Un posto tranquillo

Questo blog non è sereno. Rispecchia i miei stati d’animo. Non sono serena. No. Ve ne sarete accorti, ma io ve lo dico lo stesso, ormai queste pagine sono diventate una sorta di diario e anche se parlo poco di me, oggi mi sento di farlo.

Avrete tutti notato (almeno chi frequenta il blog da tempo) che è ricomparso un “vecchio” frequentatore che aveva lasciato da mesi e del quale pensavo di aver perso le tracce. A prescindere dal suo commento, piuttosto caustico (come è nel suo stile, tutti ne abbiamo uno) nei confronti di un amico del blog, ma ci sta, qui siamo aperti al confronto di idee, il suo “ritorno” mi ha suggerito che ci si possa fare delle idee sulle persone che poi col tempo possono essere smentite.

Io sono stata contenta di passare il commento di Bianchi perché, anche se abbiamo avuto parecchie discussioni, diciamo, così, mi fa sempre piacere constatare che le persone possono ricredersi, ripensarci, farsi delle idee diverse e ritornare sui propri passi.

Questo non è un posto tranquillo, qui non ce le mandiamo a dire e soprattutto io difficilmente mi tengo il famoso cecio in bocca. parlo, d’impulso, spesso anche troppo, di getto, senza riflettere e poi, quando vedo quello che ho scritto magari ci ripenso, a volte mi pento, anche se il più delle volte quello che scrivo di getto è quello che mi “rappresenta” di più. Non ci ricamo sopra le cose.

Tutti i miei articoli ( e sono tanti ormai) sono scritti così: a cascata, a valanga a sensazione spesso con l’anima e qualche volta anche col cuore. Con la testa pure, ma c’è sempre dentro un’emozione. Per dire: ho incrociato un video dove la giornalista del Fatto Lucarelli, ha sdegnosamente abbandonato il palco durante una premiazione perché secondo lei, la stavano trattando come una cretina. Ma, ho pensato: perché ci sei andata? E’ brutto sentirsi trattare da cretine, la mia solidarietà a lei anche se devo dire che mi è cordialmente antipatica.

Qualche volta bisognerebbe abbozzare. Io ai premi non ci vado perché non mi premiano ma se ci andassi abbozzerei, mi prenderei il premio ringrazierei e saluterei. Poi, me ne andrei. Ma la capisco: è impulsiva anche lei. Questo per dire che le persone possono stupirti, possono sembrare ma non essere, farti credere di essere ma rivelarsi diverse magari solo un poco o molto. E poi interrogarsi sulla propria capacità di giudicare non serve. Io vado a intuito, sempre. Difficilmente mi tradisce, ma a volte lo fa e toppo. Clamorosamente, come tutti.

Dunque dicevo, Bianchi. Si. Credo non sia facile riprendere “un filo di discorso” lasciato cadere da mesi e per questo la sua ricomparsa mi ha stupito piacevolmente. Perché questo non è un posto tranquillo e io amo le sorprese. Sempre amate, sin da piccola. E ne ho avute, nella vita, tante. Buone e meno buone come tutti.

Dunque dicevo che sono rimasta sorpresa ma non troppo. Non si deve escludere mai nessuno ed io non porto mai rancore.

Perciò anche se questo non è affatto un posto tranquillo e io sono sono affatto “serenissima ” ( per molti motivi ) e a volte posso sembrare una jena… è solo apparenza. Sono, a volte due jene. Ma mi passa subito e riprendo il controllo. Oppure mi chiudo in gabbia da sola e butto la chiave fino a che poi, la ritrovo. Oggi l’avrei buttata, ma l’ho ritrovata e usata e ne sono uscita e lo volevo mettere nero su bianco perché in gabbia non ci sto comoda e mi piace la libertà. Anche quella di essere una jena, se mi va.

The good season

Let’s give it a try

if autumn stands by

it’s sort of a song

that comes and

it’s soon gone.

I just want to be

like this summer breeze

and don’t want to be

like that faded tree.

But want all my

colors maintain

all the warmth.

If spring is to come

and brings all

its charme

then let’s skip

the winter and

autumn together

and be the good

season for ever

and ever.

