Fino a che mi va

“Le donne sono perfide”… Ho scoperto che è un libro di un’autrice italiana che vorrei leggere, se lo trovo. E si sente dire spesso, quasi un luogo comune, da uomini ma anche dalle donne. Anch’io, lo confesso, qualche volta l’ho detto. Io credo proprio di non esserlo ma …e se lo fossi, almeno un poco anch’io? Mah, ci posso riflettere, ma non troppo.

Tutto sommato non è male essere considerate un po’ ” perfide”. Eh già, perché essere buone richiede molta più fatica. Essere gentili, remissive, non accampare pretese, non “rompere” insomma, detta proprio brutalmente, richiede impegno.

Si perché le donne spesso rompono. Vogliono fare tutto quello che fanno gli uomini, persino il pugilato che è uno sport maschile per eccellenza, ma no, le donne vogliono battersi e lo fanno contro altre donne, ovvio. Contro i maschi sarebbe partita persa in partenza perché il maschio per le sue caratteristiche ha più forza e quindi metterebbe KO una donna in pochi secondi. Ma e se la donna avversaria è una donna per modo di dire? Cioè se la medesima ha caratteristiche maschili marcate (e si vedono) e le si permette di gareggiare contro una donna – donna, l’esito sarà quasi sempre che la donna donna perde.

Abbiamo scoperto cosi che esistono donne” intersex” , cioè che possono avere caratteristiche maschili ma essere donne a tutti gli effetti. E, infatti, ci sono donne “perfide” che fanno le premier e donne “perfide” che vogliono persino diventare presidente degli Stati Uniti…la perfidia e l’arrivismo delle donne è davvero senza limiti.

Ricordo che da bambina, vicino alla casa dei nonni, c’era una grande casa che sembrava un castello dove abitava una grande famiglia e dove la nonna andava a volte per buon vicinato a prendere un caffè. La padrona di casa era una donna piuttosto mascolina e scorbutica che mi metteva paura. Quando accompagnavo la nonna in queste visite, me ne stavo sempre fuori in giardino, da sola e mi arrampicavo sugli alberi di ciliegie per cogliere i frutti. Me ne stavo seduta su un ramo e me le mangiavo in grande quantità guardando gli uccelli che mi sorvolavano ed ero felice. Ma poi, all’improvviso, usciva quella donna, la padrona di casa e mi urlava di scendere, piccola ladra, che se volevo le ciliegie me le avrebbe date lei. La nonna non mi difendeva, ma si scusava e mi ordinava di scendere subito. Io ne ero terrorizzata.

Poi, in seguito seppi che quella donna mascolina, autoritaria e con la barba, era una strega. Si, una strega e che quando è morta sopra il suo giaciglio di morte è andato a sedersi un gatto nero. Questo, almeno, si raccontava di lei. Che fosse vero o no, non saprei, ma forse erano solo dicerie di malelingue (forse streghe a loro volta).

Credo di aver sempre avuto un po’ paura delle donne ( di alcune donne) perché mi ricordavano la “strega”, quella che mi sgridava. E ho avuto poche amiche forse anche per questo: la mia paura istintiva che dietro all’apparenza gentile ed amichevole si nascondesse una “strega cattiva” spuntava sempre appena ritrovavo in loro qualche cosa che mi ricordava la donna del castello.

Ed ora che ci penso, forse, sono anch’io un po’ così. Ma non ho mai avuto la barba e neppure caratteristiche maschili. Beh, si forse, qualche cosa di androgino ce l’ho pure io: il carattere un po’, diciamo, forte.

Mica scendevo subito dall’albero, no, mi facevo pregare e poi una volta scesa non piangevo per i rimproveri. No, me ne stavo muso duro lungo tutta la strada e pensavo che alla prima occasione lo avrei rifatto. La nonna mi ha sempre definito una ribelle.

Una “perfida” ribelle. Anche un po’ strega, forse.

Si, va, siamo quasi a ferragosto, ci sta. Posso anche ammettere di esserlo almeno un po’ e non mi dispiace neppure. E’ tempo di vacanze e le vacanze prevedono che si esca dalla routine quotidiana. perciò oggi mi va cosi e se mi direte di scendere dall’albero di ciliegie, mi ribellerò e me ne resterò lassù fino a che mi va.

PS: Però, non osate darmi ragione…

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