Non lascia mai Putin, raddoppia sempre. E’ nel suo stile e ne ha stile, enorme e non per nulla se lo tiene stretto quasi come il suo enorme potere. Da venticinque anni è al potere, ormai è un monumento nella piazza Rossa. Una statua di marmo massiccia e pesante come una minaccia. E noi dobbiamo avere paura di una statua?
Ma no. Non può fare del male, una statua è materia inerte pur se splendida, artisticamente valida oppure decisamente brutta come l’ultima statua proposta per commemorare Oscar Wilde. Anche se non si può giudicare l’Arte e Putin decisamente è Arte, da qualsiasi parte lo si guardi. Come statua, intendo.
Putin è già una statua e staticamente proclama minacce al mondo intero se non lo lasciano statuare. Lui statua e con la faccia di marmo, minaccia statutariamente tutto il bieco e sporco (dal suo punto di vista di statua) Occidente. L’Ucraina chi? dice? con voce cavernosa e marmorea. L’Ucraina è mia e ne faccio quello che voglio io e se provate e difenderla bomba vi colga, ho l’atomica io mica no, vi faccio vedere ciò di cui sono capace. Da statua regge il destino del mondo nella sua mano di marmo. E da statua minaccia tramite i suoi portavoce, portanti voce di statua, il mondo.
Ma cosa sarà mai questo mondo? Putin ne ha una concezione molto personale. Il mondo è una formichina timorosa davanti alla sua potenza. C’ha i missili con le testate, c’hà l’esercito più scafato e determinato al mondo, c’ha il rublo, c’ha …che c’ha? C’ha il Cha Cha Cha statuario del dittatore.
Però lui non balla, eh no, le statue sono rigide, ferme inamovibili se non con grandi sforzi e ne serviranno tanti di sforzi per rimuoverla la statua possente del condottiero russo, sforzi mondiali perché pesa, oh se pesa, pesa così tanto che piano piano ma irresistibilmente la Russia sta sprofondando. Uno così di peso come lui non può non causare lo sprofondo del suolo sul quale si posa. Sarebbe un affronto non fosse così.
Ma…e allora? Che si fa? Oh, dico a te mondo, che si fa? Ci facciamo venire gli incubi atomici o gli si risponde in coro? E che gli si risponde? beh, ci devo pensare, la diplomazia non è mai stata il mio forte anzi è il mio debole, non avrei mai potuto intraprendere la carriera di ambasciatrice…
Però la risposta ce l’avrei, ma non so se potrebbe essere adeguata. Quindi meglio farla dare da uno che le risposte le aveva pronte ancora prima che gli facessero le domande, italiano, ovvio e chi sennò? Chi meglio di un italiano per rispondere alle minacce di un russo? L’italiano, andiamo, su, sa sempre cosa rispondere e anche cosa non rispondere.
“Volli sempre volli, fortissimamente volli”…e perciò, volendo, gli si potrebbe dedicare questo memento mori di un grande chansonnier-attore italiano scomparso ma decisamente più “vivo” dello statuato russo: