Le idee corrono

Con quella faccia da Brighella…sembrava il bambino de “Il bambino e il poliziotto”, il film dove Verdone è un poliziotto che gli arresta la madre e poi finisce che i due si mettono assieme.

Eccolo Trump , il ragazzo col ciuffo, che ci dice che non correrà nel 2028 se perde queste elezioni…se perde? ho letto bene? Mi sa che comincia a crederci di perderle. Oppure fa così per conquistare le simpatie degli americani indecisi? già, potrebbero pensare a quale perdita se non si ricandidasse in caso perdesse…una perdita davvero. Lui e la sua compagnia di giro, stanno facendo “un grande lavoro”, lo ammette. Soprattutto quello sparviero del suo Vance, scudiero fedele ma feroce. Mi sa che lo teme anche lui.

O, forse, è un po’ intimidito da tutti gli attentati che ha subito, ben due e sfangati entrambi, la storia lo ricorderà come “il presidente miracolato”. Dio è con lui, dice. Ma potrebbe distrarsi, deve aver pensato. Insomma l’ho visto “brutto”. Chissà, forse Melania ha minacciato di chiedere il divorzio? e lui dove la trova un’altra badante così?

E poi chi glielo fa fare? meglio lasciare che Kamala si metta il mondo in spalla e vada avanti lei, a lui non viene certo da ridere in un momento che peggio per il mondo non potrebbe essere. Si, è vero, i dittatori gli piacciono, c’ha il feeling con loro, ma perbacco se vince si potrebbe ritrovare con quello scassa…scoccia…secca…si insomma con quel petulante dello Zelensky a chiedergli soldi e armi e lui non ha molta pazienza con gli scocciatori. Meglio lasciarlo a una donna, di certo lei pazienza ne ha e magari se lo toglie dai piedi, meglio le donne per sbrigare certe faccende.

Per questo e mille altri motivi Trump se perde non si ricandida e anche perché forse a 82 anni correre gli sembra impresa troppo audace persino per lui. E poi c’é anche un motivo più serio; che potrebbe essere in galera e li non si corre se non per scappare. A meno che anche negli Usa non decidano di andare “oltre il carcere”…si sa che certe idee “meravigliose” corrono…

https://www.theguardian.com/us-news/2024/sep/22/trump-wont-run-2028

Quanti Turetta?

Mi pento di aver guardato uno spezzone, davvero breve, della confessione di Turetta. Mi ha dato la nausea dopo pochi minuti. Volevo vedere con quale faccia si sarebbe presentato al giudice. E l’ho vista la faccia che ha presentato: quella di un assassino feroce crudele e ipocrita.

Falso. Un attore però. Tale si dimostra. Un attore che finge sentimenti che non prova ma recita male. Non so quanto gli crederanno, non so quanto i giudici si lasceranno prendere in giro da quella faccia contrita e smunta di finto pentito. Non lo so. vedremo. A me non ha fatto che ribrezzo. Un ribrezzo fisico. Uno che racconta con voce cantilenante e si atteggia a uomo distrutto quando tenta solo di convincere il giudice che lui non è più quello e ammette tutto e descrive con agghiacciante nitidezza la sua ferocia contro quella povera ragazza… Ho spento. Mi dava la nausea. Davvero, altro non potrei definire la sensazione che ho avuto.

Riabilitare un tipo simile? si può? Davvero? “andare oltre il carcere”? pensare di rimettere “in circolo” un simile odioso e pericoloso individuo? Chi lo pensa è solo qualcuno che vuole mostrare una faccia che non è la sua vera faccia. Oppure cerca consensi. Vuole ammirazione per un “pensiero alto”. Interesse pubblico riabilitare uno così perché lo rifaccia?

Il carcere è brutto. Certo, anzi bruttissimo, molti i suicidi, troppi. Ma per Giulia Cecchettin c’è stata la pena di morte inflittale da chi diceva di amarla. E in quel modo. Chissà se il suo assassino arriverà mai a capire quale pena le ha inflitto. Quanti Turetta ci sono in giro per le nostre strade? e quanti sono pronti ad imitarlo? Se i giudici si lasceranno ingannare da quella faccia di titanio, saranno altre coltellate su una donna già morta e su quelle che moriranno ancora. Le prossime vittime di uomini da “riabilitare” per una società che vada oltre la pena e anche oltre la pietà per le vittime della loro barbarie.

