Un pitone in soffitta

Un serpente di grandi dimensioni, pare un pitone gigante è stato ritrovato nella soffitta di un condominio di Mestre (Ve). E’ stato scoperto per puro caso da un condomino che si era recato li sopra forse per prendere degli oggetti che vi aveva riposto, immagino la sua sorpresa quando dietro ad una porta si è visto comparire il serpente di dimensioni enormi.

Io sarei schiattata di paura, minimo. Non è frequente vedere serpenti in centro a Mestre, Si vede, è certo, un po’ di tutto ormai, ci sono più stranieri residenti che veneziani e Mestre è diventata una Kasbah dove girano persone di ogni nazionalità e trovare un veneziano è quasi una cosa insolita.

A Mestre ho vissuto per anni, è sempre stata la “città più brutta del mondo”, anche se con qualche angolo suggestivo, non ricordo chi lo ha detto, ma da qualche anno è diventata decisamente un luogo multietnico e stravolto del tutto. Non la frequento più da molto e decisamente non mi manca.

Ma al pensiero che potrei trovare dei serpenti per la strada, anche solo andare alla stazione mi terrorizza.

Beh, hanno chiamato i Vigili del fuoco di Cavarzere che forse pochi sanno è una cittadina ai margini della provincia di Venezia, conosciuta a livello nazionale solo perché Gino Bramieri aveva inventato una macchietta diventata presto molto famosa di un personaggio dedito ad alzare il gomito. Un certo Tony Buleghin da Cavarzere. Beh, questo per dire che Cavarzere, é conosciuta solo da qualcuno che ha superato i venti, soprattutto per quello ma, vicino Cavarzere, c’è una riserva chiamata Marice, Zona protetta speciale con grande concentrazione di biodiversità, d’interesse nazionale ed Europeo. Ed evidentemente una squadra speciale del luogo era l’unica che potesse intervenire in un frangeste così particolare.

E loro hanno preso il serpente senza grande difficoltà e lo hanno inserito in una teca e trasportato in un luogo dal quale non possa uscire a fare danni.

Ormai il Veneto è talmente popolato di persone di tutte le nazionalità che cominciano a insediarsi persino animali esotici. Chissà se il padrone della “bestiola” ne sentirà la mancanza.

Beh non ha che da farsi vivo con le autorità ma dubito molto che lo farà, forse non vedeva l’ora di sbarazzarsene. Forse uno che traffica in animali esotici e questo non era riuscito a piazzarlo. Forse. Casa per casa, no, ai mercati neppure, ha pensato bene di mollarlo li, prima o poi qualcuno avrebbe provveduto alla sua sussistenza. Povero serpente! Michela Vittoria Brambilla sono certa ne avrebbe avuto grande compassione.

5 commenti su “Un pitone in soffitta”

  1. @Signora Gazzato,
    Se ho capito bene si trovava in un’area condominiale, e probabilmente era scappato al proprietario. Con buone probabilità uno dei condomini.
    Sembra incredibile, ma molte persone – anche uno di mia conoscenza – detengono serpenti, Sono facili da tenere. Stanno nella loro teca leggermente riscaldata senza agitarsi, mangiano pochissimo e fanno scena.
    Se fosse stato di un commerciante di animali non credo che lo avrebbe lasciato libero. Non avrebbe avuto problemi a sopprimerlo, e magari a vendere la pelle.
    Non credo che fosse tanto enorme se lo hanno messo in una teca, e non credo fosse pericoloso. I pitoni allevati sono pacifici e a volte le persone si fanno fotografare col pitone intorno al collo.
    R
    ottimo per chi soffre di torcicollo.
    https://www.open.online/2024/07/22/mestre-pitone-gigante-soffitta-condominio-video/

    Rispondi
  2. Mi fa sorridere la definizione di “pitone di grosse dimensioni”.
    Dal colore si capisce che è una specie piccola e inoffensiva, di quelle che tanti appassionati tengono in casa.
    In soffitta poteva essere utile per eliminare i topi.
    R
    se lo porti a casa per mangiare i suoi, dunque.

    Rispondi
  3. Ma lei, Copypasta, fa finta di non saper leggere i testi, oppure …….
    Secondo lei, perché ho precisato “allevati”?
    Mi porta l’esempio di un pitone reticolato (e quello di Mestre non è il reticolato), indonesiano allo stato selvatico ……

    Rispondi
    • Lenzini, indovina indovinello, a quale specie NON apparteneva il “suo” pitoncello?

      Gli articoli erano due e Lei obietta, solo adesso, sulla specie di uno dei pitoni selvatici descritti nel secondo?

      I “suoi” pitoni d’allevamento di “specie non dichiarata” non sviluppano mica un sistema limbico solo perché non selvatici…

      …e la Sua pretesa di garantire l’innocuità di tutti i pitoni d’allevamento, in modo aspecifico (senza operare distinzioni di specie), parla da sé.

      Rispondi

Lascia un commento