Tutti fermi a causa di un guasto ad un sistema di sicurezza informatica, voli cancellati, servizi sanitari bloccati, code in stazioni, aeroporti e autostrade e tutto questo caos mondiale per un mal funzionamento o inceppamento di una qualche diavoleria tecnologica.
Alla faccia della sicurezza! Io, per fortuna me ne sto sdraiata comodamente sul divano di casa con l’aria condizionata, ma immagino chi lavora o chi viaggia o comunque chi si vede bloccare il Pc e non può più utilizzarlo, per esempio nei negozi o uffici.
Che si fa? Si guarda e si riguarda lo schermo sperando che tutto ritorni a funzionare prima possibile? Si spegne, si riaccende si manda anche qualche maledizione a CrowdStrike, la compagnia dalla quale è partito il guasto?
Beh, altro non si può fare che pazientare, che sperare che tutto ritorni al più presto alla normalità e la normalità è che la nostra vita, in tutto e per tutto è condizionata da un aggeggio che se non funziona ci sentiamo persi, sconnessi, tagliati fuori dal mondo.
Eppure a pensarci, i nostri genitori e i nostri nonni sono vissuti senza PC e senza smartphone e sono vissuti anche bene, tra alti e bassi e mai si sarebbero immaginati di non poter prenotare una visita all’ospedale perché un computer non dava segni di vita o non poter prendere un treno perché il PC è spento. Se qualcuno glielo avesse raccontato si sarebbero fatti un sonora risata davanti al pazzo che raccontava simili barzellette.
Il fatto è che ormai il mondo è tecnologia dipendente, si insomma, dove andiamo senza PC? come passiamo le ore, i giorni, i mesi etc.etc.?
Il mio per fortuna funziona ma se mi vedessi arrivare la striscia blu che significa che è scollegato mi sentirei un po’ persa. Tranquillamente (si fa per dire) manderei a quel paese chi ha causato il danno e poi sempre tranquillamente proverei in tutti i modi a riaccerderlo. Fino a che mi rassegnerei ad aspettare che da qualche parte qualche intelligenza naturale, risolvesse il guasto.
Una lezione però da questo incidente dovremmo trarla. E se provassimo a spegnere i dispositivi e a fare qualche cosa d’altro che smanettare continuamente? Soprattutto sui telefonini?
Signora Gazzato, a me fa paura la tendenza ad automatizzare e meccanizzare tutto e controllare tutto tramite un computer.
Mi è capitato di soggiornare a Napoli in un buon albergo che aveva le serrande a comando elettrico. Il meccanismo si era rotto e dovemmo stare tutto il tempo con la finestra chiusa.
L’anno scorso la batteria della mia auto si guastò, forse a causa delle troppe buche per la strada. Erogava 10 volt invece di 12, ma io non lo sapevo. L’avviamento partiva regolarmente, i fari funzionavano, ma il computer di bordo “decise” che non si poteva andare avanti così e mise fuori servizio il servosterzo e il cambio automatico, e la macchina rimase bloccata. Rischiai di farmi venire a prendere dal soccorso stradale. Per fortuna avevo a bordo una batteria di scorta e risolsi.
La mia macchina ha anche il dispositivo di chiusura “antibambini” delle porte posteriori. Se io entro direttamente sul sedile posteriore, per esempio, per cambiarmi, poi non posso aprire la porta posteriore per uscire e devo fare il contorsionista per uscire dalla porta davanti.
Non voglio pensare cosa succederebbe in caso di incendio o di caduta dell’auto in acqua, visto che anche i vetri hanno l’alzavetro elettrico che si potrebbe bloccare.
Mi chiedo, ma qualcosina di manuale, sarebbe poi così anacronistico?
Avrei fatto maglio a starmene zitto. Non sono superstizioso, ma proprio oggi la mia macchina (del 2010) mi ha piantato sul ciglio della strada dicendomi che c’era un’anomalia al servosterzo.
E ha deciso di farlo di sabato sera.
Questa volta la sostituzione della batteria non ha risolto l’impasse e temo che la chiave sia in quel maledetto computer di bordo, che se l’è presa a male per qualcosa, ed ha bloccato tutto. Sono riuscito, con pazienza e lampeggianti accesi, a spostare la macchina azionando lo sterzo manualmente, e l’ho portata in un parcheggio.
Lunedì si vedrà quale sarà la mia sorte nei prossimi giorni, visto che non sto a Roma, ma in un piccolo villaggio turistico della Sardegna lontano da tutto, e senza macchina sono bloccato in casa e dintorni.
