Mi pento di aver guardato uno spezzone, davvero breve, della confessione di Turetta. Mi ha dato la nausea dopo pochi minuti. Volevo vedere con quale faccia si sarebbe presentato al giudice. E l’ho vista la faccia che ha presentato: quella di un assassino feroce crudele e ipocrita.
Falso. Un attore però. Tale si dimostra. Un attore che finge sentimenti che non prova ma recita male. Non so quanto gli crederanno, non so quanto i giudici si lasceranno prendere in giro da quella faccia contrita e smunta di finto pentito. Non lo so. vedremo. A me non ha fatto che ribrezzo. Un ribrezzo fisico. Uno che racconta con voce cantilenante e si atteggia a uomo distrutto quando tenta solo di convincere il giudice che lui non è più quello e ammette tutto e descrive con agghiacciante nitidezza la sua ferocia contro quella povera ragazza… Ho spento. Mi dava la nausea. Davvero, altro non potrei definire la sensazione che ho avuto.
Riabilitare un tipo simile? si può? Davvero? “andare oltre il carcere”? pensare di rimettere “in circolo” un simile odioso e pericoloso individuo? Chi lo pensa è solo qualcuno che vuole mostrare una faccia che non è la sua vera faccia. Oppure cerca consensi. Vuole ammirazione per un “pensiero alto”. Interesse pubblico riabilitare uno così perché lo rifaccia?
Il carcere è brutto. Certo, anzi bruttissimo, molti i suicidi, troppi. Ma per Giulia Cecchettin c’è stata la pena di morte inflittale da chi diceva di amarla. E in quel modo. Chissà se il suo assassino arriverà mai a capire quale pena le ha inflitto. Quanti Turetta ci sono in giro per le nostre strade? e quanti sono pronti ad imitarlo? Se i giudici si lasceranno ingannare da quella faccia di titanio, saranno altre coltellate su una donna già morta e su quelle che moriranno ancora. Le prossime vittime di uomini da “riabilitare” per una società che vada oltre la pena e anche oltre la pietà per le vittime della loro barbarie.
Nessuno scrive nulla, si sono azzittiti tutti di colpo. Bene, allora scrivo io.
Mi fa un po’ di pena questo ragazzo, ho letto la lettera che ha scritto per i genitori e ne sono rimasta impressionata. Non credo cerchi indulgenza, sarebbe davvero diabolico, mi sembra uno che si è svegliato da un incubo ed è entrato in uno peggiore. Dice di non volere il loro perdono, che non se lo merita.
Penso allo strazio di quei genitori che leggono. No, mi sono convinta che loro non possono avere colpa di quanto è successo o, almeno, loro fanno ancora più pena. Ho letto un articolo di un famoso giornalista (non lo nomino) che diceva che non dobbiamo improvvisarci esperti, psicologi o sociologi, che non dobbiamo tirare in ballo la società o fare analisi improvvide e improvvisate. Ha ragione. per questo ci sono gli esperti, solo loro hanno voce in capitolo e solo loro possono spiegarci come può accadere una cosa simile e come questi fatti si verifichino sempre più spesso. O forse non è vero? Forse sono io che sbaglio e faccio di una mosca un elefante…va tutto bene? Bisogna chiederlo a chi sa e infatti chi sa, molto spesso è il primo ad allargare le braccia e a dire che non sa. Socraticamente ma da esperto.
Ma trovo che sia profondamente sbagliato non permettere alle associazioni femministe di costituirsi parte civile e accedere al processo, credo che il Tribunale di Venezia stia sbagliando e che sia un grave passo indietro. Non credo che avrebbero “linciato” Turetta ma che ci sia una loro rappresentanza dovrebbe essere scontato. Ogni donna che viene uccisa per mano di un uomo, che sia compagno, marito, o passante, è un’altra donna che se ne va, privata della propria vita alla quale aveva tutto il diritto. E Giulia Cecchettin non è che una delle tante, perché trattare il suo assassino come se fosse “diverso”?