Samarcanda

Sono sorpresa anch’io dalla mossa degli ucraini di entrare nel territorio russo. Sto cercando di capire, sempre considerando che non sono una stratega di guerra, ma un semplice cittadino che si interroga, ormai da troppo tempo, dove l’aggressione russa vada a parare. All’inizio era il terrore che le minacce di Putin di una guerra globale potessero diventare realtà, poi col tempo, ci siamo abituati ai continui attacchi alle città ucraine, ai morti, ai massacri alle distruzioni di centrali elettriche, alla presa della più grande centrale atomica da parte dei russi e la possibilità, concreta, che un incidente potesse verificarsi. Quasi tre anni cosi. Nel frattempo però si è insinuata l’idea che l’Ucraina in fondo sia una provocazione vivente per i russi e che il mondo sia diviso a metà tra chi la vorrebbe indipendente del tutto, cioè, via i russi da tutti i territori occupati negli anni con la scusa dei russofoni da difendere dalle presunte angherie degli ucraini e chi, al contrario pensa che il presidente russo abbia tutte le ragioni del mondo per aggredirla e tenerla soggiogata. Prima fra tutte il fatto che rappresenterebbe una vittoria della Russia sull’occidente nemico da sempre e che apparentemente aiutando l’Ucraina si stia, al contrario, indebolendo la Russia e compromettendo le relazioni, finora amichevoli, con l’Europa. Ci si sono messi in tanti a spiegarci entrambe le tesi e però col tempo e con l’avanzare dei russi in Ucraina, con la quasi impotenza dimostrata dagli ucraini, nonostante gli aiuti ,a difendersi veramente dagli attacchi russi, le mancate proposte di arrivare a una tregua o ad una pace concordata, hanno portato ad una situazione di quasi stallo, con gli ucraini sempre più indifesi e i russi sempre più aggressivi. Nonostante tutto e nonostante da quasi tre anni la retorica della difesa dei valori della libertà e dell’autodeterminazione degli ucraini abbia avuto l’effetto di produrre muri sempre più alti di incomprensione reciproca tra le due parti e tra chi difende le proprie posizioni in merito alla guerra sempre più divisiva e sempre più incompresa.

La guerra in Medio Oriente e le notizie dei massacri a Gaza, le elezioni in Usa, con la possibilità che Trump arrivi a modificare del tutto la posizione degli Usa nei confronti degli ucraini, le elezioni europee che non hanno cambiato molto ai vertici dove siede ancora un’ipocrita Von der Leyen incapace di suggerire neppure uno straccio di iniziativa volta a far finire le ostilità (soprattutto l’ostilità dei russi), hanno fatto si che l’Ucraina diventasse una specie di granello di sabbia negli occhi, un fastidio generalizzato mondiale del quale disfarsi grattandosi o facendo abluzioni, rivelatesi però del tutto inefficaci.

Zelensky deve aver percepito e sentirsi valutato un granello di sabbia negli occhi di buona parte del globo, deve aver fatto scattare in lui una rabbia contenuta a malapena durante questi lunghissimi quasi tre anni dove ha visto dissolversi le sue velleità di pace e prosperità per il suo popolo e dove ha visto la preponderante e massiccia ingerenza russa dentro tutti i suoi piani volati dalla finestra e calpestati dalle orde di 500mila soldati russi (forse di più), decisamente invasori e decisamente invadenti ed invasivi. Per non parlare dei droni, delle bombe a grappolo a ad acino, dei missili a lunga, media corta gittata e per non parlare ancora delle facce sempre più torve, quando non indifferenti, che si trovava davanti negli ultimi mesi quando incontrava i vari leader disponibili ad incontrarlo ma con riserva, con quel granello di sabbia negli occhi che lui gli vedeva diventare ogni giorno più grosso.

E intanto i russi mantenevano una loro posizione strategica nei confronti delle grandi potenze mondiali e quasi aumentavano in popolarità in quelle parti del mondo che “conta” e che può influire sulle sorti del suo paese schiacciandolo ancora di più sotto piedi nemici suoi e amici dei russi. E i sorrisini e le pacche sulle spalle e le rassicurazioni (poco credibili) ipocriti che gli sono arrivati da più parti, comprese quelle che stanno coi russi senza ma o se, devono avergli fatto sentire tutta la sua fragile costruzione di alleanze crollare di colpo come un palazzo bombardato dai russi nottetempo e sentire le sirene dei mezzi di soccorso e altre bombe che cadevano sopra le ambulanze e che uccidevano soccorsi e soccorritori. E si deve essere sentito cosi preso per i fondelli e cosi solo e deriso e deve aver visto come in un film, l’esercito russo marciare nelle strade di Kiev,la popolazione doma e lui in catene.