Un paese oltre

Questo è un tema domenicale. Diciamo che la domenica mi lascio un po’ andare alle confidenze, si fa per dire. Il blog sta per compiere sette anni, l’età della ragione, si diceva. E dunque dovrei cominciare a ragionare su come renderlo adulto. Si, insomma, serio, posato, affidabile…ma so che per me è impresa impossibile. Però vorrei anche dire che mi dispiace sempre quando le persone che hanno scritto qui, con le quali ci siamo scambiati lunghi post, con le quali ho anche litigato (mi riesce facile) spariscono. Da un giorno all’altro e puff, come se non fossero mai esistite. Certo io mi auguro sempre che sia una sparizione sana, cioè che se ne siano semplicemente andate da qui e gli auguro quanto di meglio. Però mi dispiace. Lo ritengo un fallimento. Certo, con questo non credo che si possa pretendere che qualcuno rimanga incollato al blog per sempre, no, certo, è ovvio. Ma mi pare una sconfitta sempre quando qualcuno lascia, magari senza dare la minima spiegazione. Io non lo farei, almeno credo.

Perché io ci metto del mio qui sopra. Magari non appare, ma ci metto molto del mio. Però mi rendo conto che sono a volte un po’ troppo esigente e pretendo che gli altri capiscano che ho questo carattere, beh, si diciamo che sarei un po’ “rispostera” (definizione data da Edoardo alla figlia nella commedia “Natale in casa Cupiello”).

Si, lo ammetto. Ma spesso mi dico, anzi mi impongo di non rispondere, di lasciare andare, di non polemizzare. Ma poi penso: ma che cosa l’ho aperto a fare se non rispondo? Certo non esiste la perfezione e neppure la vorrei: in certi casi il caos genera idee e ti mette quel pungolo a mettere ordine che fa nascere delle idee nuove. Si, perché mettendo in ordine, come si fa per gli armadi, ti possono venire delle idee nuove che se sei troppo ordinato non hanno modo di uscire, di palesarsi, come quel vestito nuovo che credevi di aver perduto e invece si era infilato sotto, nell’angolo più riposto del comò. E chissà come c’era finito tra le lenzuola e le federe. E’ rimasto li mentre lo cercavi ovunque e lo avevi sotto al naso. Capita.

Ecco, questo è.

Ma devo anche dire che da giorni mi rigira per la testa l’idea di scrivere qualcosa su Vannacci e Salis. Chissà perché li vedo in coppia quei due? L’uno che a Viterbo ha raccolto i gatti del rione e l’altra che va in giro spettinata a raccontarci che vuole un paese che vada oltre il carcere…

Ma sicuro, ha ragione, lo vorrei anch’io, oltre il carcere, oltre le regole, oltre la vita e oltre la morte.

Un paese “oltre”, insomma. E non questo paese carcere. Buona idea, mi sa che mi faccio salisiana.

Prendoattologia

Dopo l’ennesima mail alla mia amministratrice riguardante una questione che va avanti da anni e che non non riesce a vedere soluzione, la risposta è stata: “Prendo atto”.

Prende atto e non risponde alle domande che le faccio, prende semplicemente atto. Ho come l’impressione che la presa d’atto sia in realtà una presa per i fondelli, ma questo è.

E non ho insistito perché temo di ritrovarmi la stessa risposta o peggio il silenzio.

Ho notato che questa frase fatta viene usata spesso e non solo in questioni burocratiche ma anche in atti informali o in discussioni, sia tra politici che gente comune. Ma che cosa significa veramente?

Il dizionario ne da questa definizione: “prendere nota, o prendere in considerazione”. A me francamente pare di più un modo, comodo, per chiuderla li, per non scendere in particolari, in realtà per non rispondere. “Ne prendo atto” è una non risposta. Questa piace. La non risposta evita le responsabilità di dare una risposta che potrebbe essere in qualche modo compromettente.