R
spero che riprenda a funzionare presto, ormai siamo in balia degli “specialisti”.
@lenzini
“Mi chiedo, ma qualcosina di manuale, sarebbe poi così anacronistico?”
Purtroppo bisogna scegliere: comodità o sicurezza? Gli automatismi sono fatti per supplire alle distrazioni, all’ ignoranza, alla mancata osservanza delle regole, alla pigrizia nel leggere le istruzioni: in un mondo ideale tutti si ricordano di controllare l’olio e le gomme, poi invece succede come quel poveraccio che ha lasciato il bimbo in auto sotto il sole e non aveva il sedile per bambini con l’allarme )obbligatorio) oppure non lo aveva attivato o non aveva “scaricato l’app” oppure non ha funzionato (che, anticipo, sarà la tesi ufficiale). Rendere un’ auto ESTREMAMENTE sicura sarebbe possibile e facile, ma costerebbe di più (neanche tanto) e non la vorrebbe nessuno perchè tutti si sentirebbero castrati, esautorati, vittima dei fassssisti e dei poteri forti e impediti a essere “se stessi”. Ti cito alcuni aggeggi di costo moderato, disponibili sul mercato da anni e già collaudati: 1) sensore di alcool nel respiro e nel sudore delle mani sul volante: macchina bloccata. 2) stanchezza e colpo di sonno, rilevabile da sensore pupillare: la macchina rallenta starnazzando e ti obbliga a fermarti per un’ ora nella prima area di sosta rilevata dal GPS. 3) Limitatore di velocità, invece di limitarsi a suonare il cicalino rallenta la macchina alla velocità consentita. 4) Rilevatore di stato delle gomme e di situazione meteo, se piove ed hai poco battistrada l’auto non si muove. 5) Se c’è un essere vivente su un qualunque sedile in una macchina spenta e la temperatura interna supera tot gradi si aprono automaticamente tutti i finestrini e parte il claxon e il ventilatore.
Sono tutte cinesate da pochi euro, molto meno costose di tutte quelle stro…ate di “infotainment” con cui vedi i guidatori che seguono Maria De Filippi in autostrada.
Non ti parlo della guida automatica perchè era possibile già negli anni ’70 PRIMA dei computer, ma non l’ha mai voluta veramente nessuno.
Gli aerei passeggeri sono i mezzi più sicuri dell’ universo proprio perchè hanno DIVERSI computer “seri” nella pancia che praticamente sono loro che guidano l’aereo impedendo ai piloti di fare stupidaggini – please non arrivi il Saggio della Montagna citando la triste storia del Boeing 737 Max per chè quello è stato un atto CRIMINALE di Boeing e non un incidente.
E per quanto riguarda la possibilità di uscire da una macchina in fiamme o caduta in acqua, hanno fatto centomila prove e in condizioni REALI con persone non addestrate i successi sono scarsissimi, l’unico che ha qualche chance è il guidatore che può usare il volante per aiutarsi a spingersi fuori. Gli altri cintura o no, blocchi o no, dopo un incidente così grave da incendiare l’auto o sbatterla nel lago saranno così malconci/ scioccati che resteranno dentro. Anche il caso dell’ auto che scivola in acqua dalla banchina perchè non avevano tirato il freno, per uscirne devi avere una buona pratica da sub, e per aiutare gli altri ti serve comunque una squadra di angeli custodi ben palestrati. Purtroppo.
@Nencioni. Hai perfettamente ragione, ma a volte si assiste ad un “accanimento tecnologico”, nel senso che si automatizzano certi processi non per risparmiare impegno o per aumentare la sicurezza, ma semplicemente “perché la tecnologia ci consente di farlo”.
Il fatto che gli automatismi suppliscano alla distrazione fa sì che le persone siano sempre meno attente e aspettino di sentir suonare l’allarme.
E’ un cane che si morde la coda, anzi, nel caso, se la fa mordere da un dispositivo morditore computerizzato.
R
dimenticarsi un figlio per ore in macchina sotto il sole è una tragedia, se poi il dispositivo che dovrebbe farmi percepire che lo sto dimenticando non funziona è una tragedia doppia. Se non possiamo fidarci di noi stessi a maggior ragione non possiamo fidarci di un dispositivo elettronico.
