Up Harris to arms…

Manca poco…a che? Alla fine del mondo? no, almeno spero. manca poco alla resa dei conti tra i due candidati alla Casa Bianca. Uno è il solito individuo losco, spergiuro e bugiardo, con cause pendenti e condanne. Un pregiudicato assaltatore di donne, misogino e maschilista. L’altra è una donna di (quasi) colore, asiatica, per bene, carina e simpatica, molto gioiosa e molto preparata. Ma non basta: è una donna. E questo può fare la differenza. Beh, certo, sempre le donne fanno la differenza. Differente rispetto a quel cetriolo, a quell’Orango vestito, lo è di certo. Ma non basta, E’ una donna. E gli elettori americani, quelli misogini e maschilisti, dovrebbero votare una donna per quanto brava, simpatica e preparata? ma in che film? Ma il fisico di ruolo ce l’ha? si chiedono i maschilisti. Una donna non è un uomo, un uomo come Trump, poi, non scherziamo. E questo potrebbe costarle la vittoria. Eh si, nonostante lo scoppiettante esordio, ora, Harris è là là, ma non supera di tanto il cetriolo. Forse c’è bisogno che sfoderi maggiore grinta, che dica chiaro e tondo che quello non ci sta con la testa, che perde il filo dei discorsi, che balla come uno scimmione e che con lui gli americani sono a rischio di perdere la libertà e la democrazia finirebbe sotto i tacchi di quel dirty dancer. E il mondo intero sarebbe a rischio. Forza Harris, metticela tutta ma proprio tutta e convinci le donne americane che quel tipo è pericoloso e se non votano te l’America finisce di essere un paese democratico per diventare un incubo per l’umanità.

8 commenti su “Up Harris to arms…”

  1. Un po’ come quelli che non salgono su un aereo guidato da una donna. Può essere che perda proprio perché è donna e nera e di origini asiatiche. mi sa che aveva ragione coso, come si chiama…Trumponi, come mai non si sente più? eppure era uno che scriveva e come se scriveva. Mah, questo blog mi sa che è davvero un “albergo”.
    R
    beh, io spero che chi non scrive più qui stia bene e non scriva solo perché non ne ha voglia. Poi, qui, il conto non viene mai presentato. Perciò ognuno è libero…

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  2. Signora Gazzato, Kamala Harris probabilmente ha i numeri per governare, ma, in teoria, per governare la nazione più potente del mondo, non basterebbe raggiungere la sufficienza, e neppure il “buono”.
    Ci vorrebbe genialità, visione strategica…. bisognerebbe essere speciali.
    Purtroppo, anche negli USA la politica è in crisi come in Italia, e quelli che fanno politica non sono i migliori.
    I più in gamba preferiscono fare montagne di soldi come Bezos e Musk.
    R
    in gamba? quei due li vorrebbe a governare gli Usa? Ci manca solo…dunque? Meglio Trump il giovane. Ovvio.

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  3. Secondo me il maschilismo non c’entra nulla. Ce lo mettete ovunque, ma sarebbe vero se a votare fossero solo gli uomini. Clinton aveva quasi vinto con Trump.
    Non siamo americani e possiamo solo ipotizzare quali siano le ragioni dei seguaci di quell’energumeno. Persino una mia lontana parente cittadina americana ha detto che la vice residente è “an idiot”. Boh, avranno le loro ragioni, parlava di inciuci, corruzione e massimi sistemi. Ho risposto che per fortuna fra noi e loro c’è un oceano! D’altra parte anche i nostri politici potrebbero essere descritti allo stesso modo.
    E comunque non ho mai sentito nessuno che scende dall’aereo perché guida una donna. Forse per la difficoltà di reperire un paracadute nel momento in cui la pilota si presenta dall’altoparlante e saluta i passeggeri descrivendo la velocità e l’altezza di navigazione.
    R
    ah, ecco, si, forse. Ma io ho sentito ben di peggio, neppure in treno ci vanno se a guidarlo è una donna…certi.
    Però, Mauro, lo vede? ha la prova della propaganda di Trump, come si fa a definire “idiot” una con il suo curriculum? Se non per la macchina da guerra che Trump ha affinato contro di lei definendola persino “disabile mentale”? Si, per fortuna non siamo americani ma la prima donna premier della storia repubblicana ha a che fare spesso con definizioni che non ne esaltano certo la “parità” di genere, ma tutto il contrario.
    E Harris deve confrontarsi anche, sicuramente, col maschilismo il primo maschilista americano è proprio il suo avversario e sta usando tutte le subdole e meschine trappole proprie del maschilismo e della misoginia. Lo stesso fa il suo vice Vance che definisce le donne senza figli: “gattare”.

