Aspettando Trump

Siamo alla fine dell’estate o ad altra fine di qualcosa di indefinito? Troppo caldo, troppe ferie, troppa esaltazione per un aereo e un pilota ucraino caduto per “fuoco amico”, leggo e percepisco. Ho le antenne? Si quelle che mi sono cresciute in questi anni in cui ho raccolto opinioni sul blog e sentito varie voci, per lo più discordanti dalla mia.

In Ucraina si sta compiendo un massacro giornaliero sotto gli occhi di tutti ( da molto più di due anni e mezzo) ma noi che facciamo? Ce la prendiamo con Zelensky (il comico) perché un suo militare si fa sparare addosso (pare) da altri ucraini e, guarda caso, muore. Un combattente della resistenza, un uomo con esperienza fatto fuori incidentalmente dai suoi. Incidenti che possono capitare? No, non devono capitare, per l’opinione pubblica europea e italiana in particolare, annoiata ormai dalla guerra o dalle guerre, più propensa a gustarsi uno dei tanti gelatoni o granite nella piazza di città e paesi invase da turisti dell’ultimo minuto (non si butta niente) è un enorme spreco. Eccoli quelli ingrati degli ucraini, si ammazzano tra loro quando spendiamo una fortuna per mantenerli equipaggiati di armi sofisticate. Ah, che somari, che buoni a niente e che noia stare ancora a parlare di quelli li che non se la sanno cavare da soli, chiedono armi e soldi in continuazione e poi li buttano nel water. Oh ma se li sognano ancora i nostri soldi, pensano tra una leccata al cono e uno spritz al bar, affollato ma non troppo perché tanti sono ancora al mare.

Ma che razza di paese siamo diventati? Italiani, eravamo “brava gente” ora che siamo? Litigiosi indefessi smanettari di telefoni cellulari sul cui video compare di tutto e di meno, sempre li a guardarlo come se dovesse uscire il genio della lampada.

E cosa ci sono andati a fare in Russia? si chiedono mentre il gelato gli cola sui piedi. A buttare ancora i nostri soldi e noi qui a pagare bollette salate e pepate per colpa loro. Come se loro fossero li a divertirsi con gli aeroplanini e non venissero ammazzati ogni giorno dall’esercito invasore di uno che se la ride sotto i baffi che non ha e non potrebbe avere perché i peli se li sogna, glabro come una palla da biliardo dappertutto meno che sullo stomaco dove proliferano peli lunghi due metri tenuti appena a bada da mutande di cemento non armato (almeno quello).

Ma andiamo su, ma guardiamo all’altro fronte dove quei prepotenti degli ebrei stanno massacrando per puro sfizio la popolazione palestinese, ma almeno loro non ci chiedono di mandargli munizioni, aerei, carri armati e persino tra poco ci chiederanno di arruolarci per difendere l’Ucraina.

Aspettando Trump che uscirà certamente vincitore dalla sfida con quella sottospecie di sotto donna simil nera erede del “rimbambito” dimissionato, che millanta di fare cose che non sa fare, che non vuole fare e che non sa neppure da che parte cominciare.

Putin e Trump: loro si che possono sistemare un po’ questa situazione grottesca che impedisce agli italiani di guardarsi in pace le partite, di andare al cinema tranquilli a guardare un bel film di guerra, di farsi una passeggiata in santa pace senza vedere sempre quella faccia da peracottaro del leader ucraino che esce da tutti i buchi a chiedere aiuto. Ma si aiutino da soli una buona volta, ma è mai possibile che la tirino così lunga? Non si staranno divertendo troppo alle nostre spalle?

Avanti opposizione al governo interna ed esterna, convincete quella povera illusa che crede di governarci che è ora che tagliamo i viveri a Zelensly, un guitto, saltabanchi col naso che ci prende per il naso…lasciamolo cuocere nella sua minestra, non si vuole arrendere alla grande Russia, peggio per lui, noi che c’entriamo?

3 commenti su “Aspettando Trump”

  1. Eccoli i prossimi a dover sottostare (ancora) ai russi e finire come gli ucraini:
    Il Tribunale di Venezia blocca la proiezione di un film georgiano alla Mostra del Cinema
    “The Antique” era previsto nella sezione delle “Giornate degli Autori”. Contestate violazioni dell’accordo di coproduzione su istanza di due avvocati italiani”
    La Nuova Venezia

    in realtà sono i russi a non volere che il film sia proiettato perché non gli fa audience.

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  2. KaMALA Harris promette di essere al fianco dell’Ucraina aggredita dalla Russia(e ti pareva, ormai è un mantra che tutti devono recitare) e dei nostri alleati della Nato(insomma, i servi che hanno ceduto sovranità in cambio di una fantomatica protezione) che la sostengono con aiuti militari ed economici(e già, li aiutano a non morire di fame per farli morire in guerra) ed aggiunge, non mi accordo con tiranni e dittatori(ovvero niente diplomazia, occorre vincere sul campo, ossia guerra ad oltranza), non si fanno sconti alle autocrazie(insomma guerra di religione delle democrazie a tutti i dittatori, tranne a quelli che fanno comodo).
    Una dichiarazione che trasuda fanatismo, ossia un sentimento tutto l’opposto di quello che dovrebbe avere un politico, specie se a capo della potenza militare ed economica più grande del mondo.
    KaMALA Harris è la replicante perfetta di RIMBAbiden, forse non sa neppure dove si trovi l’Ucraina, sicuramente crede che la Russia sia un po’ più grande dell’Iraq.
    Dio ci scansi e liberi da ulteriori quattro anni di politica pazza lasciata in mano al guitto Zelensky e allo stragista Netanyahu, entrambi sfuggiti di mano agli apprendisti stregoni americani, ma ugualmente foraggiati da essi: troppo importante per loro mantenere la presa sull’Europa e sul Medio Oriente.
    R
    Alessandro
    preferisci che la politica sia in mano a al guitto pluripregiudicato Donald Trump? pare di si. Kamala è stata procuratore ed ha una fedina penale immacolata, ma questo per te è assolutamente irrilevante.
    In quanto ai “dittatori”, qui ne abbiamo un fulgido esempio (sempre perché in Russia si vive da Dio e c’è libertà di stampa e di parola…)

    Condannata a 6 anni e mezzo giornalista russo-americana Kurmasheva
    “”La giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva è stata condannata venerdì a sei anni e mezzo di prigione per aver diffuso informazioni false sull’esercito russo in Ucraina. Lo ha detto Natalia Loseva, portavoce del tribunale di Kazan nel Tatarstan, repubblica della Russia centrale, che ha emesso la sentenza. “Questo processo segreto e questa condanna sono una parodia della giustizia. L’unica conclusione giusta sarebbe il rilascio immediato di Alsu”, ha risposto Stephen Capus, presidente di Radio Free Europe, Radio Liberty.””
    da Rai News
    PS: notare…sei anni e mezzo.
    Putin non teme la verità.

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  3. Mariagrazia, non sei aggiornata, la giornalista è stata rilasciata dopo qualche mese di detenzione, ma la grancassa della propaganda è sempre pronta a rumoreggiare.
    R
    bene mi fa piacere, non avevo controllato chiedo venia, tutto il resto rimane però. Per una rilasciata chissà quanti ancora detenuti. E’ abbastanza difficile tenere il conto.

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