@mariagrazia
Il seggiolino anti-abbandono SAREBBE obbligatorio ma lo mettono in pochi perchè è una spesa che in troppi percepiscono come inutile e poi “io ci sto attento” – e anche stavolta pare proprio che non ci fosse. Hai mai visto fermare una macchina per controllare il seggiolino? Dovrebbero multarti anche senza il bambino sopra, se non è a norma. Non fermano quelli che guidano messaggiando e guardando i video, non fermano quelli senza cintura, figuriamoci un seggiolino, sai i pianti greci e i tweet sarcastici che verrebbero fuori.
E sì che la mia Dacia se appoggio la mano sul sedile del passeggero sente il peso della mano e siccome ovviamente la cintura è sganciata comincia a suonare…
La tecnologia PUO’ voler dire sicurezza, ma NON se è su base “volontaria”. Se posso escludere l’allarme è inutile avercelo, se lo devo installare e attivare IO quasi certamente non funzionerà. E’ come il backup del disco del computer, lo DOVEVI fare il giorno dopo che si è rotto.
R
Alberto
io la trovo una cosa sconvolgente, non arrivo a capire come si possa dimenticare un figlio in macchina, sotto al sole per ore, proprio non ce la faccio. Poi se non sbaglio il seggiolino obbligatorio quello che suona se le portiere si chiudono col bambino dentro, non dovrebbe stare davanti?
Quindi è chiaro che non era davanti e non era forse nemmeno quello che segnala l’eventuale dimenticanza.
Io pensavo che questa cosa potesse essere superata dalla tecnologia e invece se c’è chi risparmia e poi si dimentica il figlio, la tecnologia è impotente.
Mariagrazia,
purtroppo la cosa più facile da spiegare (ed è stata spiegata in tutti i tragici casi simili) è la serie di “salti psicologici” che portano alla dimenticanza.
Il seggiolino no, dovunque lo metti funziona. Bisogna averlo, e averlo acceso e collegato, e se non lo metti SAREBBE un multone e 5 punti. Ma, di nuovo, lo scopo non è trovare un colpevole o imporre corsi ma EVITARE che le cose succedano. L’aggeggio dovrebbe essere pre-montato, non-disattivabile e arancione fluo per farlo vedere bene anche alla Stradale. Così com’ è una pericolosa perdita di tempo. Anzi, ti dirò di più: non dovrebbe esserci nessun seggiolino speciale, basterebbe un sensore di movimento e un termometro che si salverebbe anche il cane.
R
ma se basta così poco perché non usarlo? il seggiolino con i sensori per esempio, se posizionato sul sedile davanti ha più chances di essere visto dall’obnubilato padre che si dimentica di quel pargolo al quale lui e la madre hanno dedicato la massima cura per un anno per poi dimenticarlo sotto al sole per ore.
Non credo alla teoria degli automatismi, fosse cosi non saremmo esseri umani ma robots che funzionano ad impulsi elettrici.
Credo piuttosto che nel momento di scendere e chiudere lo sportello l’uomo fosse impegnato al telefono in una conversazione molto pregnante di lavoro o altro che lo ha distratto e poi l’abitudine ha fatto il resto. Certo che è molto triste pensare a quella creatura a bordo di un auto a morire soffocata per la dabbenaggine di uno che fino ad un momento prima la considerava la luce dei suoi occhi,
Ogni giorno facciamo un sacco di cose senza pensarci
“Quando in un contesto che tende a ripetersi eseguiamo una certa azione più volte e per un periodo di tempo abbastanza lungo, un comportamento inizialmente guidato da un’intenzione può progressivamente diventare un’abitudine. In questo caso l’intenzione viene meno e un impulso a mettere in atto un certo comportamento emerge in automatico perché ci troviamo in un contesto che ha stimolato quel comportamento altre volte in passato.”
https://www.ilpost.it/2023/05/09/abitudini-decisioni-inconsce/
R
ma certo, lo so benissimo è capitato anche a me (non di dimenticare i figli ) di trovarmi a fare delle cose senza pensarci, tipo imboccare la strada per il lavoro di domenica, ma me ne sono accorta subito. Mettiamo pure che sia la colpa dell’automatismo che si instaura nella mente e perciò agiamo come automi.
Ma dopo, per esempio un’ora o anche qualche minuto, come facciamo a non ricordarci se abbiamo lasciato il figlio in macchina o lo abbiamo portato all’asilo? Non esiste più l’inconscio? l’era tecnologica se l’è bevuto?