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  4. Concordo con Mauro.
    Credo anche che il problema principale in un sistema elettorale come quello americano sia la notorietà dei candidati.
    Sicuramente ci sarebbero persone molto più in gamba di loro che, però, nessuno conosce, e nessuno si azzarda a lanciare in campagna elettorale.
    Trump lo conoscono perché ha già governato e può vantare di non aver aperto nuove guerre ma aver cercato di chiudere quelle in atto. Inoltre credo che la sua politica isolazionista (America first) piaccia a tanti.
    Kamala Harris non ha il problema di essere donna. Ha il problema che l’hanno tirata fuori dal cappello all’ultimo momento, dopo che durante la presidenza Biden aveva fatto da tappezzeria.
    Altro difetto è che è guerrafondaia come Biden, e credo che anche gli americani comincino a preoccuparsi che la politica di Biden contro la Russia e l’Europa possa avere conseguenze pericolose.
    R
    ma come fa a scrivere certe …astruserie? lei non è affatto guerrafondaia e avete rotto (mezzo mondo non lei solo) che Biden era vecchio, decrepito, che gli fumava la testa…e chi dovevano mettere se non la vice? Una che ha un c.v. che se lo sognano in tanti e che è già di casa alla casa Bianca? Chi? Adesso stai a vedere che i candidati presidente Usa nascono sotto le querce come i porcini. lei era la mossa migliore da fare e lei è molto ma molto meglio di quel fascista di Trump. Lui cerca di chiudere le guerre? ma che film guarda? Lui se ne frega altamente di tutti, lui le guerre le fa chiudere a modo suo sbattendo le porte in faccia alle vittime. Gli americani hanno davvero da preoccuparsi solo se lui ritorna a sedersi sul trono e con l’immunità. Ma come fate a non capire?

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  5. Vai a parlare di maschilismo in un blog dove ci sono solo maschi? beh, naturale che non esiste, ovvio. Ma quale, ma cosa? dicono sempre tutti così. Il macho Trump piace, è simpatico gioviale giovanile e benedetto. Meno male che non vivo in America, al pensiero che vinca quello e i suoi amici svitati…

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  6. Guardi, Fede, che alcuni dei femministi più arrabbiati sono uomini.
    Per esempio, un mio collega entomologo che odia i maschilisti (a dirla tutta, odia anche i razzisti, i fascisti e altri “isti”.)
    Come, del resto, ci sono molte donne che non sopportano le femministe.
    A volte le persone assumono posizioni che sono in netto conflitto con il proprio essere, forse per sviare eventuali critiche e pregiudizi.
    Come i ricchissimi Feltrinelli e De Benedetti che erano ferventi comunisti.
    R
    Un femminista arrabbiatissimo, per esempio, oggi è Trump, ah femminista come lui non c’è nessuno, o pochi davvero. Una signora oggi quasi sessantenne ha trovato finalmente il coraggio per denunciarlo (la lista si allunga). Beh, solito, anni 90, lei modella, conosce Trump tramite un amico (e che amico), lui la invita alla Trump Tower assieme al comune amico e le salta addosso appena entrata. Un classico, ci siamo abituati.
    lui nega, come al solito nega. Ovvio è così femminista che non potrebbe mai mettere le mani addosso ad una donna senza che lei abbia detto: prego, si accomodi.

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