Ma, faccio qualche esempio per capirci meglio. Pensiamo se un innamorato decidesse di dichiararsi alla donna del suo cuore e le dicesse: “ti amo” e che questa rispondesse: “ne prendo atto”. Come pensate che dovrebbe rimanerci? Io credo che gli cascherebbero le braccia e prenderebbe atto che forse lei non lo corrisponde come credeva. Forse avrebbe preferito un pugno in faccia piuttosto della presa d’atto.

Oppure, se chiediamo al nostro vicino di abbassare la radio o la Tv perché è notte fonda e non riusciamo a dormire a causa del fracasso e questo ci rispondesse: “ne prendo atto”…non è impossibile, ormai è una frase talmente di uso comune che persino il prete in chiesa potrebbe sentirsi rispondere alla domanda: “vuoi tu sposare la/il qui presente…”?, “ne prendo atto”…

A questo punto di tutto si può prendere atto anche che questo post è “noioso” e inconcludente e non dice niente e non si presta ad alcun commento (già, non parlo di guerre). Ma io so come risponderei e lo sapete anche voi…

Si, giusto: ne prenderei atto.

La ragazza perfetta

Sembra un film dell’orrore eppure è realtà. Una ragazza “perfetta”, di buona famiglia, benestante, universitaria, fidanzata da anni con un amico d’infanzia, educatrice dei bambini della parrocchia, baby sitter…insomma quello che ogni genitore potrebbe desiderare. E i genitori di Chiara, questo è il suo nome, ne saranno stati orgogliosi, i genitori amano poter parlare bene dei figli, si sentono realizzati e in un certo qual modo, gratificati.

Hanno fatto tutto bene, le hanno dato tutto quello di cui aveva bisogno per crescere armoniosamente e sviluppare un carattere “buono” con quelle caratteristiche che piacciono tanto ai genitori: seria, posata, studiosa, rispettosa…con gli amici “giusti”, un fidanzato col quale poter esprimere la propria nascente ed esuberante sessualità…insomma la quasi perfezione.

Poi un giorno la nonna trova nel giardino di casa della famiglia qualcosa che la fa inorridire : il corpicino di un bambino, neonato e morto e sepolto sotto uno strato di terra che i cani di casa hanno riportato alla luce. Orrido, impensabile.

Bene, la ragazza si trova in vacanza coi genitori, nessun sospetto su di lei, ma poi si scopre la dura, durissima e sconvolgente realtà, ha partorito da sola e ha ucciso ben due creature (una l’anno precedente) nate dalla sua relazione col fidanzato il quale non sospettava nulla ed era all’oscuro di questa tragica ed orrida realtà. Il castello di carte della perfezione di questa ragazza è crollato e ora restano due bambini nati ma subito uccisi dalla madre e lei che sembra non aver ancora capito l’enormità di quello che ha fatto.

Una società di mostri quella che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno e ogni giorno di più ne scopriamo l’assenza di spiritualità e di anima, una società dove il male viene banalizzato e trattato quasi come “normalità”, una società dove spesso i giovani crescono dentro dei bozzoli dai quali non vogliono mai uscire, dove la responsabilità è un termine desueto e tutto deve essere funzionale all’esteriorità esasperata. Tutto rigorosamente senza anima e senza sentimenti. Neppure l’ombra pallida di un rimorso.

Night all around

Night on top of the trees and
under the clouds and night
inside my soul whenever
I look around and it’s dark.

Trees already filled with
green glory of the new
leaves and no sound to be
heard.

Night in my heart and soul
night all around up and down
night in the black old space
of the universe.

The door is not easy
to open as if thousands
of years have passed and
rust had eaten the key.

But I still managed to
get in with night all
about me.

