Riconfermata! bene brava, ha fatto il bis. Parlo ovviamente di Ursulafonderleien che si chiamerebbe Ursula Albrecht. Decisamente meno difficile del cognome del marito, medico come lei. Simpatica? Attraente? Carismatica? Mah, non saprei. La vedo piuttosto bassa di statura, magrolina e a vederla così (da lontano) sembra gracile e indifesa.
E invece è una tosta come poche. Ursula. Non per niente si chiama così, un nome che da la sensazione di una forte. E lei lo è, decisamente.
Ma insomma di che esultava? E’ contenta di sostenere un ruolo che immagino piuttosto impegnativo, una che ha sette figli (7) potrebbe anche ritenersi contenta di aver fatto un mandato, no lei ha voluto essere mandata per altri cinque anni e succeda quel che deve succedere, da quella poltrona non la sposta nessuno per un bel pezzo.
Che grinta. Ha ottenuto ancora la maggioranza Ursula con 401 voti. Qualche voto in più della volta precedente, pare per il contributo dei Verdi. Lei sostiene il New Green Deal e loro non potevano non sostenerla. Mentre il Movimento 5s ha votato contro questa volta con la classica coerenza degli incoerenti. Insomma è una “guerrafondaia” sostenitrice di quel balengo di Zelensky e loro, i grillini questa volta le hanno girato le spalle. Pacifisti sono. O almeno cosi gli piace definirsi. Hanno votato contro anche Salis e Lucano, come pure i Patrioti di Orban. Ma con la stessa ininfluenza di chi gli sta all’opposta riva.
E ha votato contro anche Fratelli d’Italia, il partito della premier molto combattuta tra l’europeismo e il nazionalismo, due ideologie che fanno a pugni e infatti la vedo un po’ “suonata” ultimamente. Nel senso che pare aver perso la bussola e non sapere bene da quale parte girarsi. Certo sta scomoda col globetrotter Orban che si sta attivando per portare l’Europa a fare “patti” coi dittatori del mondo, ma non lo può mandare a quel paese e però non si può girare neppure dalla parte di Ursula perché ha ottenuto il mandato soprattutto grazie alla sinistra e Meloni con la sinistra ha lo stesso rapporto che Nembo Kid ha con la criptonite.
Insomma la Fonderleien è rimasta al suo posto, perché brava o forse perché i contendenti alla sua poltrona latitavano? E chi vuole prendersi una simile briga in un momento come questo?
Solo Ursula che, evidentemente, dopo aver fatto 7 figli di cui conosce forse appena il nome, si prenderà cura degli europei e li “educherà” come solo una buona madre deve fare. Con buona pace dei suoi tanti detrattori che la vedono come un pugno nello stomaco. “Tanto gentile e tanto onesta…pare”.
Signora Gazzato, provo ad appendere qui il mio messaggione.
Lei, come Alessandro e A59, sembrate risentire di un imprinting che tutti abbiamo subito negli anni ’70: la persona intelligente, colta, perbene, di sani principi, non può che essere di sinistra. Tanto che, spesso, quando qualcuno fa affermazioni a sostegno della destra si sente in dovere di puntualizzare “premesso che io comunque sono di sinistra …”
Negli anni ’70 era abbastanza vero, perché la destra italiana non sosteneva principi altrettanto validi ed aveva le idee confuse. Poi c’è stato il governo Berlusconi, la svolta di Fini a Fiuggi, e gli italiani si sono accorti che avevamo anche in Italia una destra che può governare.
In realtà, in ogni democrazia, gli elettori, e, di conseguenza, gli eletti, si possono sempre dividere statisticamente in due metà: la destra e la sinistra. Il “centro” democristiano con partiti minori ormai non è riproponibile. Chi è più a destra del centro si può definire di destra, e viceversa. Si può essere spostati rispetto al centro di poco o di molto.
Una volta, nei vecchi parlamenti, la destra rappresentava i conservatori e la sinistra i progressisti. La destra voleva mantenere lo status quo e i privilegi di pochi, mentre la sinistra voleva il cambiamento e l’estensione dei diritti a tutti. Poi, col tempo, i progressisti hanno ottenuto praticamente tutto quello che chiedevano, e a volte anche qualcosa in più, e questa definizione è superata.
Oggi spesso, paradossalmente, è la destra che vuole cambiare ed adeguare il Paese ai tempi, per recuperare efficienza e governabilità, mentre la sinistra vuole mantenere tutte le conquiste raggiunte, anche quelle che, con il cambiamento del contesto nazionale e mondiale (globalizzazione, migrazioni, …..), sono diventate difficilmente sostenibili (vedi l’art. 18 che aveva senso soprattutto nella grande industria degli anni ’60). Come scriveva Luca Ricolfi, la sinistra (moderata) non è più tipicamente il partito degli operai e dei contadini, ma il partito degli intellettuali, dei dipendenti pubblici e dei pensionati.
Oggi in tutto il mondo le destre non hanno alcun legame con i passati regimi fascisti, così come le sinistre hanno preso le distanze dal comunismo. Le destre di oggi si differenziano dalle sinistre per questioni ideologiche piuttosto che per i programmi di governo e per il fatto di essere progressisti o conservatori. Faccio qualche esempio.
La destra è più incline al governo dalla maggioranza, al limite, alla dittatura della maggioranza, mentre la sinistra è più attenta alle minoranze e non teme il rischio della “dittatura delle minoranze (woke, LGBT, immigrati, politicamente corretto in generale…).
La destra è contraria a subire l’immigrazione “spontanea” e teme che perderemo la nostra cultura e le nostre tradizioni, mentre la sinistra la considera un bene per il Paese e considera la multiculturalità un valore.
La sinistra sostiene il primato della Magistratura sulla politica, mentre la destra sostiene il primato del Parlamento e della politica in generale.
Su liberismo e statalismo le posizioni si sono avvicinate e confuse, e non di rado la sinistra è più liberista della destra. Le principali privatizzazioni le fecero governi di sinistra.
Anche le altre differenze si sono molto attenuate, se non azzerate o invertite.
Oggi, di fatto, in diversi Paesi governi di destra e di sinistra si alternano, e governano senza troppi scossoni, a parte alcune fughe in avanti verso il politicamente corretto come con Zapatero e Sanchez in Spagna.
