Un paese spaventoso

Il diritto di sciopero è sacro. Oggi sciopero generale, le piazze sono invase da lavoratori con striscioni contro il governo reo di “precarizzare il lavoro”. Questo dice la segretaria del PD Elly Schlein. Non metto in dubbio che Meloni sia andata al governo soprattutto per precarizzare il lavoro, dopotutto era troppo stabile, troppo determinato, troppo ben retribuito e lei non poteva tollerarlo. I governi precedenti (obbrobrio) avevano tenuto in palmo di mano i lavoratori, li avevano riempiti di regali, ogni giorno c’era un aumento di stipendio e normative sempre più vantaggiose per i lavoratori italiani che ne erano entusiasti.

Poi è arrivata lei: la strega Melona e che cosa fa come prima cosa? precarizza il lavoro, nega il salario minimo, strappa dalle mani le buste paga di milioni di lavoratori…impossibile non reagire, la differenza tra i governi precedenti e questo attuale era troppo evidente: Meloni odia il lavoro e di conseguenza i lavoratori.

Mentre Elly Schlein ama i lavoratori. Lei proviene da una famiglia di minatori: madre, padre e fratelli tutti emigrati a lavorare nelle miniere e anche lei ha fatto la sua brava gavetta sottoterra. Si vede. Ha le mani callose e ancora sporche di fango.

Mentre Landini parla di rivolta sociale e incita i peggiori istinti in giovinastri che non hanno mai lavorato un giorno in vita propria che bruciano le effigi del primo ministro e dei suoi ministri, in piazza a Torino. Mentre qualche giorno fa avevano bruciato la foto di Valditara e nessuno a sinistra si è dissociato.

Ah, davvero una sinistra democratica tutto dire. Mentre i “fascisti” al governo una cosa simile in tanti anni che sono stati alla opposizione non l’avevano mai fatta. Davvero di che essere fieri dei valori democratici di chi rappresenta i lavoratori in questo momento.

Il rispetto che dimostrano verso le Istituzioni è da esempio per le generazioni future.

Landini mi sembrava una brava persona, ora mi sembra un truce Komunista così, deluso e arrabbiato perché precario e sottopagato a causa di questo sgovernaccio guidato da una donna senza pietà! Che non vede l’ora di mandare a casa per fare posto agli illuminati che aumenteranno i salari di un grande tot e tasseranno i ricchi di un tit…e lavori a tempo indeterminato che spunteranno come i funghi prataioli da cogliere a ceste.

Mi vergogno di aver votato tutta la vita questa roba, anche se forse con gli anni la situazione e andata deteriorandosi, non giustifica però questo comportamento al limite della legge e delle regole democratiche. E mi vergogno di essere italiana e mi guarderò le spalle d’ora in poi perché mi pare di vivere in un paese che non conosco e che mi fa paura! E scopro che io gli italiani ancora non li conoscevo.

PS: salvo pochi che posso contare e sui quali posso contare.

Le piace Trumps?

Anche oggi, gragnuola di bombe e gli ucraini al freddo si preparano al terzo inverno di guerra. Il presidente Putin Un ha mandato l’esercito coreano a fare esercitazioni sul territorio boots on the ground e sono una miriade di soldati pronti a tutto per difendere “la causa”. Ma quale? Ma i diritti dei russofoni del Donbass e limitrofi. Ah, a loro Putin ci tiene e si è visto il macello che ha messo in piedi per salvarli dai biechi ucraini. Per loro è disponibile a vendersi anche la dacia di famiglia se occorre. Il rublo non va tanto bene, ma lui resiste. Ora che ha un amico in più alla Casa ed ha già aggiunto il posto a tavola. O al tavolo. Vi siete mai chiesti cosa prende Putin per colazione? uova e bacon, no. Cereali Kellog? Uhmm ho qualche dubbio. Ma oggi potrebbe tenerne una scatola ben in evidenza perché pare che una delle tante ciliegine colte da Trump sia un certo ex generale che di nome fa proprio Kellog. Simpatico no? Lui pare abbia già esposto la sua soluzione per mettere fine al conflitto: ucraini sedetevi al tavolo pronti a cedere anche le mutande oppure vi tagliamo i viveri e non solo. E poi: russi sedetevi al tavolo e non fate troppe storie altrimenti vi scaricheremo contro tutta la nostra potenza di fuoco. Un diplomatico coi guanti di carta vetrata. ma, dopotutto a un ex militare non è richiesta la diplomazia.

