Per puro caso

Il delitto sembra perfetto. Parlo di quello di Sharon Verzeni, la ragazza che passeggiava intorno a mezzanotte per le strade del suo paese in provincia di Bergamo: Terno d’Isola. Che nome strano. Avrà certamente un suo perché e da un mese è continuamente sulle pagine di cronaca nera anzi nerissima a causa di questo ennesimo femminicidio. Uccisa da qualche coltellata alla schiena, così, mentre passeggiava ascoltando musica con le cuffiette.

Intanto pare davvero strano che Sharon passeggiasse per le vie deserte del paese a quell’ora, non è certo orario di passeggiate e infatti non c’era quasi nessuno in giro, testimoni neppure a pagarli e i tanti occhi delle telecamere pare non abbiano registrato nulla se non un fantomatico ciclista di cui non si sa ancora niente.

Strano caso, uno dei più strani tra i tanti, tantissimi casi che ormai guardiamo quasi distrattamente come se uccidere una donna quasi ogni tre giorni fosse una cosa che “deve succedere” a questo ritmo per non tradire la statistica. E non fanno quasi più notizia se non, come in questo caso quando sono decisamente un dilemma che solo Hitchcock avrebbe potuto risolvere.

Dunque lei esce lasciando il compagno a letto a dormire e se ne va in giro per le strade deserte del paese intono alla mezzanotte, l’ora dei vampiri. E va beh. All’una meno dieci succede che qualcuno, le tira delle coltellate che inizialmente la fanno barcollare, resiste e chiama il 118, fa in tempo a dire : “mi ha accoltellata” e muore. Bastava un secondo in più per dire quel nome, un nome che lei doveva conoscere se ha detto “mi ha”, mi ha chi? Altrimenti avrebbe detto. “mi hanno”.

L’alibi del fidanzato convivente sembra di acciaio: dormiva beato. Lo hanno torchiato a lungo ma lui non sa, si inventa ipotesi per collaborare con gli inquirenti ma non è stato lui e non è indagato, dice.

Già, già. Una storia strana. C’è in mezzo persino Scientology e quindi diventa ancora più complicata ma, pare che non c’entri, pare.

Insomma forse Sharon è stata uccisa da un fantasma che si aggirava per le strade di Terno d’Isola in preda ad una crisi notturna di dispnea e trovandosi un coltello tra le mani ha pensato di usarlo contro questa strana figura di donna che passava, di notte per le vie desolatamente deserte del paese. E così si spiegherebbe perché le decine di telecamere (del tutto inutili) non hanno registrato “presenze”, un assassino immateriale scelto dal destino per troncare una giovane vita. Di donna, ma solo per puro caso.

7 commenti su “Per puro caso”

  1. Sembra che sia stato trovato l’assassino, un italiano originario del Mali. Passava di li e aveva con sé 4 coltelli, uno lo ha usato per uccidere Sharon.
    Ha confessato. Si dice sia uno psicopatico che aveva già tentato di accoltellare la madre.
    Tutto chiarito dunque? Ad un mese esatto dalla morte di Sharon, è stato scoperto l’omicida, reo confesso. Con estrema facilità, non é scappato e neppure ha tentato di difendersi.
    Il movente? non ne ha neanche uno, l’ha uccisa cosi, per puro sfizio e puro caso.
    Il fantasma si è materializzato in un giovane uomo di colore che si dichiara colpevole.
    Ora vedremo cosa diranno i giudici.
    Mi sembra persino troppo facile,

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  2. Già, morta per puro caso per l’ incontro con la follia di un uomo malato e violento ,un uomo conosciuto dalla polizia per maltrattamenti inferti alla sorella e alla madre, un italiano acquisito senza lavoro e di cui nessuno voleva occuparsi. Ricordo, sebbene siano passati molti anni, di aver vissuto un esperienza simile quando mi trovavo in un albergo del lago di Garda, per motivi di lavoro. Ogni sera vicino all’ albergo o all’interno del bar sostava un uomo solo con la pelle scura, di un altro paese, definito dai titolari e dai vicini negozianti innocuo, non parlava con nessuno. Una sera senza apparente motivo ha accoltellato il gestore del bar un uomo anziano che non gli aveva fatto niente, per fortuna miracolosamente sopravvissuto. Ricordo la brutta sensazione, a pelle, quando lo vedevo magari rannicchiato in un angolo, immerso nei suoi pensieri, di paura e la voglia di allontanarmi ….
    R
    beh, si ci sono casi di raptus, non solo in uomini di colore. Questa storia però a me sembra davvero poco chiara. Questo ragazzo non ha un movente, ma potrebbe essere stato pagato o potrebbe anche essere un mitomane.
    Ci sono certi che si vantano di aver fatto cose eclatanti ma poi risulta che sono solo degli psicopatici. I giudici avranno il loro bel daffare per venirne a capo. Non credo sia così semplice la questione. Vedremo posso sbagliare, ovviamente.