Stando così le cose, mi pare poco realistico che solo chi è di sinistra abbia il diritto di sentirsi orgoglioso della propria posizione ideologica, mentre chi ha idee di destra si dovrebbe, in un certo senso, sentire in colpa o in imbarazzo.
Il problema non è essere più di destra o più di sinistra. Il problema è avere idee sane e intelligenti, di temperare l’egoismo con la disponibilità, di puntare al bene della collettività nel presente e nel futuro.
R
Lenzini
non so a cosa devo questa sua lectio magistralis domenicale ma temo di doverla deludere: io non mi sento di avere avuto nessun imprinting che mi abbia condizionato, ma di aver votato in base a criteri che non sto qui ad elencare e che rispondevano a mie scelte personali e nulla di più. In politica, come nella vita bisogna fare delle scelte e però non mi risulta di aver dato qui giudizi negativi su chi si dichiara da una parte o da un altra. Il fatto che io non giudichi per forza negativo il governo Meloni perché di destra (come fanno in tanti) mi sembra andare in questa direzione.
Poi, ripeto, l’ecumenismo è una bella cosa ma in politica si può definire in un solo modo: opportunismo: sto con chi mi conviene al momento in cui mi conviene, mi stacco da ogni ideologia e colgo l’attimo…non a caso i grillini hanno perso una montagna di voti proprio a causa di questo.
Vede Lenzini cosa intendo dire quando dico che in politica scegliere è importante?
Si legga (se vuole) questo:
https://www.theguardian.com/us-news/article/2024/jul/21/rnc-extremists-jd-vance-marjorie-taylor-greene
alla convention repubblicana che ha incoronato Trump martire ed eroe si sono visti molti rappresentanti dell’ala più radicale del partito, estremisti di destra estremamente pericolosi. Scegliere può essere determinante nel mettere in mano il paese a chi può creare le condizioni per uscire dai confini delle regole democratiche.
La pretesa che le critiche alla Meloni non si basino su differenze ideologiche e la caratterizzazione di certi orientamenti data dall’onorevole Lenzini non sono per nulla velenose e difficilmente qualcuno le contesterà come etichette. 🤥
Confesso che non ci sia cosa che mi entusiasmi di più che veder diventare impossibili le riforme unilaterali che oggi possono essere varate solo gonfiando a dismisura i voti di pochi aventi diritto e non mi meraviglia affatto che l’etichetta di opportunismo possa venire applicata in modi opinabili.
Differentemente dalle concezioni come “L’État, c’est moi” la democrazia non è “ad personam” ma si basa su un sistema di regole, astratte e generali, che cercano di codificare esplicitamente un “modo di essere”.
Le “grandi intese” dunque potrebbero essere anche considerate come conseguenza finale di un approccio regolamentare volto ad impedire che si possano varate riforme controverse che sarebbero indegne di rappresentare la collettività perché non frutto di una sintesi politica ma mera espressione di qualche minoranza incapace di mediare ed artificiosamente gonfiata a dismisura per farla governare.
Ironia della sorte, per pretendere di essere al “passo coi tempi” ed evitare lo spauracchio delle “paralisi” del parlamento o del governo c’è stata una lotta sempre più spietata per agevolare “l’incapacità di mediare”, divenuta apparentemente dote importantissima che in politica prende il nome di “governabilità”.
Pertanto come faceva capire anche quel “simpaticone” di Renzi, il “conservatore” di oggi non è più quello di una volta, specie se il “senso della direzione” è un tema controverso e diventa fin troppo opinabile accordarsi su chi innova e chi è reazionario.
Per adesso chi lede i diritti delle minoranze (per es. legge Mancino) rimane ancora un incivile e rischia di essere amministrativamente o penalmente perseguito.
“Spero che questo serva a qualcuno che semina parole di odio e cattiveria, contro le destre, i fascisti, i razzisti, contro Trump, Bolsonaro, Fico o altri esponenti”. (Salvini)
https://www.rainews.it/video/2024/07/salvini-tutta-la-mia-vicinanza-e-solidarieta-a-trump-go-donald-go-1b164f7f-b44e-4c6c-b454-0cc5234f8bc3.html
PS: Per chi non se ne fosse accorto il bipolarsmo, sistema che ruba il nomen (e l’omen) ad una malattia psichiatrica, non ha eliminato i democristiani ma ha continuato a mantenerli al governo nascosti da etichette bipolari.
Signora Gazzato, in realtà io mi riferivo più ad altri che a lei, che, appunto non ha avuto difficoltò ad apprezzare alcuni aspetti della Meloni.
La mia sensazione è che questo sentimento pervada gran parte della societàe dei mezzi di informazione; che si nasconda nel subconscio di tutti noi.
Per questo, parlavo di imprinting.
Quanto a scegliere da che parte stare, lo trovo difficile in un mondo che cambia così velocemente e dove le parti, a volte, si invertono.
Forse l’unica scelta che possiamo fare è essere onesti con noi stessi e non raccontarci favole.
R
già. è vero, bastano quelle che ci raccontano i politici.
Una scelta sempre più difficile ma non credo fosse facile neppure per chi ci ha preceduto, una scelta non lo è mai.
La teoria della natura (prevalentemente, se non esclusivamente) programmatica della costituzione [italiana] individuava nel legislatore ordinario il “destinatario” (prevalente, se non esclusivo) dei “precetti costituzionali”.
Le sue ragioni sono evidenti: se la costituzione incorpora il conflitto sociale, la ricerca dei punti di equilibrio tra gli interessi concorrenti non può che delegarla al sistema rappresentativo, al Parlamento, alla dialettica tra i partiti che lo compongono nelle proporzioni che gli elettori di volta in volta decidono. È il principio democratico a volerlo. ” (Roberto Bin)
Scegliere è importante ma anche le finalità ed i modi in cui la scelta si manifesta (art. 1 Cost.) sono cruciali.
Non è un caso che i quorum più “ecumenici” della Costituzione, quelli rafforzati, hanno una funzione di garanzia.