Dunque finirà? Come finirà? Con un trattato? Con un compromesso? con un bacio in bocca tra Putin e Zelensky…no. Su questo mi sentirei di avere delle certezze. Sul resto Non oso esprimere giudizi…o oso?

Ma si, oso. Mettiamo che Putin faccia qualche bizza. E’ un po’ bizzoso, leggermente. Pare. Ma sa di avere in Trump un caro amico. Caro…si fa per dire. Insomma un nuovordinemondialista che non ci sta più alle ciance della fighetteria modaiola obamalike. Ma quale care? il mondo è dei duri, dei furbi e dei ricchi e chi non ci sta si faccia dare un passaggio per un altro pianeta, questo è nostro…dicono, mentre stanno pensando a come fregarsi a vicenda.

Pensare che noi stiamo giusto in mezzo a quei due non è un pensiero che conforta. Ma che cosa potrebbe essere più di conforto in una simile situazione?

Beh, per chi ha la Fede la risposta è quasi scontata, per chi non ce l’ha non gli resta che aggrapparsi all’ultima dea.

Lo sporco lavoro

Il piccolo capo Conte Tonante, ha sconfitto il grande Capo Grillo Seduto lo ha messo nel pentolone a bollire lentamente. Mentre la tribù degli assatanati e osannanti e crucifiggenti piedi gialli, gli gira intorno emettendo strida spaventose.

Ma Grillo Seduto sorride e dice: sono ragazzi meravigliosi, mentre un piede giallo gli infila una forchetta sul grasso bracciotto per sentire se è al giusto punto di cottura.

Insomma, la tribù dei Piedi Gialli abituata ai lussi e alla vita mondana, ha visto nel capetto Tonante la sua salvezza. Ormai i conti non tornavano da lungi e il bilancio dei voti era sempre più magro, se aspettavano che Grillo Seduto si alzasse dal trono sul quale era assiso a pensare ai fatti propri sarebbero finiti a dover chiedere i sussidi statali e però ora la grande Capa Melona Bionda gli avrebbe dato solo il foglio di via. E’ stato un trauma per molti uccidere il padre nobile fondatore del rivoluzionario anticastale movimento dei tutti a Vaffa meno noi. Ma è stato un lavoro sporco che qualcuno doveva pur fare. Conte Tonante non ci ha messo troppo a indossare i colori di guerra e ad incrociare le braccia. Si è sporcato le mani? Beh si, e ancora se le sporcherà, ha una lunga carriera dietro a sé e sa come si fa. Ma poi salirà in vetta al Monte Citorio dove ci sono dei bagni con rubinetteria dorata e se le laverà. E’ esperto a lavarsene le mani Conte Tonante e Tornante, si perché nei suoi due governi non ha fatto che sporcarsi e lavarsi e conosce molto bene l’operazione.

Forte degli incitamenti dei suoi piccoli indiani, se ne va fiero per la sua strada romana a cercare di cambiare il paese, il fuoco del Movimento, dice non si è mai spento, anzi è un incendio che brucia l’anima. Intanto ha bruciacchiato l’anima a Grillo e altre ne brucerà se vorrà aprirsi la strada verso il progressismo, la nuova era, e pazienza se dovrà diventare un satellite del pianeta PD con la sua Grande Capa Elly Ridente, lui non teme nessuno, sa di avere alleati internazionali affidabili e di poter contare su di loro. Forse.

Cambiare il paese ripartendo da quasi zero è impresa ardua ma il nostro Prode non teme nessuno e va spedito verso la vittoria. Ci riuscirà? Mah, intanto un risultato lo ha ottenuto: il Movimento è vivo è lotta insieme a lui e si alzerà un vento fortissimo che come un turbine spazzerà tutte le foglie morte o vive sulla sua strada e se non cambierà il paese neppure questa volta, di certo il paese questa volta cambierà il Movimento. E già il grosso del lavoro è stato fatto.