E comunque come si spiega che questo cose succedono solo da qualche anno? eppure i padri (come le madri) hanno sempre portato in auto i figli all’asilo ma non ricordo di aver sentito una casistica così frequente per esempio un ventina o trentina di anni fa.
E comunque come si spiega che questo cose succedono solo da qualche anno?
Mariagrazia, non è possibile accertare davvero l’assenza di un fenomeno confidando che il giornalismo italiano si fosse impegnato a garantire che i propri filtri editoriali lasciassero invariabilmente pubblicare quel genere di notizie da trent’anni ma si può certo dire che non ne abbiamo notizia o che se anche fosse non ce ne siamo accorti.
Quanto al caso in questione penso che delle ipotesi possibili debbano sincerarsi gli inquirenti dotati dei necessari poteri di indagine.
Esiste una differenza tra il non ricordare di aver fatto qualcosa (dubbio), l’essere convinti erroneamente di non doverla fare (dimenticanza) o di averla fatta (certezza) e non è possibile sapere cosa passasse per la testa di qualcun altro senza chiedere.
Nell’ippocampo umano esistono recettori nucleari per glucocorticoidi. Esistono anche studi sul legame dei disturbi della memoria e lo stress.
R
purtroppo a chi capita una simile “dimenticanza” non sarà mai possibile se non dopo molti anni, forse, darsi una qualsiasi giustificazione valida, a prescindere dai glucocorticoidi.
Una trentina d’anni fa si andava più lentamente, non c ‘erano i telefonini e i social, le mamme”a tempo pieno” a spasso con i bambini non venivano trattate da sfigate, i morti per disgrazia -che c’erano anche allora – venivano trattati con pietà e rispetto e non “sbattuti in prima” per fare click.
Quanto alla sicurezza, ed è un principio generale poco compreso e poco applicato: un sistema di sicurezza interviene SEMPRE, A MENO CHE non venga disinserito volontariamente. Non devo essere io a ricordarmi, premere bottoni, posizionare bigliettini, aprire o chiudere valvole, attivare app: al contrario devo fare un sacco di cose scomode e strane PER DISATTIVARLO. Se l’auto sente un peso sul sedile a porte chiuse e motore fermo deve fare partire SEMPRE l’allarme a meno che tu non abbia deliberatamente messo le bottiglie dell’ acqua sul sedile e allora MA SOLO PER QUELLA VOLTA girando due chiavi e premendo tre bottoni puoi disinserirlo, E COMUNQUE se l’auto in seguito percepisce un movimento all’ interno l’allarme parte lo stesso. E’ un sistema che costerebbe poche decine di euro con componenti in vendita su Amazon.
In un post più sotto Lenzini pensa che “…i dispositivi di sicurezza dovrebbero dare suggerimenti, magari molto pressanti, tipo segnali acustici, ma non dovrebbero prendere quasi mai decisioni al posto della persona…” Purtroppo la gente muore perchè jj suggerimenti NON LI SENTE. La mia Dacia, (quindi NON una Rolls super-accessoriata) mi avverte se devo cambiare le gomme, se ho un peso sui sedili, se devo fare manutenzione e se ho i freni un po’ consumati: ma se sto pensando ad altro NON ME NE ACCORGO! Se un aereo non è “seduto” completamente sui carrelli all’ atterraggio oppure sta volando troppo veloce per estrarre i flap NON PUOI attivare i freni e NON PUOI estrarre i flap, non è che ti si accende la spia.
Poi è vero che i limiti di velocità li mettono ad caxxum, ma se è l’automobilista ad avere il diritto di decidere quali vanno bene e quali no allora diamo il benvenuto a Fleximan.
R
30 anni fa le mamme erano più al lavoro e coi figli all’asilo di oggi, tu forse ti riferisci a 60 anni fa. Oggi ci sono più donne senza lavoro ma non vanno al parco coi figli perché non li fanno più. O quasi.
In quanto agli aggeggi elettronici, si in parte sono utili, ma mi spieghi che cavolo mi serve sapere che ho la cintura slacciata? Lo so se è slacciata e devo allacciarla e io lo faccio da prima che fosse obbligatorio. E c’è chi rompe l’allarme per potere guidare senza cintura. Oppure che mi indichi che ho la portiera aperta o che manca la benzina, mi va benissimo ma un cruscotto come la plancia di un Boeing può distrarre, troppe lucine rossi che si accendono per niente, possono essere fatali se sei in curva e distogli lo sguardo dalla strada per guardarle. Di troppa tecnologia si può anche morire.