E mentre i destini della guerra mediorientale sembrano orientati verso la tregua portata soprattutto dalla minaccia dell’Iran di far deflagrare una guerra di proporzioni molto più vaste e dalle conseguenze inimmaginabili, lui, seduto con i suoi fedelissimi (dei quali sente sempre meno di potersi fidare ) ha sentito la necessità di sparigliare, di far vedere a quel mondo quasi indifferente se non scocciato e con la sabbia negli occhi, che può vendere cara la pelle e ha deciso di affrontare il nemico a casa sua sorpassando la linea rossa.

Il “mostricciattolo” si ribella, non ci sta, entra a sorpresa in casa dell’aggressore e si prende una parte minima di quel territorio, lo occupa, ne fa un piccolo avamposto dal quale dire al mondo:

ehi, raga, sapete che c’è? che mi sono scocciato di aspettare la morte e che sono andato a vedere se Samarcanda è evitabile o almeno aggirabile se non conquistabile e, sia quel che sia, ora, interrogatevi pure dai vostri scranni su fino a che punto posso arrivare a “stupirvi” e a farvi passare la voglia di prendermi per il culo.

Una mossa da attore? Si, come attori si sono dimostrati tutti nei suoi confronti: commedianti sui quali è calato il sipario mostrandoli senza maschera.

La donna che ride

E Kamala ride. Ride a bocca larga e dentatura bella in evidenza e ride sempre. Ride di continuo e Trump comincia a preoccuparsi. Lui e il suo ridicolo scudiero temono che quella risata li sommerga entrambi.

Ma Kamala ride e se la ride e però nel frattempo ha fatto dimenticare del tutto o quasi l’inquilino della Casa Bianca, il vecchio Joe non è più sotto i riflettori, può rilassarsi e farsi qualche dormita in più alla faccia di chi lo definiva Sleepy Joe. E però c’è e presiede un paese che sembra essersi svegliato dopo la botta dell’attentato a Trump, il miracolato con l’orecchio liftato e partecipa in massa ai comizi di Kamala ed ora anche a quelli del suo vice Tim Walz. Strano personaggio, anzi no, bel personaggio, Un quasi sessantenne che a prima vista sembrava settantenne, ora che lo vedo meglio mi sembra una forza che aggiunge forza alla già “forzuta” Kamala. Insieme ridono e cantano e girano l’America che risponde e sembra La bella addormentata svegliata dal bacio del principe.

I Maga fans sembrano ammutoliti, la donna che ride e che vuole guidare l’America sembra averli spiazzati: non se l’aspettavano una cosi. No, è una sorpresa Kamala, una irresistibile risalita la sua dopo mesi di incertezze.

Ed ora Trump si sente che qualche cosa traballa nella sua narrazione ex vincente, l’attentato del “Deep state”, gli si sta rivoltando contro come un boomerang e forse potrebbe colpire l’altro orecchio, quello buono, quello che tiene nel portafoglio e che non mostra a nessuno.

Perché Trump è “un crumiro”, cosi lo ha definito Walz nel suo primo rally e” uno che pensa a arricchirsi e con lui i crimini sono aumentati e lui ha provveduto ad aumentarli”.

E ha aggiunto: ” e Trump non vuole la sanità pubblica, non vuole l’aborto, non vuole fermare la crisi climatica, non vuole i gay…lui e Vance vogliono farci tornare indietro, ma noi non torneremo indietro, “we are not going back”, e ha aggiunto ” mind your own damm business”, cioè fatevi i vostri sporchi affaracci,” l’America non vi seguirà”.

Un bell’inizio per l’ex militare, ex professore, governatore del Minnesota, parlamentare, allenatore di calcio ed ora Vice di Harris.

Uno con le idee chiare e che parla chiaro, mi piace, come mi piace lei e spero che Trump e Vance vengano davvero seppelliti dalle loro risate, dal loro buon umore che aiuta sempre anche nei momenti più duri e questo per l’America e per il mondo è un momento durissimo.