Nella democrazia rappresentativa la scelta può anche essere finalizzata ad alimentare un sistema decisionale con una adeguata rappresentazione del pluralismo che contribuisce indirettamente informazioni ed idee, tramite gli eletti. Ciò al fine di costituire una una base di partenza per una deliberazione che non abbia una conclusione già scritta. Tale accezione della scelta è finalizzata alla mediazione pacifica dei conflitti sociopolitici.
Le regole che gli Stati Uniti si sono dati sono state determinanti per giungere alla situazione odierna e non hanno certo contribuito a rimediare alla polarizzazione politica. Certamente anche in Italia ci stiamo avvicinando sempre più a tale concezione.
R
Decisamente in Italia abbiamo una scelta piuttosto vasta, poi è il Parlamento che ci dovrebbe rappresentare. La Democrazia non è semplice, anzi direi che è complicata e ci vogliono delle solide basi costituzionali per difenderla e rafforzarla. A volte una scelta troppo ampia può destabilizzare ma forse è effettivamente un modo per permettere agli elettori di sentirsi rappresentati e il pluralismo delle idee anche se difficile da gestire non può che essere una cosa positiva.
Ineffabile Ursula von der Leyen, gracile creatura dalla puzzetta sotto il naso, dispensatrice di sorrisi, baci e abbracci, molto indaffarata a trafficare e cambiare le carte in tavola pur di salvare la poltrona su cui siede pesantemente nonostante il peso irrilevante(non solo corporeo. Cosa si cela dentro il tuo complicatissimo nome? Eccone un esempio:
Ursula von der Leyen = Sul “verde” urlano Yen
Magari sostituirà lo Yen con l’euro o col dollaro, ma il concetto dell’avere imbarcato sulla sua navicelle il Partito verde Europeo, rimane quello.
R
ottimo anagramma, Bravo.
E questo per le promesse alla Meloni
Ursula von der Leyen = Un voler dar lune? Yes
R
un voler dar lune? Yes.
Buono anche questo.
Meloni che da lune? Giusto, la luna assomiglia ad un grosso melone.
Bruxelles rimprovera Italia, Ungheria e Slovacchia per il declino dello stato di diritto
Appena pubblicate le relazioni sullo Stato di diritto nei paesi UE
La relazione in italiano tocca tutte le riforme che sono in grado di influenzare gli equilibri dello Stato di diritto ed analizza la situazione.
Si parla perfino di compromettere l’indipendenza della magistratura in più di un modo, inclusa la possibilità della politica di dettare le “priorità” alle procure.
https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/57689.htm
R
non so a quale periodo si riferisca però perché non credo che si inizi a deteriorare lo stato di diritto a partire dal giorno di insediamento del governo Meloni. Certo che però il governo dovrà cambiare traiettoria e ridimensionare le pretese perché certe riforme come il premierato sono irrealizzabili. E anche eliminare i reati non va nella giusta direzione di riformare la giustizia.
@ Copypasta: Sono i tre stati meno convintamente atlantisti. Non credo sia un caso.
L’indipendenza della Magistratura, se intesa in senso estensivo, contrasta con l’art. 1 della Costituzione, in quanto i magistrati si trasmettono l’incarico tra loro (come i re) e non hanno un mandato popolare .
Negli USA i procuratori sono eletti dai cittadini in base ad un programma elettorale che indica le priorità (lotta alla criminalità organizzata, lotta contro la droga, lotta contro la corruzione ecc…. . )
Giudici e procuratori sono professionalmente simili, ma hanno un ruolo molto diverso. Non si può parlare di “Magistratura” mettendo dentro entrambi. Altrimenti si sta parlando di una categoria professionale; non di ruoli.
Ad avere solo un’idea vaga di cosa sia lo Stato di diritto o della necessità della separazione dei poteri si inizia a tacciare implicitamente i Costituenti di ignoranza ma si finisce per non saper distinguere l’art 1 della Costituzione italiana dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea.
L’ordinamento giuridico americano è basato sul sistema della common law e pertanto i giudici hanno un ruolo attivo nello sviluppare le regole come accadeva nel medioevo.
Oggi la differenza fondamentale tra common law e civil law è nelle fonti principali del diritto. Anche se i sistemi di common law fanno ampio uso degli statutes, i casi giudiziari sono considerati la fonte più importante del diritto, il che dà ai giudici un ruolo attivo nello sviluppo delle regole. Nei sistemi di civil law, al contrario, i codici sono usati per coprire tutte le eventualità e i giudici hanno un ruolo più limitato nell’applicare la legge al caso in questione.
https://www.expertsintranslation.com/civil-law-and-common-law-a-comparison-of-two-systems
In sostanza, nell’ordinamento di civil law, a cui apparteniamo, alla magistratura non si accede né per raccomandazione né per acclamazione ma per concorso pubblico, perché devono essere applicate le Leggi, scritte dal potere legislativo, senza dover anche compiacere i demagoghi di turno.
Apparentemente l’Italia è stata reclutata tra i “meno convintamente atlantisti” perché qualcuno pensa di cavarsela con certe insinuazioni senza entrare nel merito.
L’atto Senato 933, citato a titolo di esempio, mostra un inatteso ma deliberato tentativo di condizionare politicamente l’azione giudiziaria stabilendo politicamente delle “priorità per voltarsi dall’altra parte” SOLO se per pura coincidenza non saranno fatte pervenire le necessarie risorse per garantire l’obbligatorietà dell’azione penale…
Le statue della giustizia insomma verranno private della benda sugli occhi perché è necessario “che vedano la Luce”.
Tuttavia anche se non ci sarà un istituto Luce a curare la coreografia si prevendono bei discorsi per raccattare titoli sui giornali ed un orchestrina da circo strombazzerà l’annuncio delle priorità del “popolo sovrano” come evidentemente piace a qualcuno.
corregge 26 Luglio 2024 alle 12:34:
…un’orchestrina da circo strombazzerà l’annuncio delle priorità del “popolo sovrano” come evidentemente piace a qualcuno.
Relazione sullo Stato di diritto 2024 – Capitolo sulla situazione dello Stato di diritto in Italia
https://commission.europa.eu/document/download/60d79a4f-49cd-4061-a18f-d3a4495d6485_it?filename=30_1_58066_coun_chap_italy_it.pdf
A parte le dotte citazioni e le cortine fumogene, esiste o non esiste la “Magistratura” come potere dello Stato? Per me non può esistere, e l’art. 104 è scritto male. Anzi, se fosse un articolo di un contratto, sarebbe nullo in quanto indeterminato.