Mariagrazia, rilegi per favore: STIAMO DICENDO LA STESSA COSA.
La tecnologia serve se agisce da sola ed efficacemente, se distrae NO. L’auto NON DEVE PARTIRE con la cintura slacciata, non ci vogliono lucine e messaggi wuozzàp: non parte e basta. Nel Boeing di norma non si accende nessuna lucina, prima della partenza il pilota introduce nel computer di bordo i dati di volo (da dove si parte, dove si va, passando per dove, a che altezza, quanto carburante c’è, quanti passeggeri, quanto carico, dove andare se il primo aeroporto non è disponibile e neppure il secondo). Dopodichè (semplifico ma non molto) schiaccia l’avviamento, accende i DUE piloti automatici e se non ci sono imprevisti l’aereo non rompe le scatole fino all’ arrivo. L’attenzione e la preparazione dei piloti sono dedicati e concentrati alla risoluzione dei problemi, non alla gestione del quotidiano: e questa è la vera sicurezza.
L’idea “moderna” della sicurezza è l’antifurto che TI TELEFONA, l’aggeggio più inutile dell’ universo (e pure una presa per il culo, se vogliamo): invece di fermare il ladro ti rompe gli zebedei in vacanza per farti sapere che TI STANNO SVALIGIANDO. Grazie. E lo paghi pure (però hai scaricato un’ app fighissima).
R
Alberto, temo che sia tu a non capire me RILEGGI.
Io ci sono stata nella cabina di pilotaggio di un aereo di linea, tu?
Non me ne importa nulla di whatsup e non lo uso e non ho nessun antifurto ma intorno a me ce ne sono centinaia che suonano ogni secondo a vanvera…bastano quelli.
Inoltre io dico che la tecnologia va benissimo quando non ci impone di wathsappare anche per andare a comprare un panino o a fare una semplice operazione manuale, si chiama : complicazione affari semplici. anche solo per rinnovare la carta d’identità sta diventando una via crucis.
Ma se diciamo la stessa cosa perché ti affanni tanto a scrivere maiuscolo come se fossi scema o sorda? Diciamo la stessa cosa? bene, mi fa piacere! una volta tanto siamo d’accordo, ma se gridi di meno forse lo capisco meglio.
E dell’uomo inghiottito recentemente dalle sabbie mobili vicino ad un fiume che dobbiamo dire?
Nonostante tutto intorno ci fossero, e ci sono ancora, decine di cartelli che ivi vietano la balneazione e nonostante la tragedia accaduta da poco a quel tale, ci sono pur sempre persone, cosi’ citano i media, che continuano, imperterrite, ad entrare in acqua…
In un film degli anni sessanta, di cui non ne ricordo il titolo, un messicano diceva al protagonista, un americano suo amico, che se negli USA viene esposto un cartello di divieto i cittadini yankee erano pronti a rispettarne le disposizioni….
In Messico, invece, lo avrebbero imbrattato o sparato contro.
“Chi e’ causa del suo mal pianga se’ stesso”!!
R
che dobbiamo dire? quello che dice anche lei Romolo, che , purtroppo c’è gente che pensa che seguire le indicazioni dei cartelli sia sintomo di debolezza e che i cartelli siano messi per ingannare e non per avvisare del pericolo. E ce n’è molta più di quanto si pensi.
La tecnologia è utile alla sicurezza, ma non dovrebbe decidere cosa è più sicuro per te in quel determinato momento. Sarei più favorevole all’accensione di una spia di pericolo modello allarme nucleare piuttosto che allo spegnimento della vettura, magari nel mezzo di un passaggio a livello. Per quanto riguarda la guida in stato di ebbrezza, proporrei al guidatore di risolvere dei complicatissimi enigmi, tipo il “sono un essere umano” di questo blog, per poter essere abilitato. O meglio ancora proporre dei quiz della patente a caso da risolvere. Se sei ubriaco (o stupido) allora la macchina parte con acceso un lampeggiante viola sopra la capote, in modo da tenere gli altri guidatori alla larga dal guidatore incapace.
Figuriamoci un’auto che regola il limite della velocità in base ai cartelli segnaletici. Certe volte nelle tangenziali trovi il limite di 30, poi 20, poi 10, poi ti accorgi che non c’è nessuno al cantiere e che se rallentavi scatenavi l’ira funesta del pelide Achille (Omero) e dei profughi afgani (Battiato) nelle auto che seguivano.