Good luck Kamala e Tim, il mondo ha bisogno delle vostre risate.

Peccati di guerra

C’entra Putin anche qui. Si, mi dispiace ma devo citarlo anche in questo caso. Non che mi sia “simpatico”, no davvero. Ma c’entra anche nella guerra tra Hamas e Israele. Il Medio Oriente evoca tante cose, dalla ricchezza sfrenata alla povertà più misera, il fanatismo religioso, il petrolio, il lusso e la guerra. Una costante da quelle parti. Ma la guerra è una costante in tante parti del mondo. Dove ci sono uomini c’è sempre guerra. Come diceva Eraclito “la guerra è la madre di tutte le cose e di tutte regina”.

Come c’entra Putin in tutto questo? Pare che abbia mandato una sua delegazione a mediare (un termine che ricorre spesso in questo periodo ma senza troppo costrutto, “a cuoppo cupo poco pepe capa”) tra Iran e Israele. Insomma pare abbia mandato i suoi emissari a raccomandare agli iraniani di contenersi, si insomma di non fare troppo casino, di andarci cauti. Da che pulpito! E però devo dire che un appello alla moderazione che arriva da lui potrebbe anche trovare, per la legge degli opposti, qualche accoglienza.

Magari fosse, anche se ci credo poco agli appelli alla pace di uno che da anni non fa che fare la guerra al mondo o quasi.

Da una settimana circa da quelle parti, tutti si preparano all’attacco dell’Iran contro Israele per ritorsione contro l’uccisione di un capo di Hamas a Teheran. Perbacco, dicono, l’avrete a che fare con la nostra vendetta, israeliani. E tra Libano e Israele sembra che ci sia un fuggi fuggi di civili ma, allo stesso tempo, o tempora, o mores, anche un certo fatalismo e la gente, pare, se ne stia abbastanza tranquilla nelle occupazioni quotidiane. Abitudine? Forse, li sanno che può succedere sempre di tutto e anche di più e se si dovessero prendere pena per ogni minaccia incrociata che arriva, non vivrebbero più. Certo l’atmosfera è d quelle ad alta tensione ma pare che siano tutti preparati e ben equipaggiati, sperando che la de escalation inizi presto e tutto ritorni alla normale ruotine di ansia generalizzata e soffusa, ma no panic.

Intanto però si sta scaldando a bordo campo chi dovrà prendere le redini di Hamas al posto del defunto e pare che si tratti di un tipino duretto, uno che ha vissuto finora, pare, tra le pantegane e che adesso però, nel suo nuovo ruolo, dovrà per forza di cose farsi vedere, mostrare la faccia ed uscire dal buco di fogna dove stava rintanato, pare, più o meno dalle parti della Striscia di Gaza.

Un tale che sarebbe la mente dell’attentato del 7 Ottobre e uno che fa apparire il morto quasi una colomba. un certo Yhaya Sinwar e mi è saltato subito all’occhio una stranezza o forse una coincidenza, mah. Dalle sue parti si pronuncia Sinvar ma tradotto dall’inglese il nome significa letteralmente “guerra del peccato”. Buffo no? Beh non troppo per uno che pare abbia detto che i tanti morti tra i civili a Gaza sono “sacrifici necessari”.

Ma non sarà che Netanyahu ha fatto ammazzare- Haniyeh proprio per stanare questo tipetto qui?

I Miserabili

La guerra in Ucraina va avanti da 29 mesi. Un numero come un altro, fa caldo, che c’importa?

Cosa ci cambia a noi italiani se gli ucraini muoiono sotto i droni iraniani che i russi lanciano quasi tutti i giorni sulle città? Mica li sparano qui. Ma sono 29 mesi che vanno avanti e ancora gli ucraini resistono. I soldati ucraini ci vanno con le molle, cercano di risparmiare munizioni e vite umane, mentre i russi vanno al macello anche senza munizioni, a gruppetti, vai avanti tu che a me viene da piangere e poi si vedrà. E ci restano sul terreno, i più, uccisi dal nemico appostato tra i rovi e più furbo di quello che i russi pensavano.

