laddove il vino italiano fa male alla salute mentre il formaggio tedesco confezionato con latte in polvere e’ salutare;
    i prodotti francesi sintetici hanno il bollino verde della commissione europea mentre i nostri sono etichettati con quello rosso che’ nocivi alla salute;
    le vongole non devono essere piu’ corte o lunghe di tot centimetri e…via di questo passo.
    Mi fermo qui sperando di aver reso l’idea.
    Poi, giustamente, ognuno puo’ pensarla come vuole.
    Cordiali saluti.

    P.S. – Spero sempre che la nostra premier Giorgia Meloni, sfruttando la sua grande popolarita’ in campo europeo (sic), possa prendere l’iniziativa di indire un vertice fra leaders europei interessati alla questione di unire politicamente parte del nostro continente, come avevo citato nella mia riflessione.
    R
    Meloni mi pare che sia piuttosto sulla sua lunghezza d’onda e qualche giorno fa ha detto a Budapest: “chiediamoci cosa l’Europa può fare per se stessa più che chiederci cosa possano fare gli Usa per l’Europa”, o qualcosa del genere se non ricordo male (parafrasando la nota frase di Kennedy). Quindi credo che l’intenzione di “unire” ci sia, tutto sta a capire il come e il quando, il perché mi pare ovvio e lei lo spiega con dovizia di particolari.
    Sul made in Europe, la ringrazio per gli esempi ma io rimango della mia idea: quello che viene prodotto da noi (spesso oltre l’eccellenza mondiale) deve rimanere “made in Italy”. Non la ritengo una questione marginale e non vedo che possa essere di ostacolo ad una unione più articolata ed efficiente.

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  2. Concordo con te Cara Mary e non con Piccinini che peraltro facendo una rapida ricerca per capire chi fosse ho trovato che le stesse cose le scriveva qui 5 anni fa.
    Il mondo in 5 anni è cambiato totalmente mentre le sue pozioni mi paiono ancorate a quello che scriveva allora.

    https://www.mariagraziagazzato.it/wp/2019/09/08/riflessioni-sullunione-europea/

    La Confederazione degli Stati Europei è una burletta e lo è dalla sua costituzione, Certo Shengen, certo la libera circolazione delle merci, certo la moneta unica che ci ha impoverito oltre ogni limite e dovunque venga applicata genera una spirale inflazionistica che riduce il potere d’acquisto e consente la speculazione più selvaggia, l’ultima a toccare con mano i devastanti effetti dell’Euro è stata la Croazia, un vasetto di marmellata oltre 5 € (pure follia).
    Ma il “Made in Europe”? La Ferrari, Armani, il Parmigiano, Made in Europe è anacronistico, inoltre consentirebbe ancora di più ai grandi marchi di delocalizzare creando delle situazioni di desertificazione industriale a vantaggio dei Paesi dove la manodopera costa meno, ma non gli basta il caso Fiat, che orami produce ovunque tranne che in Italia? Ma poi, la marchiatura CE che i prodotti europei devono avere, cos’è se una certificazione obbligatoria per commercializzare i prodotti in UE.

    Senza armonizzazione di fiscalità e salari non può esserci Europa Unita e guarda caso sono proprio le due cose necessarie che l’Europa del lobbismo e dei parlamentari con i trolley stipati di euro non vogliono.
    Abbiamo una BCE che invece di battere moneta come fa la FED, costringe gli Stati a cercare finanziamenti sui mercati, pagando interessi stellari per i più indebitati.
    Se la situazione della Sanità italiana è disastrata, è sì anche colpa dei Governi che l’hanno gestita male, ma soprattutto della BCE che con una famosa letterina e dietro suggerimento dell’allora locomotiva europea ha dettato la linea ai governi e imposto un’austerità senza il minimo senso logico.
    Per la legge del contrappasso adesso tocca ai tedeschi fare la parte della Grecia o dell’Italia.
    Non capire questo significa non avere presente come funzionano i mercati e le dinamiche che li orientano, le quote latte ad esempio non si applicano più dal 2015 ed erano totale asservimento alle politiche tedesche e francesi, che a differenza di altri paesi ne erano esenti.