Per quanto riguarda la dimenticanza del figlio in macchina, io invece la capisco. Succede quando fai le cose sistematicamente tutti i giorni, ti fermi a scuola, poi vai al lavoro e quel giorno succede qualcosa, un imprevisto, magari non hai riposato bene, per cui sei convinto di aver fatto le stesse cose, mentre non le hai fatte. Ero terrorizzato da questa cosa perché sapevo che avrebbe potuto succedermi e mi ero inventato delle contromisure. Non elettroniche.
R
non potrebbe dircele, Mauro? Magari qualcuno potrebbe seguire il suo esempio. Ma immagino che siano quelle piccole cose che servono a salvarci la vita in tante occasioni, perché c’è chi come lei teme di non essere sempre presente a se stesso (certo può capitare) ed allora è talmente coscienzioso da adottare contromisure che possono anche essere considerate da qualcuno delle piccole manie (anch’io confesso che ne ho) e persino trovare derisione e invece sono accortezze che possono salvarci la vita o salvarla agli altri.
“non potrebbe dircele, Mauro? ”
Ad esempio mi ero inventato che la bimba (ora ventenne) dovesse salutarmi dalla finestra dell’asilo, così potevo confermare a me stesso dell’avventa consegna. Poi mettevo qualcosa che mi serviva dopo, ad esempio i documenti, vicino al seggiolino, così nel recuperarli potevo vedere se c’era ancora qualcuno ad occuparlo. E così via di fantasia. Per i più distratti funziona anche un imbrago con moschettoni tipo cordata in montagna: così o si va tutti e due in ufficio o tutti chiusi in auto.
R
Mauro, posso dirlo? lei certe volte è fantastico!(Non me ne vogliano gli altri) Decisamente ottime le sue soluzioni, io avrei pensato anche a mettere dei fogli di carta o cartone con scritto BAMBINO sul cruscotto sulla portiera sulla scrivania, insomma dovunque uno debba posare lo sguardo nel tragitto dalla macchina al lavoro. Forse sarebbero più utili i suoi accorgimenti e anche il cartello che tanti marchingegni che bisogna applicare, che ci si dimentica di applicare o di inserire…e io, con tutto il rispetto per quel padre e quella madre a cui va tutta la mia solidarietà e comprensione, credo che comunque sia non lo sapremo mai.
Ma forse sarebbe giusto saperlo affinché questi fatti tremendi non accadano più.
La letteratura sulla psicologia sperimentale ci dice che le prime impressioni sono molto resilienti: è più probabile che un individuo accetti le prime informazioni ricevute su un argomento e poi favorisca queste informazioni di fronte a messaggi contrastanti.
Inoltre, la ripetizione porta alla familiarità, e la familiarità porta a accettazione:
• È stato dimostrato che l’esposizione ripetuta a un’affermazione aumenta la sua accettazione come vera. [ https://en.wikipedia.org/wiki/Familiarity_heuristic ]
• L ‘”effetto verità illusorio” è ben documentato, per cui le persone valutano le affermazioni come più veritiere, valide e credibili quando le hanno incontrate in precedenza rispetto a quando sono nuove.
[ https://en.wikipedia.org/wiki/Illusory_truth_effect ]
• Quando le persone sono meno interessate a un argomento, è più probabile che accettino la familiarità derivante dalla ripetizione come indicatore che l’informazione (ripetuta fino al punto di familiarità) è corretta.
[ https://en.wikipedia.org/wiki/Mere-exposure_effect#Other_areas ]
• Durante l’elaborazione delle informazioni, i consumatori possono risparmiare tempo ed energia utilizzando un’euristica della frequenza, privilegiando cioè le informazioni che hanno ascoltato più frequentemente.
[ https://en.wikipedia.org/wiki/Availability_heuristic ]
• Anche nel caso di storie assurde e leggende metropolitane, coloro che le hanno ascoltate più volte hanno maggiori probabilità di credere che siano vere.
[ https://www.bps.org.uk/research-digest/repetition-can-make-even-most-bizarre-claims-seem-more-true ]
• Se un individuo ha già familiarità con un argomento o un’affermazione (lo ha già visto, ad esempio), lo elabora con meno attenzione, spesso non riuscendo a discriminare gli argomenti deboli da quelli forti.