Li facevano fessi, a quanto pare. Ma da quel giorno di 29 mesi fa, quando il capitano della guarnigione di Snake Island li ha mandati a Vaffa, loro non ci sono ancora andati. Non ci possono andare, morire per morire è meglio restare sul terreno nemico che in patria fucilato come disertore.

A chi giova tutto questo? Non si sa è una domanda ormai pleonastica. Sembra un video gioco, una roulette ucraina senza cedimenti né dall’una né dall’altra parte. Gli esperti, i vari Orsini, Caraccioli e persino i Santori, tacciono, sono a ritemprarsi lo spirito dopo mesi di congetture sulle intenzioni di Putin e sulle possibili non soluzioni, avevano la gola secca e lo sfinimento è arrivato.

Qualcosa però succede. L’altro giorno i russi hanno liberato dei prigionieri che languivano nelle prigioni russi da mesi o da anni in cambio di altri detenuti negli Usa. Di qui giornalisti, dissidenti, di la, uomini del regime per non dire altro.

Ma tanti non ce la fanno. Come il pianista russo Pavel Kushnir morto in qualche desolante prigione di massima sicurezza, neppure la madre quasi sapeva dove fosse, solo peggio di un cane e a morire di fame e di sete perché protestava e non ci stava a rimanere prigioniero non si sa per quanto per non aver fatto altro che dissentire dalla guerra. Ma dove sono finiti i diritti umani in Russia? Dove sta la Pietà? La conoscono i carcerieri russi del 2024? o sono rimasti ancora all’epoca dei Miserabili?

Sotto i tacchi della zar Vladimiro che imperterrito continua a tessere le sue trame mondiali di destabilizzazione del mondo che non è suo, allargandosi ovunque trovi alleati.

Ma qui ce la prendiamo soprattutto con gli americani che aiutano quelli sconsiderati capricciosi degli ucraini, il loro leader in testa che si è fatto crescere barba e baffi più folti per sembrare più “combattente” e non molla la comoda poltrona di “usurpatore” del trono e continua a combattere come se l’Ucraina fosse sua e non si fosse accorto che è di Putin dalla testa ai piedi. Isole comprese.

Fino a che mi va

“Le donne sono perfide”… Ho scoperto che è un libro di un’autrice italiana che vorrei leggere, se lo trovo. E si sente dire spesso, quasi un luogo comune, da uomini ma anche dalle donne. Anch’io, lo confesso, qualche volta l’ho detto. Io credo proprio di non esserlo ma …e se lo fossi, almeno un poco anch’io? Mah, ci posso riflettere, ma non troppo.

Tutto sommato non è male essere considerate un po’ ” perfide”. Eh già, perché essere buone richiede molta più fatica. Essere gentili, remissive, non accampare pretese, non “rompere” insomma, detta proprio brutalmente, richiede impegno.

Si perché le donne spesso rompono. Vogliono fare tutto quello che fanno gli uomini, persino il pugilato che è uno sport maschile per eccellenza, ma no, le donne vogliono battersi e lo fanno contro altre donne, ovvio. Contro i maschi sarebbe partita persa in partenza perché il maschio per le sue caratteristiche ha più forza e quindi metterebbe KO una donna in pochi secondi. Ma e se la donna avversaria è una donna per modo di dire? Cioè se la medesima ha caratteristiche maschili marcate (e si vedono) e le si permette di gareggiare contro una donna – donna, l’esito sarà quasi sempre che la donna donna perde.

Abbiamo scoperto cosi che esistono donne” intersex” , cioè che possono avere caratteristiche maschili ma essere donne a tutti gli effetti. E, infatti, ci sono donne “perfide” che fanno le premier e donne “perfide” che vogliono persino diventare presidente degli Stati Uniti…la perfidia e l’arrivismo delle donne è davvero senza limiti.

Ricordo che da bambina, vicino alla casa dei nonni, c’era una grande casa che sembrava un castello dove abitava una grande famiglia e dove la nonna andava a volte per buon vicinato a prendere un caffè. La padrona di casa era una donna piuttosto mascolina e scorbutica che mi metteva paura. Quando accompagnavo la nonna in queste visite, me ne stavo sempre fuori in giardino, da sola e mi arrampicavo sugli alberi di ciliegie per cogliere i frutti. Me ne stavo seduta su un ramo e me le mangiavo in grande quantità guardando gli uccelli che mi sorvolavano ed ero felice. Ma poi, all’improvviso, usciva quella donna, la padrona di casa e mi urlava di scendere, piccola ladra, che se volevo le ciliegie me le avrebbe date lei. La nonna non mi difendeva, ma si scusava e mi ordinava di scendere subito. Io ne ero terrorizzata.