She is back

Angela Merkel is back. Con un libro di memorie che uscirà la prossima settimana di ben 700 pagine. Immagino ne avesse da dire. Una vita spesa per la politica e sedici anni di governo, le hanno lasciato certamente molti ricordi da condividere e quale mezzo migliore di un libro?

Ecco dove stava! non a spadellare ricette sfiziose (si anche quelle) ma a scrivere per lasciare ai posteri la sua lunghissima esperienza di “leader del mondo”, come è stata definita.

Una donna dal potere immenso che da qualche anno aveva fatto parlare di sé più per l’assenza che altro. Un buon modo di farsi ricordare: non esserci. Ma ora che ha sfornato un bel tomo dove immagino si sia tolta parecchi sassi dalle ballerine numero 35, troverà forse più tempo per impegnarsi, se non in politica stretta, ma certamente a far sentire la propria voce a livelli alti o altissimi. Lei può. E ho l’impressione che non parlerà a vanvera. La situazione globale è molto pericolosa, la Germania è su una brutta china, come poteva una come lei starsene buona e zitta a impiattare i menù casalinghi?

Una delle cose che trapelano fra le tante è il suo giudizio sul neo eletto presidente Usa. Impietoso, ma dopotutto “pietà” non cerca certo, quello. Dice Merkel che la commistione tra politica e affari è pericolosa (ne sa qualche cosa lei quando aveva a che fare con Berlusconi) e che la scelta di mettere dentro la squadra di governo un tipo plurimiliardario con un conflitto di interessi stellare potrebbe essere esiziale e non solo per gli Usa. Ovviamente parla del presidente non eletto ma auto elettosi a fior di milioni, l’uomo Muskerato (e shakerato di brutto).

Insomma l’edizione del Trump 2, la Vendetta, preoccupa la ex cancelliera, sempre bionda, solo un filo ingrassata, sempre vestita di colori sgargianti e (forse) pronta a tornare.

“I am back” sembra dire dalle pagine del suo libro in uscita. E davvero, non sarebbe una cattiva notizia dopotutto e dopo così tante, pessime.

Brava

In questi giorni sono un po’ depressa (solo lievemente a causa di impicci vari e sempre eventuali), poi non parliamo proprio di quanto ormai la situazione internazionale influisca sull’umore ( e per fortuna solo su quello anche se non solo, lo so ) ma mi si è aperto il cuore a leggere questa notizia e a vedere il viso di questa signora, preside del liceo Salvemini di Bari. Mi sono detta: esistono ancora persone che hanno il coraggio di dire cose scomode senza paura delle conseguenze.

Si chiama: Tina Gesmundo e ha detto: «voi genitori che sovrapponete i vostri desiderata alle vite dei vostri figli, educate a coltivare solo il mito del successo e del denaro» durante una riunione dove si parlava degli effetti dei social sui giovani.

In pratica le ha cantate senza orchestra ai genitori li riuniti e gli ha detto che la colpa della crisi dei giovani attuale è colpa loro, del loro egoismo, delle loro ambizioni mai paghe, delle loro disattenzioni o distrazioni e vite rifatte e da rifare.

Brava, non so come sia potuta arrivare a fare una simile dichiarazione ma brava. Finora tutti o quasi a guardare da altre parti, i genitori (non tutti ma tanti) a dare tutte le colpe alla scuola, ai social, alla “società” e mai un’autocritica una.

Finalmente qualcuno ha il coraggio di parlare chiaro: guardatevi allo specchio genitori che vi date tante arie e incolpate tutti tranne voi stessi dei vostri errori. E poi criticatevi un po’ e andate anche un po’ a nascondervi, se vostro figlio è un cialtrone, pigro, disordinato bulletto e infingardo, la colpa è soprattutto di come lo avete diseducato e fate mea culpa se ne siete capaci.

Commemorazioni e polemiche

Pubblico questo post di Alessandro (A59) relativo alle polemiche sulle parole del ministro Valditara alla cerimonia della inaugurazione della Fondazione Giulia Cecchettin. Come nel suo stile, il nostro amico polemizza a tutto tondo ( e le risparmia a pochi) e mi è sembrato giusto porlo in evidenza perché ritengo il tema molto interessante.

