Un posto tranquillo

Questo blog non è sereno. Rispecchia i miei stati d’animo. Non sono serena. No. Ve ne sarete accorti, ma io ve lo dico lo stesso, ormai queste pagine sono diventate una sorta di diario e anche se parlo poco di me, oggi mi sento di farlo.

Avrete tutti notato (almeno chi frequenta il blog da tempo) che è ricomparso un “vecchio” frequentatore che aveva lasciato da mesi e del quale pensavo di aver perso le tracce. A prescindere dal suo commento, piuttosto caustico (come è nel suo stile, tutti ne abbiamo uno) nei confronti di un amico del blog, ma ci sta, qui siamo aperti al confronto di idee, il suo “ritorno” mi ha suggerito che ci si possa fare delle idee sulle persone che poi col tempo possono essere smentite.

Io sono stata contenta di passare il commento di Bianchi perché, anche se abbiamo avuto parecchie discussioni, diciamo, così, mi fa sempre piacere constatare che le persone possono ricredersi, ripensarci, farsi delle idee diverse e ritornare sui propri passi.

Questo non è un posto tranquillo, qui non ce le mandiamo a dire e soprattutto io difficilmente mi tengo il famoso cecio in bocca. parlo, d’impulso, spesso anche troppo, di getto, senza riflettere e poi, quando vedo quello che ho scritto magari ci ripenso, a volte mi pento, anche se il più delle volte quello che scrivo di getto è quello che mi “rappresenta” di più. Non ci ricamo sopra le cose.

Tutti i miei articoli ( e sono tanti ormai) sono scritti così: a cascata, a valanga a sensazione spesso con l’anima e qualche volta anche col cuore. Con la testa pure, ma c’è sempre dentro un’emozione. Per dire: ho incrociato un video dove la giornalista del Fatto Lucarelli, ha sdegnosamente abbandonato il palco durante una premiazione perché secondo lei, la stavano trattando come una cretina. Ma, ho pensato: perché ci sei andata? E’ brutto sentirsi trattare da cretine, la mia solidarietà a lei anche se devo dire che mi è cordialmente antipatica.

Qualche volta bisognerebbe abbozzare. Io ai premi non ci vado perché non mi premiano ma se ci andassi abbozzerei, mi prenderei il premio ringrazierei e saluterei. Poi, me ne andrei. Ma la capisco: è impulsiva anche lei. Questo per dire che le persone possono stupirti, possono sembrare ma non essere, farti credere di essere ma rivelarsi diverse magari solo un poco o molto. E poi interrogarsi sulla propria capacità di giudicare non serve. Io vado a intuito, sempre. Difficilmente mi tradisce, ma a volte lo fa e toppo. Clamorosamente, come tutti.

Dunque dicevo, Bianchi. Si. Credo non sia facile riprendere “un filo di discorso” lasciato cadere da mesi e per questo la sua ricomparsa mi ha stupito piacevolmente. Perché questo non è un posto tranquillo e io amo le sorprese. Sempre amate, sin da piccola. E ne ho avute, nella vita, tante. Buone e meno buone come tutti.

Dunque dicevo che sono rimasta sorpresa ma non troppo. Non si deve escludere mai nessuno ed io non porto mai rancore.

Perciò anche se questo non è affatto un posto tranquillo e io sono sono affatto “serenissima ” ( per molti motivi ) e a volte posso sembrare una jena… è solo apparenza. Sono, a volte due jene. Ma mi passa subito e riprendo il controllo. Oppure mi chiudo in gabbia da sola e butto la chiave fino a che poi, la ritrovo. Oggi l’avrei buttata, ma l’ho ritrovata e usata e ne sono uscita e lo volevo mettere nero su bianco perché in gabbia non ci sto comoda e mi piace la libertà. Anche quella di essere una jena, se mi va.

1 commento su “Un posto tranquillo”

  1. Mariagrazia, la chiave non si butta mai, hai fatto bene a ritrovarla. Non ricordo di chi fosse questo aforisma: “O uomo, tieniti su col coraggio dell’anima per le tempestose ombre della vita mortale”.
    R
    Grazie Alessandro

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