Poi, in seguito seppi che quella donna mascolina, autoritaria e con la barba, era una strega. Si, una strega e che quando è morta sopra il suo giaciglio di morte è andato a sedersi un gatto nero. Questo, almeno, si raccontava di lei. Che fosse vero o no, non saprei, ma forse erano solo dicerie di malelingue (forse streghe a loro volta).

Credo di aver sempre avuto un po’ paura delle donne ( di alcune donne) perché mi ricordavano la “strega”, quella che mi sgridava. E ho avuto poche amiche forse anche per questo: la mia paura istintiva che dietro all’apparenza gentile ed amichevole si nascondesse una “strega cattiva” spuntava sempre appena ritrovavo in loro qualche cosa che mi ricordava la donna del castello.

Ed ora che ci penso, forse, sono anch’io un po’ così. Ma non ho mai avuto la barba e neppure caratteristiche maschili. Beh, si forse, qualche cosa di androgino ce l’ho pure io: il carattere un po’, diciamo, forte.

Mica scendevo subito dall’albero, no, mi facevo pregare e poi una volta scesa non piangevo per i rimproveri. No, me ne stavo muso duro lungo tutta la strada e pensavo che alla prima occasione lo avrei rifatto. La nonna mi ha sempre definito una ribelle.

Una “perfida” ribelle. Anche un po’ strega, forse.

Si, va, siamo quasi a ferragosto, ci sta. Posso anche ammettere di esserlo almeno un po’ e non mi dispiace neppure. E’ tempo di vacanze e le vacanze prevedono che si esca dalla routine quotidiana. perciò oggi mi va cosi e se mi direte di scendere dall’albero di ciliegie, mi ribellerò e me ne resterò lassù fino a che mi va.

PS: Però, non osate darmi ragione…

Sono un pirata ed un signore

Con 500mila voti, l’abbiamo messo in Parlamento, si è fatto bello col libretto e ora che lo hanno assolto, si mostra ilare e pimpante, lui non ha fatto proprio niente e ora se ne va bel bello a fare il patriota in Europa e spara le sue opinioni su tutto meno che su cose interessanti per gli italiani.

Vannacci, l’ex generale è un bell’uomo, si vede che lo sa e si da anche delle arie. Gli piace piacere e sorride a favore di telecamere soprattutto per le fans. Le donne sono sicuramente il suo target più targhettato perché si sa che le donne sono facilmente raggirabili in politica in quanto sono più influenzabili dalle apparenze, esteticamente più sensibili. Parlo in generale, sorelle (!) non per tutte vale, ovvio. E poi se un politico è anche attraente rende più attraente anche la politica che le donne, in genere trovano poco interessante.

Non lo dico per me perché a me non piace Vannacci, non mi piace lui né le idee che esprime. Per esempio non mi interessa commentare quello che dice sulla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi, non credo alla indignazione sulla rappresentazione che ha scandalizzato persino il Vaticano. E do poca importanza anche al dibattito sulle pugili donne che però hanno caratteristiche maschili, credo che ci dovremo abituare al mondo che cambia e cambierà di più e sempre più in fretta.

Ho come l’impressione che ci sia l’intento di distrarci dalle cose serie e le cose serie sono che il mondo sta andando a rotoli con una situazione molto critica in Medio Oriente e una situazione altrettanto critica in Ucraina, una situazione molto preoccupante in America e un mondo in bilico sull’orlo dell’abisso,

E noi possiamo pensare alle dichiarazioni di uno che ha preso tanti voti da essere eletto europarlamentare ed è diventato un personaggio che gli serve più che altro a far parlare di sé? Un narcisista manipolatore che vuole stupire e ci riesce bene anche se quello che dice è una summa di luoghi comunissimi ma molto percepiti come verità? Un Trump italiano con la lingua sciolta e arrivismo e ambizione da vendere.