Su molte delle cose contenute in questo post avrei da ridire, ma avrò modo di fare le mie osservazioni in seguito.

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Ieri è nata la “Fondazione Giulia Cecchettin” voluta con pervicacia da un padre che ha subito l’oltraggio più grande per un genitore, accusato pure di protagonismo e di ricerca di facile notorietà da chi evidentemente non aveva capito le finalità di quest’uomo e padre.
All’evento inaugurale erano schierati anche i paladini della cristianità, la Ministra della Santa Inquisizione Eu-genia Roccella, il Vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, ma soprattutto lui l’ineffabile Ministro della Pubblica (d)Istruzione al secolo Peppe Val di tara (la sua).
Intervenendo in video, il legaiolo si esibisce nel numero che di solito riesce meglio a questi disadattati di governi e che dovrebbe far arrossire di vergogna i suoi sostenitori: “la sublimazione delle gaffe”.
Buttando nel cesso decenni di lotta delle donne (femministe non mi piace, troppo settario), afferma incauto ma risoluto che:

“In genere i percorsi ideologici non mirano mai a risolvere i problemi. E la visione ideologica è quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato”.

Capito? Non si fa eh,eh, la lotta al patriarcato è strumentale e ideologica.
Ha il coraggio di affermarlo di fronte ai genitori di una ragazza rapita e uccisa con una settantina di coltellate.
Ma non contento il nostro Peppe ha continuato a pestare “escrementi” quà e là:

“Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”.

Giulia Cecchettin è stata ammazzata da un bianco, figlio di una famiglia cosiddetta perbene, di nome Filippo (non Ahmed o Aziz), qualcuno forse si è dimenticato di spiegarglielo a questo signor politico , ha risposto la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, via social:
“Se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”, si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia donne nel nostro Paese ogni anno”.

Parole inequivocabili, questi non ascoltano, ma pure se lo facessero non hanno gli strumenti neuronali necessari per elaborare i concetti e questa è solo una delle innumerevoli dimostrazioni.
Arriverà una critica seppur velata a questo scempio da parte di chi difende a prescindere questa banda scalcagnata di governanti? Mah.

“Che un rappresentante delle istituzioni assuma un punto di vista negazionista, dando agli immigrati la responsabilità di parte delle violenza che caratterizzano le culture occidentali è grave – notano da D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) – Se conoscesse i numeri si renderebbe conto che il violento ha le chiavi di casa”.

Evidentemente il Ministro Peppe non ha fatto i compiti a casa.
Bocciato. E con lui, chi ce l’ha messo, ogni riferimento “all’underdog” che ce l’ha fatta è puramente voluto.
Politica ghe vol, no monade.

Alessandro (A59)

(N.d.R.) Qui l’intervento completo del ministro:

https://www.rainews.it/articoli/2024/11/fondazione-cecchettin-polemica-su-parole-di-valditara-piu-abusi-per-immigrazione-illegale-ec147439-b5fd-4d37-9f72-2693db2179c6.html

“Zitto e ascolta”!

Dopo quasi tre anni di combattimenti, questa notte e mattina presto, la Russia ha lanciato una potente offensiva contro l’Ucraina, in modo particolare contro le installazioni elettriche. Molti droni e missili sono stati per fortuna intercettati ma ci sono stati lo stesso morti e feriti.

Morti e feriti che sembrano non interessare affatto l’opinione pubblica che assiste quasi annoiata a questo scempio che dura ormai da troppo tempo, quasi senza battere ciglio. Oppure, lanciando anatemi contro gli Usa e contro chi ha fornito armi agli ucraini per difesa.

Li vogliono far morire di freddo se non ci riescono con le bombe ci penserà il generale Inverno, pensano, nelle altre sfere del Cremlino.

La pace appare assai lontana e l’avvento del tycoon plebiscitato e unto dal Signore, pare essere un incentivo a proseguire il conflitto. I buoni propositi degli “alleati” si stanno sfarinando in generiche attestazioni di solidarietà e vicinanza al popolo ucraino ma ho come l’impressione che tutti aspettino il “miracolo” e nel frattempo si girino da un’altra parte.