L'”ordinamento” attuale è qualcosa di parallelo e indipendente rispetto al Parlamento, che è – bene o male – l’interprete della volontà popolare.
Qualcosa di simile all’organizzazione degli aiatollah iraniani.
Per essere più chiari, sono d’accordo che il singolo giudice debba essere indipendente da tutto e far riferimento solo alla legge.
Che poi si crei tutta una struttura organizzativa fatta di magistrati, con le loro correnti politiche e quant’altro, non c’entra niente con l’indipendenza del giudice nel giudicare, ed è una struttuira di potere autonoma e non soggetta al controllo popolare, come la Massoneria e altre associazioni più o meno trasparenti.
Per me, i singoli giudici devono giudicare in tutta libertà e indipendenza, ma la macchina della Giustizia deve far capo al Ministero della Giustizia, che ne risponde al Parlamento.
E i procuratori sono tutt’un’altra famiglia rispetto ai giudici, perché non sono terzi.
R
per me no. La Magistratura deve rimanere autonoma e indipendente.
Lenzini, non mi sorprende che i Costituenti avessero scritto l’art, 104 in un modo che quelli che citano sempre se stessi, come Lei, non approvano.
Lo Stato di diritto che abbiamo ereditato è il culmine di un’evoluzione culturale alla quale non risulta Lei abbia contribuito ma che pretende di “innovare” nascondendosi dietro velenose insinuazioni che fanno passare i Costruenti per aiatollà iraniani.
Non ha spiegato per quale motivo le persone civili rimaste in Italia dovrebbero aver piacere nel veder violare la separazione dei poteri o nell’indebolimento dei bilanciamenti e dei vincoli necessari ad impedire l’uso arbitrario del potere.
L’accentramento dei poteri, giudiziario, esecutivo e legislativo in un solo organo che pretende di rappresentare il “popolo” è detto assolutismo politico.
Anche a me interessa come qualcuno possa tentare di pervenire ad una autocrazia passo dopo passo. Usare a sproposito parole come “democrazia”, “repubblica” o “popolo” l’ha fatto la Corea del Nord prima di Lei.
È davvero interessante il combinato disposto tra l’abolizione dell’abuso d’ufficio che consente di usare la discrezionalità in maniere ritorsive e la Sua aspirazione di subordinare la magistratura ad un governo che già può monopolizzare il potere legislativo.
Non vorrà mica farci eleggere un Benito Putin a cavallo? I ministri sono tutti penalmente perseguibili se violano la legge e l’indipendenza della magistratura è lì per garantirlo.
Nel dossier della Commissione sono elencate tutte le leggi in corso d’opera che incidono sullo Stato di diritto e che il “popolo” ha incessantemente “studiato” a propria insaputa.
@Copypasta, lei nasconde dietro l’ironia i ragionamenti che non capisce e, così, diventa complicato ribattere.
Ho proposto una riscrittura più chiara ed essenziale dell’art. 104 e l’ho inviata come suggerimento a qualcuno, di cui non posso rivelare il nome, che ha la possibilità di veicolarlo nell’ambiente parlamentare.
Anziché il farraginoso e indeterminato:
“La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.”
“La magistratura costituisce un’autorità autonoma e indipendente dal potere esecutivo.”
R
Lenzini
lei mi sorprende ma devo dire che tutti siete sorprendenti.
Anche costituzionalista. Ma lasci fare, decisamente meglio la prima.
@Copypasta, per evitare che la democrazia, attraverso la concentrazione dei poteri nel parlamento, che rappresenta il popolo, diventi assolutismo, non mi pare una buobna soluzione creare un potere estraneo, che è soggetto anch’esso a diventare perverso, e, in più, non è oggetto a controlli.
Che il popolo possa scegliere un sistema politicho che gli toglie il potere mi pare un ossimoro. Temere questo significa non credere nella democrazia (e a non crederci sono molti di più di quanto si pensi).
E non è affidare il potere a qualcuno che sta al di fuori del popolo (il re, l’UE, la Magistratura) il modo per cautelarsi. La democrazia deve imparare a camminare con le sue gambe.
Se no, facciamo la fine delle rane di Esopo che chiedevano un’autorità superiore.
R
ma pensa te! I padri costituenti non la conoscevano altrimenti le avrebbero chiesto consigli (sulle cose da non fare).
Lenzini, quanto sublime è la Sua pretesa di essere “incompreso”! La ringrazio per i ripetuti tentativi di “evangelizzarmi” ma ho una scarsa considerazione per il pensiero reazionario e devo dire che Le riesce meglio fare inconsapevole umorismo. Peraltro non è mai entrato nel merito dell’Atto del Senato 933 di cui scrivevo.
Ad una certa età si impara a valutare la rispondenza delle affermazioni ai fatti. In qualità di sedicente matematico Lei ha precedentemente dimostrato una profonda superficialità riguardo la scarsa rappresentatività del Parlamento e pertanto la Sua insistenza nei miei riguardi mi appare piuttosto una messinscena rivolta a chi non ha idea del quadro complessivo che Lei sostiene senza mai sviluppare un discorso logicamente consequenziale in grado di giustificare le Sue “conclusioni”, le quali lascia campate in aria.
Sventolare parole come “popolo”, con discorsi che farebbe il leader della Repubblica Democratica Popolare di Corea (Kim Jong Un, “successo elettorale” del momento), mostra una chiara povertà di argomentazioni che i Suoi tentativi di delegittimare le intenzioni regolatorie dei Costituenti riescono solo ad enfatizzare.
Il suo obiettivo implicito rimane quello di subordinare la magistratura alla discrezionalità NON SCRITTA del potere politico: gira e rigira Lei vuole una “catena di comando” e si è spinto fino a delegittimare deliberatamente le procedure concorsuali che hanno lo scopo di selezionare magistrati competenti.
La Sua predilezione prioritaria per le raccomandazioni di “protettori” politici o per acclamazione del “popolo” mette chiaramente in secondo piano il “rispetto delle regole” e non meraviglia che abbia travisato persino l’art 1 della Costituzione per il quale la Sovranità si esercita con dei limiti SCRITTI.
