Vero d’autore

Beata ignoranza, si diceva e forse si dice ancora. Ha davvero dell’incredibile la storia del dipinto che un rigattiere di Pompei ha tenuto in casa per oltre cinquanta anni senza rendersi conto che era un quadro di Picasso. Lo aveva trovato da qualche parte ripulendo una cantina a Capri e portato a casa, la moglie diceva che era orribile ma lo aveva lo stesso ripulito e incorniciato e poi appeso della parete vicino alla finestra. La donna si è anche fatta fotografare vicino a quel dipinto che ritrae una delle amanti e muse ispiratrici del pittore: Dora Maar fotografa e pittrice anch’essa, oscurata dalla fama del pittore spagnolo.

Incredibile ma vero. Il figlio aveva cominciato ad insospettirsi che quel quadro potesse essere autentico quando ha visto la foto su una enciclopedia. Passano gli anni, da adulto cerca in tutti i modi di verificare se per caso non avesse in casa un capolavoro del pittore. Il nome era chiaro e scritto bene in evidenza: Picasso, ma i suoi genitori non sapevano chi fosse. Non ne avevano ma sentito parlare e però lo avevano conservato anche se alla donna sembrava brutto, forse un’intuizione?

Fatto è che dopo lunghe e penose vicissitudini Andrea Lo Rosso è finalmente venuto a capo di una storia che sembra una novella di Pirandello e…Cosi è se vi pare…il quadro è autentico e forse verrà presto autenticato dalla fondazione intitolata all’artista. Il suo valore potrebbe aggirarsi intorno ai dieci milioni di euro, una cifra da capogiro alla quale Lo Rosso non vuole neppure pensare per non sentirsi le ginocchia tremare.

Quanto basta

Un verso di una notissima canzone di Toto Cotugno diceva: “Con troppa America sui manifesti…”. Ma era un altra era geologica. Ora abbiamo i manifesti che campeggiano in molte nostre città, Roma compresa che dicono: “La Russia non è il mio nemico”. Sono comparsi da qualche giorno e pare siano inamovibili.

Li avrebbe fatti installare un certo Domenico Aglioti, grillino, sostenitore della ex sindaca di Roma Virginia Raggi, fondatore del Movimento 5 stelle a Roma, oltre attivista vario ed eventuale, Un campagnaro insomma, uno che si diletta a fare scampagnate per proporre temi di attualità e “sensibilizzare” i cittadini. Ma le campagne costano e in molti si chiedono da dove provengano i soldi. C’è chi afferma che arrivino direttamente dal portafoglio di Vladimiro, ma l’interessato smentisce, dice che non sa, non ricorda, lui ha solo contattato “l’agenzia”, poi ha speso poco, una cosa da nulla, robetta.
Sta di fatto che c’è una interrogazione parlamentare in Italia e anche a Bruxelles. Il motivo è che ci si chiede come sia stato possibile affiggere manifestoni che fanno pubblicità ad un paese aggressore e aggressivo e che non sembra avere a cuore troppo i diritti umani.

Per ora non si sa. Si saprà? mah. A Roma dicono di averli fatti togliere ma dopo poco sono ricomparsi. Che strano, davvero, forse per magia?

Già le magie dei grillini che sono un po’ in ribasso come popolarità e da rivoluzionari allo sbando si stanno riciclando pacifisti d’assalto. Disarmati, però. E con la Russia sui manifesti. ma poca. Quanto basta.