Un spicchio di mondo

Dalla mia finestra della cucina: un bosco appena accennato di foglie d’autunno, fitto e antico, i tetti di case nuove o rifatte in toto, alzate, migliorate ma decuplicate, no giardino, solo cemento, il tetto sberrucciato dalla bifamiliare di fronte e i due camini vetusti che ancora non fumano. Un pezzo di cielo, oggi finalmente ottobrino. Senza sole ma una coltre lieve di nuvole indecise che mandano giù a sprazzi qualche innaffiata d’acqua preziosa. E antenne. Di tutti i tipi. Ma sono ormai parte del panorama. Le tre piante sul terrazzo, sono infreddolite ma tengono ancora in mente il sole cocente e la sferza di venti caldi e ancora, non si danno per vinte.

Nel piazzale del mio condominio, poco movimento: un gatto nero che mi attraversa la strada ogni qualvolta, e poi si gira e mi fa un sorriso discreto, qualche passante con cani al guinzaglio che trascinano padroni svogliati, qualcuno ha in mano un sacchetto dove in bella mostra c’è la pupù di Fidomitiaffido, grossa e puzzolente. Ma …che bello, l’ha fatta| E’ un trofeo.

Qualche auto arriva parcheggia o parte. I miei vicini…quanto li odio, no cioè amo, no cioè mi sono indifferenti, no cioè e basta, fatevi un’idea.

Uno spicchio, ingenuo di mondo in apparenza tranquillo.

Ma non sento canto d’uccelli, i due colombi che si danno appuntamento ogni giorno sull’antenna della casa di fronte, oggi non ci sono.

Il rombo di qualche aereo, pieno di aeroporti militari a un tiro di fucile da qui, ma il tempo non esiste, la guerra è lontana e forse mi sono inventata tutto. O forse no.

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