Non mi risulta che Lei abbia chiaro che lo Stato costituzionale di diritto si basa sull’autorità delle regole che sono poste a salvaguardia di diritti di tutti e ciò presuppone che la discrezionalità di “chi le regole le crea” non sia assolutamente priva di vincoli come le Sue quotidiane lezioni sostengono.
Un approccio assolutistico è quanto di più involuto si possa prospettare per il momento ma sappiamo tutti che non ci sia limite al peggio. Infatti il sentire discorsi campati in aria su presunte “dittature della minoranza”, quando si è governati senza alcuno scrupolo per la rappresentatività è sintomatico dello scadimento culturale dei nostri tempi.
L’italianità è divenuta un concetto d’accatto che non aspira affatto a seguire l’esempio degli illustri cittadini che ci hanno preceduti ma a celebrare la mentalità di chi pretende di avere qualcosa da offrire per diritto ereditario fondato sul colore della pelle.
@Signora Gazzato, la Costituzione è scritta benissimo, se consideriamo le condizioni difficili in cui fu scritta.
E non fu scritta certo per essere interpretata dagli esperti del settore.
La Costituzione, come del resto il Codice Civile, sono scritti per essere compresi dai comuni cittadini.
Però, pur essendo ben scritta, non si può pretendere che non contenga passaggi che si sarebbero potuti scrivere meglio.
Questo soprattutto alla luce dei tanti fraintendimenti che certi articoli hanno generato un questa ottantina d’anni.
Parlo di 3 o 4 articoli da riscrivere in modo più chiaro; non di più. L’art. 104. l’art. 21, l’art. 68 e forse nessun altro.
Ammetterà che quel famoso articolo 104 usa termini strani, come “ordine”, che non fanno parte del linguaggio comune. Cosa sono i magistrati? I colleghi del Cavalieri di Malta?
Nell’organizzazione della repubblica non sono previsti “ordini”.
Riguardo al tema della giustizia mi pare che si continui ad equivocare su due aspetti diversi della questione.
1) Il magistrato deve essere libero di applicare la legge secondo la sua competenza e la sua coscienza senza subire alcuna pressione o tentativo di indirizzo da parte del governo. E su questo non ci piove.
2) L’organizzazione dell’insieme dei magistrati, quella che si chiama comunemente col termine collettivo di “Magistratura”, invece, non può essere un sistema autoreferenziato e auto organizzato. E infatti non lo è, anche nei fatti. Le leggi che regolano il funzionamento della Giustizia non le fanno i magistrati, ma il Parlamento, e lo stesso vale, ovviamente, per le leggi che i magistrati sono chiamati a far applicare. Quindi, la dipendenza dal potere del Parlamento c’è e nessuno la può mettere in dubbio.
L’indipendenza dall’esecutivo deve essere garantita nei due sensi: non interferenza dei politici nei processi giudiziari, e non interferenza dei magistrati nella gestione politica.
Ai magistrati dovrebbe essere vietata qualsiasi forma di organizzazione e di attività politica, quale invece è svolta dalle varie associazioni (Magistratura Democratica, Magistratura Indipendente ….). Un magistrato che risulti impegnato politicamente dovrebbe decadere dall’incarico.
Altrimenti, la difesa di ufficio della magistratura è sospetta. Dato che oggi, di fatto, la grande maggioranza dei magistrati ha idee di sinistra, la sinistra li coccola e li usa.
R
a me sta benissimo:
La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.
Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente della Repubblica.
Ne fanno parte di diritto il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione.
Lei ha il chiodo fisso che i magistrati dovrebbero essere dipendenti da qualche altro potere per essere manovrati a seconda di chi governa. E’ proprio quello che i padri costituenti hanno fatto in modo che non accadesse e lo hanno messo nero su bianco molto chiaramente.
Poi anche i magistrati sono esseri umani, hanno diritto alle proprie opinioni esattamente come tutti gli altri cittadini e se non violano le leggi possono avere le idee politiche che vogliono. Che la sinistra “li usi” mi sembra una affermazione fortina e poco rispettosa di chi ha una grave responsabilità e deve prendere decisioni difficili e impegnative.
Signora Gazzato, non riesco a capire come fa a dedurre dai miei messaggi delle conclusioni così assurde.
Non ho mai detto che i magistrati dovrebbero essere manovrabili dai politici.
Ho detto solo che non dovrebbero loro fare politica.
Inoltre, a carattere generale, da quando non c’è più il re, non dovrebbero esistere poteri che non abbiano una legittimazione da parte dei cittadini.
Penso anche che i magistrati dovrebbero essere selezionati per attitudine e non solo per conoscenze giuridiche. Se uno non sa prendere decisioni non può giudicare.
Penso che gli errori li dovrebbero pagare, non penalmente o civilmente, ma attraverso la preclusione degli sviluppi di carriera in base al loro curriculum. Un giudice che sbaglia troppe sentenze deve cambiare mestiere.
E penso che tante altre cose dovrebbero cambiare, e penso che i magistrati, essendo il loro ruolo quello di applicare le leggi e non di farle, non abbiano nessun diritto di contestare le modifiche organizzative che il Parlamento sta portando avanti.
Ormai è una polemica tra tifoserie che ha perso il contatto con gli interessi dei cittadini, che vorrebbero una giustizia rapida e certa, e non assistere al gioco indecoroso dei giudici che giocano a rare i politici, salvo poi smentirsi regolarmente tra loro quando si tratta di emettere sentenze.
R
“Ho proposto una riscrittura più chiara ed essenziale dell’art. 104 e l’ho inviata come suggerimento a qualcuno, di cui non posso rivelare il nome, che ha la possibilità di veicolarlo nell’ambiente parlamentare.
Anziché il farraginoso e indeterminato:
“La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.”
“La magistratura costituisce un’autorità autonoma e indipendente dal potere esecutivo.”
Devo ricordarle io quello che scrive lei? “ogni altro potere” significa nessuno può condizionare la magistratura. Anche magistrato è adesso Lenzini? C’è già l’organo di controllo, ci si vuole mettere anche lei a giudicare i giudici?
Signora Gazzato, lei sembra dimenticare che non esiste, in concreto, nessun organo di controllo della magistratura.