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  3. Presumibilmente i Paesi da cui partono i migranti fanno del loro meglio per inserire nel gruppo malati di mente, storpi e altre persone scomode.
    R
    si, Lenzini, ho capito, “parla poco e ride rado” (non si preoccupi è una battuta non mia)…ci sta, la “salamoia” le ha fatto bene, si esprime per monosillabi e però è “presente”. bene, apprezzo la “buona volontà”. E posso immaginare la solidarietà che ha ricevuto da amici disinteressati, durante il suo “ritiro”, di quelli che sanno come le donne possono essere perfide perché lo hanno provato sulla propria pelle, immagino, si eccome e anche tanti buoni consigli…giusto seguire i consigli degli amici “disinteressati” gliene sia sempre riconoscente.
    Non apprezzo per niente, al contrario, questa sua caustica battutina. Il presunto (per ora) assassino é nato e vissuto sempre qui, che c’entra buttare la croce su tutti gli immigrati? Quelli che per pochi euro si ammazzano di lavoro nei campi a raccogliere i pomodori e la frutta, le vanno bene? O muoiono per il caldo dopo ore sotto un sole implacabile, quelli li teniamo?

    Io non credo, per adesso, a quello che mi raccontano, secondo me ci sono molti punti oscuri in questa intricata vicenda, Troppi direi per tirare conclusioni, meno che mai quelle che tira lei.

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    • Lenzini
      le do atto che lei non aveva inserito tutti gli immigrati in quella sua frase, ma solo quelli con problemi ma l’assassino di Sharon, ripeto è nato e cresciuto qui e non c’entra con quelli che sarebbero spinti dai “paesi” da cui partono a venire qui.
      Però ha ragione, lei non parlava di tutti. Avevo effettivamente capito male.

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  4. Scusate ma questa storia non mi convince. Prima di tutto non capisco perché una giovane donna deve aspettare oltre la mezzanotte per andare a camminare per le strade deserte del suo paese. Io esco di giorno, di sera qualche volta ma a mezzanotte no di certo, per quanto si voglia essere emancipate, una ragazza da sola per la strada di notte può fare brutti incontri.
    E Sharon lo ha fatto, il brutto incontro. Ed è morta in quel modo orribile. Per mano, sembra, di un ragazzo svitato che esce in bici proprio mentre lei passava di la (proprio a quell’ora e proprio quella sera) e la prende a coltellate nell’angolo dove le telecamere non arrivano a riprenderlo.
    Sharon era certamente nel posto sbagliato e al momento sbagliato, ma perché?
    E il suo ragazzo non si rende conto che lei esce a quell’ ora di notte e continua a dormire beato? Poteva non essere la prima volta.
    E come fa la procuratrice a dire con sicurezza che i due non si conoscevano? cosa le da questa certezza?
    E lui,, l’assassino non sa perché l’ha uccisa? Già, comodo, così è capace di prendere la semi o totale infermità mentale e cavarsela con molto meno della pena che gli spetterebbe.
    NO, non mi convince proprio per niente che ci siano uomini che si aggirano di notte per le strade italiane in cerca di vittime da sacrificare alla propria demenza temporanea. Non ci credo.

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  5. Signora Gazzato, temo che non abbia capito la mia frase.
    Quelli che si ammazzano di lavoro non c’entrano niente. Tanto di cappello a loro.
    Non ho scritto niente che faccia minimamente intendere che mi riferisco a “tutti” gli immigrati.
    Osservo però a Roma (magari in Veneto non è così) un buon numero di immigrati che girano per le strade con le stampelle o in sedia a rotelle, e non lavoreranno certo mai per noi. E anche alcuni (in buona parte anche dell’est Europa, quindi non ne faccio una questione di razza) che urlano e litigano da soli la notte nel parco vicino a casa mia, e prendono a calci gli alberi. Quelli sono pesi morti che stavano in qualche manicomio, o giù di lì, e che sono stati rifilati al nostro generosissimo sistema di assistenza pubblica. E se qualcuno, oltre ad essere strano, non è innocuo, può succedere il fattaccio.

    R
    io fraintendo, non capisco…ma cos’è di colpo mi sono rincitrullita? Io capisco benissimo, non sono citrulla, se lei scrive quello che scrive, io capisco di conseguenza.

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  6. Temo che in questo caso la provenienza africana c’entri poco. Qui c’è un problema di assistenza sociale e pubblica sicurezza che trasversalmente interessa tutti i cittadini.
    Parlo perché ho visto coi miei occhi cosa è successo a persone a me molto vicine ed italiane. Come dice la sorella del ragazzo, nessuno fa nulla finché non succede l’irreparabile. I famigliari possono denunciare le minacce, chiamare i carabinieri (che arrivano, fanno la ramanzina e se ne vanno), chiedere che qualche anima convinca la persona squinternata a farsi curare (parole al vento), chiedere un TSO (nessuno si prende la responsabilità di firmarlo). La risposta è sempre la stessa: finché il soggetto non decide lui stesso di curarsi non succede nulla, men che meno se lo svitato è maggiorenne. Nel caso che conosco, per fortuna, solo lividi e mobili distrutti. Per Sharon il risultato è quello che abbiamo visto.
    R
    si, Mauro condivisibile quello che scrive. Purtroppo ci sono troppe patologie psichiatriche che vengono tenute in scarsa considerazione, anche se ci sono le strutture o non sono sufficienti o sono inadeguate ad affrontare un problema sempre più grave. E ‘ difficile dare un TSO perché comporta un marchio indelebile su una persona che può soltanto avere delle crisi passeggere curabili con dei farmaci. Il problema più grave secondo me è che siamo sempre più dipendenti da media o tecnologia che ci propina violenza in continuazione e abbiamo disimparato a guardarci negli occhi.

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