Anche Papa Francesco sembra girato dall’ altra parte e neppure oggi si è sentito di chiedere a Putin di smetterla, di piantarla, di lasciare la presa. Per lui non ci sono moniti, ammonimenti, critiche, esplicite o implicite, ma silenzio. Che in questo caso è tutt’altro che d’oro.

Zelensky ha detto che non accetta imposizioni del tipo: “siediti e ascolta”, riferendosi, ovviamente, ad eventuali aut aut provenienti dall’amministrazione (sic) Trump.

Elon Musk che ormai pontifica a getto continuo più del pontefice, ha detto che il presidente ucraino ha molto senso dell’umorismo. Sibillina dichiarazione di uno che è entrato dalla porta principale nel gruppetto che guiderà gli Usa ( e il mondo) nei prossimi quattro anni. Un bel quadretto, paesaggio bucolico, pecorelle e nuvolette sparse in un cielo che minaccia uragani.

Trump è appena arrivato (di nuovo), Putin se n’è accorto e non è il solo.

Sorrisi

Ho camminato, a lungo sulla riva del fiume che gira tutto intorno alla città e che la impreziosisce con i suoi angoli incantati e prospettive magnifiche. L’acqua morbida di un verde di velluto dove si specchia la natura, viva, parlante con occhi e orecchie e non c’era nessuno ma mi sono sentita in compagnia.

Solo una famigliola di anatre che se ne andava in gruppetto affiatato lungo le sponde a cercare del cibo e a godersi il sole del primo pomeriggio novembrino. E il verde lucente dell’erba e il rosso della vite americana che gira intorno alle siepi delle case accostate alle rive, la grande villa patrizia che si staglia in mezzo ad un prato curatissimo e le querce centenarie e le magnolie e gli aceri mi hanno seguito per tutto il percorso con ampi sorrisi. Li scorgevo tra le foglie e sull’erba e sui muri vetusti dove l’edera rosso fuoco si arrampica e si bea del sole che la fa rispendere.

Sorrisi appena accennati di creature la cui anima è serena e placida e vive senza scosse né ansie né desideri , libera e felice di quella felicità sconosciuta a chi non sa godere della bellezza della natura. E mi sono sentita un po’ felice anch’io, poco perché non devo mai credere di esserlo se non per brevi attimi, perché la felicità non può durare più di un attimo ma è così fuggevole che non serve rincorrerla, scapperebbe ancora più velocemente.

E mi basta, mi accontento e aspetto l’indomani quando forse potrò ritrovarla sotto quella foglia rossastra che si è posata qualche istante prima sopra l’erba del prato appena rasato e si è salvata dal sacco del giardiniere.

Politica ghe vol

Il Presidente Sergio Mattarella ha voluto togliersi dei massi dalle scarpe e durante una delle sue uscite pubbliche ha dichiarato, quasi buttandola lì, di aver firmato leggi e decreti che non condivideva. Si, ne avevo avuto il sospetto molte volte, ma che lo avrebbe ammesso, francamente non ci avrei creduto, neppure se me lo avessero detto.

Ha dimostrato onestà intellettuale e anche trasparenza. Certamente non ingenuità perché sa bene che ogni sua parola viene vivisezionata dai media. Ha voluto parlare a suocera? Probabile. Insomma lui, come tutti, ha delle idee, non le professa in pubblico data la sua doverosa imparzialità, ma le ha. E anche lui, uomo di stato tutto d’un pezzo, ha delle debolezze. Delle vulnerabilità. Certamente è una frase che lascia po’ interdetti. La dice ora, durante il governo di una donna, ma è ininfluente, sicuramente, ora durante il governo di destra, ma è sicuramente ininfluente, ma lo dice ora. Ci sarà contiguità tra questa frase del presidente e la sentenza della Consulta di cassare in parte la legge sulla Autonomia differenziata? Può darsi, vai a sapere. Bisognerebbe essere degli indovini, dei lettori del pensiero e anche li, ci sarebbe sempre da chiedersi, ma avrò capito bene?

L’era ipertecnologica che stiamo vivendo ci fa dubitare di tutto. L’avrà veramente detto il presidente o è un effetto della intelligenza artificiale? Ci sarà chi lo dirà? Probabile. Resta comunque il fatto che le sue parole potrebbero avere un effetto dirompente proprio sul governo in carica.