Il CSM è un organo di autocontrollo, ed è composto da magistrati, salvo il presidente che è formalmente il PdR, ma in realtà è affiancato da un presidente magistrato.
In pratica i giudici sono ammessi alla professione, nominati, promossi, controllati, esclusivamente da altri giudici. Il Ministero può solo avviare delle indagini ispettive su fatti poco chiari, ma a ispezione finita le decisioni sul da farsi le prenderà il CSM. Il Parlamento non può mettere a riposo un giudice, neanche se avesse l’Alzheimer in fase terminale.
Come ho scritto sopra, la Giustizia è il servizio che funziona peggio in Italia, e nonostante i risultati indecorosi, quelli che lo gestiscono si sentono dei padreterni.
R
Beh, Lenzini, a volte, neppure lei scherza.
Copypasta, quando lei dice che si deve governare seguendo le regole, temo sia rimasto ai dieci comandamenti di Mosè.
In democrazia le regole si cambiano, se la maggioranza dei cittadini lo vuole. La Costituzione è stata già modificata più volte e lo sarà ancora per adeguarla ai tempi.
Dico di più.
Se la maggioranza fosse favorevole all’instaurazione di un regime meno garantista delle minoranze e del pluralismo (come già lo è stato temporaneamente il governo Draghi) avrebbe tutto il diritto di ottenerlo, e nessuno dentro e fuori dalla nazione avrebbe il diritto di ostacolare questo processo.
Questa è la democrazia. Avrà tanti difetti, ma, come diceva Churchill, è il meno peggio che è stato inventato fino ad oggi.
R
“Se la maggioranza fosse favorevole all’instaurazione di un regime meno garantista delle minoranze e del pluralismo (come già lo è stato temporaneamente il governo Draghi)”
I governi cd tecnici, hanno una funzione precisa e servono a riportare l’economia a livelli di sicurezza (per esempio), ma una volta fatto questo il loro compito è finito. Sono governi di transizione non politici e senza consenso popolare anzi molto impopolari, ma non hanno nulla a che vedere con l’instaurare un regime diverso da quello democratico, quello sarebbe instaurare una dittatura.
Lenzini, le Sue amnesie sono preoccupanti, ma poco importa se ricordare che l’art 1 non parli mai di sovranità indiscriminata, come Lei, La induce a scrivere di “cambiamento” in modi alquanto superficiali.
L’approccio reazionario al “cambiamento” consiste necessariamente in una involuzione. Esiste una grande differenza tra l’ordinamento italiano con una Costituzione semirigida ed il più vecchio “modello Westminster” dove tutto può essere riscritto con una maggioranza parlamentare semplice e non mi risulta che Lei l’abbia capita.
Noto che, senza fornire alcuna spiegazione, le piace accostare la terza via fascista, che perorava un avvento dell’autocrazia per acclamazione popolare, con governi che hanno avuto un Presidente del Consiglio non parlamentare (art 64 Cost. ultimo comma). Strane le cose che NON sente l’esigenza di spiegare…
Una magistratura indipendente potrebbe essere d’intralcio se qualche demagogo pretendesse che la “sovranità” sia sufficiente a legittimare ogni abuso. Proprio per questo è uno degli obiettivi necessari a certe “transizioni” ed è costantemente bersaglio di attacchi politici.
La Sua autocelebrata “coerenza logica” a fini umoristici ha mostrato tutto il Suo splendore nel perorare una magistratura subordinata al governo mentre al contempo dichiarava di sostenere l’indipendenza “individuale” dei magistrati (che poneva individualmente subordinati al governo).
Direi che il carattere goliardico dei suoi commenti sia mostrato anche nel come cambiasse la Sua versione tra un commento e l’altro. Le dicono di come il governo già monopolizzi il potere legislativo e Lei presenta una nuova versione dove l’autonomia potrebbe comunque essere compromessa indirettamente dall’esecutivo.
Per fare quattro risate e concludere in bellezza il suo spettacolo, possiamo paragonare l’Iran e l’Italia in quanto a criteri di indipendenza della magistratura e poi ricordare che Lei, Lenzini ha proposto anche peggio.
https://comparativeconstitutionsproject.org/ccp-rankings/
Sondaggio, fiducia nel Presidente del consiglio a inizio mandato: dal 1991 al 2022
@Signora Gazzato, quello che le persone refrattarie alla democrazia non vogliono capire, è che, se il popolo lo vuole, a maggioranza, ha anche il diritto di instaurare una dittatura, se pensa che sia la soluzione migliore in quel momento.
Difficile da digerire, ma la democrazia è anche questo.
R
io sarei refrattaria alla dittatura. Lei ha uno strano modo di intendere la democrazia…il popolo può fare la rivoluzione ma non sarebbe nella prassi della democrazia instaurare dittature del popolo. La democrazia comporta delle regole ben precise che lei, mi pare non abbia ben chiare.
Mariagrazia, ce l’ha presente quanti voti prende Kim Jong Un e quanto è bassa l’astensione nella Repubblica Democratica Popolare di Corea? 😐
#deadpan #stooge
R
se intende fare dello spirito non ci trovo nulla da ridere. Se vuole paragonare l’Italia al regime di quello sciroccato, ci trovo ancora meno da ridere.
No, intendo che Lenzini volesse fare dello spirito anche se Lei non ci trova nulla da ridere: Pensa forse che facesse autocritica o si riferisse a Lei usando l’espressione “persone refrattarie alla democrazia”?
Lei lo prende sul serio ed è una Sua legittima scelta ma può forse spiegare quali basi oggettive possiamo sincerarci che davvero Lenzini creda a quello che solitamente scrive? Per caso il fatto che non si contraddica su poche cose?
Copy
a me non importa niente sapere quello che chiede ma mi preme ricordarle una cosa: per la centesima volta: io non leggo i commenti inseriti nei vari post e a volte ce ne sono due o anche tre in commento contemporaneamente. Se non riprendete una frase del commento a cui vi riferite e chi l’ha scritta io NON POSSO CAPIRE a cosa vi riferite.
Quindi, adesso mi è chiaro, prima avrei dovuto risalire al commento precedente e NON HO NESSUNA INTENZIONE DI FARLO. Se continuate così la prossima volta che non capisco cosa intendete dire in un commento, mi costringerete a cestinarlo.