Una poltrona per uno

Ancora un altro attentato alla vita del candidato repubblicano Donald Trump. Per fortuna andato a vuoto e forse non solo per fortuna, ma per puro caso, pare. Un uomo pare fosse appostato a soli 500 metri da Trump che stava giocando a golf. Gli agenti stavano ispezionando le buche successive quando uno di loro si è accorto che la canna di un fucile sporgeva da una siepe. Si sono subito buttati su Trump e hanno sparato contro la siepe e stanato un uomo che correndo è entrato nella sua auto e scappato sulla provinciale, ma è stato preso dopo qualche chilometro. Pare si tratti di un certo Ryan Wesley Routh, 58 anni, con piccoli precedenti penali. Pare si sia fatto arrestare senza opporre resistenza e al momento dell’arresto non aveva armi con sé. Non ha detto niente che finora lo possa collegare al tentativo o pseudo tale di uccidere Trump. Sembra sia stato volontario in Ucraina e sia molto attivo sui social nel sostenere la causa degli ucraini. Cosa rischia ora quest’uomo? Abbandonati sulla recinzione che contorna il Golf Club in Florida, sono stati ritrovati un fucile e una foto camera appesi alla rete. Questa volta Trump se l’è cavata senza un graffio ma, pare, non un colpo sia stato sparato contro di lui. Questa volta gli agenti sono stati efficienti e tutto è finito nel migliore dei modi. Ma cosa ci faceva li quell’uomo e come era riuscito ad avvicinarsi così tanto a Trump è ancora tutto da spiegare. Se avesse voluto ucciderlo bastava che avesse sparato e molto probabilmente da quella distanza sarebbe riuscito a colpirlo. Ma no, questa volta ancora il destino favorevole a Trump ha voluto che l’agente vedesse la canna del fucile in tempo, Forse questione di qualche secondo, forse meno.

La fortuna di Trump è la prima cosa che viene in mente a pensarci. Il c…come si dice volgarmente è un fattore imprevedibile, nel caso di Donald, per la seconda volta gli ha salvato la vita. Tutto bene dunque? Beh, sarebbe tutto bene se non avesse subito due attentati così vicini e se non fosse stato il caso o la sorte o la fortuna, a salvarlo, ora sarebbe tutta un’altra storia. Fortuna, anche questa volta vuole che Trump si sia salvato e ringraziamo ancora una volta il cielo. E però l’uomo deve, secondo me, guardarsi meglio le spalle e mettersi meno in favore di fucili mitragliatori perché, nonostante il suo conclamato c…la terza volta potrebbe non esserci il caso, la sorte o il suo angelo custode a salvargli il c.

Nella vita si sa il c. ha una influenza notevole, ma ci vuole anche prudenza, se sei già stato salvato in extremis dalla sorte e per la seconda volta scampi ad un “presunto” attentatore che non ti ha neppure sfiorato il naso, forse sarebbe meglio te ne stessi più appartato. Che so, con la moglie a sorbirti un te dentro le mura di quella residenza reale. O a bagnarti dentro le piscine termali coperte di un resort floridiano. Ma all’aperto, fermo in piedi mentre tenti di infilare le buche, con i precedenti che hai, forse sarebbe meglio di no. Troppo esposto e anche se hai c. non devi sfidare troppo la sorte.

Tanti auguri presidente, rimanga in salute e si riguardi di più, la vita vale molto più di una poltrona alla casa Bianca. Capisco che sia una poltrona prestigiosa, ma solo una seduta contiene e non è il caso di perderci la vita.

Salvini non lo sa

Matteo Salvini rischia di finire in galera. Il ministro è accusato di sequestro di persona per non aver permesso lo sbarco di 147 migranti dalla nave Open arms, nel 2019, quando era ministro dell’Interno del governo Conte. I nodi arrivano sempre al pettine e ora sono nodi di Salvini. La Procura di Palermo ha proposto sei anni di carcere.