E’ stato assolto dalle accuse di aver sperperato denaro pubblico? bene sono contenta per lui ma non vedo perché dovrei interessarmi a questo tipo che dice cose che non condivido, solo per fare sensazione, vendere libri e infinocchiare la gente per diventare celebre e ricco. Eddai, si anche ricco. Non guasta.

Va bene, è agosto, siamo distratti dal caldo, dalle vacanze, dal sole e dal mare, guardiamo con occhio distratto alle devastanti notizie che arrivano da più parti e sembriamo quasi indifferenti: troppa informazione ci rende poco lucidi oppure quando è tutto troppo scatta un automatismo che chiude automaticamente il cervello? E poi diciamola tutta, a noi che ce ne importa?

Noi siamo italiani, abbiamo il paese più bello del mondo a nostra disposizione, abbiamo ‘o sole e ‘o mare. perché dovremmo preoccuparci di quello che ci succede intorno?

Siamo una penisola, siamo attaccati un po’ quassù al continente ma per il resto è tutto mare intorno. Di che ci preoccupiamo? Dei pirati?

“Più amor proprio che pudore”…

Ipocrita

Roberto Saviano ha denunciato il clima che, secondo lo scrittore, attualmente in Italia, impedirebbe la libera espressione delle idee. Lo fa con particolare riferimento alla premier Meloni che, a suo dire, vuole una stampa piegata ai suoi diktat e che “scrive sotto dettatura”.

Questo il parere del famoso scrittore già condannato per aver dato della “bastarda” a Giorgia Meloni durante una sua apparizione (una delle tante) a Piazza Pulita di La7. Se l’è cavata con soli mille euro che ha potuto pagare agevolmente perché pare, che lo scrittore, negli anni abbia accumulato una fortuna tra diritti d’autore e comparsate in TV.

La parola “bastarda”, secondo lo scrittore era una “critica” politica e non era intesa come offesa. Il giudice gli ha dato torto ma ha minimizzato la pena e osservato che in lui c’era un “intento morale” che mitiga l’offesa.

Vediamo il significato di “bastardo”:

1 volg. Nato al di fuori di un matrimonio, con valore spreg. SIN illegittimoadulterinofiglio b.” questo dice il dizionario.

Dunque un termine molto dispregiativo perché da alla persona insultata lo status di illegittimo, cioè di qualche cosa che non ha neppure diritto di stare al mondo. E’ altamente spregiativo perché se una persona viene definita “bastarda” si toccano delle corde molto intime e che sono correlate con la sua nascita. Definire bastardo qualcuno vuole dire mettergli l’etichetta di spurio, le stigmate di paria, di condannato ad essere un essere “illegittimo”, senza valore come quei campioni che si mandano ai clienti assieme alla merce. Un reietto della società. Un tempo i figli illegittimi avevano un marchio indelebile in quanto non nati nella regolarità del matrimonio e perciò figli del caso o della “provvidenza”. Le loro madri erano spesso definite “puttane”, donne di scarso valore e da relegare in fondo, nel gradino più basso della società.

Ora non è più cosi da molto tempo e le leggi in merito ai figli nati fuori dal matrimonio sono state modificate e sia la madre che il bambino non subiscono più l’ostracismo al quale venivano sottoposti, la gogna e la vergogna per una cosa considerata quasi un delitto da essere punito sulla pubblica piazza. E, neanche a dirlo, erano sempre le donne a farne le spese.

Ma lo scrittore riesuma un termine obsoleto e vigliacco per definire una donna che, allora solo parlamentare, porta avanti una politica che non è nelle sue corde. E lo fa perché sa che quel termine è un’offesa delle peggiori, delle più infamanti di quelle che ti marchiano a vita.

Ma non pago, oggi reitera le offese ma lo fa in modo più pacato dicendo solo che la democrazia in Italia è sotto attacco e la libertà d’espressione pure. E dice anche che viene spesso tacciato di essere uno che critica per guadagno e questo lo fa infuriare perché lui critica per idealismo. Mentre Meloni non fa la premier per idealismo ma per guadagno. Botta e risposta: anche Meloni, secondo Saviano, lucra sulla propria ideologia e il potere le piace soprattutto perché le porta guadagno.

La vorrebbe povera? Si forse, anzi non la vorrebbe affatto. Ma Saviano forse non si rende conto che a votarla sono stati gli italiani e che lo hanno fatto con libere elezioni e nessuno li ha pagati.