[ http://dx.doi.org/10.1037/a0013461 ]
da https://www.rand.org/pubs/perspectives/PE198.html
PS: La psicologia umana può offrire molte sorprese e ci sono cose che la robotica non è ancora riuscita ad imitare ma non c’è dubbio che esistano automatismi anche se non sono l’unico aspetto studiato dalla scienza.
R
Molto interessante.
E’ vero, tendiamo a dare per buona una cosa che abbiamo visto e sentito più volte e che riconosciamo come “vera”. Questo vale in molte situazioni, per esempio quella dell’attentato a Trump. Tendiamo a dare credito alla prima analisi perché ci torna comodo, non serve che ci pensiamo e però potrebbe essere un’illusione (anche ottica).
Nel caso in questione, è vero, l’ho già scritto e succede, purtroppo ma io che sono testarda e di solito non mi accontento delle spiegazioni facili o ripetitive, mi pongo delle domande e cerco la “mia” soluzione, che non è detto, ovvio che sia quella giusta, ma, di solito non combacia, almeno non sempre con quella ufficiale.
Questo per dire che la psicologia può aver fatto anche passi da gigante ma a che serve se poi succedono casi come questo? E, alla fine, possono benissimo essere catalogati con una parola spesso usata un tempo: distrazione. E ultimamente, oggi più che mai, siamo distratti da una miriade di cose che elencarle tutte sarebbe troppo lungo.
Mia madre mi rimproverava spesso di essere distratta, di non mettere attenzione in quello che facevo, insomma di avere una mente (a suo dire ) dispersiva e fantasiosa.
In parte aveva ragione e forse anche per questo negli anni ho faticato parecchio a liberarmi dall’idea di essere distratta e convertirla in quella più realistica di essere attirata da molte cose contemporaneamente ma non necessariamente “distratta” con tutto ciò che questo termine può significare. E non senza una valenza negativa.
@Mauro, concordo sul fatto che i dispositivi di sicurezza dovrebbero dare suggerimenti, magari molto pressanti, tipo segnali acustici, ma non dovrebbero prendere quasi mai decisioni al posto della persona quando la persona è presente.
Infatti, se la persona non conosce bene questi meccanismi e non se li aspetta, o non li capisce, può fare cose che vanno in conflitto con quello che vorrebbe fargli fare il dispositivo di protezione.
Riguardo ai limiti di velocità assurdi, a parte quelli messi a tradimento per far cassa, rientrano nel principio – per me sbagliato – di esagerare, nel senso che, col limite a 30, ci si aspetta che uno quanto meno non superi i 50, ma è diseducativo.
Per me i limiti, di qualsiasi natura, devono essere realistici e non esagerati, ma devono essere fatti rispettare rigorosamente.
Le protezioni esagerate rischiano sempre di indurre le persone a disattivarle del tutto. E questo vale anche per gli infortuni sul lavoro.
La destra più evoluta varerà un nuovo progetto di legge dal titolo “scegliete il vostro limite”: Per evitare la nota piaga degli autovelox e risparmiare sulle spese di segnaletica stradale, sarà lasciato a ciascun cittadino la facoltà di decidere la velocità più realistica da mantenere. Unica eccezione le strade che adesso hanno limite inferiore a 31Km/h e saranno chiuse totalmente al traffico dei veicoli a motore (anche le biciclette elettriche e quelle a pedalata assistita). 🤥
R
si, mi pare che potrebbe funzionare, in parte è già cosi. Fanno tutti quello che gli pare anche spaccare le telecamere.
Italians…
https://www.youtube.com/watch?v=KtT0VnRNKmU
@Alberto Nencioni. Il fatto che il dispositivo di sicurezza intervenga anche senza il mio consenso e senza la mia consapevolazza che sta intervenendo può essere più o meno giusto caso per caso.
Faccio un esempio concretissimo.
In questo momento il computer di bordo della mia auto ha deciso che è presente un guasto tale che devo andare subito presso l’officina.
Il guaio è che L’officina più vicina è a 55 km, mi ha dato appuntamento tra due giorni per il test e non garantisce i tempi per la riparazione.
Dato che il computer di bordo, per costringermi ad andare urgentemente in officina, mi ha disattivato il servosterzo, mi ha bloccato il cambio automatico in terza, e limita la possibilità di accelerare, non so se ce la farò a raggiungere l’officina o se resterò per strada e dovrò chiamare il carro attrezzi.
In realtà la macchina funziona e potrei raggiungere più facilmente l’officina se il computer di bordo si fidasse del fatto che ho capito l’urgenza.