Meloni si è indignata ed ha difeso il suo ministro. Reazione non ponderata, secondo me. In fondo cosa sono sei anni? passano veloci e magari con la buona condotta diventano tre, pena dimezzata, Salvini sa farsi amare. Sarebbe la mascotte del carcere e potrebbe rendersi conto della situazione delle galere italiane e visto che è ministro proprio delle Infrastrutture, pensare a qualche miglioria per renderle meno disumane. Potrebbe continuare a ministrare da lì e che ci vuole? si fa portare una scrivania e lavora dietro le sbarre. Si concentrerebbe meglio. Però, attenzione al vitto. Eh, si a quello ci tengo, un ministro della sua fatta e della sua stazza ha bisogno di una dieta adeguata, altrimenti è tortura: cinque uova appena sveglio, due moke di caffè, due panini col salame, mi raccomando che sia Felino, a mezza mattina. Per pranzo uno spaghetto al pomodoro e un secondo di carne con contorni vari, ci tengo che mangi le verdure, su quelle sarebbe un po’ ritrosetto…poi che cosa ancora? Ah per cena salsiccia con i fagioli, che siano borlotti però…poi caffè, ammazzacaffè e un limoncello per dirigere il tutto…e verso mezzanotte un po’ di frutta: Meloni, anguria e qualche noce di cocco appena colta. Solo così potrà resistere alla mancanza di libertà e se nel frattempo dovesse arrivare la Grazia, beh, sarebbe cosa buona e giusta, in fondo lui ha solo fatto il suo dovere, di che lo si accusa? Sono stati bene, non gli mancava l’acqua e nemmeno l’aria, cosa volevano di più? Magari scendere da quel ponte dove si moriva di caldo dopo giorni di navigazione, ma lui questo non poteva saperlo perché lui faceva solo il proprio dovere di difendere i confini. I confini della Patria sono sacri, perdinci. I giudici però hanno detto che loro difendono i confini del diritto. Ognuno ha i propri confini da difendere. E anche i confini della legge sono sacri, ma questo Salvini non lo sa.

Però questi giudici di sinistra che si intromettono coi loro codicilli inutili a rompere le scatole ai ministri. Bisogna mettergli un freno. Quando esci (perché esci, esci) Matteo, scusa se mi permetto il tu… ti facciamo ministro della Giustizia così vedi cosa devi fare per raddrizzare un po’ le cose in un paese dove i magistrati si permettono di fare rispettare le leggi e sono sempre li coi pettini a cercare dei nodi anche dove non ci sono. Salvini usa il balsamo dopo lo shampoo non ha nodi, i nodi, piuttosto, li vadano a cercare sulla testa di Sangiuliano che il balsamo non lo usa e neppure il pettine, ma se cercano bene qualche nodo lo trovano. La Boccia è pronta a testimoniare. E lei se vede confini, li scavalca a piedi impari.

Una brutta rogna questa di Salvini che va (forse) carcerato, soprattutto per i suoi fans che ora si devono dare da fare per salvarlo dalle spire della Giustizia. Lui non pare preoccupato, fare il martire gli riesce bene, gli sta già spuntando l’aureola dietro il capello brizzolato. E non gli sta male, anzi, gli dona un certo allure. Può andare in giro come la Deneuve a vantarsi: Oui, je suis Matteò Salvinì…

Elly che ride

Elly Schlein è una segretaria comoda. Va bene per tutti quindi è la segretaria di tutti. Veramente dovrebbe esserlo del PD. Infatti, il PD è il partito di tutti e per tutti. Sta con tutti sempre il PD, inclusivo anche con l’opposizione. Ci sta sempre il PD. Con tutti. Volgarmente si potrebbe definirlo una sorta di peripatetica della politica.

Elly Schlein non vuole togliere nulla a questa fama ormai consolidata del partito che ebbe un picco travolgente di consensi con quello che ora spinge per entrare nel campo per rientrare in campo. Si sono abbracciati a fondo campo lui e la segretaria, un lungo abbraccio amichevole e forse qualcosa di più. Elly è accomodante non si fa problemi sta con tutti. Politicamente e magari anche no, e perché no? Libertà è amore e amore è libertà e lei lo sa.

Piace forse per questo. Una donna inclusiva e includente, politicamente inconcludente ma che fa? Vive e lascia vivere, si immischia poco, contraddice meno, si oppone niente.

Fa la vita comoda della armocromata di successo. Arrivata. Si arrivata e soddisfatta di sé. Elly per sempre. Sembrano dire i suoi fans.

Si fa vedere poco, parla poco, ride tanto (come Kamala). Ridere deve essere uno degli ultimi must in politica, forse dettato dai coach o life trainer, professione del futuro. Ridere aumenta l’autostima e aggrega, raccoglie intorno a sé le masse perché chi ride è sempre un vincente. La malinconia non paga e porta pure sfiga.