Meloni scrive a von der Leyen: «Nessuna ingerenza sui vertici Rai. Sulla libertà d’informazione fake news contro il governo»
https://roma.corriere.it/notizie/politica/24_luglio_28/meloni-lettera-von-der-leyen-cfbba955-0279-4900-a5e8-35e636033xlk.shtml
R
bella risposta, come sempre chiara e determinata la premier non le ha mandate a dire alla Ex amica.
Le critiche strumentali ora arrivano anche da fuori e non solo dall’opposizione nostrana. Nulla di nuovo, ci dovrà fare l’abitudine. Ammesso e non concesso che quel report non sia stato scritto col copia incolla, la fonderleien non ha esitato a vendicarsi. Non esattamente una “bella persona”.
Sostituisce 29 Luglio 2024 alle 12:58:
Già, Mariagrazia, la risposta della Meloni è alquanto eloquente nel negare ogni diretta responsabilità negli eventi. Tuttavia non sarebbe la prima volta che la Meloni ha mostrato un ottimismo sordo ai timori che le venivano presentati.
Ammesso e non concesso che recitare continuamente la parte della vittima non sempre paghi politicamente, la politica non è una gara di bellezza ed accontentarsi delle apparenze può riservare spiacevoli sorprese: meno male che ci pensa la Meloni a chiarire le cose.
La relazione sullo Stato di diritto ha cadenza annuale e serve per catturare tutto ciò che è significativo in tal senso anche se si pensa che i cambiamenti intercorsi nell’ultimo anno sono stati un gran bel passo in avanti.
R
il CDA e la legge sono non li ha fatti il governo, le risulta abbia mentito? e tutti i partiti da sempre hanno lottizzato la Rai, non mi pare affatto una novità, certo con Berlusconi era un’altra partita, ma lei si ricorda se la UE ci abbia rimbrottato? Magari lo ha fatto ma e con Renzi?
anche lei Copy…pare si sia svegliato questa mattina:
https://www.ilfoglio.it/politica/2019/06/13/news/lega-e-m5s-litigano-su-foa-e-radio-radicale-260184/
E comunque la parte della vittima gliela fa fare chi, invece che fare proposte serie su riforme che interessano la vita dei cittadini, si preoccupa delle poltrone. Una seria opposizione si fa sui temi non su illazioni o peggio ancora, pettegolezzi.
Sostituisce 29 Luglio 2024 alle 17:20
Mariagrazia, la Meloni non ha mica continuato il superbonus dicendo che lo aveva fatto qualcun altro. A che servono questi giochetti dove la mano destra finge di non sapere che cosa ha fatto la mano sinistra?
Da quanto tempo avevano già preparato “la risposta” solo recentemente rifilata “all’amica”? Chi ha curato i palinsesti di Atreju forse invitò senza alcuna malizia un direttore della RAI a dire che era un “militante”?
La possibilità di azzerare un intero CdA in qualsiasi momento certo è diversa dal fare delle nomine e lasciarle lavorare in pace.
Giorgia “la renziana” ha mischiato fatti ad illazioni al solo scopo di giustificare l’assenza di proposte serie di riforma della RAI.
Mal comune mezzo gaudio? Eh sì.
Le proteste dei giornalisti RAI sono politicamente pilotate ed anche loro sono militanti lottizzati? Dunque si tratta di un complotto o una allucinazione collettiva.
Ricordo ancora le battute sulla mano destra alzata: “famme stà attenta!”. Anche nel caso Fanpage è bastata una “lettera” (circolare interna rivolta al partito) poi girata alla stampa.
R
la ringrazio di aver ottemperato alla mia richiesta.
Cosa le devo dire? Anche lei è una politica furba, un po’ di furbizia ci sta. Mi dice però se quando c’era Renzi, ad esempio, c’era tutto ‘sto parlare di Telerenzi? o che la libertà di stampa era rischio? a me non pare. E quando c’era Conte che ha fatto del parlamento carne da salsicce ed ha decretato in continuazione imponendoci gli arresti domiciliari per mesi o quando per esempio un buon 10 per cento di italiani non poteva neppure andare in banca o in posta anche se erano sani di mente e di corpo? Allora non si sentiva parlare di dittatura, di protervia del governo, beh io ne ho parlato , ma mi sono presa le mie qui e altrove. Vede, sono cosine che rimangono impresse.
Mariagrazia, il reato di abuso d’ufficio era stato modificato appena la scorsa legislatura e ci hanno nuovamente messo le mani con la massima urgenza.
Il dossier dell’Osservatorio del pluralismo dei media del 2022, quello che usa la Commissione, presenta un rischio classificato come elevato riferendosi al 2021 (ad essere pignoli con la Meloni è migliorato del 10%).
Sul sito ci sono dossier fino al 2014. Se proprio Lei interessa cerco anche Renzi.
https://cmpf.eui.eu/media-pluralism-monitor/
Ma l’ultima riforma di governance della Rai è del 2021. (D.lgs. 208/2021 – Testo unico dei servizi di media audiovisivi – TUSMA) Erano le larghe intese: Meloni era all’opposizione ma Lega e FI erano al governo. Evidentemente la riforma bipartisan le è piaciuta. Quindi per una riforma della RAI bisogna importare un nuovo partito dall’estero.
“L’Indicatore Indipendenza dei media di servizio pubblico è ancora ad alto rischio (83%). La necessità di una riforma del servizio pubblico italiano è evidente, come confermano sia l’appello del maggio 2021 al parlamento e al governo da parte di 119 intellettuali, accademici e dirigenti [31] , che il dibattito in Senato sulle modifiche proposte alla sua governance (ddl 1415 et al.)”. https://cadmus.eui.eu/handle/1814/74694
[31] https://www.primaonline.it/2021/05/11/324783/appello-al-parlamento-e-al-governo-per-una-iniziativa-organica-che-ridefinisca-lorizzonte-della-rai-firmato-da-118-intellettuali-accademici-e-manager/
Nel 2021 avranno parlato dell’appello sulla RAI? Non ne ho idea. Le ricerche online sembrano infruttuose. Nel dossier sullo stato di diritto di quest’anno però si citano eventi di particolare risalto mediatico avvenuti in seguito alla nomina del nuovo amministratore (nota 209 a pag 28).