Giovedì prossimo, quando andrò a Olbia a portare l’auto in officina, rischierò un incidente lungo il percorso.
@lenzini
No, andrai adagio e scomodo ma la macchina non si romperà. (che computer carogna, però…:-D )
@Mariagrazia
Tu sei stata nella cabina, io ho (avevo, l’ho lasciato scadere) il brevetto. Per carità, aviazione generale e non pilota di linea, però un computer di bordo e il pilota automatico li saprei ancora usare. E’ un modo “adulto” di utilizzare la tecnologia, contrapposto alla imbecillità “telefoninara” e infantile di chi confonde tecnologia con le lucine colorate. Purtroppo la sicurezza non “vende”, e si vede.
R
Alberto, mi sorprendi, anche pilota sei?, beh diciamo che non ti sei “risparmiato”. Bravo. Sulla imbecillità telefoninara siamo assolutamente d’accordo.
“Idiot-proof”, il modo “adulto” di imporre la tecnologia. In futuro sostituirà i captcha.😱
Questa volta sono con Lenzini. Ho l’impressione che questo sistema di spacciare l’auto che si blocca per la tua sicurezza sia più una scusa per spillare ancora più soldi dalle tasche dell’utente. Bei tempi quando aprivi il cofano e ti regolavi il minimo. Adesso in certe auto non puoi più nemmeno sostituire la batteria senza passare per il concessionario e farti pelare qualche centone.
A proposito di tecnologia, come fa Copypasta a mettere faccine e fare citazioni in corsivo?
Per rappresentare tutti i caratteri unicode è necessario che il proprio dispositivo sia configurato correttamente con un carattere (font) in grado di visualizzare tutti i glifi, altrimenti i glifi non visualizzabili correttamente saranno rappresentati come dei quadratini □. https://fonts.google.com/noto/specimen/Noto+Color+Emoji
˙˥W┴H ǝuoᴉzɐʇʇɐɯɹoɟ ᴉp ᴉɹoʇɐɔɹɐɯ ᴉunɔlɐ ǝɹɐʇuǝsǝɹddɐɹ ᴉp opɐɹƃ uᴉ è ssǝɹdpɹoʍ puǝʞɔɐq lᴉ ǝɹʇlouᴉ ‘(ǝuᴉɔɔɐɟ) ᴉɾoɯǝ ᴉlƃ ᴉsnlɔuᴉ ‘ǝpoɔᴉu∩ ᴉɹǝʇʇɐɹɐɔ ᴉp ɐɯɯɐƃ ɐɹǝʇuᴉ,l ǝɹɐʇuǝsǝɹddɐɹ ᴉp opɐɹƃ uᴉ è ǝnbunp ǝ 8-Ⅎ┴∩ è ᴉʇuǝɯɯoɔ ᴉǝp ɐɔᴉɟᴉpoɔ ᴉp oʇɐɯɹoɟ lI
La ringrazio per la lezione di codifica dei caratteri. Però per scrivere i commenti ho a disposizione una TEXTAREA che non permette la formattazione, a meno di scrivere direttamente il codice HTML, ma non so se il sistema poi una volta inviato lo accetta o lo filtra.
Proviamo: Ciao
Mauro, abbiamo a disposizione esattamente <i> gli stessi </i> strumenti ma è libero di dubitarne. 😓
Non dubito affatto, solo mi chiedevo quale fosse il sistema. Conosco bene il linguaggio html, ma il dubbio che ho è che venga rimosso dal sistema per sicurezza.
Ma non importa, cercherò l’espressività nel contenuto e non nella forma. 🙂
R
scusate, io non capisco nulla di quello che vi dite…eppure sarei poliglotta. Ma va bene cosi, imparo…
Beh, l’uso dei marcatori di formattazione del testo più semplici è stato deliberatamente previsto da chi ha progettato la piattaforma di blogging. Non so se tabelle e liste funzionino ma di sicuro non bastano a passare per “hacker”. 😱
R
non credo che avrebbe potuto copimpastare fino ad ora…
Come fare le faccine sulla tastiera
Lenzini
ci dice come va col suo computer di bordo?
Signora Gazzato, la ringrazio per la premura.
Fortunatamente, sono riuscito ad arrivare alla concessionaria senza che scattasse l’allarme; hanno fatto i test, hanno resettato gli allarmi, e mi hanno detto che va tutto bene. Per ora. Tipico!
R
beh, meno male.