Ecco, vedete, il presidente ci avverte che a volte firma leggi che non gli piacciono, lo dice a Meloni ? Si, forse, lo dice proprio a lei se dal governo qualcuno si è affrettato a dire che non ce l’ha col governo. ..qualcuno potrebbe obiettare. Non l’ha detto mai quando firmava tutte le leggi e leggine dei due sgoverni Conte, lo dice ora che governa Meloni. Sarà un caso? Si può darsi, ma lo ha detto ora. Una matterellata non di poco conto anzi, che conta direi. Niente, non la lasciano lavorare…

Occhio Meloni, stai seduta sull’occhio del ciclone e potresti finire turbinosamente risucchiata.

Ma non era questo l’intento di Mattarella, certamente, ma sicuramente ci sarà chi lo cavalcherà per praterie sconfinate. Politica ghe vol…politica.

Il tempo dei Meloni

Un amico del blog, ieri, mi ha chiamata Mariagrazia Meloni. Era un provocazione a seguito di una mia, ho cancellato perché mi ha fatto venire i cinque minuti (sono abbastanza frequenti) ma poi ho riflettuto. Rifletto sempre, poi. Sono quella del senno di poi. Subito mi saltano e mi girano.

Dunque dicevo, col senno di poi, mi sono detta, ci sarà pure un motivo se qualcuno pensa di identificarmi con il presidente del Consiglio (vuole così, sia fatta la sua volontà). Potrei anche inorgoglirmi, ma non era un complimento, bensì un modo per biasimarmi e incitarmi a criticarla. Mi sono chiesta come mai non riesco ad essere critica col governo. E’ strano perché da quando mi interesso di politica “seriamente” (non moltissimo) ho sempre criticato alla grande anche chi avevo votato, anzi, soprattutto chi avevo votato. Mi sono detta: sarà perché al governo c’è finalmente una donna? Si, anche ma solo in minima parte.

E poi, forse ho capito. Perché mi sono sentita presa per i fondelli da tutto l’arco costituzionale. Io che avevo creduto di votare da una parte, in realtà ero sempre stata tradita perché non esiste “una parte” esiste la Parte. E quale? la parte politica che ha il potere, cioè tutta la classe politica, governo e opposizione. Un interscambio di ruoli che serve solo ad alternarsi al potere e a rimanerci il fino a che dura e poi si finge di dare la parola agli elettori ma in realtà, anche senza che facciano patti segreti, sanno che sono sempre tutti insieme appassionatamente a tempi alternati e spesso già pre determinati.

Insomma un balletto dove i ballerini si alternano in figure e figurine per stare a senso alternato, davanti o dietro la scena con la pretesa di fare i nostri interessi ma con il fine, unico, di fare principalmente i loro.

Ora è il tempo dei Meloni, poi sarà di nuovo il tempo delle Mele. Ma sempre noi siamo a cadere dal pero.

Meloni fa o recita la sua parte, se la prende con le “toghe rosse”, Schlein finge di indignarsi e dice che se la deve prendere con se stessa e i suoi fallimenti. L’Albania è li per dare ragione a finti oppositori che ai tempi dei Meloni sbraitano a salve per dare ragione a se stessi. In attesa che venga quel giorno in cui potranno ritornare a scambiarsi il segno di pace che riporta al governo le “Mele” e fin che il gioco chiamato Democrazia dura (e si spera che duri) la giostra andrà sempre in tondo: chi sale e chi scende e noi a guardare quelli che si divertono e a credere che cambiandoli cambi qualche cosa. Magari con un bonus gelato in tasca (un dolce che convince) e l’illusione di essere popolo, nonché sovrano.

Con le differenze dovute ai nomi e alle persone che sono più o meno “tagliate” per governare e con idee e personalità diverse, ma sempre rientranti nel gioco oggi a me domani a te.

In realtà, a conti fatti, per quanto ci agitiamo per sostenere o criticare questo o quel governo, questo o quel politico, (ed è giusto farlo) alla fine della fiera siamo molto più “sudditi” di quello che pensiamo.

PS: Spero che nessuno mi dica che intendo fondare il partito della “Donna qualunque”.