    L’Italia è un contributore netto della UE versa più di quello che riceve e mentre migliora le condizioni e il pil dei Paesi caccola come quello da cui viene il Commissario Dombrowsky, che ha il PIl del Molise, o della Romania che gode delle delocalizzazioni per una manodopera sottopagata a svantaggio della classe operaia nostrana, si impoverisce, si disgrega in tensioni sociali che alla fine sfociano nella legittimazione di forze politiche reazionarie ottuse, che coltivano le politiche dei muri, dei dazi, della guerra e che l’attuale UE considera.
    L’ignoranza al potere fa solo danni, come la stupidità e l’asservimento alle lobby del green che con l’ambiente non hanno nulla a che vedere, basta vedere quello che l’arroganza del potere sta creando all’industria dell’automotive.
    E stolidamente si persevera, come la rielezione della Von der Layen ha dimostrato.
    Se l’Europa vuole affrancarsi dalle onnipresenti mercanzie cinesi deve mettere mano al portafoglio e pagare di più chi lavora, consentire la creazione di sussidi a chi vive in povertà, cosa tra l’altro che raccomanda ma che la destra sconfessa.
    Il mercato lo fa il reddito e mi pare strano che Piccinini non lo abbia preso in considerazione.

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  3. Direi che leggere la prima riga dell’intervento del sig. Romolo fa iniziare la settimana con un inusitato entusiasmo.
    Il “made in Europa” può essere anche aggiunto, ma appiattisce le eccellenze. C’è già il marchio CE che è ampiamente contraffatto dai cinesi.
    Per l’apparato militare europeo ci sarà un gabinetto e un presidente a coordinare i vari eserciti. Diventerebbe la NATO de noialtri, ma l’arsenale atomico sarebbe in possesso solo di Francia e Regno Unito. E questo alla fine può pesare.
    R
    Diciamo che Romolo non fa scialo di ottimismo è vero, per quanto in questo momento sarebbe difficile ma, forse, è proprio questo il momento per essere ottimisti, se non ora, quando?