” il Pd deve farsi trovare dove i suoi elettori se lo aspettano ed è lì che passo dopo passo lo stiamo riportando”. 

Cosi ha risposto a Formigli che le chiedeva come mai nessuno vuole più Renzi… e perché. E dove va il PD senza Renzi? (domanda implicita che il conduttor cortese non le ha fatto per non imbarazzarla troppo).

Il PD dovrebbe farsi trovare li dove lo aspettano gli elettori e lei ce lo starebbe portando? passo passo? di lumachina però.

Ma Elly non ha fretta, lei è inclusiva anche con il governo e sa che dovrà aspettare a lungo prima di tirarsi su le maniche e mettersi a lavorare (davvero) per rappresentare un’alternativa. Nel frattempo che fa? Si gode la vita, ama, include, non esclude, abbina i colori giusti e ride.

Chiamatela fessa…

La pace si ottiene credendoci

Per ottenere la pace l’Ucraina deve vincere la guerra. Non c’è pace senza la riannessione di tutti i territori occupati dai russi in questi anni che sia pensabile. L’occupazione di parti di un territorio sovrano costituisce una palese violazione dei trattati internazionali.

La tenacia con la quale gli ucraini si difendono da quasi tre anni dalla proditoria avanzata sul proprio territorio di forze armate russe, è ammirevole e fa male sentire dire che dopo tutti questi morti e tanta devastazione, l’Ucraina si dovrebbe arrendere perché Putin è invincibile, perché Putin è forte, perché ha l’atomica e perché le sue minacce alla pace mondiale ci tengono in ansia da quasi tre anni.

Un uomo solo capace di creare tanta destabilizzazione e quasi panico e da quasi tre anni stiamo vivendo una sospensione del tempo e quasi con rassegnazione guardiamo lo svolgersi degli eventi sempre più convinti che l’orso russo non si possa fermare.

Ma gli ucraini non demordono, non gli credono e non credono che non si possa fermare. Loro lo vogliono fermare e non ci sono argomenti validi che li convincano. Questo sembra a sentire il loro leader che si è trovato a fare il generale e a guidare l’esercito e tutto il paese verso un destino che sembra segnato ma al quale gli ucraini non si rassegnano.

Parla di piano di pace che presenterà a Washington in un suo prossimo viaggio dove lo esporrà all’uscente presidente americano e ne discuterà con lui. Questo uomo tenace che si presenta ogni giorno più determinato e che viene definito dalla propaganda filo russa un dittatore, si sta dimostrando un tessitore di trame, un mediatore, un diplomatico e un organizzatore come forse mai nessuno avrebbe potuto predire quando è stato eletto ormai 5 anni fa in quel paese che era quasi sconosciuto a gran parte del mondo occidentale e che ora campeggia ormai da quasi tre anni su tutti i media e tiene alta un costante attenzione su di sé.

Da lì potrebbe arrivare la minaccia più grande per l’umanità di una escalation che potrebbe portare il mondo sull’abisso e farvelo sprofondare. Da lì una minaccia che non avremmo mai pensato di dover anche solo ventilare se non come una cosa dell’altro mondo.

E tutto perché? per la prepotenza di un leader al comando da 25 anni che crede di essere invincibile e così potente da tenere il mondo col fiato sospeso ancora fino a quando non avrà schiacciato la resistenza ucraina determinata a non farsi schiacciare. E minaccia il mondo che se verrà data l’autorizzazione ad usare missili a lunga gittata sul suo territorio si considererà in guerra con la Nato.

Si perché lui deve essere rispettato e lasciato invadere, uccidere, calpestare i diritti umani in quelle zone che considera di sua proprietà e l’arroganza che mette in tutte le sue affermazioni passa per determinazione a difendere il proprio popolo dalla prepotenza del bieco occidente.

La salvezza dell’umanità passa dalla determinazione degli ucraini a tenere duro e a volere che tutto il territorio venga lasciato libero dagli oppressori e dalla determinazione dei paesi ad essa alleati di ottenere questo risultato. La pace non si può ottenere che così: credendoci.