Facce da smartphone

Un vecchio slogan diceva: “il telefono la tua voce”. Ora si potrebbe convertire in: “il telefono la tua anima”. Si perché è quasi una entità metafisica. Tutti ad osservarlo in continuazione, a scrutarlo a coccolarlo e a parlargli sottovoce come si fa con un amante. Il telefono ormai è cuore e anima. L’intellifono, per dirla in italianesco è parte di noi, come una mano o un piede O meglio ancora un organo importante, vedi fegato o milza. Nessuno esce senza. Impossibile ritrovarsi in questa selva oscura senza l’intellifono al quale siamo sempre raggiungibili e col quale ci colleghiamo col mondo. Ma è un mondo reale o si tratta soprattutto di intelligenze primitive o scambio di informazioni del tutto irrilevanti se non inutili? Notiziole ridicole o drammi umanitari che arrivano non richiesti su quello schermo luminoso e dal quale siamo attratti come da bambini dalle lucciole. E per la strada ormai non è più possibile neppure un “tirati in la” perché l’interloquito non sente non capisce e sembra dentro un acquario dal quale spuntano delle pinne. Tutte le età e generi, compresi bambini, sono alle prese con quell’ arnese consacrato alla medianità generale. Non ce l’hai? sei escluso dalla scaricabilità delle apps (oops) magiche, indispensabili e irrinunciabili. Cioè sei un drop out, un fallito uno che non vive su questa terra. Ormai la dipendenza da telefonino è una nuova patologia, una delle tante di questi tempi moderni e terribilmente ansiogeni. Pane per psicologi e affini. Al telefono, si intende.


Lo ripropongo perché oggi una signora per poco non mi investiva a piedi sul marciapiede. Io credevo si spostasse ma lei continuava ad avanzare imperterrita e non si era accorta di me. Aveva il telefono spalmato sulla faccia e una espressione un po’ ebete…chissà che cosa c’era di così interessante…

2 commenti su “Facce da smartphone”

  1. “chissà che cosa c’era di così interessante”
    La signora si sarà appassionata al “dissing” (ormai si parla così, come dei microcefali) fra Fedez e un altro trapper che, a suon di rime degne delle terzine del Sommo Poeta, si sono sfanculizzati on-line. Da quello che ho capito uno ci provava con la moglie dell’altro, l’altro si risentiva, ma contemporaneamente cornificava la consorte. Consiglio di tapparsi il naso e provare a leggere lo scambio di battute perché è socialmente molto significativo: apre la mente e si capiscono tante cose, fra le quali il motivo per cui l’estinzione del genere umano di cui parlavo è ormai inesorabile. Tapiri di Staffelli un po’ per tutti.
    Poteva consigliare alla signora di dedicarsi piuttosto al “dissing” sul post di Salvini, di ben più alto livello, anche se non in rima.
    R
    Mauro, mi ha aperto un mondo…non sapevo nulla di questo dissing, ora mi sono informata e ho guardato un po’ qui e la. Si anche il duetto tra i due che mi è sembrato squallido e un modo per farsi pubblicità (per entrambi) e cercare di fare cortina fumogena sulle magagne dei Ferragnez.
    Se stava guardando loro due (la signora in questione), siamo davvero messi male. No, io penso che stesse leggendo qualche messaggio amoroso, in quel caso anche se non la giustifico però la posso capire.

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  2. Signora Gazzato, confesso che anch’io, nei tempi morti, come quando viaggio sul bus o sulla metropolitana, mi diverto a guardare dei brevi video chiamati “Reels” su facebook.
    Sono scene strane e bizzarre, a volte divertenti o vagamente sexy, oppure scene di animali o di pesca, che incuriosiscono e invitano a rimanere collegati, perché, dopo quello che stai guardando, ne arriva subito un’altro e viene voglia di vedere di cosa si tratta.
    E a volte ho rischiato di saltare la fermata dove dovevo scendere.
    R
    già, già me lo immagino, ma lei è in buona compagnia.

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