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  4. E’ vero, posso essere tacciato di peccare di carenza di ottimismo e di esprimere concetti sorpassati sulla odierna realta’ europea.
    Una NATO de “noiardi” e’ quella a cui fa riferimento il sig. Mauro quando si impegna a spiegare il concetto di “Forze armate europee”, sempre facendo mostra di un sano buonumore ed una innata propensione a narrare barzellette anche in occasione di un funerale.
    Anche io, sebbene puo’ sembrare il contrario, sono un allegrone ed un ottimista ma…, come tante volte cita la Sig.ra Gazzato nei suoi interventi sul blog, come si fa ad essere ridanciani quando la realta’ che ci circonda e’ ben diversa?
    Guerre in Ucraina ed in Medio Oriente che non solo non hanno alcuna intenzione di finire ma la cui regia e’ nelle mani e nelle teste di feroci dittatori e di terroristi disamorati, spietati sopra ogni dove…
    Americani, presto governati da un imprevedibile soggetto che, insieme a Cinesi, Russi e Musulmani fanno a gara per sottomettere il pianeta ai loro rispettivi “credo” o “ideologie” che dir si vogliano;
    un clima impazzito fuori controllo e, dulcis in fundo, gli Stati europei (quelli della UE) che non hanno nessunissima intenzione di pervenire ad una unione politica bensi’, oltre a perseverare nei loro ridicoli “nazionalismi”, con quel che ne segue, di continuare a promuovere demenziali ed inutili iniziative e a promulgare normative sempre piu’ illogiche le cui conseguenze le paghiamo e pagheremo, volenti o nolenti, un po’ tutti, specie le categorie meno abbienti e piu’ fragili.
    Unione politica, del resto e nonostante i sorrisi, i bei discorsi e quant’altro di accattivante ed ipocrita, mi pare sia avversata da un po’ tutti i leaders europei e non solo.
    Anche diversi frequentatori di questo blog, del resto, non disdegnano un certo “nazionalismo” e irridente scetticismo perche’, con legittime e diverse osservazioni, mirano, pero’ e alla fin fine, allo stesso scopo:
    scoraggiare quell’ “utopia”, chiamiamola pure cosi’ oramai, di portare l’Europa a riprendersi il suo ruolo di protagonista nel contesto mondiale!!
    Ha ragione, difatti, il sig. A59 sugli scandali, sugli imbrogli, sulle lotte meschine perpetrate ad arte fra Paesi UE sotto la patina del perbenismo e del “volemose bene”.
    Vede giusto, il sig. A59 scrutando nel ginepraio di tutte le malefatte e dabbenagini europee…
    Non voglio elencare poi tutto’ cio’ che riguarda la nostra societa’ “occidentale”, senza piu’ valori e senza piu’ “sogni” se non quelli, perniciosi, offerti dalle droghe varie, dalle ideologie bacate, dai soldi facili e dal disprezzo per la vita e per il prossimo.
    Femminicidi seriali, minorenni che s’accoltellano, si sparano, si picchiano…ecc. ecc…
    Gente comune, specie le donne, che viene aggredita, rapinata, uccisa;
    giovani bullizzati, plagiati, viziati, disagiati, rincitrulliti, ecc., ecc., ecc..
    Vogliamo essere ottimisti?
    Vogliamo sperare in meglio, in un futuro roseo?
    Per me va benissimo ma…come fare?
    Bisogna solo avere una buona dose di incoscienza per non restare perplessi e preoccupati dinanzi a tanti e tali eventi che, bene o male, direttamente o non, ci coinvolgono.
    Prezzi dei beni di consumo che aumentano;
    sicurezza che va a farsi benedire;
    sanita’ sempre piu’ allo sfascio; alimenti di dubbia provenienza che invadono i nostri supermarket;
    merci, o meglio paccottiglie, di matrice cinese propinati da negozi la cui presenza te la trovi non solo un po’ dappertutto ma i cui gestori se ne sbattono altamente di pagare le tasse ricorrendo a mille espedienti pur di evaderle…
    Allo stesso modo ti imbatti negli onnipresenti uomini di colore
    (ex negri)
    agli ingressi dei supermercati, negli atri delle stazioni ferroviarie a bivaccare e ad infastidire i passanti… quando va bene;
    te li trovi davanti dinanzi alle chiese a chiedere l’elemosina … e sulle spiagge, d’estate, poveracci davvero, a tentare di affibbiare ninnoli e cianfrusaglie ai sofisticati vacanzieri sonnolenti sui lettini, sotto gli ombrelloni.
    Tutti costoro a “lavorano” sodo per contribuire non poco alla loro integrazione e sopravvivenza in primis oltre che alla ricchezza della nostra “meloniana” NAZIONE!!!
    Per fortuna, pero’, in tutto questo avvilente spettacolo a cui siamo obbligati ad assistere, c’e’ il nostro simpatico sig. Mauro ad allietarci con la sua distensiva comicita’ ed incoraggiante ottimismo oltre che al buon A59 con sue le interessantissime e colorite analisi socio-politiche.
    Grazie davvero.
    R
    Ma grazie anche a lei Romolo per questa analisi precisa e, a mio avviso, molto realistica, del paesaggio mondiale. Davvero difficile essere ottimisti, ha ragione e grazie anche per il suo intervento, il primo della giornata un po’, diciamo, interlocutoria (?), sperando che questo termine non risulti sgradito ai lettori e ai frequentatori, assidui o meno, del blog che compie sette anni in questi giorni…ah, come passa il tempo…

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