Per esempio: “. Sebbene la possibilità di convocare giornalisti rientri nelle competenze della Commissione parlamentare, i portatori di interessi hanno definito inconsueto tale atto, poiché per la prima volta la Commissione ha scelto di interrogare un singolo giornalista, e si sono detti preoccupati per l’atteggiamento beffardo mostrato da alcuni membri della Commissione nel corso dell’audizione stessa, da essi ritenuto un esempio di indebita pressione politica; cfr. Federazione europea dei giornalisti, Italy: MFRR partners condemn summons of RAI presenter Sigfrido Ranucci, e contributi dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/Centro per la cooperazione internazionale (pagg. 17 e 18) e di Civil Liberties Union for Europe sull’Italia (pagg. 13 e 14) per la Relazione sullo Stato di diritto 2024.”
https://www.mfrr.eu/italy-mfrr-partners-condemn-summons-of-rai-presenter-sigfrido-ranucci/
R
copy, la ringrazio per l’impegno che ha messo nel produrre cosi tanto di inerente alla Rai e limitrofi. Interessante ma fino ad un certo punto. E lo sa perché lo dico? Perché è da sempre che sento parlare di questi temi e sa sempre non li seguo più di tanto perché so bene che TUTTI i governi hanno promesso e poi emanato leggi e leggine che non hanno fatto altro che complicare le cose. Sempre sul principio famoso del cambiare tutto per non cambiare niente, La scarsa trasparenza, l’ingerenza dei partiti, le lotte per spartirsi l’informazione…sono temi sui quali decisamente si è scritto di tutto e molto ma molto di più. L’idea che diamo all’estero di quello che succede qui si forma grazie al nostro contributo sia di politici che di cittadini (esclusi tutti i presenti), l’abbiamo alimentata noi coi nostri comportamenti, diciamo…disinvolti? E al governo potrebbe esserci Domineiddio e sarebbe la stessa cosa, la politica italiana è fatta anche di questo.
IO non guardo la TV e se lo faccio mai i Tiggi, semplicemente non gli credo. Preferisco informarmi sui giornali e soprattutto quelli esteri che molti italiani riprendono semplicemente traducendoli.
[Per le note di approfondimento consultare il testo originale a pag 27]
Il contratto di servizio concluso tra la RAI e il Governo specifica le modalità di adempimento del mandato di servizio pubblico della RAI, alla quale spetta fornire un’offerta indipendente, imparziale e pluralistica. Da tempo tuttavia, come indicato dalla Relazione sullo Stato di diritto 2023 e dall’Osservatorio del pluralismo dei media 2024, l’efficacia del sistema di governance nel garantire la piena indipendenza della RAI è motivo di preoccupazione in Italia. I portatori di interessi sottolineano la necessità di una riforma d’insieme per garantire che la RAI sia maggiormente al riparo da rischi di ingerenze politiche. Hanno inoltre segnalato che il cambiamento di linea editoriale che si è verificato a seguito della nomina del nuovo amministratore delegato della RAI e di altri dirigenti, compresi i direttori di testata, ha portato alle dimissioni di vari giornalisti e conduttori. I portatori di interessi si sono detti preoccupati per le nuove norme sul pari tempo di presenza in onda (par condicio) applicabili alle comunicazioni e all’informazione politiche trasmesse dalla RAI durante le elezioni del Parlamento europeo del 2024, che consentirebbero ai candidati con un ruolo di governo di avere a disposizione più tempo in onda e di godere di maggiore visibilità rispetto ai candidati dei partiti di opposizione. Il governo ha dichiarato invece che le attività di monitoraggio dell’AGCOM assicurano il rispetto delle norme della par condicio e che non risulta che abbiano avvantaggiato candidati con ruoli di governo rispetto ad altri.
https://commission.europa.eu/document/download/60d79a4f-49cd-4061-a18f-d3a4495d6485_it?filename=30_1_58066_coun_chap_italy_it.pdf
L’indicatore Indipendenza dei media di servizio pubblico mantiene il livello dello scorso anno (71%). Si tratta del settore che storicamente presenta più criticità e le vicende del 2023 hanno pienamente confermato il posizionamento nel livello di rischio più elevato. Il sistema di governance del servizio pubblico italiano si è rivelato, ancora una volta, dipendente dalla maggioranza di governo e, più in generale, dal sistema partitico. Il vigente assetto legislativo non assicura l’autonomia del servizio pubblico dal potere politico. Secondo il sistema attuale, ora disciplinato dall’art. 63 del TUSMA, il Consiglio di amministrazione della RAI è composto da 7 membri (nominati 2 dalla Camera dei deputati, 2 dal Senato, 2 dal Governo, 1 dai dipendenti RAI). Su proposta dell’assemblea degli azionisti (controllata dal governo attraverso il Ministero delle Finanze), il Consiglio elegge l’Amministratore Delegato RAI, che ha pieni poteri operativi e dal quale dipendono le principali nomine. Un ruolo fondamentale è svolto dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi (Commissione di Vigilanza RAI), un organo parlamentare bicamerale: la Commissione svolge un ruolo fondamentale sia per quanto riguarda alcune nomine, sia nella procedura per la revoca dei membri del Consiglio di Amministrazione. Sulla base di questo sistema, la nomina di ciascuno degli organi direttivi di vertice dell’azienda coinvolge inevitabilmente sia le forze politiche presenti in Parlamento che il Governo: infatti, da un lato la Commissione di Vigilanza riflette gli equilibri presenti in Parlamento; dall’altro lato, l’Assemblea degli azionisti è controllata dal Governo attraverso il Ministero delle Finanze. Inoltre, l’Amministratore Delegato è nominato attraverso una procedura che consente al Governo e alla maggioranza politica di nominare una persona a questi gradita, senza che sia necessario un consenso da parte della minoranza.
Il rapporto dell’Osservatorio del pluralismo dei media 2024, Relazione sull’Italia [Usato dalla Commissione per il Rapporto sullo stato di diritto]
La Commissione delega le analisi del pluralismo ad un osservatorio indipendente.
Rinnovo cda Rai, la Lega ferma il blitz di Fratelli d’Italia