Pare che il patrimonio dello scrittore sia piuttosto ingente. Se parliamo di idealismo di sicuro Saviano ne è un paladino. Ma se parliamo di soldi non può negare che il suo idealismo gli frutta e gli frutta parecchio.

Dunque, per dire, se vuoi offendere e poi fare l’offeso perché l’offeso ti denuncia e se perdi la causa protesti pure, dovresti, prima di tutto, rinunciare francescanamente a tutti i compensi che ti derivano dalla tua libera espressione ideologica e poi parlare dei guadagni che gli altri fanno con la loro ideologia.

Altrimenti puoi essere definito, a buon diritto e spero che lo scrittore non mi denunci: un ipocrita.

Permalosi

Se c’è una cosa che mi ha sempre disturbato più di altre, fin da bambina, questa cosa è la permalosità. Il dizionario indica nel permaloso un carattere incline ad irritarsi facilmente anche per le cose più banali:

“Che dà prova di una suscettibilità risentita e dispettosa, per lo più in corrispondenza di futili pretesti.”

Tutti sappiamo bene come si comporta un permaloso, ma sono sicura, che nessuno di noi sarebbe disposto ad ammettere di esserlo. “Ma quando mai? Io permaloso? No, reagisco solo a critiche o osservazioni sbagliate o malevole, dettate per lo più dal desiderio di offendermi!”

Ecco cosa risponderebbe un vero permaloso nel caso gli si faccia osservare che se la prende per nulla. Ma poi, lo stesso è spesso una persona ipercritica che non si esime mai dal sottoporre il suo prossimo vicino o lontano, ad una radiografia del tutto non richiesta, gratuita, ma accurata nei dettagli. Ma, quando gli fai osservare che sta criticando in eccesso ti salta alla giugulare come se lo avessi offeso a morte.

Per dire, siamo poco disponibili alle critiche ma siamo molto disponibili a criticare.

La permalosità nelle persone mi ha sempre un po’ spaventato perché avendo un carattere impulsivo (almeno questo mi dicono) dovrei spesso contare fino a dieci prima di parlare. Ma non ci sono mai riuscita, neppure arrivo a due. Scrivendo potrebbe essere più facile trattenermi, ma, al contrario, non so per quale meccanismo inconscio, lo sono anche di più. Voi direte…puoi sempre rileggere e …pentirti. E invece no. Se rileggo non solo non mi pento ma, nel dubbio rincarerei la dose.

Non so voi ma io, fin da piccola, sono stata educata a pesare le parole col bilancino tanto che non riuscivo neppure a salutare le persone perché  non sapevo mai quando dire buongiorno, buonasera, arrivederci o, o, o, …e finivo col diventare di ogni colore e non dire nulla. E, quando mia madre mi interrogava sul perché non salutassi (maleducata, aggiungeva) io mi vergognavo di rispondere che non sapevo mai quale saluto usare, tutti mi sembravano sconvenienti.

Poi, col tempo, ho imparato a fare un semplice cenno con la mano, fino a che sono diventata abbastanza grande da discernere tra il giorno e la notte e finalmente ho imparato i convenevoli. Ma il dubbio mi sorge ancora, di tanto in tanto.

E non basta. Spesso e fino ad una certa età, mi dilaniavo pensando se avessi o meno detto una cosa sbagliata che poteva ferire o infastidire il mio interlocutore…se ci penso ora non mi viene per niente da ridere perché mi ricordo le inutili pensate e il tempo perduto nel cercare di capire se era cosi o meno.

Poi ho imparato a non farci caso. Né ai permalosi né ai criticoni. O meglio, so che spesso i permalosi sono ipercritici per loro natura e allora se li conosco li evito. E quando non posso farne a meno li critico a mia volta oppure, ed è un metodo ormai collaudato che funziona…li mando a quel paese. Sperando che ci vadano senza offendersi, O anche no.


Mi è capitato per caso, rovistando, questo articolo e lo ripropongo, così tanto per cambiare argomento, per non passare dalla guerra alla guerra…tra di noi e la politica che finisce sempre per deluderci. E soprattutto perché fa caldo e a parlare sempre di Putin o di Trump, mi pare che il caldo aumenti.